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Autore: lar185    02/06/2012    0 recensioni
Perché tu sei il Re degli amori platonici e io ti ringrazierò per tutta la vita perché io ti ho amato ma non ho mai sofferto. Io credevo di soffrire, soffrivo la tua potenziale assenza senza rendermi conto che di te non c’era neanche la presenza, ma Dio, quanto ti ringrazio! Dico davvero.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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niut

Insomma, se io potessi vedere Niut, si, se potessi vederlo proprio adesso, gli riderei in faccia. Una grassa e grossa risata, una risata di cuore, di pancia, una risata che ti sale lungo la gola e ti fa lacrimare gli occhi. Poi lo ringrazierei. Certo, ammesso che io possa mai smettere di ridere, se io smettessi, lo ringrazierei. Gli prenderei la mano e gli direi, con un sorriso sincero e forse un po’ commosso, grazie, grazie Niut perché tu mi hai salvato la vita anche se non lo sai. Tu non mi conosci, no, ma mi hai salvato la vita avendola semplicemente attraversata in silenzio. Per cui ti ringrazio perché se non avessi mai preso questa forte sbandata per te, non avrei mai capito che stavo sbagliando un sacco di cose in quella mia passata vita da quindicenne. Ero un quindicenne un po’ psicopatica ma puoi stare certo che io ti amavo davvero. Non ti avevo mai parlato ma io ti amavo, ti amavo come si ama un fiore in un vaso, sul davanzale di una finestra, ti amavo ogni volta che ti vedevo e tu ti incamminavi lontano da me. Ma non ha più importanza adesso e sai perché? Innanzitutto perché non ho più quindici anni, e poi perché tu non mi hai mai veramente ferita. Le persone, per ferirti, devono entrarci, nella vita, usarla, e poi strapparla. Tu, mio adorato Niut, mi hai fatto solo del bene, perché nella mia vita non ci sei mai entrato. Per questo io ti ringrazio. Perché tu sei il Re degli amori platonici e io ti ringrazierò per tutta la vita perché io ti ho amato ma non ho mai sofferto. Io credevo di soffrire, soffrivo la tua potenziale assenza senza rendermi conto che di te non c’era neanche la presenza, ma Dio, quanto ti ringrazio! Dico davvero.

Ma adesso che ci siamo incontrati, beh, parliamo. Cosa dirti, Niut, insomma, cosa potrei mai dirti? Ricordi com’ero? No, forse non te lo ricordi. Te lo dico io. Ero disperata. Veramente disperata, ma una disperazione malinconica, quella di una ragazzina che non ha mai vissuto un bel niente. Io non vivevo niente a quindici anni, faccio parte di quella generazione di ragazze che a quindici anni non avevano mai avuto un fidanzato. Io ero proprio una di quelle, ma per dimenticarmi di te avrei fatto qualsiasi cosa, pure procurarmi un ragazzo. Cosa ci sarebbe stato di meglio, per dimenticarmi di te, di una persona in carne ed ossa, con cui poter parlare? Con te mica ci parlavo. E così io trovai un tipo, beh insomma, non arrivò subito, mettiamolo in chiaro, forse dopo un annetto o sei mesi, insomma, io pensai che poteva andare più che bene per dimenticarmi di te. Era un vero idiota, a stento sapeva la grammatica italiana ed era assolutamente banale e scontato, ma io facevo finta che mi piacesse. Devo dirti la verità, caro mio Niut, mi scordai di te. Insomma, non è che ti rimossi, ma ti accantonai. Ma ti ricordavo sempre con un sorriso, e una risata. Sempre queste risate mi faccio, quando ci sei tu di mezzo! Sei un gran simpaticone, ne sono convinta. Ad ogni modo, ti starai chiedendo come andò a finire con questo primo fidanzato. Non bene. Diciamo che non finì perché non iniziò mai, per me era stato semplicemente una distrazione da te. Per cui ci lasciammo andare, e anzi, se vuoi saperla tutta, mi arrabbiai così tanto con lui per avermi mollata con uno squallido sms. E sai cosa pensai? Niut non l’avrebbe mai fatto. Eh no, tu sei un gentiluomo, non avresti mai mollato una donzella con un messaggio sul cellulare. Ma lui era un babbuino e tu sei un principe. Devi comprenderlo. Ma comunque, ricaddi in una specie di depressione. Ero di nuovo disperata, avevo diciassette anni e puoi capire quanto le ragazze a diciassette anni possano essere melodrammatiche. Io lo ero moltissimo, te lo garantisco, ma mi tenevo impegnata e chi se ne fregava più del babbuino? Che me n’era mai fregato, in realtà. Non passò neanche un anno che c’eravamo mollati che eccolo che arrivava. Niut, caro mio, tu non ci crederai, ma arrivava in sella ad uno sgangherato motorino d’altri tempi l’uomo della mia vita. L’amore della mia vita. Non era certo bello come te, questo è ovvio, ma lui era l’amore della mia vita. Ci innamorammo subito, o forse sono sempre stata innamorata di lui, non lo so. Il fatto è che te lo senti quando una persona è quella giusta, e lui lo era. Non avevo paura di niente, ci amavamo alla follia, una follia così grande che non sapevo se era amore o era follia. O era tutte e due. Tu mi capisci, vero Niut? Ecco, bravo, ne ero sicura. Tu sei uno che capisce al volo. Abbiamo passato due anni meravigliosi insieme. Io e l’amore della mia vita, intendo. Si, esattamente, due anni d’incanto, da favola Disney, senza mai un litigio serio, senza mai un serio tentennamento. Siamo andati insieme in vacanza, insieme a scuola, insieme in giro sul motorino, insieme a letto. Qualsiasi cosa, insomma, io la condividevo con lui, e gli ho scritto anche una sonata al pianoforte. No, non essere geloso: per te ho scritto molte più canzoni che per lui. Dopotutto lui era lì e me lo potevo godere ogni giorno, non c’era granché bisogno di canzoni. Ma ad ogni modo, Niut, tutto era perfetto. Non potresti mai immaginare cosa è successo dopo. Si, esattamente. Lui mi ha uccisa. Uccisa, si, hai capito bene. Mi ha abbandonata, nella più completa solitudine, nel mio completo dolore. Ho pensato di suicidarmi, ho pensato di tagliarmi le vene e lasciar scorrere il sangue finché non fosse tutto finito, ho persino pensato che ad un certo punto mi sarei disidratata, tanto piangevo. Tu mi capisci, vero Niut? E quindi eccomi qui, di nuovo disperata. Dove sarà lui adesso? Come ha potuto farmi questo, dopo tutto quello che gli ho dato? Mi ha strappato il cuore dal petto e lo ha gettato tra i rovi, mi ha fatto così tanto male che morivo un po’ ogni giorno. Anche adesso. Adesso tu mi vedi così, sorridente, ma ti assicuro che sto morendo un po’ anche adesso. L’amore è come una malattia. Una malattia che solo il medico del tempo può curare. Ma quando sarà finito il dolore, finirà anche l’amore?

Lo sai Niut, io ti ringrazio. Io ti ringrazio perché lo so che nella mia vita non ci sarà mai nessuno come te, perché io ti ho amato ma senza soffrire. Come può essere stato possibile? Io lo so, perché tu sei magico, sei il principe di un mondo meraviglioso, così come io ti vedevo a quindici anni. Tu sei meraviglioso, e non puoi far del male a nessuno. Non sai ferire gli altri, sai solo guarirli. Per questo io ti ringrazio. Non sai quanto, Niut. Avrò sempre dentro di me il ricordo di un amore puro, non inquinato dal dolore.

Grazie. Grazie infinite.

 

  
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