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Autore: Nick Wilde    02/06/2012    1 recensioni
Holmes stette in silenzio a fissare un punto nel vuoto, quando all’improvviso mi chiese ‘’Watson, cosa faresti se domani io morissi?’’
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes, Sim
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non finirà così, non lo permetterò.

Nella mia postazione accanto al palazzo di Moriarty in Germania aspettai il mio momento per agire. Avevo ricevuto ordini precisi da Holmes di non muovermi finché non avessi ricevuto un suo ordine. I minuti passarono, e io sempre più impaziente decisi di uscire allo scoperto, sfortunatamente venni fermato da una guardia. Mi diede degli ordini in tedesco lingua che ahimè mi è sconosciuta, capì che voleva mi inginocchiassi con le mani in alto, lo feci, ma dopo una manciata di secondi uno sparo dall’alto mise fine alla sua vita, rotolai fuori dalla portata del tiro e in quel momento … l’udì.

Una melodia scaturì dagli altoparlanti, la riconobbi come ‘’La Trota’’ di Schubert, non l’avevo mai ascoltata per intero non adoravo quel tipo di musica, ma ne avevo sentito parlare per la grande fama di cui godeva. Ma quello che mi colpì e mi spaventò allo stesso tempo fu l’urlo agghiacciante che proveniva dagli stessi altoparlanti da cui usciva la musica.

‘’Holmes!’’ Pensai terrorizzato, che cosa gli stava facendo?

Cercai di rimettermi in piedi, dovevo raggiungerlo immediatamente! Ma uno sparo che mi mancò di pochi millimetri mi fece ricadere a terra, ‘’Maledizione, non ho tempo per questi giochi!’’ pensai, mentre la musica continuava e con essa le urla del mio amico Sherlock Holmes aumentavano d’intensità, e con essi anche il mio terrore.

‘’Devo salvarlo e in fretta anche!’’ mi guardai attorno, vidi dei marchingegni di metallo, li studiai e scoprì che azionavano un gigantesco cannone ‘’Perfetto!’’.

Intanto mi accorsi che le urla e la musica erano finite, cercai di fare più in fretta ‘’T prego fa che non sia troppo tardi!’’ dissi in tono implorante.

Subito lo puntai nel palazzo di Moriarty e lo azionai, il colpo mandò in frantumi la torre, raggiunsi le macerie, ‘’Holmes!’’ urlai.

‘’Faccia con comodo Watson’’

Quella voce mi fece prendere un colpo! Non era la solita voce scherzosa e autoritaria del mio amico, no, era molto più bassa e forzata, come un lamento, sembrava la voce di un ferito. Corsi più in fretta tra le macerie e lo trovai, ma mi bloccai subito ‘’Holmes … ma cosa?’’ chiesi vedendo il gancio che gli stava perforando il femore, mi inginocchiai e lo tolsi, egli lanciò un piccolo grugnito ‘’E’ sempre un piacere Watson’’ rise, non senza una nota di dolore nella voce, mi asciugai le piccole lacrime che minacciavano di scendere e gli tesi la mano.

I minuti che seguirono furono terribili riuscimmo a raggiungere il treno appena in tempo, se avessimo tardato solo di pochi secondi saremmo morti, riuscimmo a raggiungere gli zingari e correre attraverso i boschi, evitammo gli spari e il colpo di cannone per miracolo con i soldati che ci spararono, e a quel punto raggiungemmo il treno, aiutai Holmes a salire sulla locomotiva perché era troppo debole.

Stavamo viaggiando col treno, io ero impegnato a ricucirmi la ferita, Sim cantava una cantilena a Holmes per tranquillizzarlo, a un tratto smise, ma non ci feci troppo caso.

‘’Non respira’’ disse all’improvviso
.
Mi fermai e la guardai allarmato, come se Holmes in un certo momento potesse riaprire gli occhi e urlarmi ‘’Scherzetto!’’ con quel modo sarcastico e adorabile che era solito avere, e io ovviamente l'avrei ucciso. Andai a sentirgli il battito, premetti due dita sul collo, rabbrividì quando lo sentì freddo, niente battito, riprovai col polso, niente.

‘’No! Finire in questo modo … No!’’ ansimai e cercai di rianimarlo, ‘’No, no!’’ mi ritrovai a urlare in questo modo sempre più forte ‘’Non puoi morire così, non te lo permetto, Holmes, Holmes!’’ continuai a chiamarlo ma invano.

Holmes non poteva essere realmente morto, non poteva, lacrime calde cominciarono a rigarmi il vaso quando all’improvviso mi ricordai ‘’Il suo regalo di nozze …’’ sussurrai.

Tirai fuori dalla tasca un piccolo ago e lo infilzai nel petto, attesi per una manciata di secondi con il cuore che mi martellò all’impazzata. Un lungo sospiro si levò dalla bocca del detective, sollevato mi avvicinai a lui. Cominciai a medicarlo e nel frattempo lui congedò i due gitani.

‘’Giuro, lo ammazzerei’’ dissi furibondo una volta rimasti soli, guardando il foro all’altezza del femore.

‘’E come pensi di riuscirci?’’ mi chiese

‘’Gli conficcherei quel gancio in ogni punto non vitale del corpo per fargli provare un minimo di come mi sono sentito io, e infine quando stremato e privo di forze mi implorerebbe di finire quell'agonia glielo infilerei nel cuore’’.

Le lacrime cominciarono a sgorgare dai condotti lacrimali, stavolta per davvero. Vidi Holmes aprire le braccia e mi buttai a capofitto, le lacrime continuarono implacabili per qualche minuto.

Versai tutte le lacrime rimaste trattenute per lungo tempo, dalla tortura fino a quel momento, per la prima volta ebbi davvero paura per il suo amico, era debole, molto debole e per poco non avevo rischiato di perderlo.

Infine mi asciugai le lacrime e tornai a lavoro.

Holmes stette in silenzio a fissare un punto nel vuoto, quando all’improvviso mi chiese ‘’Watson, cosa faresti se domani io morissi?’’

Ci misi un po’ a registrare la domanda ‘’Che cosa? Perché?’’

Non rispose.

Lo guardai infuriato ‘’Ascoltami bene, tu non morirai’’ dissi ''Non puoi!''

Di nuovo non rispose.

Infuriato, presi una coperta e mi sedetti nell’angolo, era appena arrivata la notte e il cielo si era oscurato, avevo deciso di farmi un riposino, nel frattempo ripensai alle parole di Holmes, ''Ma che diavolo, non poteva davvero morire no?! Era o non era il miglior detective del mondo eppoi si era tirato fuori da guai ben peggiori!'', mi dispiacque lasciarlo da solo con quella ferita, ma il fatto è che quella domanda mi fece altamente incazzare.

Alla fine non resistetti e mi misi accanto all’amico ferito ‘’Stanotte voglio dormire con te’’ dissi.

Non ne fui sicuro, ma credo che mi avesse accennato un sorriso.

Appoggiò la testa sulla mia spalla, non lo scansai, quella sensazione, mi piaceva troppo.

''Non farti troppe illusioni è solo per questa sera'' dissi, ma lui andava bene lo stesso. Contemplai il cielo stellato per un bel po’, non riuscivo a prendere sonno, tutto a causa di quella domanda, cosa avrebbe fatto se Holmes non ci fosse stato più, avrebbe continuato la sua vita con Mary?
Si sarebbe rintanato nella disperazione più totale?

Guardò un’ultima volta il viso tranquillo e sopito dell’amico, sorrise e chiuse gli occhi ‘’No no finirà così, o almeno non permetterò che finisca così’’, dopotutto ... nessuno vuole morire da solo. Ma Holmes non era da solo, aveva lui, e questo era tutto quello che gli serviva, pensò con il respiro del detective e la consapevolezza che stava bene ad aglietargli il sonno.


   
 
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