Insomma, se io
potessi vedere Niut, si, se potessi vederlo proprio adesso, gli riderei in
faccia. Una grassa e grossa risata, una risata di cuore, di pancia, una risata
che ti sale lungo la gola e ti fa lacrimare gli occhi. Poi lo ringrazierei.
Certo, ammesso che io possa mai smettere di ridere, se io smettessi, lo
ringrazierei. Gli prenderei la mano e gli direi, con un sorriso sincero e forse
un po’ commosso, grazie, grazie Niut perché tu mi hai salvato la vita anche se
non lo sai. Tu non mi conosci, no, ma mi hai salvato la vita avendola
semplicemente attraversata in silenzio. Per cui ti ringrazio perché se non
avessi mai preso questa forte sbandata per te, non avrei mai capito che stavo
sbagliando un sacco di cose in quella mia passata vita da quindicenne. Ero un
quindicenne un po’ psicopatica ma puoi stare certo che io ti amavo davvero. Non
ti avevo mai parlato ma io ti amavo, ti amavo come si ama un fiore in un vaso,
sul davanzale di una finestra, ti amavo ogni volta che ti vedevo e tu ti
incamminavi lontano da me. Ma non ha più importanza adesso e sai perché?
Innanzitutto perché non ho più quindici anni, e poi perché tu non mi hai mai
veramente ferita. Le persone, per ferirti, devono entrarci, nella vita, usarla,
e poi strapparla. Tu, mio adorato Niut, mi hai fatto solo del bene, perché nella
mia vita non ci sei mai entrato. Per questo io ti ringrazio. Perché tu sei il Re
degli amori platonici e io ti ringrazierò per tutta la vita perché io ti ho
amato ma non ho mai sofferto. Io credevo di soffrire, soffrivo la tua potenziale
assenza senza rendermi conto che di te non c’era neanche la presenza, ma Dio,
quanto ti ringrazio! Dico davvero.
Ma adesso che ci
siamo incontrati, beh, parliamo. Cosa dirti, Niut, insomma, cosa potrei mai
dirti? Ricordi com’ero? No, forse non te lo ricordi. Te lo dico io. Ero
disperata. Veramente disperata, ma una disperazione malinconica, quella di una
ragazzina che non ha mai vissuto un bel niente. Io non vivevo niente a quindici
anni, faccio parte di quella generazione di ragazze che a quindici anni non
avevano mai avuto un fidanzato. Io ero proprio una di quelle, ma per
dimenticarmi di te avrei fatto qualsiasi cosa, pure procurarmi un ragazzo. Cosa
ci sarebbe stato di meglio, per dimenticarmi di te, di una persona in carne ed
ossa, con cui poter parlare? Con te mica ci parlavo. E così io trovai un tipo,
beh insomma, non arrivò subito, mettiamolo in chiaro, forse dopo un annetto o
sei mesi, insomma, io pensai che poteva andare più che bene per dimenticarmi di
te. Era un vero idiota, a stento sapeva la grammatica italiana ed era
assolutamente banale e scontato, ma io facevo finta che mi piacesse. Devo dirti
la verità, caro mio Niut, mi scordai di te. Insomma, non è che ti rimossi, ma ti
accantonai. Ma ti ricordavo sempre con un sorriso, e una risata. Sempre queste
risate mi faccio, quando ci sei tu di mezzo! Sei un gran simpaticone, ne sono
convinta. Ad ogni modo, ti starai chiedendo come andò a finire con questo primo
fidanzato. Non bene. Diciamo che non finì perché non iniziò mai, per me era
stato semplicemente una distrazione da te. Per cui ci lasciammo andare, e anzi,
se vuoi saperla tutta, mi arrabbiai così tanto con lui per avermi mollata con
uno squallido sms. E sai cosa pensai? Niut non l’avrebbe mai fatto. Eh no, tu
sei un gentiluomo, non avresti mai mollato una donzella con un messaggio sul
cellulare. Ma lui era un babbuino e tu sei un principe. Devi comprenderlo. Ma
comunque, ricaddi in una specie di depressione. Ero di nuovo disperata, avevo
diciassette anni e puoi capire quanto le ragazze a diciassette anni possano
essere melodrammatiche. Io lo ero moltissimo, te lo garantisco, ma mi tenevo
impegnata e chi se ne fregava più del babbuino? Che me n’era mai fregato, in
realtà. Non passò neanche un anno che c’eravamo mollati che eccolo che arrivava.
Niut, caro mio, tu non ci crederai, ma arrivava in sella ad uno sgangherato
motorino d’altri tempi l’uomo della mia vita. L’amore della mia vita. Non era
certo bello come te, questo è ovvio, ma lui era l’amore della mia vita. Ci
innamorammo subito, o forse sono sempre stata innamorata di lui, non lo so. Il
fatto è che te lo senti quando una persona è quella giusta, e lui lo era. Non
avevo paura di niente, ci amavamo alla follia, una follia così grande che non
sapevo se era amore o era follia. O era tutte e due. Tu mi capisci, vero Niut?
Ecco, bravo, ne ero sicura. Tu sei uno che capisce al volo. Abbiamo passato due
anni meravigliosi insieme. Io e l’amore della mia vita, intendo. Si,
esattamente, due anni d’incanto, da favola Disney, senza mai un litigio serio,
senza mai un serio tentennamento. Siamo andati insieme in vacanza, insieme a
scuola, insieme in giro sul motorino, insieme a letto. Qualsiasi cosa, insomma,
io la condividevo con lui, e gli ho scritto anche una sonata al pianoforte. No,
non essere geloso: per te ho scritto molte più canzoni che per lui. Dopotutto
lui era lì e me lo potevo godere ogni giorno, non c’era granché bisogno di
canzoni. Ma ad ogni modo, Niut, tutto era perfetto. Non potresti mai immaginare
cosa è successo dopo. Si, esattamente. Lui mi ha uccisa. Uccisa, si, hai capito
bene. Mi ha abbandonata, nella più completa solitudine, nel mio completo dolore.
Ho pensato di suicidarmi, ho pensato di tagliarmi le vene e lasciar scorrere il
sangue finché non fosse tutto finito, ho persino pensato che ad un certo punto
mi sarei disidratata, tanto piangevo. Tu mi capisci, vero Niut? E quindi eccomi
qui, di nuovo disperata. Dove sarà lui adesso? Come ha potuto farmi questo, dopo
tutto quello che gli ho dato? Mi ha strappato il cuore dal petto e lo ha gettato
tra i rovi, mi ha fatto così tanto male che morivo un po’ ogni giorno. Anche
adesso. Adesso tu mi vedi così, sorridente, ma ti assicuro che sto morendo un
po’ anche adesso. L’amore è come una malattia. Una malattia che solo il medico
del tempo può curare. Ma quando sarà finito il dolore, finirà anche l’amore?
Lo sai Niut, io ti
ringrazio. Io ti ringrazio perché lo so che nella mia vita non ci sarà mai
nessuno come te, perché io ti ho amato ma senza soffrire. Come può essere stato
possibile? Io lo so, perché tu sei magico, sei il principe di un mondo
meraviglioso, così come io ti vedevo a quindici anni. Tu sei meraviglioso, e non
puoi far del male a nessuno. Non sai ferire gli altri, sai solo guarirli. Per
questo io ti ringrazio. Non sai quanto, Niut. Avrò sempre dentro di me il
ricordo di un amore puro, non inquinato dal dolore.
Grazie. Grazie
infinite.