Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
Ricorda la storia  |      
Autore: MaggieMurdock    04/06/2012    11 recensioni
Henry, il figlio di Colin ha 10 anni e scopre qualcosa di cui fino ad allora non si era mai reso conto veramente..
(Solo un piccolo esperimento, che spero non sia fuori luogo :))
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao mie adorate :) 
Rieccomi qui..oggi ho voluto fare un esperimento, trattare la nostra coppia preferita da un punto di vista diverso..quello di Henry, il bimbo di Colin.  Vi dico solo di immaginarlo più grande, mentre ripensa ad un momento del passato che decisamente gli ha cambiato la vita. 
Spero che vi piaccia e anche di essere riuscita scrivere questa fic con gli occhi di un bambino, quello era un po' il mio intento, ecco :)
Buona lettura e se non vi fa troppo schifo, lasciatemi una recensione eh! Ci terrei a sapere cosa ne pensate :D 
ps. Il titolo, come avrete già capito è ispirato al tatuaggio sul petto di Colin <3


Il mio papà non è mai stato come gli altri.

Ora che sono più grande lo so, prima non capivo bene di cosa si trattasse, ma sapevo che c'era qualcosa.

Me ne accorgevo quando mi accompagnava alla scuola materna e le mamme degli altri bambini lo squadravano dalla testa ai piedi.

Avevano uno strano sguardo, gli occhi luccicanti, lo ammiravano e qualcuna si avvicinava timidamente con in mano foglietti bianchi, strappati dai quaderni dei figli e mio padre li firmava gentilmente con un sorriso imbarazzato.

Perchè una madre dovrebbe strappare il quaderno dei figli? Per una firma di mio padre poi? Io ne avevo a bizzeffe sul diario e non mi sembravano così speciali, erano scarabocchi incomprensibili..

E poi le maestre non si arrabbiavano mai con i miei amici, anche se avevano i quaderni in disordine per via di tutti quegli strappi.

Per un periodo pensai che certe donne fossero proprio strane!

Anche i miei compagni lo erano, a dire il vero, mi facevano sempre delle domande su mio padre e non capivo per quale ragione..per me era solo mio padre.

Quello che mi portava al parco per giocare a calcio, che mi preparava la cena, mi faceva il bagno e mi rimboccava le coperte la sera.

Solo, non lo vedevo così spesso come volevo, era sempre molto impegnato con il lavoro e io passavo molto tempo con mamma e i nonni.

Ci rimanevo un po' male le domeniche sere quando mi salutava, promettendomi di venirmi a riprendere presto, perchè poi passavano anche due mesi senza che succedesse e io non sapevo per quale motivo.

A me piaceva stare con lui, mi faceva divertire, mi proteggeva e mi coccolava tanto.

Mi rendeva felice passare il tempo con lui e James e non sapevo perchè fosse sempre così poco.

Aveva provato a spiegarmelo, aveva cercato di dirmi che faceva un lavoro particolare, ma io non capivo bene di cosa si trattasse perchè papà usava parole che non capivo anche se facevo finta di sì..cos'era un film? Mamma mi faceva vedere i cartoni animati, per me erano l'unica cosa che in tv avesse fascino.. quei colori, quei personaggi strani, gli eroi e i cattivi e il bene che vinceva sempre. Anche di quelli alcune cose non riuscivo a capirle, però ero incantato, sembrava tutto così diverso da quello che vedevo tutti i giorni!

Poi crescendo ho cominciato a fare mille domande e papà era molto paziente, cercava di rispondere a tutte e di tranquillizzarmi su ogni particolare.

Mi fece vedere anche alcune scene dei suoi film.

E ora lo so, che è un attore, che recita, che le mamme degli altri bambini erano semplicemente fan che gli chiedevano un autografo. A quanto pare la firma di mio padre, che a me sembrava come quella di tutti gli altri se non peggio, era molto speciale.

Ho cominciato a rendermi conto che anche i signori con le macchine fotografiche erano molto interessati a lui, ad ogni suo piccolo movimento, che il posto di lavoro di papà cambiava ogni sei mesi – un anno e invece quello dei genitori degli altri era sempre uguale. Avvocati, medici, manager, lavoravano in grandi uffici e si mettevano in macchina la mattina presto per raggiungerli.

Il mio invece a volte prendeva l'aereo per andare a lavorare...era strano.

Poi ho capito che andava sui set, e che erano sempre diversi e in posti anche molto lontani l'uno dall'altro.

Insomma, adesso ho tutto molto più chiaro.

E ho accettato la cosa, così come la situazione tra i miei genitori.

Anche diversi dei miei compagni hanno la mamma e il papà divorziati, purtroppo non sempre le cose vanno per il verso giusto.

Questo è un altro aspetto che, appena sono stato in grado di capirlo, mi ha fatto riflettere molto.

Papà mi spiegava che lui e la mamma non andavano più d'accordo e litigavano di continuo, quindi avevano deciso di separarsi.

A volte succede, non è colpa di nessuno e le conseguenze sono inevitabili.

Però, anche se loro non vivevano insieme, ci sarebbero sempre stati per me, non mi avrebbero mai lasciato perchè ero la persona più importante del mondo per loro.

E a me questo faceva stare meglio, perchè effettivamente, anche se purtroppo non lo vedevo quanto avrei voluto, papà mi dimostrava in tutti i modi di volermi bene.

E si vedeva che era sincero. Aveva un bel sorriso quando veniva a prendermi, mi sollevava in aria e mi faceva fare l'aeroplanino e io ridevo, ridevo tanto forte che temevo di farmi pipì addosso. Però non succedeva mai, per fortuna.

Poi mi stringeva tra le braccia e con una voce dolce mi diceva che gli ero mancato e che era felicissimo di vedermi.

E io non l'avrei cambiato con nessun'altro, il mio papà, per me era il migliore e volevo essere come lui.

Alla fine ho capito soprattutto che anche se non avevo una vita ordinaria, ero fortunato, perchè i miei parenti si prendevano tutti cura di me e non mi mancava mai niente. A scuola ci hanno anche spiegato che tanti bambini non avevano più i genitori, che alcuni non avevano neanche una casa e dei vestiti, né cibo, né dei giocattoli.

L'ho raccontato anche a papà, perchè c'ero rimasto male e mi sentivo in colpa e lui mi ha detto che purtroppo alcuni sono meno fortunati di noi e che quindi li dobbiamo aiutare.

Mi ha detto che lui lo faceva e che anche io avrei dovuto, che l'altruismo è un valore importante e non si deve mai dimenticare di trattare gli altri come noi vorremmo essere trattati al loro posto.

E io questo l'ho capito subito.

A 10 anni pensavo di non avere più domande riguardo alla mia situazione familiare, ma un giorno ho scoperto che c'era un'altra cosa.

Fino a quel momento m'era sembrata insignificante, poi invece ho capito che non lo era.

Successe un giorno d'estate, ero a casa di papà e giocavo con lui e James ai videogames.

Io sono bravissimo, ma a volte lascio vincere James perchè se no ci rimane male e mi dispiace vederlo piangere. Lui è il più grande, ma so che ha dei problemi di salute e quindi in parte è meno fortunato di me. Come mi ha insegnato papà, cerco di avere dei riguardi particolari verso di lui e anche se sono più piccolo lo proteggo sempre e lo aiuto.

Per me è un fratello vero, anche se abbiamo mamme diverse, l'ho sempre considerato tale e gli voglio tanto bene. Non sopporto quando gli altri bambini lo prendono in giro, forse i genitori non hanno spiegato loro che non è giusto tanto bene quanto i miei l'avevano spiegato a me fin da piccolo.

Quella volta James aveva appena superato un livello difficile e io e papà ci stavamo complimentando con lui, quando abbiamo sentito suonare il campanello.

Era Jared, un amico di papà. O perlomeno, io avevo sempre pensato così.

M'è sempre stato simpatico, l'ho sempre visto fin da quando ero piccolo. Ha gli occhi gentili, tratta bene me e James e gioca sempre con noi anche quando c'è da sporcarsi e papà brontola.

Ride a crepapelle, si butta per terra con noi e si lascia torturare da me e mio fratello in tutti i modi.

E' come uno zio.

Mi ha conquistato fin dal primo giorno quando mi ha portato una macchinina con il radiocomando che desideravo da mesi e che papà non mi aveva comprato.

Era bellissima, rossa, con gli sportelli e il tettuccio che si aprivano e andava velocissima!

Non sapevo come avesse fatto a sapere che la desideravo così tanto, ma quando ho aperto il pacco e l'ho vista non mi sembrava vero.

Papà ha alzato gli occhi al cielo e poi ha sorriso, forse si erano messi d'accordo perchè me la regalasse lui o forse aveva semplicemente fatto buon viso a cattivo gioco.. non lo sapevo, l'unica cosa che mi interessava era quella macchinina stupenda.

Da allora, ad ogni compleanno e natale, i regali di Jared erano sempre tra i migliori, zia Claudine ad esempio mi regala vestiti e quelli a me interessano poco, di solito i complimenti li lascio fare a mamma o a papà.

Quel giorno comunque, Jared si è seduto sul tappeto con noi e ci trattava come sempre, con il solito entusiasmo e il solito bel sorriso che gli illumina il viso tutte le volte che ci viene a trovare. Ci ha abbracciato forte e sembrava tutto il come al solito.

Abbiamo giocato un po' e abbiamo riso insieme di papà perchè non riusciva a far uccidere il mostro a Super Mario. E' buffo quando usa i videogiochi, di solito fa meno punti di tutti, però non se la prende mai.

In compenso a giocare a calcio è il migliore però, fa sempre gol!

Ad un certo punto papà e Jared si sono alzati, raccomandandoci di rimanere tranquilli mentre loro andavano in cucina a preparare la merenda.

Avevo fame, in effetti, e di solito quando c'era lo zio si mangiavano i pancakes e io li adoro.

Io e James ne mangiamo sempre tantissimi, con sopra il gelato.

Solitamente ubbidivo a papà, perchè se vuole sa anche essere severo e non mi piace essere sgridato da lui.

Però quella volta volevo il gelato di fragola invece che al fiordilatte come al solito quindi mi sono alzato per andare a dirglielo.

Mi sono fermato sulla porta, con gli occhi sbarrati.

Non l'avessi mai fatto, tutta colpa di quello stupido gelato!

Ho visto una cosa che non dimenticherò mai. Papà e Jared. Che si baciavano. Sulla bocca.

Papà appoggiato al mobile della cucina e Jared che lo abbracciava. E si baciavano.

Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire, speravo solo che non mi vedessero ma non riuscivo a muovermi.

Ero pietrificato, con una mano sullo stipite e mi sentivo mancare il fiato.

Non capivo cosa stesse succedendo, volevo solo smettere di vedere, volevo che quella scena sparisse.

Sapevo che papà voleva bene a Jared, ma.. cosa stavano facendo? E perchè?

La mia testa era affollata di domande a cui non potevo dare risposta, non feci altro che rimanere lì in piedi a fissarli, finchè papà non aprì gli occhi e mi vide.

Henry! - disse solo, con tono sorpreso e io scappai via, vergognandomi come un ladro e andai a rifugiarmi in camera.

Non seppi cosa accadde, non volevo parlare, per quanto papà continuasse a bussare alla porta io non aprii.

M'ero chiuso dentro e lì avevo intenzione di rimanere.

Papà continuò a chiamarmi, insieme a Jared, ma io ero arrabbiato e non li ascoltai.

Mi avevano spiegato tutto anni prima, zio Eamon era sposato con un uomo perchè si amavano e non potevano vivere l'uno senza l'altro.

Io lo avevo accettato, avevo capito che esistono tanti tipi di amore e che tutti vanno rispettati e considerati uguali, che si tratti di uomini e donne, parenti, amici e persone dello stesso sesso.

Il marito di zio Eamon era una brava persona, sempre attento e premuroso sia con me che con James, si vedeva che ci voleva bene e io ne volevo a lui.

Li avevo visti anche scambiarsi abbracci e baci e non mi avevano colpito così tanto.

Non riuscivo a capire perchè non riuscissi ad accettare che papà facesse lo stesso, non lo sapevo proprio cosa in quella scena mi avesse tanto turbato.

Rimasi sdraiato sul letto a pensarci, cercando di dare un senso a tutto.

Ero abituato a vedere papà con delle ragazze, diverse, e quindi avevo pensato che fosse quella la sua identità.

E poi era stato con mamma, non mi aveva mai sfiorato un attimo il dubbio che le cose stessero in un altro modo.

Anche se lui e zio Jared erano molto vicini io pensavo, anzi ero convinto, che fossero amici.

Forse era più il fatto di averlo scoperto in quel modo ad avermi dato fastidio, non credevo che papà mi nascondesse qualcosa.

Io gli dicevo sempre tutto e lui invece..da quanto tempo si portava addosso quel segreto?

Alla fine, quando lo sentii chiamarmi con voce rotta dal pianto, quando era ormai ora di cena, decisi di aprirgli la porta.

Era sempre mio padre, forse dovevo semplicemente lasciarlo parlare e lui magicamente avrebbe risolto le cose, come riusciva a fare ogni volta.

Me lo trovai davanti, con gli occhi lucidi e anche a me veniva da piangere..solo che non ci riuscivo.

Davanti al suo viso triste, avrei voluto saltargli al collo e dirgli che mi dispiaceva e mi ero pentito di aver reagito male.

Però sapevo anche di aver bisogno di una spiegazione.

Andai a sedermi sul letto e lui si mise accanto a me.

Abbassai gli occhi verso i miei piedi, in attesa.

Henry.. - lo sentii dire di nuovo, con una voce flebile e rammaricata - Mi dispiace, non volevo che lo scoprissi così. Mi dispiace anche di non averti detto niente prima, ma non ero sicuro che fosse la cosa giusta da fare e non sapevo se avresti capito.. Non era mia intenzione ferirti..io volevo proteggerti. Però mi sono reso conto che ho sbagliato, forse avrei dovuto dirtelo subito, sei un bambino intelligente e ti ho già spiegato che a volte capita che due uomini o due donne si innamorino..giusto? -

Annuii meccanicamente, senza parole.

In fondo hai visto anche zio Eamon da quando sei piccolo, io.. io sono stato uno stupido a mentirti.. spero che mi potrai perdonare.. -

La sua voce era sempre più disperata e non mi accorsi delle lacrime che iniziarono a scendermi lungo le guance.

Io e Jared ci amiamo veramente.. quanto lo zio Eamon e suo marito..anche se non siamo sposati. Sono tanti anni che stiamo insieme e.. -

Lui è il tuo fidanzato? - chiesi con un filo di voce.

Papà rimase sorpreso, poi riprese a spiegare – Sì, esatto.. -

Va bene, io questo lo capisco.. però.. allora tutte quelle donne? -

Vedi.. mi è servito molto tempo prima di capire che ero innamorato di Jared e che volevo stare solo con lui...-

Quindi..non eri innamorato di mamma? - dissi in un soffio, sentendomi il cuore in gola.

L'idea mi terrorizzava, mi sembrava che la mia vita avesse cominciato a somigliare ad una grande bugia...per un attimo persi ogni certezza.

Finchè papà non mi tranquillizzò rimasi quasi in apnea, come sull'orlo di un burrone.

Io e tua madre non andavamo d'accordo Henry, ma all'inizio certo, ero innamorato di lei.. E non voglio che pensi che tu e James siate stati un errore, assolutamente! Siete le persone più importanti per me ed il regalo più bello che abbia mai ricevuto.. voi siete la mia gioia e la mia salvezza..vorrei che te lo ricordassi sempre.. io..finchè non ho conosciuto Jared non avevo mai provato dei sentimenti per un uomo..ma lui.. lo sai è una persona speciale.. è meraviglioso anche con te e James e mi ama sinceramente, ne sono assolutamente sicuro.. -

Allora perchè non mi hai detto niente? Io ti racconto sempre tutto papà, non pensavo che mi nascondessi le cose.. -

So che sei deluso.. - mi interruppe – e ti giuro che era l'ultima cosa che volevo..purtroppo è successo, ma vedi..anche papà è umano e a volte sbaglia come tutti gli altri.. ti prometto che non ti nasconderò mai più niente della mia vita.. -

Ti perdono.. - dissi asciugandomi una lacrima.

Papà mi strinse forte, accarezzandomi i capelli, il suo abbraccio era forte e pieno d'amore, come sempre.

Sentii di potermi fidare di nuovo, che potevo perdonarlo.. finalmente capivo le sue ragioni, anche se avevo solo 10 anni sapevo riconoscere le bugie quando mi venivano dette e lui non stava mentendo.

Era sincero, come era sempre stato fino a quel momento.

S'era innamorato di un uomo, non c'era niente di male in questo e io dovevo accettarlo.

Jared era importante anche per me e ad un certo punto capii: lui rendeva felice mio padre.

Mi passarono davanti tutte le immagini dei momenti trascorsi insieme, le loro risate, i loro scherzi, il prendersi cura di me e mio fratello..erano le uniche cose di cui mi era importato fino ad allora. Non mi ero mai accorto del modo in cui si guardavano o forse, più semplicemente, non ero stato in grado di capirlo.

All'improvviso mi apparse palese, non lo avevo mai visto sorridere così con una donna da tanti anni, quando erano insieme era come se si capissero sempre, come se non potessero fare a meno l'uno dell'altro.

Sorrisi timidamente, senza dire nulla, ma sapevo che papà avrebbe capito dal mio sguardo.

Mi abbracciò di nuovo, ancora più forte e finalmente mi sentii meglio.

James e Jared fecero capolino dalla porta, anche loro dovevano averne discusso a giudicare dagli occhi lucidi di entrambi.

Non sapevo come Jared fosse riuscito a spiegarlo a mio fratello, ma James ha il cuore limpido, non conosce la cattiveria e nonostante i suoi problemi è molto più aperto di tanti altri bambini.

Si avvicinarono e mentre papà prese James sulle gambe per coccolare anche lui, Jared fece lo stesso con me.

Mi guardò con i suoi occhi luminosi e mi disse solo: Ti voglio bene. -

In quel momento seppi che non era cambiato niente.

E che l'amore è davvero la forza più grande che esista al mondo, in qualsiasi modo ci si presenti davanti.

 

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto / Vai alla pagina dell'autore: MaggieMurdock