In questo mondo non esistono coincidenze, esiste solo l'inevitabile

xxxHOLiC

Himitsu Monogatari

~ Prima ~

Odore di ciliegio, Tokyo in fiore.

Amavo la primavera da sempre, forse perché i petali di ciliegio che ondeggiano nell'aria mi mettono allegria, o forse perché invitare Himawari a pranzare con me diventa più facile con la scusa di questa primavera sfarzosa e profumata, che contagia tutti con questa voglia irrefrenabile di stare all'aria aperta. Senza contare che ieri era il mio compleanno e il giorno dopo è sempre più piacevole. Non pensate male, stare con i miei amici è divertente e piacevole, ma non riesco mai a sopportare l'espressione addolorata di Yuko, che nonostante il suo impegno ormai non riesce più a nascondermi il suo dispiacere nel non potermi fare un regalo. Ma io la capisco, infondo chi più di noi due può capire quali conseguenze ha un oggetto dato senza un equo pagamento? Non gliene faccio una colpa e non lo farò mai.

« Sono tornato ... »

« Watanuki!»« Watanuki!»

« Maru, Moro sono tornato»

« Bentornato a casa!»

Guardai le due ragazzine senza anima, obbligate a vivere in quel negozio da quando sono state create con un misto di dolcezza e affetto, ormai mi ero abituato perfettamente a quella routine che si ripeteva quotidianamente, mi era più facile pensare che quella fosse la mia casa.

« Yo Watanuki!»

Una pallina nera mi saltò addosso d'improvviso, Mokona, probabilmente possiede una sorta di abilità per riuscire a sorprendermi sempre quando mi viene incontro, non riesco mai a capire da che parte colpirà e ogni volta vengo travolto da quell'ammasso di pellicciotto. Staccai con fatica l'esserino poggiandolo a terra.

« Yuko si sta preparando, ha detto di fare il the verde con il riso soffiato, oggi c'è un cliente...»

« Ah, capisco»

Lasciai le scarpe in ingresso, per andare velocemente verso la cucina. Dovevo assolutamente sbrigarmi a mettere l'acqua nel bollitore e tirare fuori il servizio da the all'occidentale, con le farfalle, che Yuko predilige per i suoi clienti. Una volta disposti gli utensili e messa l'acqua sul fuoco, decisi di cominciare a pensare al posto dove avevo nascosto il the con il riso soffiato, Mokona ne è ghiotto, quindi per evitare che lo finisse tutto ero stato costretto a nasconderlo nei meandri più alti della cucina sperando che non lo avesse trovato. Mi alzai su una sedia arrivando all'ultimo scaffale di una delle credenze della cucina andando cosi a spulciare in mezzo a vari barattolini di ingredienti vari il the che stavo cercando. Era rinchiuso in una scatolina di metallo decorata di farfalle.

« Mokona, hai toccato tu il the?»

Domandai spazzientito, l'acqua stava per bollire e io ancora non avevo trovato il the.

« Io non ho toccato nulla! L'hai nascosto ricordi?»

Rispose saltellando qui e li quell'esserino a forma di qualcosa simile a coniglio con fare furbetto.

« Non toccare i dolcetti»

« Ma ma, come hai fatto a vedermi?»

« Non mi serve vederti, ti conosco!»

« Cattivo Watanuki! Non ti fidi di me, con questo faccino non potrei mai rubare i tuoi buonissimi e dolcissimi e …. CHOMP»

« I DOLCETTI!!»

Mi girai di scatto afferrando qualcosa di sconosciuto nella credenza e finii con il perdere l'equilibrio schiantandomi per terra.

« MOKONAAAAAA»

La piccola peste pelosa saltellò via dalla cucina lasciandomi dolorante per terra con l'unica consolazione di essermi trascinato per terra la confezione di the che stavo cercando. Sospirai rumorosamente alzandomi mentre mi contorcevo cercando di massaggiare la schiena che era finita precisa precisa sul legno del pavimento.

« Dannazione che male...»

Il bollire dell'acqua e il fischietto del bollitore mi riportarono alla realtà, cosi velocemente misi l'acqua dentro ad una teiera dosando la perfetta quantità di the da mettere in infusione per far si che la bevanda divenisse una degna del negozio che esaudisce i desideri.

Misi sul vassoio i dolcetti con il the e le tazzine mi diressi verso la stanza dove Yuko era solita ospitare i nuovi clienti, a meno che non fossero creature di altri mondi, solitamente è sempre la stessa, riconoscibile poi dal pubblico nascosto dietro ai pannelli scorrevoli ricoperti di pregiata carta di riso.

« Sempre a spiare state»

Maru, Moro e Mokona, mi guardarono imbronciando il viso, come a volermi ricordare che di solito facevo parte del gruppetto di curiosi, ma oggi sembrerebbe che debba fare da spettatore ufficiale.

« La ringrazio per la sua ospitalità, ma io non so neanche perché sono qui...»

« Sei qui perché era inevitabile, questo è l'hitsuzen, al nostro mondo non esistono le coincidenze...»

La donna davanti a Yuko rimase per un attimo ferma sulle sue, sembrava semplicemente stupita e quasi impaurita da tale affermazione, ma Yuko era solita fare questa uscita ad effetto per mettere in soggezione in clienti. Versai il the ad entrambe, approfittando dell'occasione per osservare la donna. Aveva si e no una quarantina d'anni, ma la sua bellezza era incredibile, aveva dei lunghissimi capelli di colore nero che le mettevano in risalto il bellissimo volto di un bianco color perla e qualche piccola ruga d'espressione sulla pelle visibile solo da molto vicino le dava un aspetto ancora più elegante.

« Questo... è un negozio che permette di esaudire desideri, tu ne hai uno, vero?»

« Io... credo di si»

« Dimmi pure e chiamami Yuko...»

« Ecco Yuko. Mia nonna è morta di recente e in eredità mi ha lasciato un kimono di inestimabile valore, è fatto di una seta pregiatissima che hanno valutato oltre i 10 milioni di yen per il suo incredibile valore... Senza contare che è il kimono con cui mia nonna si è sposata.... Eppure....»

La donna stringevae i pugni con fare preoccupato andando a guardare Yuko.

« Eppure, sono diversi giorni che la notte sento rumori strani in casa e la mattina quando vado a controllare il Kimono durante la notte è stato rimosso dalla scatola... E come se non bastasse... ogni giorno è in un posto diverso, sempre più vicino alla mia camera da letto...»

Rabbrividii al racconto, ricevendo cosi una gomitata da parte di Yuko, nel fianco sinistro.

« Hai qui con te il Kimono?»

« S-si...»

« Bene lasciamelo, se ne occuperà Watanuki»

Sobbalzai, perché queste cose toccavano sempre a me?

« Per il pagamento devi darmi lo specchietto lavorato a mano a forma di farfalla che hai nella borsa, questo basterà, infondo è di grande valore per te, o sbaglio?»

La donna sembava quasi stupita nel sentire quella frase, probabilmente non si aspettava che Yuko fosse a conoscenza di quello specchietto nascosto nella sua borsa.

« Si è un regalo di mio nonno, marito di ma nonna... la proprietaria del kimono»

« Perfetto, per il kimono torna fra un paio di giorni... »

« Si»

« Watanuki accompagna la cliente fuori, abbiamo finito»

Mi sorrise Yuko mentre io eseguivo gli ordini. Mi assicurai che uscisse dal negozio ringraziandola per averci fatto visita e rassicurandola sulla buona riuscita di qualsiasi cosa avessi dovuto fare. Sospirando poi tornando dentro. Avevo quasi paura a sentire quello che mi avrebbe detto di fare Yuko....

Ringrazio chiunque sia arrivato a leggere questo piccolo grazie commosso.

Sono molto eccitata, questa è la mia prima fan fiction e spero che sia piaciuta!

Prometto che scriverò il seguito il prima possibile!

Se avete voglia scrivetemi pure che ne pensate! Sarò felice di accettare anche critiche costruttive che mi permetteranno di migliorare >__<