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Autore: Lady_Ackerman    01/06/2012    5 recensioni
Voglio solo la verità.
Voglio solo sapere che non è mai accaduto.
Voglio solo sapere che mi ami davvero...Takano..
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera, Takafumi Yokozawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Senpai...
Saga senpai."
Lo sguardo, innocente e spensierato, mentre mi trovavo faccia a faccia con chi ho sempre amato. Non importava il fatto che fossimo due ragazzi o quello che poteva pensare la gente, volevo solo stare con lui. Volevo fosse mio,ad ogni costo.
E quando è stato così,una sua stupida risata...

ha mandato in fumo ogni cosa.


Mi svegliai di soprassalto.
Maledizione! Ancora quel sogno, mi tormenta ogni notte.

Tra l'altro, sognare sempre e solo Takano-san e il nostro passato, è così irritante,sopratutto dopo la discussione (l'ennesima) avuta ieri.


Seccato, mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno, buttarmi sotto il getto della doccia mi avrebbe fatto di certo riprendere.

Quando uscii, notai fuori dalla finestra del mio appartamento il paesaggio imbiancato; nonostante fossimo agli inizi di marzo, nevicava ancora. Così decisi di indossare una felpa pensate e dei jeans scuri; guardandomi allo specchio, distolsi lo sguardo notando quanto il mio look assomigliasse a quello solito di Takano.

Senza dare alcuna importanza a questo “particolare”, mi diressi in salotto, raccolsi da un tavolino lo storyboard corretto la sera precedente e uscii di casa.

Mentre stavo per chiudere a chiave la porta di casa, notai la porta dell'appartamento 1202, proprio quello dove abitava Takano-san,  socchiusa. Incuriosito decisi di entrare. Chissà...magari era uscito senza chiudere la porta perché andava di fretta o, forse, aveva lasciato la porta aperta come un velato messaggio verso di me?
Scartai dalla mente questo pensiero e richiusi, appannando,  la porta alle mie spalle. Girai intorno con lo sguardo per controllare se lui fosse in casa.

Ma fu la scelta sbagliata: quando entrai in salotto mi resi conto che non avrei mai voluto vedere ciò che gli occhi mi stavano mostrando: vestiti sul pavimento, sparsi ovunque, e di certo una parte di essi non erano quelli di Takano.
Maledicendomi per questa insana curiosità, mi diressi verso la porta della camera da letto e tentennando la socchiusi,  finendo per intravedere nella penombra Yokozawa e Takano nello stesso letto che dormivano.
A quella vista, le braccia mi cedettero facendo scivolare dalle mie mani lo storyboard su cui mi ero tanto impegnato.
In quell'istante, Takano aprì gli occhi, e fissò il mio sguardo sgomento, per poi ripassare di nuovo lo sguardo verso il “suo compagno di letto”, che si era appena svegliato. Anche lui mi guardava sorpreso, nel mentre, chino a terra, cercavo di raccogliere velocemente i fogli sparsi ai miei piedi.
Quando ebbi finito, mi alzai su e me ne andai via, cercando di trattenere più che potevo le lacrime che uscivano dai miei occhi.

"Non è come pensi Onodera!" gridò alle mie spalle, ma le mie orecchie non volevano sentire patetiche bugie, degne di una scena da josei manga di quarta categoria.


A chi voleva darla a bere?! Le cose non potevano essere più chiare di così, lui e Yokozawa... avevano fatto... Dio mio, non riesco nemmeno a pronunciare in mente quella parola che mi viene da vomitare.

Mi sento ingannato di nuovo da chi avevo capito di amare. Maledizione, non era proprio lui che diceva di amarmi? Non aveva detto, che sarebbe riuscito a farmi dire nuovamente "ti amo"?

Takano lui... lui è riuscito nuovamente a spezzare i miei sentimenti, ed ora che so di amarlo... scopro che aveva sempre mentito in tutti questi mesi.
Le lacrime rigavano il volto mentre correvo sotto quella gelida neve dannatamente ghiacciata,come il mio cuore, preda prima degli equivoci e poi degli inganni.

Mai come ora vorrei cancellare ogni più piccolo ricordo di questo sentimento che mi dilania dentro, ogni immagine di te e me, ma soprattutto ogni immagine di te con Yokozawa.


Entrai di corsa alla Marukawa, e mi buttai subito dentro l'ascensore, non riuscivo a smettere di pensare: continue domande percorrevano la mia mente,non esisteva un lato positivo né un dubbio. Tutto era così confuso, doloroso e tremendamente orrendo.


Quando l'ascensore si aprì, mi diressi verso lo studio e decisi di concentrarmi sul lavoro: mi sedetti  alla mia scrivania e tirai fuori lo storyboard, volevo ricontrollarlo ma fu durante la lettura delle tavole, quando mi capitò sott'occhio la scena del bacio dei due protagonisti, che si  scatenò nella mia mente una sequenza di ricordi dei baci, passati e presenti che ho ricevuto da Takano.
Anche se mi buttavo a capofitto nel lavoro, non potevo allontanare la verità da me e adesso, faceva male,veramente male.

"Tutto bene Ricchan?" mi chiese preoccupato Kisa, vedendomi così abbattuto.
"Si,sto bene,forse ho solo bisogno di qualcosa da bere,non ho fatto colazione questa mattina" dissi. Era l'unica scusa che mi era venuta in quei pochi secondi,per cui mi alzai e mi diressi verso il distributore di bibite, per prendere il mio solito energy drink al caffé.
Dopo essermi chinato a raccogliere la lattina, non appena mi alzai, sentii alle mie spalle la presenza di qualcuno che senza preavviso mi passò una mano tra i capelli.
Riconobbi subito quel tocco: si trattava di Takano. Ogni suo tocco, anche legato ad un gesto per nulla erotico, era capace di farmi provare il calore di una bruciatura dove aveva posato la sua mano.

Agli inizi mi dava fastidio questa sensazione capace di portarmi alla mente la verità: Io lo amo.

Ma ora che collego questo amore a un'illusione, voglio solo allontanarlo da me, per non soffrire.

Non toccarmi Takano, non illudermi di nuovo: fa' male. Vai, vai da Yokozawa, vai da chi ti ama e ti rispetta più di me!”


"Non toccarmi Takano..." gli intimai con voce roca e tremante.
"Onodera,te l'ho detto,non è come pensi! Ascoltami prima di fasciarti la testa di stronzate!" ribatté,  prendendomi per un braccio e facendomi voltare verso di lui.

Lo fissavo attonito...


Ti prego, non mentirmi con quegli occhi così seri. Non dirmi di amarmi se non è quello che davvero provi. Perché, fa' male, troppo male. È un male atroce,che trafigge la mia anima, distruggendola così tanto che non vorrei più provare nessuna emozione.


Strattonai un poco il braccio dalla sua presa ferrea, riuscendo a liberarmi.
Corsi fuori, sotto la neve.
Ero solo io e quei pensieri che non volevano lasciarmi ad accompagnare questi miei sentimenti andati nuovamente in pezzi.

Quanto vorrei che anche questo fosse un equivoco, ma purtroppo so che non è così.

  
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