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Autore: Psiche_delica    04/06/2012    4 recensioni
“Se io ti chiedessi di poterti baciare tu me lo lasceresti fare?”
Sono completamente confusa. Mi aspettavo una domanda differente. Improvvisamente sento il cuore salirmi in gola e ho paura.
[...]
Con timore risponde. “Sì…” dico e abbasso subito lo sguardo, non ce la faccio a sostenere il suo.
Sento il silenzio avvolgerci e mentre porta la rosa alla mia mano parla. “Posso baciarti?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Posso tenerti con me?

 

 


L’ amicizia tra un uomo e una donna non può esistere.
E’ questo che mia madre mi ha detto pochi giorni fa dopo avermi guardato attentamente negli occhi. E’ questo che mia madre mi ha detto dopo che ho finito di parlare di lui e della sua fondazione. Ma quelle parole rivelano quella che è la realtà o la finzione?
Be’ sono giorni che ci penso, giorni che non mi do pace e credo di saperne il motivo.
Credo che quello che mia madre mi abbia detto sia reale, che quelle parole siano vere.
Non si può essere amica di un uomo perché finiresti per innamorartene ed è quello che è successo a me, Nina Dobrev o meglio conosciuta nei panni di Elena Gilbert.
Ma io con Elena non ho niente in comune, lei è testarda e decisa e soprattutto molto coraggiosa. Io in realtà sono una codarda.
Sono codarda perché non ammetto, nemmeno a me stessa, di amarlo. Di amare Ian.
Ma forse è giunto il momento di essere sincera, almeno con me stessa, perché non credo di poter andare avanti in queste condizioni, soprattutto perché lui è perennemente nella mia vita. E’ una costante, un punto fermo a cui io volgo la mia attenzione e il mio riferimento. Sempre.
E forse è per questo che ho paura ad ammetterlo.
Perché ho paura che ammettendolo, lui capirebbe. Capirebbe e tutto cambierebbe. Non sarebbe più quel migliore amico che ho trovato dopo svariate delusioni.
Quelle delusioni che mi avevano indotto a chiudermi in me stessa, a creare quelle barriere che lui con un solo sorriso ha buttato giù al primo incontro, al primo sguardo. Si allontanerebbe perché in fondo ci sono undici anni pronti a separarci.
Perché per lui sono solo una ragazzina, una ragazzina che lo attira, ma che non lo coinvolge.
E tutto questo fa male. La consapevolezza di non poterlo avere, di non poter essere per lui quello che lui è per me, mi lacera dentro.
Forse sono più innamorata di quanto credessi.
Mi alzo così dal letto per raggiungere lo specchio e guardarmi in viso. Gli occhi come al solito sono rossi. Di un rossore dovuto al pianto, quel pianto che si celava sempre di fronte a terze persone, quel pianto che si sprigionava quando ero sola e nessuno poteva sentirmi ne tantomeno vedermi.
Mi sposto i capelli dietro le orecchie e mi strofino il viso, che sembra essersi gonfiato ma allo stesso tempo levigato da quelle lacrime che purificano la pelle, almeno così dicono.
Abbiamo finito di girare la seconda serie e domani si torna tutti a casa, ognuno con la propria vita fino a quando non firmeremo il contratto per la prossima stagione. E questo mi rende più triste, più nervosa… più avvilita.
Sarò lontana da tutti.
Sarò lontana da lui.
Sbuffo pesantemente e lego i capelli in una imperfetta coda alta e sistemandomi i pantaloncini del pigiama decido che forse è il caso che inizi a rifare la valigia, ma il telefono inizia a squillare e mi maledico per non averlo spento.
Non ho voglia di sentire nessuno.
Raggiungo il comodino e sto per spegnerlo quando leggo attentamente il nome sul display del mio Blackberry che continua ad illuminarsi.
E’ lui, il mio Ian.
Anche se mio non lo sarà mai a tutti gli effetti, ma mi piace poterlo chiamare così anche se solo nella mia mente.
“Ian?” rispondo con la voce un po’ rotta dal pianto di prima.
“Potresti affacciarti alla vetrata?” mi chiede con una voce che ho sempre sognato.
Stringo di più il telefono e con lo sguardo accigliato cerco di guardare fuori la vetrata.
“Cosa dovrei vedere?” chiedo curiosa, ma dall’altra parte del telefono non ricevo nessuna risposta.
Mi avvicino ancora di più poggiando la mano libera al vetro della finestra e cerco di guardare anche giù. Alloggiavamo agli ultimi piani di quell’immenso grattacielo e quella visuale non era affatto piacevole. Affilai lo sguardo ma non c’era nulla dinanzi a me se non un altro palazzo, con le proprie vetrate azzurre.
“Ian non c’è niente di fronte a me” gli dissi un po’ isterica, dato che questi giochetti non funzionavano.
Mi voltai così di scatto per andare verso il letto e quasi non mi venne un colpo.
“Ian…” dico con la bocca ancora spalancata per la sorpresa.
“Ti avevo di guardare la vetrata. Se lo avessi fatto con furbizia mi avresti visto nel riflesso” mi dice ridendo, con quel sorriso che mi fa tremare il cuore.
Ma dalle sue parole non posso trarre nessuna gioia, perché mi sento stupida.
Abbasso gli occhi e noto che un suo braccio è dietro la schiena, ma non gli chiedo cosa nasconda. Non mi sembra il caso di farmi vedere interessata.
Anche se non perdo tempo per notare i suoi vestiti, che come sempre mi fanno perdere un battito.
Una semplice camicia bianca e dei jeans chiari sorretti da una cinta di pelle, una cinta che avevo sempre voluto slacciare.
“Come hai fatto ad entrare?” gli chiedo sorprendendomi di quanto piano avesse fatto e di come io non lo avessi sentito.
“Conoscenze” dice ridendo e mi prende il viso con una mano. Quel tocco, quella carezza mi manda in escandescenza. Sento le guance avvampare di calore e colorarsi.
Odio questi momenti. Questi momenti in cui lui sa l’ effetto che mi fa.
Guardandomi negli occhi sorride, ma questa volta diversamente. E’ un sorriso dolce e potrei dire…d’ amore.
“Questa è per te” dice e sfoggia una bellissima rosa rossa.
La guardo attonita senza la forza di reagire. Un gesto così da parte di Ian non l’ avevo mai ricevuto.
Rimango in silenzio a fissare quella sua mano così perfetta avvolgere lo stelo della rosa.
“Non ti piace?” mi chiede dubbioso.
Il mio cervello inizia a martellare. Sento che devo rispondere.
“Ian…è bellissima” gli dico allungando una mano per prenderla.
Ma lui ritira via la rosa. “No. Prima devi dirmi una cosa” mi dice guardandomi, ancora, negli occhi.
Non so per quale motivo ma la mia mente mi dice che quello che sta per succedere non sia nulla di buono. Nulla che possa portare il sorriso sulle mie labbra, ma nonostante tutto annuisco a quella sua frase.
 A quella frase che avrebbe cambiato tutto.
“Se io ti chiedessi di poterti baciare tu me lo lasceresti fare?”
Sono completamente confusa. Mi aspettavo una domanda differente. Improvvisamente sento il cuore salirmi in gola e ho paura.
Cosa dovrei rispondergli? Che io gli lascerei fare qualsiasi cosa pur di sentirlo almeno per una volta mio?
Con timore risponde. “Sì…” dico e abbasso subito lo sguardo, non ce la faccio a sostenere il suo.
Sento il silenzio avvolgerci e mentre porta la rosa alla mia mano parla. “Posso baciarti?” mi chiede e io sento il cuore galoppare.
Non è possibile tutto questo, forse è soltanto uno stupido sogno in cui sono io a gestire le situazioni secondo i miei desideri, perché Ian non mi chiederebbe mai una cosa simile, anche perché lo farebbe senza problemi.
Questo è di certo un sogno e dato che si tratta di un sogno forse non è il caso di farmi prendere dall’ansia e dall’agitazione.
Lascio così cadere la rosa a terra e mi avvicino a lui di qualche centimetro, fino a sentire il suo respiro infrangersi tra i miei capelli e ci guardiamo.
Mi guarda come non aveva mai fatto. Mi guarda nell’unico modo che io ho sempre desiderato.
Mi guarda come se mi amasse.
“Sì” rispondo ancora, intimorita dalla situazione.
E’ solo un sogno, continuo a ripetermi.
Lui sfoggia il suo dolce sorriso asimmetrico e con entrambe le mani mi accarezza le guance, terribilmente bollenti.
Vedo le sue labbra invitanti avvicinarsi e sento che il cuore potrebbe esplodere da un momento all’altro, per questo chiudo gli occhi e aspetto. Aspetto di sentire quel contatto che avviene sempre e solo nei miei sogni.
Eppure non appena le sento tutto sembra vero. Le sue labbra sono morbide. Morbide e calde.
Dolci e invitanti. Invitanti perché ti spingono a volere di più, a pretendere di più. Le sue labbra iniziano così a combaciare perfettamente con le mie e sento dentro di me la tristezza attanagliarmi l’ anima.
Al risveglio sarà tutto finito, penso e quando lui avverte il senso di malessere si stacca da me e accarezza di nuovo il volto.
“Nina…” mi dice con un tono del tutto dolce.
Lo guardo impedendo alle lacrime di uscire. Lo guardo mordendomi il labbro per non piangere di fronte a lui. “Ehi…” mi dice nuovamente mentre si avvicina per darmi un leggero bacio sulla guancia. Un bacio che mi fa chiudere gli occhi istintivamente.
“Ian…” dico alzando una mano per toccare il suo viso. Voglio credere che sia tutto vero, non posso pensare che sia l’ ennesima illusione che la mia mente ha creato.
Accarezzo il suo volto, le sue spalle, il suo petto e risalgo.
“Ian dimmi che sei tu, davvero” gli dico con la voce rotta.  
Apro gli occhi e lo guardo attentamente studiando le sue espressioni, ma non sembra stupito dalle mie parole. “Nina sono qui, con te, davvero” mi risponde e senza preavviso mi prende per i fianchi avvicinandomi a lui. Mi accarezza la schiena e inizia a baciarmi il collo.
Percepisce il mio essere rigida e mi respira dolcemente sull’ incavo del collo.
“Perché l’hai fatto?” gli chiedo ripensando al bacio. Quel bacio che mi aveva fatto toccare il cielo con un dito.
Mi stringe ancora di più a lui e io posso respirare il suo profumo da uomo maturo e quasi svengo tra le sue braccia.
“Perché tra uomo e donna non può esserci amicizia” mi risponde e mi sento svenire.
In quel momento mi convinco di trovarmi in un sogno.
Lui non può dire quelle parole, non può. Deve essere per forza frutto della mia fantasia.
Mi stacco dolcemente da lui e mi vado a sedere sul letto, consapevole di non poter reggere quella situazione.
Ian mi raggiunge e, sedendosi sul letto, mi prende la mano tra le sue. “Nina per me non sei un’amica e credo che neanche voglio che tu sia solo quello. Per me tu sei ben altro” mi dice mentre lascia la mia mano per accarezzarmi il volto.
Scuoto la testa e chiudo gli occhi. “E’ solo un sogno” dico a bassa voce, ma non così bassa perché lui mi sente.
“No, non è un sogno Nina. E’ tutto vero. Il mio amore è vero” dice e si ferma di colpo.
Alzò la testa e mi giro verso di lui. Le sue ultime parole mi hanno colpito più di tutto.
“E’ un sogno perché tu non puoi amare una come me” gli dico torturando le mie povere mani.
“E invece si. Sono qui e sono terribilmente innamorato della mia migliore amica” mi dice e questa volta è lui ad abbassare lo sguardo.
Sento il cuore galoppare per queste parole.
Ian è innamorato di me.
Dovrei saltare di gioia e buttarmi su di lui per la contentezza ma l’ unica cosa che riesco a fare è rispondergli debolmente.
“E io sono terribilmente innamorata del mio migliore amico” gli rispondo e questa è la goccia che fa traboccare il vaso, perché in un istante Ian mi prende tra le sue braccia e mi stende sul letto, tenendomi saldi i polsi sopra la testa, mentre la sua bocca accarezza e bacia la mia pelle.
“Ripetilo…” mi dice mentre accarezza con l’ indice i palmi delle mie mani, ancora saldamente strette, e mentre le sua bocca si fa strada sul mio collo.
“Sono terribilmente innamorata del mio migliore amico” ripeto con il fiato spezzato per i brividi di piacere che quei baci sanno dare.
Lentamente lascia la presa dai miei polsi e porta le sue mani lungo i miei fianchi e divarico le gambe per farlo sistemare meglio e le lego intorno alla sua vita.
Lo sento sistemarsi mentre continua a lasciare scie di fuoco sul mio corpo e godo di quelle carezze che avevo sempre sognato.
“Non è un sogno” mi dice e passa le mani sotto la mia maglia per sfilarla via.
Sorrido per le sue parole. Forse ha ragione, non è un sogno.
Mentre le mie mani scendono lungo la sua cintura, le sue labbra si aprono e mordono dolce e anche in modo sensuale il mio collo e lì capisco che non è frutto della mia fantasia. Capisco che tutto quello è reale. Capisco che sto per fare l’ amore con lui e questa volta non sarà il mio solito sogno, no, sarà qualcosa di vero, di reale.
Mi mordo un labbro per il piccolo piacere che il suo morso sa darmi e istintivamente avvicino il mio bacino ancora di più al suo. Lo sento sorridere mentre le sue labbra si trascinano lungo la mia pelle.
Sento la mia pelle nuda a contatto che la sua mentre sfilo la sua maglia bianca, gettandola da qualche parte nella stanza.
Il suo petto, muscoloso e tonico è finalmente sopra il mio, minuto e delicato.
Mi fissa e poi scende per dedicare attenzione ai miei seni che sono ancora imprigionati nel reggiseno. Mi guarda un’altra volta chiedendomi il permesso di continuare a fare del mio corpo qualcosa di suo.
Istintivamente prendo una sua mano e la porto su un mio seno. La adagio lì e stringo la sua mano sul mio seno, chiudendo poi gli occhi per imprimere nella mia mente il ricordo di quel tocco. Di quella vicinanza.
Ma la sua mano non c’è più. Al suo posto ci sono le sue labbra. Quelle labbra che mi stanno facendo impazzire perché torturano i miei seni in modo dolce, portandomi vicino alla soglia del piacere. Stringo di più le gambe intorno alla sua vita e mentre gli accarezzo i capelli, intrecciandoli con le mie dita sussurro il suo nome.
“Ian…” dico cercando di farlo tornare su per slacciargli i pantaloni, dato che il bisogno di sentirlo è sempre di più.
Smette così di baciare i miei seni per tornare su ed occuparsi del mio viso.
Sei mia…” mi sussurra all’ orecchio e mi viene quasi da piangere. Non ho mai provato cosa volesse dire stare con lui in quel modo, ma solo ora capisco che è qualcosa che va aldilà di tutto, di qualsiasi aggettivo, di qualsiasi parola. Perché niente riuscirebbe a spiegare come lui mi fa sentire e di come fa vibrare la mia anima.
Mi stringo a lui, dolcemente e sento le sue mani accarezzarmi i capelli per poi scendere e aggrapparsi all’ elastico dei miei pantaloni. Si stacca da me per poterli togliere e non mi imbarazzo. Non mi vergogno per la mia nudità perché in questo momento penso solo ad amarlo.
Penso che lo sto amando nel modo che ho sempre voluto.
Vedo i miei pantaloncini cadere a terra insieme alle mie mutandine e sgrano gli occhi quando una sua mano si fa strada tra le mie cosce per risalire sempre di più e giungere all’involucro della mia intimità. Stringo il copriletto tra le mani e divarico le gambe maggiormente per accogliere quel piacere che mi sta donando. Cerco il suo sguardo e lo vedo mentre bacia dolcemente il mio inguine mentre la sua mano è dentro di me, mentre accarezza la parte più intima del mio corpo.
Le sue dita si muovono dentro e fuori e i brividi risalgono lungo la mia schiena mentre il mio bacino segue i movimenti delle sue mani ma Ian non mi lascia. Amplifica il piacere con la sua bocca e quando lo sento stringo di più, se possibile, il copriletto mentre con una mano accarezzo i suo capelli che solleticano il mio inguine.
Lo amo e non mi vergogno di questo amore.
Lo amo e non mi vergogno se lui in questo momento sta baciando la mia intimità ormai umida.
Non mi vergogno di essere così con lui.
Reclino la testa all’indietro quando sento di essere vicina al piacere. Mordo il labbro inferiore e finalmente mi sento libera.
Ian risale baciando la mia pancia e nuovamente i miei seni, per poi liberarli definitivamente dal reggiseno ed è in questo momento che i nostri occhi si incontrano.
L’ azzurro ghiaccio dei suoi occhi con il marrone cioccolato dei miei. E’ in questo momento che si fondono insieme.
Lo guardo con amore e in lui vedo tutti i miei sentimenti ricambiati.
Mi avvicino per baciarlo e quando tocco nuovamente quelle labbra, ancora leggermente umide della mia intimità mi sento bene. Lo amo così tanto che potrei morire.
Una sua mano raggiunge la mia e la porta all’ altezza della sua cintura.  Mi guida verso di lui e continua a fissarmi. Lo guardo leggermente impaurita.
E’ la prima volta che sono con lui in questo modo e ho paura di sbagliare.
Paura di fare qualcosa che non vada bene per lui, ma Ian sembra capire e mi bacia dolcemente. Mi bacia accarezzandomi la pancia.
E in questo momento prendo sicurezza, quella sicurezza che stavo per perdere.
Tolgo la cintura mentre continuiamo a cercarci con le labbra e sempre più decisa sbottono i suo pantaloni per poi abbassarli, liberandolo anche dagli ormai stretti boxer.
Le nostre lingue continuano a danzare così come le nostre mani che cercano di togliere via i suoi pantaloni, riuscendoci.
Ora siamo nudi, ognuno tra le braccia dell’ altro e riusciamo a sentirci, a volerci di più. Mi avvicino a lui ancora di più e poggio la fronte nell’ incavo del suo collo ispirando il suo odore e dandogli un leggero bacio sul petto, un bacio che forse lo ha eccitato di più perché accarezza i miei fianchi vogliosamente, mentre risale sui miei seni.
Inizia a muoversi sopra di me con dolcezza per poi allungarsi verso il resto del letto per prendere la giusta precauzione ma lo fermo.
“No…” gli dico a bassa voce. “ voglio sentirti” aggiungo abbassando lo sguardo per la timidezza. Dolcemente ritorna su di me e accarezza il mio viso, per poi baciarlo.
“Ti amo” mi sussurra all’ orecchio e per la prima volta in vita mia credo che il cuore possa uscirmi dal petto, tanto è il suo battito frenetico.
Vorrei poter rispondere ma non ci riesco, sono troppo emozionata per riuscire a dirgli quello che provo. Mi limito a baciarlo e a lasciarlo entrare dentro di me, divaricando le gambe ancora di più per poi muovermi insieme a lui.
Ed è quando lo sento dentro di me che capisco di amarlo ogni momento di più.
Ed è quando lo sento muoversi sopra di me che capisco che è l’ uomo della mia vita.
Ed è quando lo sento spingere dentro di me che capisco che non avrei mai abbastanza di lui.
Le sue spinte si intensificano attimo dopo attimo, così come i suoi gemiti che sembrano sempre più spezzati dalla frenesia del momento.
Stringo le lenzuola mentre il piacere cresce sempre di più, secondo dopo secondo, conducendo in quel paradiso che non avevo mai raggiunto prima di allora.
Sento il suo bacino premere contro il mio, quasi come volesse fondersi e stringo di più le mie gambe intorno a lui, assecondando ogni sua spinta, gemendo di piacere.
Gemendo in un modo che non avrei mai pensato di fare, supplicandolo di continuare, di non smettere perché io lo amo.
Ma la nostra danza arriva al culmine e veniamo travolti dal piacere estremo e mi avvinghio di più a lui, cercando riparo tra le sue braccia.
Ian è esausto e si lascia andare sul  mio petto, respirando sui miei seni ancora accaldati e gli accarezzo il viso, scansando i capelli incollato alla fronte velata di sudore.
Lo cullo come solo ora mi è permesso di fare.
Chiudo gli occhi e prendendo un bel respiro riesco a dirlo.
Riesco a dirgli ciò che tanto mi tengo ormai dentro da tempo.
“Ti amo…” gli dico accarezzandogli le spalle possenti.
Lo sento sorridere e accarezzarmi i fianchi per poi alzarsi e poggiarsi su un gomito mentre ancora è sopra di me.
Lo guardo negli occhi e capisco che non posso fare più a meno di lui, perché in un certo senso è l’aria che respiro.
Il suo volto si apre in uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto e lascio che la sua mano mi accarezzi il volto.
Ma il suo viso si avvicina al mio e mentre mi lascia un casto bacio sulle labbra sussurra qualcosa.
“Posso tenerti con me?”
E il mio cuore non riesce a reggere l’ ennesima dolcezza di Ian.
“Per sempre” gli rispondo lasciandomi guidare dal cuore e raggiungendo le sue labbra. Quelle labbra che sarebbero diventate mie. Per sempre. 

   
 
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