Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones
Segui la storia  |      
Autore: Esca    04/06/2012    2 recensioni
Londra di notte,
ti sorprende.
E ti fa scoprire cose
stupende.
Che carina questa "poesia" :'3
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Il sole era già calato da un pezzo. Fitta e leggera pioggia scrosciava sulla vernice nero metallico del taxi.
Niente ombrello, niente riparo.
Partita con l’intenzione di una bella vacanza a Londra, mi ritrovai alle due di notte tutta bagnata, in un taxi nero senza un minimo di riscaldamento.

-Sei arrivata.

La voce tuonante dell’autista mi rimbombò nella testa. Era un modo gentile per dirmi di scendere dalla macchina e prendere i bagagli.
Aprendo lo sportello della macchina mi fermò e mi pose un ombrello, non disse una parola, sorrise leggermente ed io ricambiai. Non era un uomo di molte parole.

Quindi scesi e mi trascinai dietro i miei bagagli, mi riparai con l’ombrello e non feci in tempo a ringraziarlo che lui era già partito.

Le mie scarpe erano diventate laghetti i miei capelli erano cascate immense e i vestiti le rocce bagnate.

I miei passi si posavano su le pozze, il rumore delle ruote della valigia era coperto dal ticchettio della pioggia che suonava ovunque. Mi avvicinai alla porta di una casa, era molto bella, ma in quel momento non riuscivo a vederla.
In quel momento desideravo solo entrare in quell’enorme casa.
Infilai la chiave dentro la toppa della porta, era molto dura quindi continuai a girare, finché non mi si ruppe. Guardai la chiave rotta e insultai tutto ciò che mi circondava, ora cosa potevo fare? Non ebbi tempo di rispondere alla domanda che la porta si aprì.
Un ragazzo, biondo, mi si presentò davanti in mutande, in mano una mazza di legno.

La sua faccia era molto assonnata ma il suo sguardo era fisso su di me, non sapevo cosa dire, cercavo di parlare ma emettevo solo parole senza senso pronunciate con un filo di voce, per fortuna la sua interruppe quei lamenti.

-Chi cazzo sei?

-Io dovrei essere la coinquilina di questa casa, il proprietario mi aveva detto che ero sola, ma vedo di no.

-Questa casa è nostra.
Appoggiò la mazza a terra capendo che non ero una minaccia.

-Questa non è la 2B?

-No.
Rimasi disorientata e ferma davanti a quella porta, senza aprire bocca. Appoggiai il mio culo tutto bagnato su lo scalino di casa e mi misi una mano fa i capelli, lui mi guardò un po’, poi si avvicinò al mio viso.

-Puoi restare un po’ da noi se non è un problema.
Lo abbracciai istintivamente, lui mi sorrise ed io corsi dentro casa.
Mi diede la buonanotte e salì le scale, io mi levai i vestiti bagnati, mi misi un pigiama comodo e sprofondai su quel divano così accogliente e soffice.

La luce che oltrepassava il vetro della finestra mi accecò. Mi svegliai stropicciandomi gli occhi, così vidi il ragazzo che mi aveva ospitato, mi alzai poggiandomi su i gomiti.

-Buongiorno.
Lui si voltò e sorrise.

-Buongiorno, ora ti presento il resto dei coinquilini.
Mi si presentarono davanti altri tre ragazzi.

-Io sono Brian, lui è Bill, lui è Keith e lui Charlie.
Gli sorrisi tirando indietro i capelli

-Io sono Mercy.
Stavo diventando rossa in viso, non capita tutti i giorni di trovarsi davanti quattro ragazzi in mutande, e poi quei nomi mi erano famigliari.

I quattro sparirono in cucina ed io immersi la faccia nel cuscino dalla vergogna, dopo poco dei passi si avvicinarono a me. Aprii un occhio, davanti apparvero grandi labbra sorridenti.

-Ciao io sono Mick
Risposi con certo imbarazzo.

-Io sono Mercy…
Anche lui andò in cucina. Decisi di raggiungerli, non mi sembrava carino restare a dormire lì mentre mi avevano ospitato, però con calma eh!
Levando le coperte e riflettendo un attimo mi accorsi di una cosa.

-MA QUELLI SONO I ROLLING STONES!

Mi schiantai al suolo tirando via tutte le coperte. Mi resi conto che il mio pigiama non era tanto adatto, una canottiera bianca e le culotte rosse, ma non potevo fare niente quindi cercai di non farlo notare troppo.

Mi misi vicino a Brian e accavallai le gambe, Keith mi portò la colazione.
-Ow, grazie mille.
Sorrisi e lui fece lo stesso. Mi domandai come facessero a ospitare un’estranea, così su due piedi. E come essendo famosi non si fossero preoccupati che io divulgassi la notizia per Londra.

Dopo aver fatto un giro di telefonata a uffici e cose varie, scoprii che il proprietario della casa accanto, la quale mi era stata data in affitto, non sarebbe tornato entro la fine del mese quindi mi sarei dovuta organizzare da sola.

Tornai in cucina, da cui ero scappata per telefonare, anche se avevo iniziato a prendere molta confidenza con loro.

-Mercy che succede?
Brian mi si avvicinò.

-È che il proprietario della casa non torna per un po’ e non mi può dare le chiavi quindi mi devo arrangiare.
Fu scontato che mi accolsero.

-Ma resta da noi quanto ti pare!
A quelle parole saltai in braccio a Brian e lo abbracciai, la sua mano si stava abbassando un po’ troppo e gli diedi una paca sulla testa, scesi dalle sue braccia e tutti mi vennero a far festa. Erano così carini, tanta confusione per così poco.
Bill mi guardò.

-Se rimani con noi stasera vestiti bene che si va a ballare.

-Ovvio.
Gli sorrisi e ci mettemmo tutti e sei su quel divano, che doveva essere il mio letto a parlare.

Nota: Tutti questi capitoli saranno ispirati da Eon che anche se non è su Efp mi aiuta. Ciao EON <3 (leggerà questa storia) :B
Ammetto di amare Brian Jones ma anche Keith e Mick.
Vi siete goduti la lettura?
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones / Vai alla pagina dell'autore: Esca