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Autore: ArtemisiaSando    02/06/2012    0 recensioni
Credo sia la prima fanfiction ispirata alla serie videoludica Uncharted :) La storia che voglio presentare parla del fortuito incontro tra un giovane Victor Sullivan e la cantante di un bar in una città appena devastata dalla guerra.
Nascerà immediatamente qualcosa tra i due personaggi, che pure si vedranno costretti ad affrontare ciascuno i propri demoni personali per poter costruire una relazione. Il passato della ragazza ed il "lavoro" di Sully riusciranno forse a minare la loro amicizia...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9

Il cielo plumbeo e pesante convinse Estel ad affrettarsi, nonostante fosse il suo giorno libero, nel riportare a casa quei pochi fiori freschi che spesso comprava per la sua affittuaria.

Nonostante le nuvole scure gravassero sulla città togliendole quel poco di dignità che riaffiorava insieme alla luce del sole, la ragazza non poté che rivolgere loro un sorriso distratto. Era ancora confusa per la piega inaspettata che stava prendendo la sua vita.

Fino a poco tempo prima non avrebbe mai creduto di poter provare ancora per qualcuno quei teneri sentimenti che, di tanto in tanto, si affacciavano al suo cuore mentre era in compagnia di Sully. All’improvviso avere accanto qualcuno non le ricordava solo ciò che aveva perduto, non la costringeva ad affrontare i sentimenti che erano per anni rimasti in sospeso dove nessuno prima di Zell era stato.

Victor era stato così gentile con lei, l’aveva corteggiata tanto spietatamente che si meritava la verità, meritava l’amore che ancora June poteva dare.

Nelle strade deserte rimbombava appena l’eco dei sandali della ragazza che premevano sui sampietrini dissestati in più punti, quasi il silenzio avesse inghiottito anche le persone oltre che la luce.

Solo due persone restavano abbracciate accanto alla grande fontana spenta della piazza, e, per un attimo, l’immagine le ricordò quanto desiderasse vedere Sully.

Distolse velocemente lo sguardo avvicinandosi, quasi non volesse spiare, ma ciò che infine colse con la coda dell’occhio, passando ai margini della piazza circolare, la colpì così forte da immobilizzarla.

- Diavolo, Kate! Non essere gelosa. –

- Provamelo allora. Provami che quell’orfanella non conta niente. –

Le dita persero la stretta sul cestino pieno di dalie ed orchidee, quando realizzò che le braccia che stringevano l’affascinante donna bionda in tailleur nero, erano le stesse in cui aveva dormito fino a poche ore prima.

Il cervello della ragazza si rifiutò di lavorare per un tempo che parve infinito, tentando sicuramente di ingannarla, perché non poteva essere lo stesso Victor a cui aveva appena pensato di confessare il suo amore, quello che stava premendo avidamente le labbra su quelle della sconosciuta.

Prima di poter vedere o sentire altro la coscienza di Estel si svegliò bruscamente, ordinandole vigliaccamente di scappare, di non lasciare che la ferita si approfondisse. Corse nella direzione opposta con quanto fiato aveva in corpo, pensando che la distanza potesse allontanare la delusione della fiducia tradita, la solitudine di sentimenti che, adesso, sembravano ridicoli.

Si fermò solo quando, arrivata alla porta, si lasciò andare leggermente contro lo stipite in legno. Come poteva essere stata tanto stupida? Lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Se c’era qualcuno da biasimare, sapeva di dover essere la prima.

Tutte quelle avances, i sorrisi, gli sguardi erano stati solo un gioco, e lei c’era cascata in pieno. La cosa peggiore, oltre la rabbia, oltre la frustrazione, era che lui non avrebbe mai saputo quanto l’avesse ferita. Probabilmente il suo cuore spezzato non sarebbe mai contato nulla.

Improvvisamente si sentì di nuovo sola, più sola di quanto non fosse mai stata. Eppure, accostata allo stipite del portone di legno verniciato, June non riuscì a piangere. Non c’erano lacrime per quel vuoto che tornava come una marea, più potente di quando se n’era andato. Vi guardò dentro e capì che, probabilmente, era ciò che meritava, era ciò che le era sempre spettato.

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Purtroppo il capitolo non è completo, ma ultimamente non ho avuto un attimo di respiro. Quindi mi scuso in anticipo per le poche righe e ringrazio sempre tutti i lettori!

   
 
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