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Autore: Shia    02/06/2012    6 recensioni
«Devo prendere congedo da voi, mia incantevole signora», le sussurrò con voce roca all’orecchio.
Impero OttomanoxOC!Repubblica di Venezia, tempo imprecisato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Turchia/Sadiq Adnan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Congedo

 

I personaggi di Axis Powers Hetalia appartengono a Hidekazu Himaruya. Serenissima Repubblica di Venezia o Domina Rialto appartiene a me soltanto.

Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Poteva sentire frusciare le lenzuola, Domina. Non aprì gli occhi quando si accorse che lui si era alzato dal grande letto a baldacchino e stava raccogliendo gli abiti sparsi sul pavimento finemente decorato. Rimase ad ascoltarlo mentre si rivestiva, ricordando quando era stata lei, prima, a spogliarlo.
Il sesso con lui era al pari di una guerra, una lotta senza esclusioni di colpi per sopraffare l’altro e farlo suo. Avevano combattuto anche in quel frangente per decidere chi sapeva conquistare chi, lui avventato e focoso, lei prudente ed ammaliatrice, entrambi troppo testardi ed orgogliosi per lasciare che l’altro potesse sentirsi vincitore. Quelle stesse mani che brandivano con sicurezza e destrezza la spada, si erano ritrovate ad accarezzare con passione la pelle marchiata dalla medesima arma che avevano impugnato. Erano in perenne lotta, da quando lui si era imposto su Impero Bizantino, ma tra loro c’era un sottile filo che li teneva legati, costringendoli a riappacificarsi ogni volta in modi non propriamente casti.
Sadiq si curvò su lei, depositandole un bacio sulla tempia ed una carezza tra i capelli biondi. Lei si specchiò ancora una volta quei meravigliosi occhi verdi che sapevano infiammarle l’animo e battere il cuore, prima che se ne andasse.

«Devo prendere congedo da voi, mia incantevole signora», le sussurrò con voce roca all’orecchio.
Lei si mise seduta, imitata dal compagno, ed alzò una mano, passandola tra i capelli castani di lui, trasformandola in una carezza quando scese fino alla guancia.

«Dovete fare ritorno alla vostra dimora, lo capisco. Spero il vostro soggiorno qui sia stato di vostro gradimento, come pure l’intrattenimento, sior[1]», rispose, arricciando le labbra con ironia.
L’uomo le rispose con una calda risata, recepita l’allusione nelle sue parole.

«L’intrattenimento che può darmi la vostra nazione oserei dire sia incomparabile, mi trovo a mio agio quasi quanto nella mia, forse perché questa città adotta molti dei nostri costumi».
La donna sorrise calorosamente, poi assunse un’aria terribilmente seria.

«Vi prego di fare attenzione nella vostra navigazione, il mare può rivelarsi davvero insidioso».
Sadiq vide la viva preoccupazione nel fondo dei suoi occhi blu, tanto da affrettarsi a rassicurarla. Domina però non aveva alcuna intenzione di farsi vedere così irrequieta per la sua sorte, orgogliosa com’era, e continuò subito dopo con ironia:

«Non permetterò a nessun altro di sconfiggervi definitivamente al di fuori di me, devo ancora dimostrarvi la mia reale potenza».
Il rumore della sua bandiera agitata dal vento la portò a guardare verso la finestra, dove la luce cominciava ad entrare.

«Andate adesso, prima che qualcuno venga a cercarvi e non vi trovi nelle vostre stanze. Ci vedremo al porto».
Con un ultimo bacio sulle labbra, l’uomo si allontanò e uscì dalla stanza. Lei ricadde sul letto, immergendo il viso sulle lenzuola che ancora conservavano l’odore del suo amante. Sulla parete di fronte, lo stendardo giallo e rosso con il leone ricamato la guardava, silenzioso testimone di uno degli innumerevoli incontri tra i due amanti.

«A Serenissima Repùplica de Venessia non podarà unirse cò l'Inpero Otoman, ma niente a ghe poe impedir de amarlo, fin a fine dei so' dì[2]», mormorò all'insegna.

[1]Signore

[2]«La Serenissima Repubblica di Venezia non potrà unirsi con l’Impero Ottomano, ma nulla le può impedire di amarlo, fino alla fine dei suoi giorni»

Questa fic l'ho scritta due anni or sono ormai, e solo ora trovo il coraggio di pubblicarla. L'avevo scritta per un concorso ma sono rimasta abbastanza delusa dal risultato da lasciarla marcire sul pc. Però mi dispiaceva lasciarla lì ed ho finalmente preso il coraggio necessario.
La fic non si inserisce in un contesto storico ben preciso in quanto non sono riuscita a trovare una pace firmata tra i due a Venezia. Perdonatemi se ho inserito qualche termine dialettale, ma essendo padovana ho pensato fosse carino farla parlare nella sua lingua, soprattutto da sola. Avrei voluto inserirci qualche termine turco, ma non conoscendolo ho preferito evitare eventuali errori.
Sono consapevole che è un semplice scorcio di un loro incontro, però mi piace raccontare questi frammenti di vita. Spero vi sia piaciuto comunque.
Grazie per aver letto♥
Mel

  
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