favole Vomitando favole ho sigillato l'incubo che solito splendeva nel mio giorno, ostile. L'ho confinato all'angolo, gli ho regalato un gemito e l'ho visto cadere, cadere. La traccia impalpabile della mia luce, perduta soltanto per gioco, per sbaglio, fu possesso suo unico, era la sua mania. E l'ho azzittito, stanco con uno strappo sbrigativo, bianco - Ma, vomitando favole ho dimenticato di piangere, ho dimenticato quanto sia fragile il cuore che dicono umano, e l'ho visto cadere, cadere.