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Autore: Everett    02/06/2012    2 recensioni
“Sorvola campi di grano,
dalle pareti i fiori cadono,
raccogli i sogni di un estraneo
dagli occhi neri e un profumo d'incenso”.
Era questa la canzone che ascoltava Zoe con il suo iPod mentre camminava a passo svelto per raggiungere Sara e Francesca, le sue coinquiline, al supermercato.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare, un paio di premesse.

Questa è la mia prima storia, siate clementi :) sono sempre stata riluttante a scrivere dato che mi sembra che il mio stile di scrittura sia troppo piatto e lineare (sono una donna di scienza, d'altronde! :P). Ma un'amica, conosciuta qui su Efp come Kabubi, mi ha spinta a mettere per iscritto quelle idee che ogni tanto mi frullavano in testa ed ecco qui il primo capitolo di questa storia.

In secondo luogo, mi sembra opportuno precisare che nello scrivere la storia ho preso spunto da persone e/o situazioni che fanno parte della mia vita. Ovviamente i nomi sono scelti a caso e c'è un mix di caratteristiche in ogni personaggio (nessun personaggio corrisponde effettivamente e completamente a qualcuno di mia conoscenza). Ogni riferimento NON è puramente casuale! :)

 

CAPITOLO 1

Zoe, Sara e Francesca

 

 

“Sorvola campi di grano,

dalle pareti i fiori cadono,

raccogli i sogni di un estraneo

dagli occhi neri e un profumo d'incenso”.

 

Era questa la canzone che ascoltava Zoe con il suo iPod mentre camminava a passo svelto per raggiungere Sara e Francesca, le sue coinquiline, al supermercato. Era giugno e faceva piuttosto caldo, complice anche l'umidità. Erano passati diversi mesi da quando avevano cominciato a vivere insieme e all'inizio Zoe non aveva pensato che sarebbero potute diventare così buone amiche come lo erano adesso. Erano molto diverse tra loro: Zoe era ordinata e metodica, ma estremamente pigra: le piaceva dormire e perdere tempo al computer; Sara era sbadata e sempre con la testa tra le nuvole, però era un'appassionata lettrice, divorava libri in continuazione; Francesca, infine, prendeva sempre tutto alla leggera, amava scherzare e fare ironia su di sé e sugli altri.

Ma in fondo qualcosa in comune l'avevano: nessuna di loro tre era eterosessuale. Non si conoscevano prima di ritrovarsi a dover vivere nella stessa casa e d'altronde la scoperta di condividere lo stesso orientamento sessuale era giunta decisamente inaspettata.

Zoe era single da qualche mese, da quando lei e la sua prima ragazza si erano lasciate. Era durata un anno e tre mesi, ma poi il rapporto aveva finito per logorarsi e Zoe aveva deciso di porvi fine. Ora era alla ricerca di qualcuno che alleviasse la sua solitudine, anche se fino a quel momento non aveva avuto molta fortuna ed era solita dichiararsi “forever alone”.

Sara invece si era fidanzata da poco e la sua era una relazione a distanza; la sua ragazza, Michela, viveva in una città che si trovava a circa 4 ore di treno da lei. Non potendosi vedere spesso, quindi, passavano ore al telefono o su Skype. In realtà Sara aveva corteggiato Michela per lungo tempo: Zoe e Francesca avevano dovuto sorbirsi tutte le sue paranoie in merito e quindi, quando le due si erano finalmente messe insieme, avevano tirato un sospiro di sollievo.

Francesca non era fidanzata, ma di tanto in tanto aveva relazioni occasionali con delle ragazze conosciute più o meno casualmente; in realtà questi rapporti effimeri non la soddisfacevano e il suo obiettivo era trovare qualcuna con cui impegnarsi seriamente. Il problema era che quando le era sembrato di averla trovata nella persona di Giulia, aveva poi scoperto che questa era in realtà fidanzata e non aveva intenzione di lasciare la sua metà. Si era così trovata in una situazione a dir poco assurda, in cui Giulia teneva di fatto il piede in due scarpe. Non era stato facile per lei uscirne, anche perché Giulia continuava a scriverle dicendole di volerla vedere e tuttora il suo nome non poteva essere assolutamente pronunciato in sua presenza.

Arrivata davanti al supermercato, Zoe trovò fuori ad aspettarla Francesca e Sara. Dopo uno scambio di saluti, si avviarono dentro per la periodica spesa comune.

“Oh raga, ma se domani facessimo tagliatelle panna e funghi?” chiese Sara.

“Sì, dai, perché no?” rispose Zoe e Francesca assentì con un cenno del capo.

Dopo un rapido giro del supermercato e dopo aver comprato le cibarie indispensabili per i giorni successivi, Francesca si fermò davanti allo scaffale che conteneva patatine e snack simili. Cominciò a guardare lo scaffale con desiderio e poi si voltò ammiccante verso Zoe, dicendole: “Dai, lo so che mi appoggi quando si tratta di comprare schifezze!”

“Cosa vorresti prendere?” le rispose Zoe.

“Mmm vediamo un po'...le rustiche? E poi anche le tortillas da mangiare con la salsa piccante!”

Dopo quest'ultimo acquisto e dopo aver pagato, le tre si avviarono verso casa.

Quella sera Zoe aveva in programma di uscire con una sua compagna di università, anche perché in un pub della città facevano la consueta serata gay friendly del giovedì. In realtà sperava di rivedere una misteriosa ragazza che aveva notato ad una serata di un paio di settimane prima. Non aveva idea di come si chiamasse e questo rendeva il tutto decisamente più complicato.

Zoe e la sua amica, Eleonora, si incontrarono alle dieci e mezza e si recarono speranzose verso il pub. Quelle serate gay friendly non erano un granché in realtà: piene zeppe di gay fighetti ed etero altrettanto fighette, solo raramente si palesava qualche ragazza interessante, ma spesso era accoppiata. Una volta giunte, presero da bere (birra bionda per Eleonora e bicchiere di vino bianco per Zoe) e si misero fuori a scambiare due chiacchiere, approfittandone anche per dare un'occhiata in giro.

“Ele tu per caso la vedi da qualche parte?” chiese Zoe all'amica.

“Mi pare proprio di no...”

“Ma lo vedi, io lo sapevo che non l'avrei più rivista! Questo non è il suo ambiente, non è una fighetta del cavolo!”

Eleonora fece spallucce e continuò a sorseggiare la sua birra; d'altronde nemmeno a lei piaceva così tanto quel posto, ma la città non offriva di meglio.

Finite le rispettive bevande, le due erano quasi decise ad andar via, quando videro arrivare Laura, una ragazza che frequentava la loro stessa specialistica, solo era un anno avanti. Eleonora le sbavava dietro da un po', ma non era mai riuscita ad attaccare bottone con lei.

Laura era con delle sue amiche e ovviamente non dava segno di averle notate; entrò nel locale per prendere da bere. Eleonora l'aveva seguita con gli occhi e ora era come in trance, tanto che Zoe, per attirare la sua attenzione, le tirò un pizzicotto sul braccio.

“Oh! Fa male!” si lamentò Ele.

“Eeehhh quante storie! Ti eri proprio imbambolata a guardare la Laura eh!”

“Ma sì, pensavo non sarebbe venuta stasera! Mica ci viene tutti i giovedì! Abbiamo avuto culo!”

“Eh vabbè, intanto se n'è andata dentro...vuoi che entriamo anche noi?”

“Ok, dai, così vediamo se riesco almeno a farmi notare.”

Le due rientrarono nel pub e videro Laura seduta ad un tavolo mentre rideva con delle sue amiche.

Eleonora si mise a fissarla sperando che prima o poi si accorgesse di lei, ma i loro sguardi si incrociarono solo per un millisecondo.

“Maledizione, non c'è manco l'amica sua che conosco...altrimenti andavo lì con una scusa qualsiasi!” Eleonora avrebbe dato qualsiasi cosa pur di potersi avvicinare a quel tavolo, ma non c'era proprio l'occasione giusta. Dopo un altro po' di osservazione, di chiacchiere e qualche sigaretta, Zoe ed Ele decisero di andar via, anche perché entrambe erano stanche ed era evidente che non avrebbero combinato niente con nessuna delle ragazze lì presenti.

Nel frattempo, a casa, Sara era al telefono con Michela e stavano discutendo dell'ultimo libro che aveva letto Sara. Capitava che spesso si lanciassero in accesi dibattiti sulla letteratura, soprattutto quella a tematica lesbica. Quella volta però erano entrambe d'accordo: il libro non era decisamente un granché.

“Libri a parte, Michi quando pensi di venire qui? Mi manchi veramente tanto e vorrei vederti almeno per qualche giorno prima di buttarmi nello studio matto e disperatissimo...”

“Sà devo vedere un po' i treni e organizzarmi con lo studio, però boh, magari si può fare la settimana prossima, che dici?”

“Non sarebbe male, sai? Tu vedi i treni innanzi tutto, tanto lo sai che io non ho problemi per quanto riguarda l'ospitalità.”

“Ok, quasi quasi guardo subito, dai. Mmm potrei partire sabato e rimanere fino al sabato successivo, così pagherei la metà entrambi i giorni...”

“Sì, amore, direi che è perfetto! Domani lo dico a Fra e a Zoe, ma non faranno obiezioni di sicuro. Però per sicurezza aspetta domani per prenotare.”

“Va bene.”

Francesca dal canto suo era in pieno cazzeggio al computer, tra Facebook e Twitter. Voleva un po' distrarsi dai soliti pensieri che le riempivano la testa, pensieri di cui Giulia era di solito la protagonista. Le arrivò un sms sul cellulare, lo lesse: era di Chiara, una ragazza conosciuta qualche tempo prima, che lei aveva definito come “una che pensa di essere bisex, ma è solo zoccola”, definizione che aveva suscitato grande ilarità in Sara e Zoe. Nell'sms la suddetta ragazza le chiedeva di uscire la sera successiva, ed era fin troppo chiaro dove volesse andare a parare. Francesca era un po' indecisa sul da farsi: concedersi nuovamente ad una persona che non suscitava in lei nessun interesse o declinare l'offerta e passare un'altra serata davanti al pc?

“Tutto sommato – pensò – anche lei mi sta usando e me l'ha detto anche piuttosto esplicitamente. Perché farsi tanti scrupoli? Non è certo la donna della mia vita, ma almeno è una valida alternativa alla masturbazione!”

Così, decise di scriverle che era libera e che potevano vedersi l'indomani sera.

   
 
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