Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: somochu    03/06/2012    13 recensioni
[Thadastian, Slash]
La piacevole e imponente presenza di Sebastian Smythe presenta:
l'agenda più geniale e crudelmente ingegnosa che una mente umana potesse creare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All'ennesimo mugugno di Thad, Nick perse la pazienza.

“Thad, si può sapere cosa c'è?”

Thad alzò per un attimo lo sguardo su di lui, per poi riposarlo sulla zuppa che aveva davanti; mescolava in modo circolare con il cucchiaio da circa venti minuti.

“Jeff, digli qualcosa,” chiamò il suo ragazzo, al suo fianco, che si stava gustando il panino grande come una casa.

Quest'ultimo fissò il suo panino con rimpianto, capendo l'antifona dalla voce di Nick: doveva intervenire.

Sbuffò, contrariato.

“Thad, amico mio, che succede?”

La voce gli era uscita minacciosa, ma non era voluto, davvero. No, ok, lo era.

“Niente,” disse quello, continuando a mescolare la sua zuppa. Era una poltiglia indefinibile e sia Jeff che Nick erano schifati all'idea che l'avrebbe mangiata veramente.

“Non direi,” disse Jeff, arricciando il naso. “Stai per piangere su quella schifezza che hai nel piatto.”

Thad alzò lo sguardo su di lui, di botto, per lanciargli un'occhiataccia. Occhiataccia che andò fallendo, perché subito il broncio tornò sui suoi tratti, mentre poggiava la testa sulla mano.

“Sebastian.”

“Oh, eravamo certi che fosse lui il problema, non preoccuparti.”

Come poteva essere altrimenti?

“Ieri ho provato a convincerlo a non andare – gli ho anche detto che non sto più Jenny, e lui non avrebbe dovuto saperlo -, ma niente. Evidentemente Blaine è più importante di me.”

Sembrava far abbattere molto Thad, quel pensiero, visto che aveva ripreso a mescolare quella robaccia.

“O forse ci tiene solamente a vincere quella stupida scommessa,” disse, pratico, Nick, cercando di consolarlo. “Forse non è Blaine quello che lui vuole, ma la vincita. Non ci hai pensato?”

“O forse,” ragionò Thad, senza nemmeno ascoltarlo davvero. “Io non gli sono mai davvero interessato. Mi sono illuso e lui non prova assolutamente nulla di me. Forse -”

“Dio, Thad, non cominciare a lagnarti e fai qualcosa!”

Jeff non era mai stato tanto determinato come in quel momento, aveva una mano sul tavolo e fissava Thad con sguardo deciso. “Se non vuoi fartelo fregare, beh, corri da lui!”

Thad lo guardò con gli occhi spalancati.

“Jeff, ma cos-”

“Thad, ascoltami... Ora devo dire una frase alla Titanic e so che tra pochissimo me ne pentirò, ma... ti fidi di me?”

La situazione era talmente estranea e idiota che Thad non poté fare a meno si annuire.

Nick, vicino a lui, sorrideva sotto i baffi.

“Bene, allora,” continuò, determinato. “Vai da lui.”

Thad sentì uno spiraglio di speranza catturarlo mentre guardava gli occhi di Jeff infondergli coraggio.

Vai a prendertelo, Thad.”

Bastò quella frase; Thad si alzò velocemente, iniziando a correre verso l'uscita e sparendo definitivamente dalla loro vista.

Nick si voltò verso l'altro, sorridendogli con una luce strana negli occhi.

Jeff ricambiò il sorriso quasi subito. “Il nostro bambino sta crescendo, ormai, dobbiamo lasciarlo andare,” disse, con tono mezzo abbattuto.

Il sorriso di Nick crebbe ancora di più, mentre ridacchiava per quella vena drammatica così tipica di Jeff. Quella vena che lui adorava – ma d'altronde, amava tutto di lui.

“Sei perfetto, te l'hanno mai detto?”

Jeff si finse aristocratico. “In realtà me lo dicono tutti i giorni.”

E mentre Nick borbottava qualcosa di sconosciuto, Jeff si sporse verso di lui per posargli un bacio leggero e dolce su quelle labbra ora imbronciate.

“Ma da parte di nessun altro i complimenti mi fanno questo effetto.”







Thad stava correndo da cinque minuti e già non ne poteva più.

Ok, non era mai stato un maratoneta, questo c'era da dire, quindi era giustificabile il suo fiatone e il sudore.

Sembrava avesse fatto chilometri mentre, probabilmente, aveva fatto si o no seicento metri.

Un po' una vergogna, ma, accidenti, aveva bisogno di un passaggio per arrivare al Pullman che lo avrebbe portato a Lima.

Nei film come facevano sempre a raggiungere un posto lontano?

Non ebbe bisogno di pensarci, che la soluzione gli si presentò davanti sotto forma di bambina su una bicicletta che faceva avanti e indietro.

Perfetto.

Si avvicinò alla bambina, cercando di non dettare sospetto a sua madre che era lì poco lontano a controllarla. “Pss,” gli disse a bassa voce.

La bambina alzò lo sguardo su di lui, con il visino crucciato in un espressione interrogativa. Era carinissima, quasi gli si dispiacque di chiederglielo.

“Mi daresti la tua bici?”

“No!” disse la bambina, socchiudendo gli occhi.

“Dai!”

“No!”

“Per favore!”

“No!”

Niente da fare.

Thad si portò le mani tra i capelli, sconsolato. E ora cosa accidenti avrebbe fatto?

Non ce l'avrebbe mai fatta a corsa, e da persona obiettiva sapeva che era un'impresa da titani, quella...

“Però,” la voce della bambina lo distolse dai suoi pensieri. “Con cinquanta dollari potrei farlo.”

Cosa?

Cinquanta?” chiese, con voce isterica.

“Cinquanta,” ripetè quella, lo sguardo deciso e un sorriso furbo sulle labbra.

Sarebbe potuta essere la figlia di Sebastian, quella piccola strozzina.

“Maledetta,” borbottò, mentre tirava fuori il portafoglio.

Sperò vivamente che Jeff avesse avuto ragione, altrimenti gli avrebbe ridato i cinquanta dollari oltre al risarcimento dei sentimenti distrutti.

Una volta pagata ottenne la bicicletta e pedalare su una mini bicicletta rosa per le strade americane non era il massimo della dignità, ma già che c'era.

Quando arrivò alla fermata dei Pullman quasi non credette ai suoi occhi al colpo di fortuna che ebbe.

L'autobus!

Era proprio lì, davanti a lui. Aveva fatto giusto in tempo. Era destino!

Mentre si accomodava sui sedili sorrideva felice: se il fato voleva che avesse raggiunto i due allora chi era lui per andargli contro?

Avrebbe preso gli eventi così come capitano.

… Peccato che gli eventi fossero disastrosi.

Dopo neanche qualche chilometro che l'autobus rimase bloccato in mezzo alla strada, un traffico allucinante con tre file di macchine che arrivava fino a cinque chilometri.

Destino? Destino un corno.

Sconsolato all'ennesima potenza posò la testa sul finestrino, desiderando di sparire in quell'esatto momento. Sebastian era da qualche parte con Blaine e lui non avrebbe potuto fare nulla per cambiarlo.

Ormai era finita...






“Scusi, è occupato questo posto?”

Una voce nasale sparata nell'orecchio lo fece sussultare e lo costrinse a voltarsi verso il sedile dietro.

Aprì la bocca, incredulo, trovandosi davanti Sebastian accomodato sul sedile come un Pascià. “Ma ciao, piccola piattola.”

Thad spalancò ancora di più la bocca, non credendo ai suoi occhi: l'aristocratico Sebastian Smythe in un Pullman piuttosto rozzo e non all'appuntamento con Blaine.

Stava sicuramente immaginando, sì. Non poteva essere vero.

“Non guardarmi così, Thaduccio, sono reale, se te lo stai chiedendo.”

Sebastian ridacchiò per prenderlo in giro e questo diede la conferma a Thad che no, non era un sogno.

“Che ci fai qui?” sbottò, ancora un po' scioccato.

“Ma come, che domande fai?” rispose Sebastian, senza togliersi il sorriso. “Secondo te che ci faccio?”

“Boh, ti sei perso?”

Sebastian ridacchiò, sistemandosi sul sedile così da avvicinare il suo viso al suo. “Sono qui per te.”

Thad sentì distintamente il suo cuore fermarsi, ma decise di non cascarci di nuovo. Non avrebbe permesso a Sebastian di fare come voleva, non un'altra volta.

Era ora che prendesse lui le redini di quel gioco. Meglio cascare una volta per tutte, che mille volte, no?

E poi Jeff aveva ragione nel dire che doveva fare qualcosa, qualcosa d'importante.

Doveva farsi coraggio e comportarsi da uomo.

“Senti, non so perché tu sia qui, Sebastian, ma mi piace il fatto che tu non sia da Blaine,” aveva parlato tutto d'un fiato, e aveva visto Sebastian socchiudere gli occhi per cercare di capirlo. “Perché... Perché non voglio che tu vada da lui. Né con lui né con nessun altro.”

Prese un attimo di respiro.

“Lo so che non ho diritti su di te e non so nemmeno se tu provi la stessa cosa per me, ma... Cazzo, Sebastian, voglio avere tutto di te. Sono qui a pregarti di non negarmelo e di non andare da lui. Sono qui a pregarti di volere me, di scegliere me. Scegli me. E al diavolo quella stupida scommessa, l'ho già persa, oramai, ti do la vincita.”

Il silenzio che segui quelle parole fu piuttosto imbarazzante.

Sebastian sorrise, allontanandosi leggermente. “Che romantico.”

Nonostante il sarcasmo nella voce, Sebastian sorrideva sotto i baffi, probabilmente contento per tutte quelle parole. Gli aveva davvero fatto piacere?

“Non andrai da Blaine all'appuntamento, allora?”

Sebastian si riallontanò, poggiando il volto su un gomito. Aveva l'espressione di qualcuno che si trovava a spiegare cose elementari a ragazzi adolescenti.

Era fastidioso, effettivamente.

“Ma era ovvio che non esistesse nessun appuntamento. Thadduccio, dico, tu non riesci proprio a capire quando qualcuno ti frega, vero?”

Cosa, cosa, cosa, cosa?

“Cosa?” espresse in parole il suo pensiero.

“Anche se questa tua ingenuità ha un effetto molto positivo su di me,” e nel dirlo lo fissò negli occhi, facendolo un attimo vacillare. “Davvero non hai capito nulla?”

Thad negò con la testa, già dimentico di come si respira.

“Era tutta una farsa. Il mio scopo sin dall'inizio era quello di farti correre da me, di farti confessare e... Beh, diciamo che Trent ha nominato 'piani' e quindi eccomi qui.”

Thad rimase un attimo in silenzio.

“Quindi anche Blaine era d'accordo?”

“E Jeff e tutti gli altri.”

Thad non ce la fece più. Scese dai sedili e si avviò verso l'uscita del Pullman. “Mi faccia, scendere, la prego.”








Thad stava sfrecciando tra le macchine, sperando che scendesse un po' di pioggia per rendere il tutto ancora più umiliante.

Si fermò solo quando una mano gli afferrò il braccio, costringendolo a fermarsi.

“Dove credi andare, Thadduccio?”

Sebastian.

Lo aveva rincorso...

“Non posso guardarti,” gli disse, senza guardarlo negli occhi.“Come hanno potuto... Erano tutti miei amici e... mi fidavo. Ho fatto di tutto per venire fin qui e tu... Vi odio.”

“Thadduccio, l'hanno fatto solo per il tuo bene. Sapevano che io senza piani non mi sarei mai fatto avanti e in questo modo si potevano risolvere le cose. Poi il fatto che tu mi abbia anche dato la vittoria è solo un aggiunta alla positività del piano.”

“Tu... Tu...”

Non riusciva neanche a descriverlo. Maledetto bastardo approfittatore.

Lo odiava, lo odiava. Lo odiava.

“Sono bello? Affascinante? Furbo? Concordo.”

“Non sono in vena delle tue cazzate,” gli disse, burbero. “Mi sono reso ridicolo lì dentro a dirti quelle cose e-”

“Se ti sei davvero reso ridicolo allora siamo in due,” lo interruppe Sebastian, portando le mani sui suoi fianchi e muovendole in una specie di lenta carezza. “Perché se provo le stesse cose lo sono anche io, giusto?”

Thad alzò lo sguardo su di lui, dopo tutto quel tempo, incontrando quegli occhi versi che aveva sognato tante volte e non credendo alle proprie orecchie. “Davvero?”

“Oh sì,” disse, scuotendo la testa. “E se ho organizzato tutto questo è solo per te. Di nuovo te. Sempre te.”

Thad non riuscì a fermare un sorriso, contento come una Pasqua.

“Non farmi diventare sdolcinato, Thadduccio, sappiamo tutti e due che sei tu quello bravo a parole.”

Thad continuò a non parlare, sempre col sorriso che non ne voleva sapere di andarsene dal suo viso. Sebastian – in maniera contorta e stupida gli stava davvero dicendo che anche lui provava lo stesso.

Lo stava scegliendo.

Sentì dei fischi provenire da dietro e, voltandosi, notò che tutti i Warblers erano sul Pullman, insieme a Blaine – non li aveva proprio visti! - e gli sorridevano tutti, facendo il tifo per lui e applaudendo.

Ringraziò mentalmente Blaine e tutti gli altri, intercettando il sorriso di Jeff, a fianco di Nick. Pensò che fossero una coppia splendida e che tutto stava andando per il verso giusto.

Si rivoltò di nuovo verso Sebastian, senza smettere di sorridere come un ebete.

Sebastian, ricambiò il sorriso con espressione maliziosa. “E se tu non ti sei già stancato di me. Beh, ho una bella vincita da riscuotere: una settimana mia disposizione, ricordi?”

Oh, mai nessun'altra sconfitta poteva promettere cose così invitanti.

“Non mi stancherò mai di te,” gli disse, socchiudendo gli occhi.

Sebastian gli si era avvicinato così tanto che ora i loro volti distanziavano pochi centimetri e Thad riusciva a sentire il suo respiro fresco sul viso.

Poteva anche morire in quel momento e non accorgersene, probabilmente.

“Posso baciarti, ora?” gli chiese Sebastian, fissando le sue labbra. “È da quando ti ho visto che muoio dalla voglia di farlo.”

Thad sembrò volesse negargli quella richiesta; non si meritava mica un accesso così facile, dopo tutto quel casino che aveva architettato.

Ma d'altronde...

“Finalmente. Pensavo non me l'avresti più chiesto.”

E, Dio, era una vera goduria sentire le labbra di Sebastian sorridere contro le sue.






La piacevole e imponente presenza di Sebastian Smythe presenta:
l'agenda più geniale e crudelmente ingegnosa che una mente umana potesse creare




Cara la mia piccola Agenda – notare il maiuscolo, visto che ormai sei diventata come una persona per me – sono qui per fare una cosa molto triste.
Dirti addio.
Ecco, la mia Piattola è una vera e propria... piattola e non fa altro che cercarmi. Ok, ammetto che anche io lo voglio sempre intorno, il più possibile, ma converrai con me che non ho più tempo per scriverti. Purtroppo le relazioni comportano questo.
Mi mancherai molto e semmai un giorno volessi scrivere un piano di quelli malefici... Beh, quella in cui lo scriverei sei tu, sappilo.
Grazie per avermi accompagnato fino alla fine di quest'avventura. Sei stata una fedele compagna.


Addio,


Sebastian


PS: Argh, non sono così sdolcinato nemmeno con Harwood.







The end.















Prima devo cliccare su “completa: sì”, poi scrivere “The end” qui sotto... Potrei sul serio mettermi a piangere ç_ç
Non posso crederci che sia davvero finita, ci sono tante altre cose che avrei voluto aggiungere, ma allo stesso tempo è giusto così. Era previsto dai primi capitoli dalla mia scaletta e al massimo, appena finiti gli esami – con taaaaaanto tempo libero – scriverò un continuo, ancor più piccante e dove torneranno tutti loro #AmoriMiei
Non sono per nulla pronta a dire addio a questa storia, mi mancherà un sacco. Spero che comunque questa malinconia non sia trapelata troppo e che abbiate comunque apprezzato quest'ultimo capitolo. O meglio, tutta la storia. Ci ho messo l'anima e mi ha accompagnata per tutta la stagione di Glee – con poche volte i Warblers e poche volte Grant e_e - quindi è importantissima per me. È la mia bambina quasi quanto l'Agenda è la bambina di Sebastian.
Senza voi non ce l'avrei mai fatta, davvero, siete tipo tutti angeli <3
Mi avete supportata e sempre seguita, ma quanto posso amarvi? Vi ringrazio davvero con tutto il cuore.
Risponderò a tutte, lo prometto, ci tengo a lasciarvi sempre un parere. E questa è anche l'ultima volta...
No, ok, rimanete sintonizzati perché dopo il 18 – fine degli esami – potrebbero uscire Spin-off o ancora meglio direttamente il continui. Chissà.
Vi voglio bene, alla prossima <3



Angolo ringraziamenti: volevo prima di tutto ringraziare Chiara per tutte le sclerate e per le sue chilometriche recensioni che mi mettono sempre – oltre che di buonumore – una carica assurda. Non so se l'Agenda sarebbe la stessa, senza di lei <3
Poi, beh, Thalia, per avermi sempre supportata e aiutata. Sei stata un “guida” per questa storia e sei molto importante per lei come per me. Ho adorato questo periodo con te. Thanks, my dear, per tutto <3
Poi Aika e Silvia per esserci state sempre e aver contribuito alla mia sanità mentale così che potessi continuarla e non smetterla. Aika, le tue minacce sono sempre andate a buon fine! E Silvia, le tue “teorie” e le varie citazioni di cibo sono stati sempre molto illuminanti. Grazie, care!
E infine, beh, Linda, che sta passando un brutto periodo, ma cara, spero che almeno Sebastian e Thad – le nostre creaturine – possano darti la pace che meriti <3
Ti voglio bene, amica mia, e mi manchi tantissimo ç__ç
E Marzia. Marziolìn è la luce per la storia. Grazie mille, per esserci sempre e per supportarmi continuamente. Soprattutto per sopportare i miei sbalzi d'umore e le mie sclerate. Sei specialissima e una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.
Ti voglio davvero bene, mia cara <3

Infine ringrazio tutti, chiunque sia passato a recensire, o anche solo a leggere, o anche chi l'ha seguita o messa tra le preferite. Sono felicissima che l'apprezziate <3

E la smetto con le sdolcinate. Sto diventando stucchevole ò__ò (tutta colpa della mia Agendina finita, uffa)

Alla prossima!

   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: somochu