Libri > I segreti di Nicholas Flamel
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Autore: Porrima Noctuam Tacet433    03/06/2012    9 recensioni
Saga: I Segreti di Nicholas Flamel, l'immortale. Dal testo:
CAP. 1- NICCOLÒ MACHIAVELLI - Era per queste sue capacità che Aton l’aveva scelto tra tanti altri. L’intelligenza, la scaltrezza, l’essere sempre di un passo avanti agli altri, la sua condanna e maledizione…
CAP. 2- BILLY THE KID- La tua esistenza è sempre stata così. Sospesa tra Angeli e Demoni.
CAP 3 - JOHN DEE- Era egocentrico, egoista, superbo, ma non se ne vergognava, sapeva che la sua arroganza l’avrebbe portato esattamente dove voleva arrivare. In cima ad un mondo ospite di una civiltà che non lo avrebbe mai superato.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niccolò Machiavelli

Una fine per ogni cosa


<< l’intelligenza sarà la tua rovina. >>

Perenelle Flamel aveva pronunciato quelle parole molti anni prima, ai piedi dell’Etna. E l’uomo alto e canuto le sentiva pesare sul suo corpo come un macigno, ancora oggi. Perché non le aveva mai dimenticate? Forse perché la donna lo aveva guardato con un sentimento molto simile alla…pietà? Possibile che potesse provare pietà per uno dei più potenti uomini al servizio degli Oscuri Signori? Le ricordava ancora, quelle parole, in ogni dettaglio e con disagio. Forse, in qualche modo, sapeva che erano la verità. Anche se non avrebbe mai smesso di sforzarsi per negarlo.

Aveva sempre avuto una mente brillante e fuori dal comune. Riusciva a vedere cose che gli altri non vedevano. La sua scienza, la sua specialità, era sempre stata il pensiero.Si era chiesto molte volte perché la gente non pensasse, non riflettesse così accuratamente come lui. Col tempo era diventato molto interessante agli occhi degli Oscuri Signori, anche se, con grande stupore di John Dee, questo non gli dava alcuna soddisfazione. Con il suo ingegno aveva manovrato a suo piacere intere generazioni, restando dietro le quinte. Aveva sempre rinfacciato al mago di essere superbo. Gli aveva detto più volte che quella sarebbe stata la sua rovina. Ma lui, Niccolò Machiavelli, il più grande manipolatore di tutti i tempi, non aveva saputo dire, in tutto quel tempo, quale sarebbe stata la sua fine. Forse tutto ha una fine, e l'immortalità non fa altro che rimandarla. Ed ora lo aveva capito, ne era sicuro. Grazie a Perenelle. La sua intelligenza, che l’aveva tanto divertito, l’aveva portato nella fossa. O comunque vicino ad essa. Era per queste sue capacità che Aton l’aveva scelto tra tanti altri. L’intelligenza, la scaltrezza, l’essere sempre di un passo avanti agli altri, la sua condanna e maledizione, che aveva spaventato tanti uomini. I Medici, i Borgia, e molti altri avrebbero fatto carte false pur di avere i suoi consigli strategici dalla loro parte. Ma lui, in passato, nel profondo dell’anima, non aveva mai sopportato di avere padroni. Il suo animo orgoglioso si ribellava all'idea, e lui, divertito, lo lasciava fare. Fino a quel giorno, l’inizio della fine, che era rimasto impresso, marchiato a fuoco, nella sua memoria.

Niccolò Machiavelli camminava per le strade strette e buie della sua città. Era stata una lunga giornata di lavoro, e aveva fatto molto tardi. Di nuovo. E gli dispiaceva. Marietta non glielo avrebbe comunque perdonato, e forse nemmeno i suoi figli. Si promise di passare più tempo con loro. Trascurarli non era mai stato un suo desiderio, amava la sua famiglia come niente al mondo. E, per la prima volta, sentiva di avere bisogno di un po’ di tregua. Tregua. Dal lavoro, dalla Cancelleria, dalla diplomazia e dal suo ruolo di ambasciatore, anche se era un uomo che amava davvero il suo lavoro, e soffriva nell’ozio e nella monotonia. Si sentiva tremendamente in colpa. Stava accadendo troppo spesso. In un primo momento non si era accorto di quello che stava succedendo. Ma poi, una sera, aveva sentito Marietta piangere nella loro camera da letto. E allora aveva finalmente capito. Lui stava fuori città troppo spesso, come ambasciatore, in un mondo dove ogni parola sbagliata può uccidere, trattando questioni importantissime e delicate. Si era divertito a rischiare. Ma non poteva vederla piangere, non lei, e allora la diplomazia gli aveva rivelato tutto il suo lato effimero. Ripensò con amarezza ai giorni in cui avevano entrambi appena sfiorato i trent’anni, quando ancora tutte quelle preoccupazioni e tutta quella nostalgia da parte di sua moglie non esistevano. Accelerò il passo.

<< Niccolò Machiavelli.>>

L’uomo dai capelli neri si girò di scatto. Era sicuro di aver sentito qualcuno chiamarlo. Non vide nessuno. Un bagliore lo accecò per un istante, pensò che fossero delle carrozze illuminate , ma non sentì il rumore dei cavalli. Scrutò il buio, con il solito sguardo attento e concentrato. Un uomo emerse dall’oscurità.

Era alto, avvolto in un lungo mantello nero. La pelle sembrava essere scolpita nel bronzo, e gli occhi, di un nero sfavillante, risplendevano lucenti alla luce della torcia che teneva in mano. I lineamenti alteri non lasciavano trasparire l’età precisa dell’uomo. Ma era bellissimo. I capelli rossi scendevano in un'unica cascata, fin quasi a sfiorare le caviglie, e gli occhi, in contrasto con il colore della chioma, luccicavano di interesse, un interesse che a Machiavelli sembrò quasi malsano. Avrebbe voluto andarsene, forse correre via, ma rimase congelato, fino a quando l’individuo non parlò di nuovo.

<< Ho sentito parlare di te. E della tua abilità. >> parlò scandendo ogni parola. Per la prima volta in vita sua, Machiavelli non sapeva cosa dire. La voce del rosso era profonda e penetrava nell’anima. I suoi occhi lo scrutarono come quelli di un rapace che cerca di capire se la preda merita la sua attenzione o meno.

<< Che cosa vuoi? >> chiese Niccolò, facendo appello a tutto il coraggio che aveva, guardandolo ostile. Decise di abbandonare le formalità fin da subito, visto che l'altro aveva fatto lo stesso con lui.

<< Siete sempre così pieni di domande. Soprattutto tu, Principe, tu ti fai tante domande. Ma mi piaci. Perché trovi risposte.>>

Niccolò rimase interdetto. Si sentiva come se la testa gli si fosse riempita di nebbia. Principe?

<< Tu dici? Interessante. Ora, se vuoi scusarmi, ho persone più assennate che mi aspettano.>>

Machiavelli si stupì di esser riuscito a pronunciare una frase intera. Si chiese, confuso, se quei suoni fossero usciti davvero dalla sua bocca, ma ormai aveva raggiunto l’apice dell’irritazione. Basta giochetti. Marietta lo aspettava.

<< Un animo così indomito. Difficile da comprendere. Dimmi, signor Machiavelli…. Sei più furbo del tuo signore?>>

Machiavelli si voltò lentamente, piantando il suo sguardo grigio negli occhi dell’uomo. Cercò di riprendersi il controllo sulla sua testa pesante e sulla sua mente, si sentiva come se gliela avessero portata via. La svuotò da tutti quei dubbi, e diradò la nebbia. Non seppe che cosa lo indusse a rispondere. Forse sapeva che sarebbe stato l’unico modo per liberarsi di quell’individuo.

<< Si.>> bisbigliò.

<< Certo che si. So che Firenze non è priva di nemici. Sei più furbo di loro? >>

<< Si.>>

<< Sei più furbo di me? >>

<< Si.>> rispose Machiavelli, anche se qualcosa dentro di lui aveva sobbalzato a ogni parola pronunciata dal suo interlocutore. Era poi così sicuro della sua ultima risposta ?

L’uomo sorrise e batté le mani color bronzo.

<< E allora di che cosa hai paura?>>

Machiavelli rimase congelato al suo posto. Non sapeva cosa fare, non sapeva nemmeno come pensare. Non capì, e questo lo preoccupò seriamente. L’uomo aveva parlato come chi sa già la risposta alla sua domanda. Machiavelli si voltò di scatto e riprese il suo cammino a passo svelto, colto da un improvviso capogiro. Sentì l’uomo ridere dietro di lui. Di cosa aveva paura? Dei suoi avversari politici, dei Medici, dei sanguinari con cui doveva andare a esercitare tutta la sua abilità diplomatica? No. Non di loro. Marietta non sarebbe stata d'accordo con questo pensiero, lo sapeva. Ma forse... la morte non lo spaventava quanto l'idea di poter perdere lei e i bambini. Ebbe miracolosamente la forza di non sobbalzare, quando l'uomo parlò di nuovo. A Niccolò parve che le parole si formassero direttamente nel suo cervello.

<< sei una persona singolare, Niccolò Machiavelli. Sarai uno strumento prezioso.>>

Angolo autrice...
Ho scritto questa fic perchè sono molto affezionata a questa saga e speravo di trovare qui altri fan.
Non ho la minima idea, sinceramente, di come mi sia venuta questa breve storia, per questo sarei davvero molto felice se lasciaste una recensione : ) !!!
Avrei in mente un seguto, perchè non sono ben riuscita a trattenermi dal pensare a come potesse continuare, ma non so se valga davvero la pena di postare altri capitoli, anche perchè credo di dover mettere ordine ancora un po' le idee nella mia testolina : D per ora metto "completa", poi chissà....
Bhe, se siete arrivati fino a qui, credo voglia dire che avete letto, quindi grazie di cuore.
Non sono molto esperta, anzi, non lo sono per niente, quindi il vostro parere mi farebbe molto piacere!! ( anche le critiche sono ben accette, naturalmente : ) )
ciao
Porrima
  
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