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Autore: Madame Plague    03/06/2012    3 recensioni
Piccola One-Shot sotto il POV di un Shannon alquanto scocciato dal comportamento del fratello.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Ireland

 
Sono indeciso tra il chiamare uno strizza cervelli, uno di quelli bravi, o spedirlo direttamente alla neuro.
Non è possibile che mio fratello possa essere così…così…COSÌ!
Sono due settimane che sono finite le riprese di Alexander ed ha passato tutto il tempo in casa, a frignare come una donnetta isterica, a sfornare quei cazzo di pancake vegani senza sosta e mangiandone uno ogni dieci minuti.
Ma questa non è la cosa peggiore.
Ha riempito un’intera credenza di Guinnes, Baileys e almeno altri quattro tipi differenti di liquori e whiskey irlandesi che si versa nel caffé, o che tracanna direttamente dalla bottiglia, gira con una canotta bianca, pantaloni della tuta “verde Irlanda”, AllStars verdi con la suola logicamente bianca e le stringhe arancioni (di tutto questo s’è fatto un’ampia scorta, mette solo quelli), usa un’enorme bandiera dell’Irlanda a mo’ di coperta e si spara almeno dieci ore al giorno di musica classica Irlandese.
I primi due giorni mi faceva male vederlo così, perché soffriva e piangeva come un disperato, e non mi andava giù, soprattutto perché non voleva parlarmene, sicuramente avendo paura del mio giudizio, tra il quarto e il sesto giorno mi faceva tenerezza, perché vedevo che stava così perché teneva molto a quel qualcuno per cui si disperava, ma dal settimo in giorno in poi ho iniziato a provare solo irritazione e non riesco più a sopportarlo.
Perché poi, crede che io sia stupido? Sommando il fatto che ha iniziato a stare così dal termine delle riprese di Alexander e il fatto che casa sua ormai grida “IRLANDA!” da tutte le parti, può essere una sola la soluzione, un nome: Colin James fottutissimo Farrell. Potrebbe anche essere Jonathan Rhys-Meyers, ma qualcosa mi dice che si tratta di Colin.
Però lui si ostina a dire che va tutto bene e a non volermi dare conferma che sia Colin la persona che l’ha ridotto così. Io non voglio forzarlo, altrimenti si chiuderebbe in sé stesso, e non voglio che non mi rivolga più la parola. Però tutto ha un limite.
– Jay, ti prego, fermati almeno per cinque minuti! Parliamone!–
– Ti ho detto di stare tranquillo Shan, non è successo niente, non succederà mai niente! –, strilla come una gallina, con gli occhi spiritati.
Mi alzo dal divano su cui mi sono arenato da due ore, mi avvicino a lui, lo afferro per le spalle e lo scuoto.
– Tu non stai bene, Jared, lo vuoi capire? E se non parli con nessuno di questo problema, non ne verrai mai a capo! Anche perché se dobbiamo aspettare una mossa da parte tua, siamo belli che sepolti! Su, ora ti siedi, e racconti tutto al tuo fratellone, va bene? –
Lui, riprendendo pian piano coscienza, mi annuisce, e inizia a calmarsi.
Dopo un paio di minuti, in cui si vede che sta cercando di tornare alla normalità, inizia a spiegare, ma a testa bassa, per non incontrare il mio sguardo.
– Vedi…ecco…È che mi sento uno stupido! Per la mia fottuta paura ho rovinato tutto, come al solito, per pentirmene poi quando ormai era troppo tardi! –
– Partiamo da qualcosa di semplice. Di chi stiamo parlando? –
– Coasdsg Farcvbcvb.–, farfuglia in modo che non capisca.
– Jared. –, lo rimprovero cantilenando.
– Colin Farrell. –, risponde, riparandosi il volto con le braccia.
Davvero crede che possa prenderla così male? Non mi dà fastidio. Insomma, non mi dà fastidio che si tratti di un uomo, non sono di vedute così ristrette, ma mi irrita parecchio il fatto che sia QUELL’uomo.
– E, dimmi, che è successo con Colin? –, chiedo gentilmente, solo per metterlo a suo agio.
Abbassa le braccia, ma tiene ancora il viso basso, e dopo alcuni istanti di esitazione, mi spiega.
– Colin…Colin mi ha detto che gli piaccio…–
– Tutto qui? –
– Sì, tutto qui. –, afferma annuendo, ma io lo conosco troppo bene, non è tutto qui, dev’essere successo qualcosa che ha fatto entrare nell’ “oblio della depressione” mio fratello, e anche a costo di tirargli fuori una parola alla volta, lo farò parlare.
– Mh. E tu che gli hai risposto? –
– Beh…gli ho detto di non essere interessato a lui. –
– Ed è vero? –
– No…lui mi piace, tantissimo, mi piace da quando abbiamo girato Phone Booth a dire il vero. –
– Perché allora gli hai detto che non ti piace? –
– È che…mi ha spiazzato…non me lo aspettavo, e sul momento ho avuto paura e non sono riuscito a dirgli che anche lui mi piace. –
– Fratellino mio, lasciatelo dire, sei un gran coglione. Insomma, vieni a sapere che l’uomo a cui sbavi dietro da…–, faccio un rapido conto, e quasi mi vien male. – quattro anni ti viene dietro a sua volta, fa lui il primo passo, e tu cosa fai? Gli dai picche? –
– Ma non avevo considerato l’eventualità di piacergli anch’io! E non ho avuto molto tempo per metabolizzare ed ho parlato senza pensarci! –
– Notato. –
– E dopo che se n’è andato me ne sono pentito. –
– Fermarlo no? –
– Se la sarà sicuramente presa, perché mai avrebbe dovuto ascoltarmi? –
– Perché non avrebbe dovuto farlo? –
Silenzio.
– Le alternative sono due: o stasera ti dai una bella sistemata da capo a piedi, prendi il telefono e lo inviti fuori, o aspetti domenica e gli parli durante la post-produzione del film. In entrambe le opzioni, io controllerò che tu lo faccia! –, gli punto il dito contro, facendogli capire che non ha scelta. – E, ti prego, tira via tutto questo verde e questo whiskey da casa tua! –
– Ok, ok, domani ripulisco. Va bene, ora vado di sopra a farmi una doccia e la barba, poi lo chiamo. Però se mi dice di no perché non gli piaccio più è solo colpa tua! –
– Seh, ora vai! –
Detto questo, si precipita su per le scale, mentre io inizio a prepararmi psicologicamente ad affrontare la battaglia del “cosa mi metto”.
Comunque dubito fortemente che riceverà una risposta negativa, dai “se mi dice di no perché non gli piaccio più è solo colpa tua!”, ma si è visto? Come farebbe a non piacergli più? E comunque credo che una seconda chance lo possa solo rincuorare, anche se non ci sono mai passato, credo che sia costato anche a Colin fargli quella confessione, che io sappia non si è mai trovato in una situazione del genere, lasciando i film da parte. Ma posso sempre sbagliarmi.
Dopo venti minuti lo vedo scendere le scale in accappatoio e ciabatte, e, afferrato il cordless, compone il numero controllando dal BlackBerry, per poi venirsi a sedere vicino a me, prendendomi un braccio.
– Pronto, Colin? –
– Sì, chi parla?, riesco a sentire le risposte dato che sono molto vicino a Jared, ed ha il telefono in mezzo alle nostre orecchie.
– Sono Jared, Jared Leto. –
– Jared! Che piacere sentirti! Come stai? –, noto l’iniziale tono sorpreso, che poi si fa subito entusiasta, anche se ben celata.
– Bene, bene. Ascolta, volevo chiederti…tu stasera hai qualche impegno? –
– No, assolutamente, perché? –
– Beh…volevo sapere se ti andava di uscire, non so, a cena, o anche solo per una birra. –
– Certo, con piacere. A che ora? –
– Quando vuoi tu. –
– Passo a prenderti alle 20 a casa tua? L’indirizzo può sempre darmelo il mio agente.–
– Ok, perfetto. Allora, a stasera. –
– A stasera. –
Chiamata terminata.
Ma mio fratello non accenna a posare o spostare la cornetta dall’orecchio, o a mollare la presa sul mio braccio che ha tormentato tutto il tempo, standosene con un sorrisone ebete sulle labbra.
È andato.
– Jay. –
– Sì, Shan? –
– Vestiti, su, che tra poco abbiamo un appuntamento allo studio coi ragazzi, e non prenderti un accidente che stasera hai un appuntamento col tuo bel Mr. Irlanda! –
Mi alzo dal divano allontanandomi velocemente, evitando per un pelo l’enorme cuscino che voleva lanciarmi.
 
*   *   *
 
Sono le due di notte, e sono appena tornato da una serata in discoteca con Antoine.
Solitamente non torno prima delle tre, ma dovevo sapere com’era andata a Jay.
Ma appena apro la porta di casa, tutto è spento e silenzioso.
Voi direte “è normale, sono le due!”, ma fidatevi, no, non è normale, non per Jared, mi aspetta sempre alzato quando esco, o davanti alla tv, o a suonare, a volte in piscina a farsi una nuotata notturna.
Controllo che non si sia addormentato in camera, ma è vuota.
Perdo un quarto d’ora girandomi tutta la casa, ma di lui nessuna traccia, quindi mi rintano in camera mia, con un mezzo sorriso sulle labbra perché vuol dire che la serata è andata bene, e magari neppure è finita, e cerco di addormentarmi per non pensare al fatto che mio fratello perderà per la seconda volta la verginità e non immaginarmi già di ridere appena domani lo vedrò rifiutarsi di sedersi da qualunque parte.

 
 

N.d.A.: sssalve! Ho postato questa one-shot priva di senso per darvi qualcosa da leggere in attesa che io posti il sesto capitolo di "The Snake's Cage", che è pronto solo per metà.
Premetto solo che a mio parere è un pelo noioso, è che non siamo ancora al punto cruciale della storia, neanche lontanamente. Credo.
E volevo aggiungere che sto lavorando anche ad altre due Long, una intitolata momentaneamente"So Difficoult", e sarà una crossover tra due coppie, a voi pensare quali v.v e l'altra "Why, My Enemy?" basata sul film di Sherlock Holmes, ma diciamo non completamente pertinente a quel contesto.
Boh, vi saluto! Alla prossima.
  
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