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Autore: Wildheart    22/12/2006    4 recensioni
[Roar] Un telefilm che in pochi hanno visto e che purtroppo ha avuto vita breve. Heath Ledger interpretava Conor, un giovane guerriero celtico alla soglia dei vent'anni ma col comando di una tribù già sulle spalle. Famiglia sterminata, moglie uccisa... Riuscirà Conor a vedere oltre la vendetta? Riusciranno i nuovi legami a riportargli la dolce serenità del tempo passato?
Io non sono un tipo smielato, ma è Natale e questa storia (scritta diversi anni fa) ha tutta l'aura di antico, magico e dolce, che il 25 dicembre mi suggerisce! Ah, per inciso, non parla del Natale!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ROAR

Il sole sorgeva sulle lontane colline dell'isola. Gli intricati rami degli alberi, davano una percezione della luce molto frammentaria.

Aylin si fece schermo con una mano per proteggere gli occhi dai raggi del sole. Era stata la prima ad alzarsi: nemmeno Fergus l'aveva battuta.

Poi i suoi occhi furono attratti da un'ombra tra gli alberi e le sue orecchie da un fruscio di foglie. Aylin puntò la freccia in direzione dell'ombra e tese l'arco. Dal fitto del bosco uscì un ragazzo con arruffati capelli biondo chiaro e fieri occhi di un marrone scuro e brillante. Indossava una tenuta da battaglia, con pantaloni di pelle ed una sorta di corazza nera senza maniche, allacciata sul davanti e dotata di borchie sulle spalle e sul petto. Sul dorso della mano destra aveva raffigurato un simbolo circolare: il simbolo delle tre età dell'uomo. Sul braccio sinistro s'intravedeva un altro tatuaggio celtico che sembrava un bracciale, mentre al collo indossava il tipico ornamento di rame dei guerrieri.

Aylin incrociò il suo sguardo e abbassò l'arco. Era Conor, il capo della tribù a cui apparteneva; colui che le aveva dato la libertà facendole dimenticare i suoi giorni da schiava. Aylin notò che la spada di Conor era nel fodero e al suo posto brandiva un mazzo di fiori selvatici.

La ragazza ricordò quanto Conor tenesse a quella spada: era l'unico ricordo che suo padre gli aveva lasciato, assieme all'ideale di riunificazione di tutte le tribù dell’isola, nella speranza di sconfiggere una volta per tutte i Romani invasori, capeggiati dalla lasciva e perfida regina Diana e da Longino, l’uomo del mistero, l’uomo che aveva stretto nella propria mano la lancia che era affondata nel costato di Cristo e l’uomo che con la sua terribile e occulta maledizione aveva diffuso il male ovunque avesse posato i propri piedi .

Conor aveva ereditato entrambe le cose da suo padre e adesso, con quella spada combatteva contro i Romani, tentando di creare un'unione dei clan.

Ma questa idea sembrava destinata a rimanere soltanto un bel sogno.

<< Aylin, non dormi? >> disse Conor avvicinandosi a lei.

La ragazza lasciò che diminuisse la distanza che li divideva e rimase ferma, mentre lui guardava i suoi magnifici occhi celesti.

<< Pensavo di essere stata la prima ad alzarmi. Dove sei stato? È pericoloso girare di notte da soli. Fergus poteva venire con te… >>

Conor sorrise e sembrò che una luce lo illuminasse da dentro. Prese tra le dita il mento di Aylin e le porse i fiori: << Sono stato a prendere questi per te. >>

Lei prese i fiori poggiando la sua mano su quella del ragazzo: << Lo potevi fare anche di giorno.>>

Conor la fissò per un po’. Aylin sentì accelerare i battiti del cuore.

<< Oggi è l'anniversario della loro morte. Del giorno in cui tutti i miei familiari furono trucidati dalle truppe di Longino. >> disse il ragazzo.

<< Sei andato alla tomba dei tuoi genitori? >>

<< Si. Per ora Longino non l'ha profanata. Ma giuro sul mio onore che se lo farà… >>

Aylin scosse la testa: << Conor. >>

Lui si bloccò e la guardò.

Aylin continuò: << Hai ragione. Ma vorrei che tu sapessi una cosa. >>

La ragazza prese una mano di Conor e la poggiò sul petto del ragazzo, all'altezza del cuore.

Conor poteva percepire il calore della mano di Aylin, delicatamente poggiata sulla sua e il battito del suo forte cuore guerriero, che in quel momento sentiva così fragile.

<< Conor. Voglio che tu sappia, che qualsiasi cosa possa accadere alla tomba dei tuoi genitori, il loro spirito in realtà si trova in te. Nel tuo cuore. La tua vita e i tuoi ricordi sono legati a loro. >>

Conor fissò i grandi occhi celesti di Aylin e pensò di avere di fronte una dea, un angelo che era venuto per guidarlo. Poi sentì che Aylin gli prendeva la mano e la poggiava sul suo petto.

<< Tu rimarrai legato a loro come io lo sono a te dal momento in cui mi hai liberata.>>

Conor percepì il battito della ragazza e capì che il suo cuore era come i suoi occhi: puro e trasparente. Vedendola sorridere, ricambiò il gesto; poi si avvicinò a lei e l'abbracciò affondando il viso nei suoi morbidi capelli e chiuse gli occhi per imprimere nello spirito tutta la dolcezza e il calore che la ragazza gli stava donando in quella stretta.

Era grato ad Aylin: da quando erano morti i suoi familiari, aveva creduto di provare solo odio e desiderio di vendetta. Quella ragazza invece, era riuscita a salvare il suo più grande sentimento: l'Amore.

   
 
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