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Autore: _Lou    02/06/2012    9 recensioni
- TI ODIO.
Urlai allo stalker-riccio che oltre ad avermi privato
della mia camera ora faceva anche il prepotente.
Dovevamo convivere ma con lui tutto sembrava
un inferno. Fortunatamente c'erano Lou, Niall,
Zyan e Liam con cui giocare e distrarmi, ma sapevo
che nel giorno in cui saremmo restati solo io e lui
l'avrei ucciso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Giappone.

 

Harry Edward Styles, se veramente te ne vai non potrai più tornare in questa casa.” Urlò infuriato, incredulo e soprattutto deluso Liam. Guardava, anzi tutti guardavamo il nostro amico riccio, quello un po’ pervertito, perfettamente inglese ora con le valigie in spalla, aprire la porta e andare via. Per convincerlo a rimanere non erano bastate le ‘coccole’ di Louis, -che poi cos’abbiano fatto io non l’ho mai saputo.-, non era bastata la tremenda dolcezza di Niall, e neanche la voce soave di Zayn per convincerlo a restare. Lui aprì la porta e senza andare lasciò casa, lasciò la nostra casetta dove avevamo litigato, dove c’eravamo regalato gli abbracci più focosi, dove avevamo urlato, e dove c’eravamo amati. Louis diete le spalle alla porta di mogano, quasi volesse rinnegare che il ragazzo appena uscito non era mai stato suo amico. Niall piangeva, Liam immaginava tra quanto sarebbe tornato e Zayn si asciugava il viso appena bagnato da una lacrima trasgressiva. Io piangevo, e non lo nascondevo.
“Harry, ti prego aspetta!” Mai, come in quel giorno, dove ero implorante e con gli occhi lucidi sulle scale, mi resi più ridicola. Calpestai l’ultima ombra del mio orgoglio e seguii il riccio fino a fuori la villa. Spalancò la bocca sorpreso, non capii se il suo gesto era di piacevolezza o irritazione, poco importava. Lo strinsi forte a me, se proprio doveva andare in culonia almeno si sarebbe portato con se il mio profumo, così come io avrei conservato il suo.
“Non andare, ti prego.” Restai meravigliata delle mie stesse parole, non pensavo che mai avrei detto una cosa del genere al ricciolino, ma in quel momento immaginai come sarebbe stata la mia vita senza le sue risa frenetiche, o le sue battutine acide e perverse.  Mi strinse forte a se, non me lo aspettavo. Nonostante il nostro litigio di poco prima, ora e lì ad abbracciarmi e ad accogliere le mie lacrime nel suo petto, sulla sua camicia bianca ora macchiata di mascara, la sua camicia preferita.
“L-Lisa?” Balbettò il mio nome incerto, però continuò a stringermi. Non volevo staccarmi da lui, e il taxi appena arrivato clacsonava spazientito, ma a noi non ce ne importava poi nulla. Volevo solo che rimanesse lì con noi.
“NON ANDARE.” Un grido soffocato dal suo enorme petto che ancora accoglieva le mie calde lacrime, continuò a stringermi stavolta con meno forza, doveva caricare le valigie nel taxi. No, ti prego rimani con me.
“Resterei, ma ho già firmato.” Finì lui allontanandosi definitivamente, caricò le ultime valige nel cofano del taxi e si sedette sul comodo sediolino di pelle nera guardandomi con aria dispiaciuta. Quel giorno afoso di metà marzo persi tutta la dignità che avevo, iniziai a rincorrere piangendo il taxi nella speranza di un suo ripensamento, ma ciò non accadde, la macchinina gialla simile a quella dei telefilm solo più sporca, continuò la sua strada ignorando le mie lacrime di disperazione. Finché l’auto non si stoppò, e dalla portiera consumata uscì un bellissimo ragazzo con gli occhi gonfi; aveva pianto anche lui. Allargò le braccia, ed io corsi per saltargli addosso.
“Non posso restare.- Asciugò con il palmo della mano qualche lacrima, che a quella affermazione era scappata al controllo dei miei occhi.- Vieni con me.” Mi sussurrò all’orecchio, accarezzando con le labbra l’incavo del mio collo. Intontita e in preda ai suoi baci annui.
“Ti raggiungerò.” Promisi, alzandomi in punte per raggiungere il suo orecchio e ricambiare il dolce bacio. Lui mi strinse per l’ultima volta più forte che poteva.
“Lo prometti?” Era in evidente imbarazzo, ma cercava di non mostrarlo seppur gli si leggeva negli occhioni verdi che facevano impazzire decine di ragazze.
“Promesso.” Delicatamente mi lasciò andare, e sempre più lentamente si avviò al taxi dove l’autista lo aspettava compiaciuto per i soldi extra che il riccio gli avrebbe dovuto pagare.
“Ti aspetterò!” Urlò lui entrando in macchina. Il taxi scomparve, facendo rimanere solo una vaga ombra del nostro ultimo abbraccio. Salii con la coda fra le gambe, sperando che Louis non avesse visto tutto. Io lo amavo, ma era tremendamente stupido quando si trattava di amore e gelosia. Per questo preferivo nascondergli tutto, lui non poteva capire. Appena entrai Zayn mi prese per un braccio e mi trascinò in camera sua, senza neanche darmi il tempo di spiegare a loro perché entro qualche giorno saremmo dovuti andare in Giappone.
“Cosa cazzo fai? Fortuna Louis è sotto la doccia. Lui è lì a deprimersi perché ha appena ‘perso’ il suo migliore amico, e tu ti trombi il compare? Sei stupida? – Parlava sottovoce, ma si vedeva benissimo che voleva urlare- Lisa, cazzo non fare casini.” Sussurrò sedendosi sul suo letto, affianco a me. Io sorrisi, ero stranamente felice. La solida speranza che tra pochi giorni avrei rivisto il mio amico così tanto disprezzato in partenza, mi rendeva stranamente felice. Lui se ne accorse. Fece una smorfia irritata.
“Tranquillo, solo non volevo che Harry se ne andasse così, senza un po’ del mio profumo.” Risposi sincera andando verso il bagno dove Louis si faceva la doccia, entrai con cautela senza farmi scoprire. Era girato di spalle, guardava fisso le mattonelle bianche davanti a se, ed io mi godevo il panorama. Louis Tomlinson era la cosa più vicina ad un adone greco che io abbia mai visto. Sempre in silenzio entrai nella doccia, in primo momento sussultò poi sorrise compiaciuto nascondendo il viso. Aveva pianto. Solo che lui al contrario mio non aveva inseguito il suo migliore amico per implorargli di restare, lui era troppo orgoglioso. Stupido sentimento l’orgoglio; era solo una soddisfazione nata per finire in un istante, lui però non poteva capirlo. Mi tolsi lentamente tutti i vestiti ormai fradici, e con solo gli slip addosso lo abbracciai sotto l’acqua. In quel momento ringraziai le gocce che mi scivolavano sul  viso, così il mio pianto non si sarebbe notato.
“Ti amo.” Sussurrò stringendomi a lui, alzai il viso guardandolo pieno d’amore. Socchiuse le labbra e mi lasciò un piccolo bacio sulla fine del collo. Cercavo di rimanere sobria, di non svenire e cercavo soprattutto di ricordarmi di respirare, ma era inutile ogni suo gesto scatenava in me una tempesta.
“Anch’io.” Sussurrai nella penombra d’un sorriso, Dio, era bellissimo. Mi prese in braccio e con un sorrisone mi portò fuori dalla doccia, era tornato il vecchio Lou. Non stava bene, glielo si leggeva negli occhi, ma era caparbio e non voleva mostrare la sua debolezza.
“Ragazzi –urlai  una volta averli radunati tutti in sala.- Domani partiremo!” Annunciai felice, costatando il disappunto di alcuno sul loro viso. Sbuffai, sarebbe iniziata una nuova discussione.
“E dove andiamo?” Azzardò Zayn guardandomi stranito, mi misi a ridere.
“In Giappone.” Alla mia risata si unirono gli altri quattro, pensavano che io scherzassi. Non mi curai di loro e andai in camera da letto per preparare le valige, dopo poco Lou mi seguì.
“Amore dicevi sul serio??” Era preoccupato e un po’ geloso, lo capivo dal tono di voce.
“Si. E non era una richiesta, chi vuole mi segua, ma io vado.” Affermai sistemando i vestiti nel sacco blu di HelloSpank, non sapevo da dove avevo preso tutto quel coraggio, ma mi sarebbe servito poiché appena sarebbe finita l’adrenalina avrei iniziato a piangere.
“Tu ci vai solo per Harry.” Costatò guardandomi ferito, non lo guardai o sapevo che le mie mura sarebbero crollate tutto ad un botto. Impilavo panni come un robot, non volevo ferire i suoi sentimenti; ma una promessa è una promessa.
“Louis, tutto quel che voglio in questo momento è il tuo appoggio ok?”  Parlavo veloce,  accecata dalla rabbia. Ero una stupida, stavo litigando con l’amore della mia vita solo per Styles. Dio, dovevo odiarlo, eppure i suoi occhi tutte le sante volte mi ammaliavano. Lui annuì, prese una valigia e al mio stesso ritmo iniziò ad infilarci i panni. Gli altri poco dopo lo seguirono, e in meno di qualche ora eravamo tutti pronti. Alla fine, convincerli none era stato poi così difficile.

“Svegliaaaaah!” La voce un po’ stridula di Niall echeggiò per l’intera casa, Louis era già sveglio e girava per casa in mutande, cercava la sua maglia per i viaggi. In tutta la casa regnava una strana euforia, o forse eccitazione. La mia faccia era appiccicata al cuscino, e solo  l’intervento di mr.Payne riuscì a farmi alzare dal mio bel lettuccio caldo e accogliente. Ci ripensai, era meglio il letto di Harry.
“Daaaaai, svegliati.” La voce lagnosa di Zayn mi diete il colpo finale. Gli lanciai un’occhiataccia sperando che magari prendesse fuoco davvero. Una volta pronti scendemmo, e Louis ci portò all’aeroporto. Percorremmo l’intero viaggio in silenzio, qualcuno di noi dormiva, o ascoltava musica, mentre Louis semplicemente non aprì bocca.
“Lou, ti dispiace se metto un po’ di musica?” Chiesi speranzosa di riceve una risposta eloquente, non riuscivo a staccare lo sguardo dalle sue labbra.
“Come vuoi.” Se era possibile il suo tono era ancora più freddo del suo sguardo, rabbrividii. Era inutile cercare di far felici tutti, tanto alla fine qualcuno rimaneva sempre deluso. Mi accasciai al sedile e chiusi gli occhi sperando che quello fosse solo  un incubo, fortunatamente da lì a poche ore avrei ritrovato il sorriso accompagnato da due splendide fossette del mio riccio.
“Siamo arrivati!” Disse con troppo entusiasmo Niall, tanto tra controlli e altro avremmo dovuto perdere minimo un’altra mezz’ora sotto l’aeroporto. Fortunatamente non ci fermarono, e al check-in non ci furono problemi. Ci imbarcammo in meno di mezz’ora. Louis era seduto vicino a Liam in tutt’altro scompartimento, ed io rimasi sola con Zayn e Niall. Il moro mi guardava con sguardo accusatorio come se volesse rinfacciarmi il fatto di avermelo detto, sbuffai. Con loro mi sentivo in gabbia, come se ognuno di loro rappresentasse un limite, e Louis era il limite più grosso. Con i limiti si potevano fare solo due cose: rispettarli, o non rispettarli. Ed io non sapevo davvero che fare.
Un trillo, un messaggio, Harry.
“Non riesco ad addormentarmi, ti vorrei qui tutta per me. Cosa fai? Xx Harry.” Lessi con estrema lentezza, sorridendo. Mi accorsi ancora che Zayn mi guardava e aveva capito chi era il mittente del messaggio, sbuffai e arrossii.
“Sono in aero, giornata di merda. Ho litigato con tutti.” Scrissi esasperata notando che Zayn si era alzato, mi fece segno di seguirlo e quasi d’istinto mi alzai; lasciai il mio posto verde.
“Cosa ti aspetti alla fine di tutto questo?” Mi chiese con tono severo capendo perfettamente il mio stato d’animo, mi faceva un po’ paura. Come faceva? Mi lasciai sfuggire un sospiro di rassegnazione.
“Quando la mattina ti svegli, accanto a te chi vuoi trovare?” Chiese infine uscendo dal mini bagno in cui ci eravamo rinchiusi, mi lasciai cadere per terra, non lo sapevo.


Me: SCUSATE IL RITARDOH!
Lo sapete che vi amo? *Ammicca*
Hhahaha, non basterà ammiccare per avere il vostro perdono  vero?
Alla prossima, babe. <3

  
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