Salve gente, piccola premessa.
Avendo sempre
scritto solo di One Piece, ho considerato questa fic una specie di
esperimento che ho finito a gennaio di quest'anno. Inoltre devo avvisare di
un'incongruenza col bellissimo manga di Takehiko Inoue: essendo questa fic
ambientata al terzo anno di Hanamichi, avrei dovuto perdere quasi tutti i
personaggi della storia e aborrendo una cosa del genere, visto che adoro Mitsui,
Akagi e il mitico Miyagi, ho completamente scardinato l'ordinamento scolastico
giapponese, rendendolo all'occidentale come nel caso di un nostro comunissimo
liceo. Quindi, mentre Hanamichi sta al terzo anno, gli altri staranno in un
ipotetico quinto anno e tutto questo solo per riaverli tranquilli in squadra,
visto che senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.
Dopo di che vi lascio
alla lettura. Fatemi sapere!
Axia.
Raim's Fox
- Che palle...-
Questa era la classica frase che ogni studente
sano di mente sparava all'inizio di ogni nuovo anno scolastico.
Uno in
particolare, quella mattina calda e abbastanza afosa, era di umore tetro
nonostante dentro di sé nascondesse un insano desiderio di rivedere i
rompiscatole che considerava, in fondo, suo amici.
Yohei Mito sogghignò,
sollevando appena un'occhiata sul gigante di quasi due metri che gli camminava a
fianco borbottando come una teiera. Certo che Hana era sempre il solito, pensò
scuotendo il capo.
Arrivati al terzo anno la sua autonomia era ormai giunta
al limite. E dire che avrebbero dovuto farsi altri due anni lì dentro a quella
scuola di teppisti che era lo Shohoku.
- Eddai, Hana.- sorrise mentre
raggiungevano i cancelli con passo tranquillo visto che per una volta in vita
loro non erano in ritardo. Più si avvicinavano e più venivano circondati da
senpai e matricole, per non parlare di tutte le ammiratrici di cui ora godeva
Sakuragi.
La tigre dai capelli rossi, dicevano tutti.
- Non sei contento?-
continuò Mito, mentre lo vedeva levarsi gli auricolari dalle orecchie -
Vincerete il titolo anche quest'anno, non temere. E poi sarà divertente...ormai
tu e Haruko uscite insieme e...-
- ...E il Gori mi uccide visto che prima o
poi verrà a saperlo!- sbuffò il rosso, con una smorfia, ripensando orgoglioso
alla loro vittoria ai campionati nazionali dell'anno prima, battendo il Kainan e
l'Aiwa - Hai visto Noma piuttosto? Ho voglia di un tiro visto che non c'è ancora
in giro il capitano.-
- Se ti prende Haruko ti massacra.-
- Non parlare
così della mia Harukina!- sbraitò Hanamichi Sakuragi facendo una delle sue
solite piazzate in pubblico, spaventando metà degli studenti davanti al cancello
- Lei è il mio angelo capito??? Solo lei mi capisce!-
- Hana...-
-
Ahahahah! Lei si che ama il Tensai! E dopo due anni finalmente posso dichiararle
tutto il mio amore!-
- Hana sta arrivando...-
- E vedrai! Una volta che
avrò portato la squadra di nuovo alla vittoria, lei sarà solo...- ma non finì di
parlare perché venne letteralmente preso in pieno da una bicicletta, come da
tradizione.
- Cazzo che male...- sibilò a terra, con l'osso sacro dolorante -
Rukawaaaaa...pezzo di cretino...- aggiunse poi, facendosi pericolosamente
minaccioso. Si mise in piedi attorniato da fiamme ma naturalmente insulti e
bestemmie andarono sprecate.
Kaede Rukawa, diciassette anni, gli stava di
fronte. Un uomo, un perché.
Numero 11 dello Shohoku, sua Boriosità per tutta
la scuola, la kitsune per i compagni, Kaede Rukawa con gli anni non era
cambiato, se non per chi lo conosceva bene per potersi accorgere dei suoi lievi
cambiamenti di umore.
Scese dalla bici con aria pacifica, mollando a terra il
borsone del basket e levandosi gli occhiali da sole dalla faccia. Da qualche
giorno il sole lo irritava terribilmente e uscendo quella mattina era stato
costretto a mettersi le lenti scure, o non avrebbe potuto dormire mentre
pedalava verso la scuola.
E come volevasi dimostrare, aveva subito centrato
la scimmia rossa, come se avesse avuto un radar.
- Do'aho.- lo salutò
assonnato, dopo tutte le vacanze estive che erano stati senza vedersi.
-
Vaffanculo Kit! Sei sempre in mezzo!- sbraitò Sakuragi rabbioso, pronto a
prenderlo a cazzotti.
- A dire la verità sei tu che sei sempre sulla sua
strada.- rise Mito.
- E sta zitto!- ringhiò il rosso, ficcandogli una testata
per zittirlo - E' la volpe che lo fa apposta a venirmi addosso! E adesso andate
a quel paese tutti e due...perché il Tensai deve andare a trovare la sua quasi
ragazza! Voi sfigati state pure qua a farvi le seghe da soli!!- e ghignando come
un babbuino se ne andò alla porta, lasciando Yohei e Rukawa a guardarlo con le
sopracciglia alzate.
E chi era tanto deficiente da dargliela al do'aho?, si
chiese Kaede sconvolto ma non dovette pensarci poi molto.
Poteva essere solo
la Babba quella perfetta deficiente. Quella era proprio una Piattola!
-
Passato bene l'estate?- gli chiese Mito con un sorriso, poco dopo.
- Hn.-
mugugnò l'algida kitsune, mettendo la catena alla sua bici.
Mito era l'unico
fra gli amici della scimmia a stargli moderatamente simpatico e a non dargli
fastidio con la sua sola presenza, come a differenza faceva il Tensai dei
dementi da quasi tre anni.
Quella mattina con l'inizio del nuovo anno si era
svegliato con uno strano sentore. Tipo presagio funesto. E guarda caso quando
andò a cercare sui tabelloni la sua classe e il suo posto, si sentì quasi
morire.
E lo stesso grido apocalittico arrivò quando Sakuragi guardò a sua
volta la sua postazione.
- NOOOOOOOOOOOOOOO!!!! CHI CAZZO E' IL DEFICIENTE
CHE HA POTUTO CONCEPIRE UNA COSA DEL GENERE????-
Stessa classe, III D,
armadietti vicini e bianchi spiaccicati. Sakuragi e Rukawa.
Una
garanzia.
- Oddio...-
Hisashi Mitsui si fece largo fra la folla che si
aprì come il Mar Rosso al suo passaggio e sogghignò diabolicamente, osservando
le loro espressione, praticamente pietrificati sul posto - Ragazzi, la scuola ha
retto con le mura intere fino a oggi...- e attaccò a ridere sommessamente -
Vedete di non farcela crollare addosso eh?-
- E sta zitto anche tu, cazzo!-
ululò Hanamichi riprendendosi - Questo è un segno del destino!-
- Ma che
destino mezza sega.- sbuffò il tiratore da tre punti dello Shohoku - Si chiama
iella.-
- O rivalsa.- rise Miyagi raggiungendo Mitsui con borsone appoggiato
per i manici sulla testa- Akagi ci vuole all'allenamento subito dopo le lezioni,
non perdete tempo alla cerimonia di presentazione, capito? E cercate di arrivare
tutti interi, senza possibilmente esservi fatti sbattere in punizione.-
-
Hn.- sbuffò Rukawa in crisi mistica.
- No...no...no...- piagnucolò Sakuragi
per tutto il tempo, strisciando come un lombrico fino in classe. Ma perchè?
Quella era un'altra beffa del destino. Ma perché proprio la kitsune? E dire che
se non altro una volta arrivati in fondo alla classe lo vide mettersi seduto,
sprofondare nella sedia e addormentarsi subito.
Eccolo lì...ma come faceva?
Lui non riusciva ad addormentarsi in quel modo.
Mah...comunque avevano
ragione quei dementi dei suoi senpai. Quell'anno lui e la kitsune si sarebbero
spaccati la faccia anche in classe e il Gori gli avrebbe sfondato la testa a
suon di pugni.
Ma bene...s'iniziava alla grande proprio!
Inoltre quella
mattina aveva di nuovo incontrato quel carciofo del club di judo per i corridoi.
Che barba, quello proprio non lo lasciava in pace. Da quando aveva cominciato
poi a uscire con Haruko non c'era stato verso di levarselo di torno. Quella
mattina si era anche avvicinato con i suoi scagnozzi, forse con l'intento di
attaccare briga ma quando aveva visto anche Rukawa si era trattenuto, visto come
già al primo anno la kitsune avesse conciato male quei tre
dementi.
Ridacchiò, guardando di striscio il numero 11 dormire con quella sua
faccia da volpe.
Sembrava tanto angelico il bastardo e invece menava alla
grande. In fondo non se la sarebbero cavata male, pensò Hanamichi calmando i
nervi. Certo, era facile che coi loro caratteri s'irritassero a vicenda ma ormai
lui aveva quasi raggiunto il suo livello e la kitsune gli aveva insegnato tanto
negli anni trascorsi insieme al club...anche quando avevano vinto il titolo
nazionale in fondo aveva visto una luce orgogliosa nei suoi occhi.
In fondo
il ghiacciolo non era male...se lo si prendeva coi guanti.
Tornò alla
realtà, lasciando perdere il volpino, si dette una rapida occhiata in giro. A
parte le ragazze che giravano attorno a loro due come mosche, in quella classe
c'era un unico buon elemento, visto che Mito era stato spedito della sezione C e
quando Sakuragi la vide, non poté fare a meno di sogghignare.
Arrivata in
ritardo, la "mezza americana" come la chiamavano tutti, entrò come un tornado
anticipando di poco il professore di matematica. Sorrise a tutti, facendo
arrossire un po' di studenti timidi e sbavare i play boy della classe ma quando
vide Hanamichi il suo sorriso si fece più solare.
- Ciao Hana!- gli disse la
ragazza con una notevole confidenza, levandosi dalle mani i guanti e le polsiere
di protezione dei pattini che si portava dietro - Tutto bene? Passato una bella
estate?-
- Ciao Raim!- la salutò cordiale, visto che si stava sedendo davanti
a lui - E così quest'anno avrò una bella ragazza di fronte. Meglio di
Mito!-
La ragazza sorrise divertita e...si tolse il caschetto dalla testa,
rivelando una nuvola di crini color rame. Aveva i capelli lisci raccolti in una
coda di cavallo da cui uscivano due ciocche impossibili da trattenere.
Gli
occhi erano verde chiaro e in tutta la scuola era nota come
"Faccio-tutto-Kotobuki".
Si chiamava Kirara Kotobuki ma era col nome Raim che
tutti gli amici la conoscevano, anche se nessuno che sapeva il motivo o
provenienza di tale nomignolo.
Di madre americana, i suoi tratti l'avevano
resa popolare ma anche piuttosto ambigua...
Andava e veniva dalla scuola in
più club ma non era mai stata vista con nessuna compagnia in particolare.
-
Come va Hana?- gli chiese la ragazza, sedendosi e dondolando indietro con la
sedia - Puntate di nuovo al titolo anche quest'anno vero?-
- Già. E tu sei di
nuovo nel club delle majorette?-
- Quello, ginnastica ritmica e il club di
basket femminile.- cinguettò, sbadigliando con fare sornione - Mi sa che
quest'anno mi farò quattro ghignate se non mi buttano fuori o non mi sfinisco
prima.-
- Ah si? Perché invece non vieni ad aiutare Ayako a farci da
manager?- le propose, strizzandole l'occhio.
- Per stare appresso a voi
matti? Neanche morta.- rise, tirando fuori i libri - Ho già visto Mitchy
stamattina, davanti alla macchinetta del caffè. C'ha provato e gli è andata
male. Piuttosto, quando venite a cena?-
- Anche domani se vuoi!- le rispose
allegro - Mi mancano i ritrovi alla casa sulla spiaggia.- e poi tacque, quando
l'odioso prof di matematica iniziò la sue lezione.
- Notizie da Shiro?- le
chiese a bassa voce, a metà dell'ora.
- Se la spassa, niente da dire.-
rispose lei con lo stesso tono e un'alzata di spalle.
Fortunatamente l'ora di
pranzo arrivò presto e Sakuragi riuscì a far strisciare Rukawa fino in terrazzo
come faceva dal secondo anno, per farlo dormire lontano dalle oche del suo fan
club.
Svaccati sul terrazzo, Mito e gli altri quasi si strozzarono col bento
quando Sakuragi disse loro della novità.
- E così Raim è in classe con te.-
disse Yohei sorpreso - E sta bene? Sai...dopo che Shiro è partito...-
- Lei è
forte, sta benissimo.- rispose il rosso, sdraiato a terra - Piuttosto...kitsune
della malora, sei sveglio? La conosci la Kotobuki?-
- Guarda che ti riempie
di botte.- l'avvisò Noma, dandogli una sigaretta e andando alla porta - Ci
vediamo Hana, abbiamo lezione fra due minuti.-
- Che barba.- rognò Sakuragi,
accendendosi una sigaretta e restando solo con Rukawa che si faceva la
pennichella poco più in là. Certo che quel terzo anno si prospettava una mazzata
anche sul fronte compiti e doveva impegnarsi se voleva mantenere alta la media
per la borsa di studio. Rukawa invece dello studio se ne fregava abbastanza. Era
il classico tipo bravino in tutto, specialmente in inglese e storia ma ad
Hanamichi non sembrava che apprezzasse qualche materia in particolare,
anzi...sclerava alla grande specialmente nell'ora di matematica, dando i numeri
e picchiando il prof per niente quando quello, incautamente, cercava di
svegliarlo a suon di ventagliate.
Per non parlare poi del fatto che detestava
il fumo e che per fargli buttare via la sigaretta quasi gli spezzò la giugulare,
svegliatosi a causa dell'odore acre che gli era arrivato al suo sensibilissimo
nasino.
Tornarono in classe borbottandosi dietro a vicenda come due
vecchiette, poi giunti in palestra prendendosi a calci più o meno a scatti,
rimasero impalati sulla soglia.
- Ma porca...- sbottò Rukawa,
imprecando.
- Me n'ero dimenticato.- sbuffò anche Sakuragi, vedendo una
decina di matricole intente a parlare col capitano Akagi, durante la
presentazione. Eccoli lì i nuovi arrivati. Ce n'erano tre sul metro e ottanta,
due con delle facce da galera e tutti gli altri fissavano il Gori come se fosse
stato il boia, per non parlare delle loro espressioni quando Mitsui era passato
loro a fianco per ficcarsi negli spogliatoi, senza degnarli di uno sguardo.
-
Oh, era ora!- sentenziò Kogure quando li vide sulla porta - Dov'eravate?-
- A
limonare dietro un angolo forse!- urlò Hisashi ridacchiando dagli
spogliatoi.
- E sta zitto, demente.- lo rintuzzò Miyagi vedendo subito
Hanamichi prendere fuoco. Quei due erano capacissimi di scatenare rissa per
niente. Comunque si sorbirono le presentazioni delle nuove reclute che
sinceramente né Rukawa né il rossino osservarono con particolare
attenzione.
Erano ragazzi tutti abbastanza intimiditi, a parte un paio che
sembravano sicuri di loro stessi.
- Nobu Yaoto, prima classe, sezione J. Alto
1.88, peso 77 chili. Nella vecchia squadra giocavo come guardia.-
- Rei
Manabe.- saltò su a molla il ragazzino in mezzo e dall'aria per bene che fissava
i giocatori dello Shohoku con occhi letteralmente adoranti - Prima classe,
sezione A. Alto 1.82, peso 75 chili. Giocavo nel ruolo di ala piccola e faccio
parte del giornale dell'istituto.- e via con un casino d'informazioni che
ascoltava solo Kogure, perché Akagi era troppo preso dal fare la paternale per
l'ennesima volta in tre anni ai soliti quattro imbecilli che erano titolari con
lui e poi finalmente ci fu la partitella per tastare "la mercanzia" e...non fu
un successo, questo dovette ammetterlo anche Anzai visto che quasi nessuno
riuscì a toccare il pallone arancio.
- Volete passare quella cazzo di
palla???- sbraitò Mitsui in mezzo al campo sull'orlo di una crisi isterica,
un'ora più tardi. Praticamente per tutta l'amichevole quei due animali che altri
non erano che la volpe e la scimmia non avevano fatto altro che rubarsi la palla
a vicenda, impedendo al resto della squadra di fare qualcosa, tanto che Miyagi
era andato anche a sedersi in panchina dalla sua Ayako che continuava a non
filarselo.
- E sta zitto, teppista!- urlò il rosso avvolto dalle fiamme -
Devo sistemare questa volpe una volta per tutte!-
- Do'aho.- sentenziò
Rukawa, placcandolo a uomo - Sei il solito imbranato!- e gli fregò la sfera
arancione, scattando verso il canestro ma il suo insulto arrivò al bersaglio e
Hanamichi, ormai al limite della sopportazione, invece di sbarrargli normalmente
la strada, gli volò proprio addosso e rotolarono a terra prendendosi a
pugni.
- ADESSO BASTA IMBECILLI!-
Grazie al cielo arrivò la punizione
divina, la classica che da tre anni massacrava il cranio di quei due.
Akagi
arrivò a prenderli per la collottola, anche ora che avevano diciassette anni
suonati. Li scrollò come micini, rimandandoli a calci da Kogure per continuare
la partita.
Takenori rimase piacevolmente soddisfatto comunque da quello che
vide, tornato in panchina.
E anche Ayako e Anzai.
Osservarono la partita
contro i nuovi arrivati e...bhè, anche se non c'erano teste troppo calde, alcuni
dei nuovi arrivati erano bravini...ma anche un po' intimoriti dai
titolari.
Quel beota di Mitsui si divertiva a tormentarli e il nanetto non
era da meno. Per non parlare di Sakuragi e Rukawa che se le davano senza notare
gli altri, come se stessero facendo un one on one in un campo vuoto. Notare poi
che giocavano con la maglia dello stesso colore...
Erano da manicomio...
-
Ma da quando Hanamichi è diventato così bravo?- bofonchiò Ayako sorridente.
-
In tre anni vorrei vedere.- sbottò il capitano, secco ma orgoglioso.
Yasuda e
Shiozaki, Kakuta e Ishii stavano quasi sfigurando ma a parte quello il
pomeriggio andò avanti come doveva almeno fino a quando non si scatenò la solita
rissa anche negli spogliatoi.
- Ahahahah!- ridacchiò Hanamichi uscendo dalla
doccia con l'asciugamano legato in vita mentre le matricole continuavano a
temere di essere stese da una sua testata - Quest'anno l'ammazzo la Nobu-scimmia
in campo! Il tensai ormai è pronto!-
- Si, a buttarsi giù dal terrazzo.-
rognò Mitsui passandogli a fianco disgustato - Coglione, dammi
d'accendere!-
- Ho scritto "distributore di accendini" in fronte per caso?-
sbraitò il rosso furente - Va' a dare il tormento a qualcun altro! E tu muoviti
Kit! Non ti addormentare sotto l'acqua!-
- Do'aho.- sbuffò Rukawa come da
copione, restando per dispetto sotto il getto della doccia.
- Deficiente!
Allora Gori?- andò avanti Sakuragi cambiando discorso quando rimasero solo loro
titolari - Che ne pensi dei nuovi arrivi? A me non sembravano male.-
- Li
schiaccio sotto le scarpe.- ghignò subito Hisashi - Ma possono reggere.-
-
Dici? A me sembrano degli impediti.- rise anche Miyagi, ficcando i vestiti nella
borsa.
- Non saprei...quattr'occhi, che ne pensi?-
- Poveretti, gli avete
dato il tormento! Sono ancora giovani ma impareranno.- disse Kogure - E poi
erano spaventati solo che Hanamichi li prendesse a calci.-
- Appunto
cretino.- sbottò Akagi, guardandolo storto - D'ora in avanti vedi di lasciarli
in pace ok?-
- Ma se non li guardavo neanche!-
- No, ne hai solo spalmato
uno a terra dopo che Rukawa t'ha tirato una pallonata in faccia.- frecciò il
playmaker della squadra - Possibile che non te ne sei accorto? Eppure sei
atterrato sul morbido.-
- Piuttosto, ci serve una mano ragazzi!- urlò Ayako
fuori dagli spogliatoi - Qua mi serve un aiuto sapete?-
- Un'altra manager?-
borbottò Akagi - E dove la troviamo?-
- Raim?- propose Mitsui - Stamattina
l'ho presa ai cancelli. A momenti investiva Megane-kun coi pattini!-
- Lei
sarebbe perfetta.- annuì anche Kogure, che aveva rischiato l'osso del collo -
Conosce già le regole e i fondamentali per aiutare le matricole.-
- Ma ha
tempo?- chiese di nuovo Takenori - In quanti club è quest'anno quella
disgraziata?-
- Tre.- rise Sakuragi - Ma se vuoi possiamo sempre chiedere
alla mia Harukina e ...AHI! MI HAI FATTO MALE!- sbraitò, prendendosi l'ennesima
cartella sulla testa - Che palle, non si può mai scherzare! Figurati se trascino
quel fiorellino di tua sorella in questo covo di porci!-
- Ha parlato.- lo
schernì Ryota con un'occhiataccia - Comunque possiamo davvero chiedere a
Raim.-
- Si può provare ma è parecchio impegnata. Ehi Rukawa...tu che ne
dici?-
La volpe che si stava strofinando i capelli parve cadere dalle nuvole.
"Cosa volete? Chi siete voi?" diceva la sua espressione vacua e allora Akagi
dovette rispiegargli tutto, per vederlo più in palla di prima.
E chi era
quella Raim? Che razza di nome era?, pensò stranito.
- No, non la conosce.-
si ricordò poi Kogure - Lui conosce solo Shiro. Ti ricordi quel tizio che ha
preso il diploma in anticipo e che veniva sempre qui l'anno scorso a parlare con
Takenori? ...Ma si, quello sempre sorridente con l'orecchino all'orecchio
sinistro. Shiro Sota.-
Si, vagamente si ricordava di quel tizio. Un tipo
strano che lo salutava sempre allegro, che veniva spesso a vederli agli
allenamenti e che era molto popolare fra le ragazze. Che c'entrava lui comunque
con la nuova manager?
- Cazzo ma stai a pezzi.- si schifò Mitsui - Mamma mia
Ru, fatti una cura al fosforo.-
Una padellata di cazzi suoi mai quel
teppista, vero?
- Fate quello che vi pare.- riuscì a dire Rukawa, usando già
troppo fiato. Una cretina valeva l'altra.
- Ma non è in classe con voi
Kotobuki quest'anno?- s'intromise Kogure - Rukawa, dovresti sapere chi è.-
-
Come no! Dorme!- frecciò Hanamichi - Dai volpe, muoviti che devo chiudere
tutto!-
- Hn.- fu la solita risposta.
Era il tramonto ormai quando il club
di basket si svuotò. I ragazzi e le matricole andarono via per lasciare il
compito di chiudere tutto ad Hanamichi, che sbraitando dietro alla lentezza
della kitsune riuscì finalmente a uscire dalla scuola.
- In tre anni sei
sempre più lento.- gli ringhiò, mentre lo vedeva già addormentarsi sulla
bicicletta per tornare a casa - Non ci pensare neanche che quest'anno stia
ancora ad aspettarti, razza di volpe surgelata.-
Ma che palle...perché quel
do'aho non taceva? Stupido essere senza cervello.
- Ammazzati sulla strada
del ritorno.- gli augurò Sakuragi ficcandosi le mani in tasca.
- Grazie
altrettanto.- sibilò il moro, andando per la sua strada.
- E domani mattina
se provi a venirmi addosso ti massacro!-
Se, se...sempre lo stesso. Eppure
com'è che nell'estate quelle frasi gli erano mancate? Mah.
Kaede,
idiota...riprenditi, si disse.
Senza accorgersene piegò un angolo della
bocca, sospirando. E così era iniziato un altro anno. Altre botte, di nuovo il
do'aho alle costole anche in classe ma il peggio era che la loro popolarità
aumentava. Perfino quel primo giorno all'uscita aveva già trovato
nell'armadietto una trentina di lettere. Cestinandole, si era chiesto per quanto
quell'idiozia sarebbe andata ancora avanti...fino al quinto anno, da
scommetterci le palle in tutti i sensi!
Quanto erano stupide quelle, pensò
infastidito mentre ne incrociava qualcuna per la strada. Badavano solo
all'aspetto fisico e alla sua fama nel basket. A loro non importava che le
disprezzasse per tutta la loro leggerezza.
Erano proprio tutte uguali...la
Piattola compresa, che però aveva messo del sale in zucca accettando di uscire
con la scimmia. Quella era una scelta che poteva capire decisamente di più.
Anche se megalomane e deficiente, il do'aho era sempre stato gentile con le
ragazze, a differenza sua che le ignorava sfacciatamente.
Chissà cosa
pretendeva la gente da lui. Cosa pretendevano tutti? Che fosse sorridente e
sempre allegro.
Il do'aho era l'unico che sembrava aver smesso di chiedersi
sempre perché parlasse poco e socializzasse ancora meno.
In fondo avevano
quasi imparato ad accettarsi. Forse potevano definirsi amici.
- Amico del
do'aho...- ghignò fra sé. Meglio quello che una stupida donna a invadergli la
vita, no?
Peccato che Kaede Rukawa quel giorno fece un incontro-scontro con
un altro esemplare di testa rossa alquanto turbolento. Forse lui con quel colore
proprio non ci andava d'accordo, avrebbe capito in seguito.
Tornando a casa,
alla sua villetta solitaria nel centro della città dove non lo aspettava
nessuno, trovò dei lavori in corso sulla via che seguiva solitamente. Se ne
accorse perché andò a sbattere contro uno dei lavoratori e così dovette prendere
un'altra strada che non aveva mai fatto, sbuffando e cercando di rimettersi a
dormire.
Facendolo però per una volta rischiò davvero l'osso del
collo.
Qualcuno, spuntato da dietro l'angolo, arrivò su di lui a tutta
velocità e Kaede se ne accorse tardi.
Riuscì a malapena a vedere una furia
rossa schizzare verso di lui, che cadde dalla bicicletta insieme alla persona
che aveva i minuti contati. Crollarono a terra a peso morto e il numero 11 della
squadra dello Shohoku picchiò leggermente la testa. Quando riaprì gli affilati
occhi blu, vide qualcuno sopra di lui.
- Sta fermo.- gli disse una voce di
ragazza - Hai preso un colpo alla testa. Quante sono?-
Aveva tre dita
davanti, ma non aprì bocca. Una ragazza dagli incredibili occhi verdi dal taglio
stranamente occidentale lo fissava intensamente - Allora? Quante sono?-
Lui
si mise a sedere, infastidito. Accidenti! Non si era fatto male e lei nemmeno
visto che era bardata con le protezioni dei maledetti pattini a rotelle che
aveva ai piedi. Ma a quanto andava quella matta?
- Certo che sei proprio un
incosciente!-
Restò di sasso, sentendola parlare in quel modo. Cosa?
- Ma
si può sapere dove guardavi?- andò avanti la ragazza del suo stesso liceo, vista
la divisa - Allora? Che cavolo facevi, dormivi sulla sella? Ringrazia che non
sia stata una macchina!-
Dio, ci mancava anche la paternale, pensò irritato.
E poi quei capelli rossi...quella era come il do'aho!
- Sto bene.- sibilò
irritato.
- Ma tu guarda...- la sentì borbottare, rimettendosi in piedi -
Però ti sei fatto male alla mano.-
Rukawa si guardò il polso sinistro,
leggermente escoriato. Se lo portò alla bocca per leccare via il sangue ma la
ragazza gli prese la mano. Quando lui cercò di tirarla indietro, detestando il
contatto con una di quelle che credeva come le oche del suo fan club, però
rimase ancora di stucco. Lei sollevò lo sguardo imperioso e non gli permise di
sottrarsi alla presa. Gli levò un fazzoletto sul polso e poi fece un nodo.
-
Non è necessario.- disse, gelido.
- Lo so.- replicò lei altrettanto
indifferente - Ma mi hanno insegnato l'educazione.-
- Hn.- replicò Rukawa,
cominciando a infastidirsi sempre di più. Ma chi era quella squinternata? Senza
salutarlo poi riprese la sua strada rimettendosi a sfrecciare su quei pattini
come un fulmine, neanche chiedendogli chi fosse.
Ma che città d'imbecilli,
rognò rimettendosi in sella. Quella poi...a fargli la predica in quel
modo...
Era meglio tornare a casa, prima di far altri danni. Almeno lì da
solo non avrebbe subito altri assalti.
Arrivato alla sua villetta, oltrepassò
il cancello bianco e si chiuse la porta alle spalle, lasciando cadere a terra la
cartella e il borsone. Posò le chiavi e gli occhiali sul tavolo d'ingresso e
raggiunse la cucina, dove accese subito la radio. C'erano giorni in cui non
sopportava proprio quel dannato silenzio.
Nella casa si propagò una vecchia
canzone dei Pistols e nonostante fosse un punk sfrenato, Kaede l'ascoltò
tranquillo, quasi rilassandosi sdraiato sul divano. Si portò la mano sugli
occhi, socchiudendoli...ma poi il fazzoletto bianco annodato al suo polso
catturò la sua attenzione.
Che strano...quella ragazza era la prima che non
lo aveva guardato con occhi adoranti. Gli aveva fatto quella fasciatura non
perché era Rukawa, una delle due stelle dello Shohoku...ma solo perché si era
fatto male.
Per gentilezza. Un altro essere umano, a parte Sakuragi che ogni
tanto lo picchiava per ricordagli la sua presenza, aveva avuto un gesto gentile
nei suoi confronti, nonostante la sue freddezza.
Che strana ragazza...pensò,
prima di addormentarsi.
Peccato che la mattina dopo verso un quarto alle
otto accadde di nuovo.
Occhiali da sole sul naso e sonno incipiente, Kaede
non aveva più pensato all'incidente della sera prima anche se al polso aveva
sempre il fazzoletto legato alla perfezione.
Ritrovandosi di nuovo in quella
via a causa dei lavori in corso, arrivò all'angolo che gli aveva fatto rischiare
il collo e...
- Spostatiiii!-
Stavolta la vide e la sentì, senza quasi
crederci, ma non riuscì ad evitarla e lei non riuscì a frenare.
Gli volò di
nuovo addosso e quando caddero malamente a terra, Rukawa trattenne a stento una
delle fini espressioni di Sakuragi solo perché si ritrovò in una posizione
alquanto...morbida.
Col viso affondato fra i seni della ragazza, provò il
presentimento che stavolta non se la sarebbe cavata con una paternale. Non
ricevette uno schiaffo però, vista la posizione un po' indecente...ma la ragazza
lo guardò truce.
- Stai comodo?- gli sibilò rabbiosa.
Il numero 11 si
rimise in piedi e prima che il suo cervello potesse pensare di far allungare una
mano al suo corpo per aiutarla, la ragazza si era già rialzata da
sola.
Aggiustandosi la gonna e la giacca, lo guardò di sottecchi.
- Ma che
fai la notte eh?- frecciò a quel punto - Dormi che è meglio!-
Questo era
troppo! Rukawa le sibilò fra i denti di pensare agli affari suoi. Dannata
ragazzina. Come aveva fatto a finire in quella posizione assurda con quella lì
poi? Al diavolo. Raccolse la sua cartella e gli occhiali, ma quando lo fece il
suo sguardo gli cadde su uno dei quaderni della ragazza che nella caduta si
erano sparsi in giro. III D, Kotobuki. Quella squinternata era nella sua
classe...dove l'aveva già sentito il suo nome?
- Bhè, che t'è preso?- gli
disse la ragazza, passandogli una mano davanti agli occhi - Stai bene?-
-
Hn.-
- Sai dire solo quello?- sbuffò irritata - Un giorno o l'altro
investirai qualche bambino!-
Certo, però ora sulla lista c'era solo il Tensai
dei deficienti, pensò Kaede sornione. Senza una parola si riprese la bici e
ricominciò a pedalare, accorgendosi poi che la ragazza gli si era messa a
fianco, pattinando tranquilla.
Era la prima volta che faceva la strada con
qualcuno che non fosse un teppista che voleva pestarlo. Ma una ragazza poi...lei
però non sembrava sapere chi fosse. Strano...tutta la scuola gli moriva dietro.
Che facesse finta?
- Ti do fastidio?- gli chiese all'improvviso.
Rukawa le
rivolse un'occhiata vacua. Cosa voleva? Che le dicesse di no per essere
gentile?
- Se vuoi andare da solo aumento la velocità.- gli disse
semplicemente la rossa con uno sguardo strano.
- Hn.- borbottò, incurante
della sua presenza.
- Hn? Che vuol dire? Si o no?-
- Fa come ti pare.-
disse allora, sperando che la finisse di parlare.
E infatti lei tacque,
cominciando a chiedersi che razza di tipo fosse quello. Ma che ragazzo
ombroso.
Cafone e cupo ma alquanto strano. Comunque rimase al suo fianco,
tenendo la sua stessa andatura...e cominciando a chiedersi dove l'avesse già
visto. Era della sua scuola ma non ricordava di che club fosse
membro!
Arrivati nei pressi dello Shohoku, Rukawa si svegliò leggermente dal
suo stato catatonico: si sentiva il solito baccano causato dal Tensai e Kaede
assunse una vaga espressione perversa che sapeva tanto di diavolo vestito da
angelo.
Ok, lo ammetteva. Era un vizio quello. Lo faceva per dispetto...e ci
godeva!
Aumentò leggermente la velocità e passati i cancelli....
-
STRONZOOOOOO!-
Quell'urlo apocalittico arrivò da Hanamichi quando Rukawa gli
arrivò addosso e lo stese a terra.
- Un giorno o l'altro ti disintegro!-
ululò il rosso, sbandierando l'oltraggio ai quattro venti - Stavi per ammazzare
il grande Genio del basket! Questa non te la perdonerò mai!-
- Do'aho.- disse
la volpe, tranquillo.
- Ma questo è proprio un vizio allora.- disse alle loro
spalle la voce di quella ragazza.
Per un attimo la scuola di fermò. Rukawa
era arrivato...con una ragazza!
Le studentesse quasi svennero tutte e
Hanamichi allargò gli occhi.
- Ma...ma...kitsune, era ora. Cominciavo a
crederti dell'altra sponda!- e appena detto quello si prese addosso l'intera
bicicletta del suo compagno di squadra, sempre sotto lo sguardo angelico della
rossa.
- Hana, tutto ok?-
- Kitsune deficiente!- sbraitò rimettendosi in
sesto - Che cazzo t'è preso?! E tu Raim...attenta a questo
ghiacciolo!-
Naturalmente l'ala piccola già non li ascoltava più perché si
era diretto alla porta della scuola, ma qualcosa gli era tornato alla mente
quando si era finalmente buttato a dormire sul banco.
Raim?, pensò Rukawa
prima di addormentarsi. Raim...anche quel nome l'aveva già sentito.
Lo capì
poco più tardi quando sentì suonare la campanella dell'intervallo. Aprì gli
occhi svogliatamente, al gracchiare delle sue adoranti compagne di classe, ma
ciò che vide non fu lo stuolo delle sue odiate ammiratrici ma...due occhi verdi
sorridenti della sua assalitrice. Era seduta alla sua destra, davanti ad
Hanamichi.
Parlava, sorrideva...gesticolava. E per un attimo il tempo si
fermò.
Non seppe bene dire come ma quando la vide alzarsi per uscire dalla
classe, le lancette tornarono a scorrere.
- Kitsune, ben svegliato.- rognò
Sakuragi con uno sbuffo - Allora beota? Che fai?-
- Hn.- sentenziò, deciso ad
andare in terrazza peccato che sulla porta quasi travolse qualcuno. A volte
vista la sua altezza quasi non vedeva chi era più basso ma di lei si accorse
perfettamente, visto che aveva già sperimentato due volte quanto...morbido fosse
il corpo di quella rossa impertinente.
Quella Raim traballò pericolosamente
sulle gambe ma si aggrappò a lui, alle sue mani, e riuscì a tenersi in
piedi.
Quando le fece, le fans di Rukawa si lasciarono andare in
gridolini.
- Accidenti!- sbraitò la rossa incurante di chi fosse in realtà la
volpe, ovvero il ragazzo più desiderato della scuola - Ma tu la gente non la
calcoli proprio eh?-
Ecco che s'irritava di nuovo! Quella ragazzina aveva il
dono di fargli saltare i nervi con due parole!
- Raim, lascialo perdere.-
disse Hana sogghignando, alle loro spalle - Allo zotico ci penso io!-
-
Do'aho...che vorresti farmi eh?- insinuò la volpe ironica.
- Stracciarti in
campo.-
- Sogni come al solito.-
- In campo?- s'intromise Raim tranquilla
- Giochi a basket anche tu?-
A quella frase nella classe ci fu uno scoppio di
reazioni contrastanti. Le ragazze la guardarono scandalizzate e imbestialite,
Rukawa per una volta in vita sua rimase stupito da tanto candore mentre Sakuragi
si mise quasi a piangere, abbracciandola forte.
- Raim...pucci pucci!
Tesoro...tu si che sei una brava ragazza! Sta lontano da questa volpaccia,
ok?-
- Volpe?- la rossa sembrava non capire - Come volpe?-
- Si, lui è la
kitsune.- scandì il Tensai fiero - Non vedi che faccia?-
- Sta zitto do'aho.
Guardati la tua da scimmia.- rimbrottò Kaede.
- Aspetta.- Raim parve
illuminarsi, come colpita dall'idea geniale per eccellenza - Ma allora sei
Rukawa! Ecco perché non ti ho riconosciuto! Io conosco gli altri membri della
squadra, mi mancavi solo tu!-
- Visto sfigato?- frecciò il rosso con un
ghigno perverso - Per una volta ce n'è una furba che non ti conosce!-
Tutte
quelle chiacchiere lo stavano già uccidendo. Subite le presentazioni e capito
che quella Raim era quella di cui avevano parlato il giorno prima negli
spogliatoi, se ne andò dritto in terrazza senza salutare come al
solito.
Pregando di non subire altri incidenti da parte di quel tornado rosso
formato femmina, Kaede si mise a dormire beato con solo però un vago pensiero
nella testa. Risentiva un profumo insolito...quello di quella peste dagli occhi
verdi. Che strano...sapeva di fiori di campo. E adesso come gli era uscita
quella?, allibì corrucciando la fronte. Ci mancava anche che si mettesse a
pensare a quella squinternata ragazzina dalla lingua lunga!
Eppure
stranamente le cose continuarono ad andare in tutti i modi tranne come voleva
lui. Quando le lezioni finirono, lui e Hanamichi decisero di andare subito in
palestra, per un one on one lontano dai pugni di Akagi così da essere liberi di
farsi falli su falli. In anticipo di circa mezz'ora raggiunse la sua meta,
tampinato da Sakuragi che faceva palloni con la gomma da masticare tanto grandi
da farselo scoppiare in faccia come un bambino di cinque anni, ma fu lì che
Kaede capì che forse gli avevano fatto una fattura.
Sulla porta della loro
palestra c'era uno spettacolo assai strano.
Un branco di maschi allupati del
secondo, terzo, quarto e quinto anno.
- Sono diventati tutti finocchi di
colpo?- fece Hana sconvolto.
Si scambiarono un'occhiata stranita, poi
facendosi largo capirono cosa stava succedendo.
Le ragazze del club di
ginnastica ritmica stavano finendo gli allenamenti nella loro palestra perché
quella femminile era stata invasa degli operai della disinfestazione.
E così
tutti gli studenti erano andati a godersi le ragazze in body.
Trovarono
naturalmente Hisashi che guardava con la sua aria da maniaco, ma anche Akagi,
Kogure e Miyagi che però erano stati trascinati a forza, saltando il pranzo.
Saputa la faccenda, i due nemici di sempre si misero tranquilli ad aspettare. In
fondo erano in netto anticipo e la loro sfida poteva attendere le sei, finiti
gli allenamenti.
- Quanto durerà questa pagliacciata?- bofonchiò Akagi
seccato, quindici minuti più tardi.
- Pagliacciata?- ghignò Mitsui - Spero il
più a lungo possibile!-
- Mollala di fare il porco!- lo zittì Ayako,
menandogli il ventaglio in testa - Piuttosto, avete trovato la Kotobuki o
no?-
A quel nome Rukawa si sentì male e quasi perse il lettore cd dalle mani,
realizzando la dura realtà.
Cosaaa??? Lei??? La testa rossa??? La pazza
investitrice? Lei era la nuova manager???
- Non mi ha ancora detto niente.-
disse Ryota tranquillo - Ma si sta allenando con le altre. Appena finiscono
possiamo entrare per parlarle. Non credo che rifiuterà. Ha mille energie!-
-
Si e due gambe di granito.- disse Mitsui spiando dalla porta - Cazzo però se è
brava con il nastro.-
- E da quando ci capisci qualcosa di ginnastica ritmica
coglione?- le prese in giro Sakuragi.
- Da come se l'attorciglia addosso devo
dire che è una gnocca da paura!-
- Lo sapevo che sei un porco.- sbuffò il
rosso, gettando però delle occhiate ogni tanto e infatti si prese dell'idiota
come suo solito da Rukawa, scatenando l'ennesima lite che finì in
rissa.
Chissà perché ma ora gli apprezzamenti di Mitchy lo facevano
imbestialire...mah!
- Ehi Ru...- lo bloccò Miyagi - Che hai fatto al
polso?-
- Sono caduto.- si limitò a dire. Mi hanno investito, avrebbe voluto
aggiungere rabbioso, quando del deficiente del do'aho attaccò una serie di
cazzate sul fatto di non dormire sulla sella.
Ben presto tutte quelle
chiacchiere cominciarono seriamente a infastidirlo e per sicurezza Akagi, visto
che aveva notato la sua aria bellicosa, lo fece spostare da accanto a Sakuragi
che sghignazzando si limitò a sedersi accanto al loro tiratore da tre punti che
quasi ci stava perdendo gli occhi.
Nel frattempo arrivarono anche le nuove
matricole. Uno in particolare fra i nanetti sembrava il più eccitato e il più
determinato. Gli brillavano gli occhi ogni qual volta posava lo sguardo su
Hanamichi o Kaede e la cosa al volpino non piaceva poi tanto. Un conto erano le
donne...ma gli uomini!
- Senpai Sakuragi! Ti trovo in forma, hai passato una
buona mattinata?- se ne uscì subito il ragazzo.
Kaede, senza ridere, per un
attimo studiò l'espressione del do'aho...e si volse altrove, per permettersi di
ghignare leggermente. Forse si erano guadagnati un'altra piattola forma
maschile, stavolta...
- Tutto ok...- rispose il rosso dello Shohoku, alzando
un sopracciglio - Come hai detto che ti chiami?-
- Rei Manabe! I anno,
sezione A! Seguo la vostra squadra da quando andavo alle medie, venivo a tutte
le partite e praticamente ho deciso di venire allo Shohoku proprio per giocare
con voi!-
- Oddio...- alitò Mitsui, poggiando il capo contro la parete della
palestra - Questi poveretti non sanno in che guai si stanno cacciando...ehi no!
Un attimo! Stai dicendo che vuoi giocare davvero con Sakuragi??-
- Certo, io
lo trovo eccezionale!-
Ecco, era fatta. Ora non ne uscivano più. E cosa fece
quell'idiota?
Si alzò in piedi ed eruttò come un vulcano. Attorniato dalle
fiamme della vittoria cominciò a strombazzare ai quattro venti la grandezza del
Tensai, ridendo come un invasato mentre quella dannata matricola non faceva
altro che sobillarlo.
- Siamo davvero nei guai.- ringhiò Akagi a bassa voce,
passandosi una mano fra i capelli.
Fortunatamente il provvidenziale evento di
Rukawa riuscì a zittire Hanamichi al momento opportuno. La volpe si limitò a
fargli lo sgambetto e a mandarlo gambe all'aria proprio quando fortunatamente
gli allenamenti della squadra femminile di ginnastica ritmica ebbero fine e Hana
fu troppo occupato a guardare le ragazze in body che se ne andavano per
prendersela con Kaede che invece senza fare una piega s'infilò in palestra
e...rimase immobile sulla soglia.
Non era il body, assolutamente. Era forse
il colore...bianco, che contrastava coi suoi capelli rossi e i suoi occhi
verdi.
E forse era come muoveva il nastro...non lo sapeva dire, ma per un
secondo il tempo si fermò di nuovo.
Della musica classica si stava lentamente
spegnendo in sottofondo e quando terminò del tutto, Raim posò l'attrezzo e prese
con un sorriso l'asciugamano che Ayako le porse.
- Oh, ragazzi!- cinguettò la
loro manager quando li vide - Ben arrivati! Che fate lì fermi eh?-
-
Apprezzavamo le doti delle atlete.- si limitò a dire Mitsui con un ghigno,
passando a fianco di Rukawa con la sua falcata quasi sprezzante - Ciao Raim!- e
stupendo non poco la volpe che non li aveva mai visti insieme, Hisashi le
depositò un bacio sulla tempia - Sei sempre bravissima.-
- Si e tu sei il
solito maniaco!- replicò Ayako mollandogli una ventagliata - Forza, datevi una
mossa a cambiarvi!-
- Un attimo!- s'intromise Kogure - Allora Kotobuki? Hai
parlato con Ayako?-
- Oh si...- rispose sorridendo e facendo arrossire il
vice capitano - Ho sentito che avete bisogno di una mano.-
- Già.- annuì
Akagi - Ho pensato che fossi la più adatta perché sai quali sono i nostri
schemi, inoltre facendo parte della squadra di basket femminile potresti
allenare le reclute. Cosa dici?-
La ragazza si mise l'asciugamano in spalla,
cercando di riprendere fiato - Lo farei davvero volentieri, lo sai Takenori.- e
Kaede che non si perdeva una parola si stupì parecchio di come quella ragazza
sembrava davvero in confidenza con tutta la squadra - Oggi ho parlato con la
senpai Mihazawa e per lei non c'è problema se salto gli allenamenti. In fondo
non ero neanche nella squadra delle majorette, mi teneva solo perché è
vanitosa...- e sogghignò, insieme a tutti gli altri - Il problema è solo per gli
allenamenti di basket.-
- Dio Raim, ma come fai a reggere?- le chiese Ryota -
Ti verrà un collasso prima o poi!-
- Figurati.- replicò tranquilla - Ho gli
allenamenti di ginnastica ritmica sempre prima che inizino i vostri, quindi
faccio in tempo. Devo solo cercare di conciliarli con quelli della mia squadra
di basket e poi sarò a cavallo.-
- Sei sicura che non ti stancherai troppo?-
le chiese Sakuragi gentilmente.
- Tanto non ho niente altro da fare.- replicò
lei con un sorriso birichino - Che c'è Hana? Non mi vuoi?-
- Cosa? Non dirlo
neanche per scherzo!- sbottò - Peccato che ormai io non abbia più bisogno
d'imparare i fondamentali, accidenti!-
- Un ripasso non ti farebbe male,
do'aho.- sibilò Rukawa a bassa voce.
- Ti ho sentito sai!? Ti aspetto in
campo!-
- Vedete di non cominciare, vuoi due imbecilli!- sbraitò Akagi
ficcando subito un pugno in testa a entrambi per avvisarli - Oggi non voglio
sentire volare una mosca! Vedete di far giocare le riserve e di mettere alla
prova i nuovi arrivati, grazie! E possibilmente senza frantumare loro nessun
osso!-
- E allora il divertimento dov'è?- si mise in mezzo anche Mitsui,
filando dritto agli spogliatoi.
- Avanti, avanti...dai, andiamo a cambiarci
così intanto Kotobuki tu puoi prendere fiato.- disse Kogure spingendo Miyagi e i
nanetti verso la porta - Hanamichi, muoviti anche tu! E lascia in pace
Rukawa!-
- Ha cominciato lui!-
- Se, se...è sempre colpa degli
altri!-
- Comunque non ti preoccupare Takenori.- finì Raim mentre gli altri
sparivano negli spogliatoi - Stasera parlo con la senpai Mihazawa e vedrò di
sistemare tutto così da domani potrò darvi una mano a tempo pieno.-
-
Grazie, non sai l'aiuto che ci dai Kirara.- sorrise il Gorilla, sciogliendosi
finalmente un po' e anche Ayako parve parecchio più sollevata, almeno fino a
quando non le tornò in mente una cosa. Se ne ricordò di colpo, proprio mentre i
ragazzi stavano facendo alcuni giri di corsa. Raim si era infilata un paio di
pantaloni di una tuta nera sopra il body bianco e ora seguiva i giocatori tutta
attenta, quando Ayako la riportò alla realtà.
- Scusa un secondo...hai detto
Mihazawa?-
- Si, perché?-
- Intendi la stessa psicotica che sta in classe
con me e che è la capo gruppo di tutte le ammiratrici di Rukawa?-
La rossa
inclinò il capo, facendo mente locale.
- Oh, è vero adesso che ci penso! Ecco
chi è il Kaede di cui lei e quelle matte parlano sempre agli allenamenti. Non
avevo ricollegato il nome alla persona!- e guardò la volpe sorridendo - Adesso
capisco questa fissa.-
- Mamma mia, ma lo sai che rischio corri?- fece la
prima manager preoccupata - Harumi Mihazawa è una svitata davvero! L'hanno
scorso hanno picchiato una ragazza in dieci che ha parlato con Rukawa per i
compiti!-
Raim in risposta agitò la mano svogliatamente, come per scacciare
una mosca noiosa. Altro che uomini!
Lei aveva altro da fare ormai. E la sua
senpai avrebbe dovuto farsene una ragione, affari suoi!
Non c'era più tempo
ormai per nessuno nella sua vita. Aveva detto basta tre mesi prima...e ora non
le restava altro in mano che un mucchio di cenere. Avrebbe studiato, preso il
diploma e lavorato sodo...avrebbe finalmente preso una boccata d'aria fresca
dopo essere uscita da quella scuola che non le portava altro alla mente che
Shiro.
Tutto fra quelle mura le ricordava lui. Il primo incontro, il suo
sorriso, la sua aria buffa verso qualcosa che non capiva, il suo gesticolare
quando si arrabbiava...i suoi occhi così caldi. La sua dolcezza, la sua
spontaneità.
Ora lui non c'era più. Se n'era andato...e niente l'avrebbe
fatto tornare.
Sua madre era tornata negli Stati Uniti, suo padre si era
risposato e la sua matrigna l'aveva detestata cordialmente fin dall'inizio,
esattamente come il suo fratellastro acquisito che fin dalla prima volta le
aveva fatto intendere chiaramente quale fosse la sua idea del loro "rapporto".
Ormai era davvero sola. Doveva contare solo su se stessa.
Non poteva
permettere che piccoli incidenti la distogliessero dal suo vero
obiettivo.
Ovvero...stordirsi e non pensare.
E lei ora già pensava
troppo...guardando una persona che era entrata nella sua vita il giorno prima,
travolgendola.
Anche in campo per una volta il numero 11 dello Shohoku aveva
la testa un po' fra le nuvole. Il ciarlare dei suoi compagni gli arrivava
lontano, compreso il chiacchiericcio delle matricole che erano fastidiose da
matti.
Ogni tanto lanciava un'occhiata alla loro nuova manager, chiedendosi
come avesse fatto a non notarla gli anni prima. Una testa rossa simile per uno
come lui spiccava fra le tante facce incolore...e poi sembrava davvero molto
popolare in tutta la squadra, strano...non ne sapeva il motivo ma aveva chiamato
per nome tutti quanti, anche il capitano e il teppista, quindi dovevano
conoscersi molto bene. Il teppista poi l'aveva anche baciata...
Che tipa
strana, continuò a rimuginare fra sé. Una che non sapeva chi era, né il suo
nome.
Decisamente un bel cambiamento...e anche in meglio.
Finalmente fu il
momento di giocare di nuovo per l'ultima cernita fra i nuovi arrivati. Per
cercare di agevolare le cose Akagi mise di nuovo lui e il do'aho insieme e le
matricole...bhè, se la cavarono veramente per poco.
L'unico a riuscire a fare
un canestro perché Mitsui decise di lasciarlo passare per vedere come se la
cavasse su quel Manabe, sul metro e ottantadue. Mingherlino ma abbastanza furbo,
pensò Akagi scambiando un'occhiata veloce con gli altri titolari. Terminata la
partita e decisi i nuovi acquisti, Kogure fece appena in tempo a mandare Manabe
e altri quattro ragazzi a sedersi che Hanamichi e la volpe sua nemica per la
pelle erano già schizzati alla lunetta.
- Ragazzi, che resistenza.- disse
Raim, stupita.
- Finitela di darvele idioti!- sbraitò Akagi - Questo non è un
locale da rissa, capito? Andate fuori!-
- Che rottura di palle, dai!-
borbottò Hanamichi lasciando la testa di Rukawa a cui stava per ficcare una
testata - Io e la volpaccia ci stiamo solo allenando!-
- Se ti vuoi allenare
raccogli tutti i palloni che hai rovesciato!-
Certo, certo...pensò il rosso
con uno sfavillio perfido nello sguardo. Non prima di aver ficcato la rete dei
palloni in testa alla kitsune però. Facendolo si guadagnarono il turno di
pulizia e così dovettero restare di nuovo, per l'ennesima volta, tanto per
cambiare, a sistemare il loro campo di battaglia.
- Qua va trovata una
soluzione!- sbuffò Hanamichi mentre Rukawa sonnecchiava sotto la doccia - Non si
può dover sempre rimettere a posto questo casino! Forse ha ragione il Gori!
Dovremmo picchiarci in strada! Ehi Kit! Datti una mossa!- ma poi si zittì,
quando un altro paio di braccia lo aiutarono a sistemare quel disastro. Era quel
Manabe.
- Tutto bene senpai Sakuragi? Il senpai Rukawa ti ha fatto
male?-
La volpe? La volpe gli aveva fatto male? Attaccò a ridere come un
forsennato senza neanche accorgersene, ridendo ancora di più poi alla faccia
della matricola.
- No, no!- sputacchiò, dando delle pacche al ragazzo sulla
schiena - Tranquillo, la kitsune non mi ha fatto niente.-
- Sei sicuro?- gli
chiese Manabe - Anche ieri sembravate un po' agguerriti...-
A tutto aveva
sempre pensato tranne che qualcuno potesse preoccuparsi che lui e Ru si
prendessero a pugni durante le ore di allenamenti. Quel piccoletto ne aveva
ancora da imparare!
Gli sorrise, alzando le spalle - Non è il caso che mi
aiuti, me la sbrigo da solo.-
- Mi fa piacere senpai.-
- Si, ok...ma Kit
ha la sua parte da fare.- rognò il rosso, vedendo l'ala piccola arrivare sulla
porta della palestra coi capelli tutti bagnati - Forza volpe della malora! Datti
una mossa, ho una ragazza da cui andare io sai?-
- Ah bhè, se la metti così
senpai...- Rei Manabe scoccò un'occhiata stranita a Rukawa, poi salutò allegro e
se ne andò, lasciando i due a guardarlo leggermente pensosi.
- Ti sei fatto
un ammiratore do'aho.- disse il moretto, cominciando a raccattare i
palloni.
- E' un tipo un po' strano.- borbottò - Ma se non altro capisce che
sono il Tensai!-
In risposta gli arrivò un pallone in faccia e per
trattenersi dal ributtare tutto all'aria, Hanamichi dovette contare fino a
cento, poi ringhiando si rimise all'opera ed entro quindici minuti poterono
finalmente andarsene, chiudendo tutto.
- Secondo te è bravo quel Rei?-
mugugnò Sakuragi mentre s'incamminavano ai cancelli - Ha fatto un bel canestro
oggi, anche se Mitchy l'ha fatto passare apposta.-
- Si vedrà.- disse Rukawa,
alzando le spalle.
E ti pareva. Fare un discorso con qualche parola in più
mai eh?
- Vai dall'Akagi?-
- Si. Per che ora domani? Sei e mezza?-
-
Hn.- annuì il moro - ...ao do'aho...- e si mise in sella, addormentandosi subito
automaticamente. Stavolta però non si fece fregare. Arrivato al vicolo
incriminato, si appostò all'angolo e dette una sbirciata ma non era stato
l'unico ad avere quell'idea. Si ritrovò davanti alla faccia di quella ragazza e
lei, dopo un attimo e a differenza sua che rimase impassibile, scoppiò a ridere.
Aveva una risata cristallina, non una di quelle risate sguaiate che sentiva in
classe quando le sue compagne facevano delle battute.
- Ciao.- gli disse
tranquilla, girandogli attorno sui pattini - Vai a casa?-
- Hn.- rispose.
- E' stata una fortuna non scontrarsi anche stasera. Ti fa male il
polso?-
- No.-
- Sono contenta.- replicò, evidentemente senza seccarsi per
la sua ennesima dimostrazione di cafonaggine a rispondere a monosillabi - Allora
ci vediamo. Attento alle macchine! Ciao!- e sfrecciò via agilissima, lasciando
la volpe con l'ennesima vacua sensazione fastidiosa della giornata.
Quella
ragazza...lo infastidiva. Ma non come le altre. Lo infastidiva in un altro
modo.
Si mise le cuffie del lettore nelle orecchie, deciso a smetterla di
pensare ad altro che non fosse il letto e la partita dei Lakers che lo aspettava
a casa eppure c'era sempre qualche a dargli il tormento. Lo capì quando arrivato
in casa, davanti allo specchio dell'entrata, vide il fazzoletto bianco legato al
suo polso.
Se lo tolse e decise di lavarlo, poi finalmente si mise l'animo in
pace e riuscì a guardarsi la partita, tranquillo.
Ma la mattina dopo, al suo
risveglio e al pensiero di ritrovarsi di nuovo a quell'angolo con la sua
bicicletta, si sentì leggermente ansioso.
Hanamichi Sakuragi
palleggiò seccamente, al limite della lunetta di tiro...sollevò le braccia, poi
lanciò la palla e cercò perfettamente il canestro senza toccare nemmeno il
ferro. Sorrise, riprendendo il rimbalzo e facendo poi una schiacciata
altrettanto spettacolare.
Si passò una mano sulla fronte, dove ora spiccava
una bandana con su scritto "BANZAI" che gli teneva indietro i capelli rossi come
il sole dell'alba. Guardò l'orologio che indicava le sei e venticinque.
Si
sedette su una panca, sbadigliando e portandosi una bottiglietta d'acqua alle
labbra.
Ed eccolo che arrivava...lo sentì frenare e schivare per un pelo un
cassonetto dell'immondizia, poi mettere la sua testa bacata nel campo deserto.
Con la sua faccia assonnata faceva davvero ridere! Ed era strano, la kitsune non
era il tipo di persona che scatenava chissà che ilarità nella gente.
La loro
idea comunque avrebbe potuto rivelarsi utile, pensò Hanamichi soddisfatto.
Allenandosi insieme anche al di fuori della scuola, considerato il livello di
rivalità e antagonismo che ancora li univa, avrebbero potuto migliorarsi a
vicenda. Ormai erano quasi allora stesso livello, anche se Rukawa era sempre una
garanzia, mentre lui, così impulsivo, non sempre dimostrava tutta la sua
abilità. Comunque migliorava giorno dopo giorno...e maturava.
Questo era
l'importante.
Dopo tanto tempo dalla morte di suo padre cominciava veramente
a sentirsi un po' più sereno. Il basket l'aveva aiutato a concentrare la sua
rabbia in qualcosa che non fossero le risse. Akagi era stato il suo maestro...e
la volpe un nemico, poi un valido esempio. Allenarsi con lui non avrebbe potuto
fargli altro che bene.
- Kitsune.- disse, alzando la mano in saluto.
-
Do'aho.- disse Rukawa con voce impastata andando a sedersi al suo fianco. Prese
la bottiglietta al volo e dette un sorso, poi si misero in piedi e iniziarono ad
allenarsi. Lì in quel campo si passavano normalmente la palla, senza rubarsela a
o pestandosi come pallida imitazione di un placcaggio.
Quando uno andava a
canestro, era l'altro a servirgli il tiro e viceversa. Niente botte, niente
insulti.
Solo qualche commento per migliorare la loro azione.
Dopo circa
un'ora, alle sette e mezza, tornarono a riposarsi abbastanza soddisfatti.
-
E' andata bene.- disse il rossino, stiracchiandosi - Non sei male come playmaker
volpaccia.-
Rukawa fece un gesto annoiato con la mano, continuando a bere
avidamente e rovesciandosi l'acqua anche sui capelli.
Dopo una bella
scrollata, trovò finalmente la voglia e la forza per affrontare un
discorso.
- Do'aho...-
- E basta darmi dell'idiota!- rimbrottò Sakuragi,
ficcandogli un leggero calcio nella gamba.
Kaede sollevò lo sguardo,
appoggiandosi indietro, contro il muro - Che mi dici della Kotobuki?-
-
Raim?- fece Hana stranito - Che vuoi sapere?-
- Sembra che la conosciate
tutti bene.-
Il rosso sogghignò, levandosi la bandana divertito - Fossi stato
meno asociale l'anno scorso forse ora la conosceresti anche tu. Ti ricordi di
Shiro Sota? Bhè, lei era la sua ragazza. Lui era il migliore amico del Gori ma
non poteva giocare a basket, aveva problemi al cuore. Così ci ha sempre dato una
mano nelle trasferte e nelle tattiche. Possibile che non ti ricordi? È venuto
con noi l'anno scorso al mare, rintronato!-
Ah, era vero...quindi il tizio
con l'orecchino era il migliore amico del capitano.
- Quest'anno è partito
per l'America. I problemi al cuore si erano fatti troppo complessi e così ha
colto l'occasione di fare un anno a Los Angeles. Quando vincevamo le partite
poi, ti ricordi cosa facevi?-
- Andavo a casa a dormire.-
- Ecco...noi
invece andavano a casa sua a festeggiare kitsune.- gli spiegò paziente il rosso
- Lì c'era anche Raim. Ora lei abita nella sua casa sulla spiaggia tutta da sola
e siamo diventati amici, per questo siamo in confidenza. Capito?-
- Hn.- Ecco
spiegato il mistero.
- Perché me l'hai chiesto volpe?- chiese a quel punto
Hanamichi faticando a non alzare un sopracciglio con aria maliziosa.
L'altro
alzò le spalle, senza guardarlo o dargli la soddisfazione di una risposta, anche
perché come minimo non ne sarebbero più usciti se si fossero messi a discutere.
Guardando l'ora, si cambiarono velocemente e partirono a razzo verso la scuola
sulla bicicletta della volpe.
Hana si rifiutò categoricamente di sedersi
dietro di lui, visto che dormiva ancora prima di mettersi in sella e così fu il
rosso a stare al manubrio, mentre finalmente Rukawa poté concedersi il lusso di
farsi una pennichella in santa pace.
Peccato che arrivando allo Shohoku,
qualcuno ebbe qualche dubbio di essere ancora in una dimensione di sani di
mente.
Mito per primo quasi dovette tenersi la mascella, prima che gli
cadesse mentre Mitsui e Miyagi si limitarono a sogghignare.
- Vai che la
mezza sega ha trovato il modo per non farsi investire!- ghignò Hisashi quando li
raggiunsero.
- Attento a come parli al Tensai del basket!- sbraitò il
rosso.
- Com'è che siete arrivati insieme?- chiese Ryota stranito.
- L'ho
pescato per la strada.- si limitò a dire Sakuragi, deciso a tenere nascosto il
suo allenamento con la volpe - E poi rischiava di ammazzare qualcuno, così mi
sono fatto dare uno strappo. Harukina mia!- cinguettò poi, vedendo oltre spalle
dei compagni l'Akagi che lo salutava allegra. Quasi saltando in testa al loro
playmaker, Hanamichi veleggiò verso di lei a un metro da terra, lasciando gli
altri tre con un'aria totalmente disgustata.
- Povero idiota.- rognò
Mitsui.
- E' proprio un do'aho, ha ragione Rukawa.- rise Miyagi - Dai,
andiamo in classe!-
Fu l'ennesima mattina pallosa, su tutti i fronti, tranne
che per l'ora di inglese.
Quell'anno il professore di madre lingua era
addirittura americano. Un biondino abbronzato con l'aria del surfista. Uno che
probabilmente era venuto allo Shohoku con l'intenzione di farsi qualche
studentessa.
A parere di Hanamichi, che sfogliava annoiato il libro troppo
teorico, quello sarebbe durato poco.
Ciarlò con fare giulivo a tutti gli
studenti, poi attaccò a parlare del programma...infine si mise a parlare in
inglese, cercando di dialogare un po' con tutti quanti.
Arrivato a Raim però,
rimase molto sorpreso...piacevolmente sorpreso.
E quando lei iniziò a parlare
a ruota libera, con lo stesso spiccato accento americano del prof, Rukawa si
destò leggermente dal suo sonno, riconoscendo quella voce dal tono
solare.
Quando focalizzò il professore così vicino a lui s'irritò. Quello
parlava e gesticolava troppo per i suoi gusti.
Comunque la loro seconda
manager sembrava davvero un'ottima linguista.
- Che fortuna che hai,
Kirara!-
Sentì quel verso gracchiante quando suonò la fine dell'ora. Era
stata una loro compagnia a usare quel tono melenso.
- Sei piaciuta al prof,
visto?-
Hn. Piacere a uno come quello non era un'impresa. Era il classico
maniaco.
- Solo perché sono di madre lingua come lui.- la sentì rispondere
quasi incurante.
Allora era mezza americana! Ecco perché aveva quell'accento
perfetto.
Non sentì il resto della conversazione perché purtroppo accadde ciò
che accadeva di solito a turbare il suo riposo.
- SAKURAGI!-
Qualcuno
tuonò quel nome incriminante e Kaede aprì appena gli occhi, osservando prima
l'espressione apatica del do'aho, poi il demente sulla porta. Aoka. Di nuovo.
Maledetto judoka! Che cazzo voleva quella volta?
- Vieni fuori! Ti voglio in
terrazza adesso!- e se ne andò sbattendo la porta, con la bella pretesa che il
rossino lo seguisse. Perfino Raim alzò un sopracciglio senza capire, mentre Hana
usciva con aria depressa.
- Ma che succede?- fece, stranita.
-
Tranquilla.-
Si volse verso la volpe, sentendolo parlare.
- Ma qual è il
problema?-
- L'Akagi.-
- Ah.- la rossa sorrise - Non gli dai una
mano?-
Rukawa la guardò un attimo, impassibile, poi tornò a chiudere le
palpebre.
- Se avesse avuto bisogno mi l'avrebbe chiesto.-
Raim non
replicò, quasi rasserenata da quella risposta un po' ambigua e dopo averlo
salutato prese la sua borsa e se ne andò agli allenamenti del club di ginnastica
ritmica, ciondolando sui pattini anche in mezzo al corridoio, facendosi urlare
dietro dai professori. Accidenti se era chiassosa anche lei!
E quel cretino
di una scimmia che fine aveva fatto? Di certo avrebbe rotto la testa a quei
dementi in pochi minuti però.
E infatti tornò indietro poco prima che uscisse
dall'aula per gli allenamenti, però con il Gorilla che lo teneva per la
collottola.
- Insomma, ma come te lo devo dire!?- piagnucolava sgambettando -
E' stato quello yankee ad attaccare briga!-
- Fa silenzio, imbecille! Rukawa,
sveglia! È ora di andare!-
Una volta in palestra poterono di nuovo assistere
alla fine degli esercizi delle ginnaste. La loro allenatrice aveva chiuso fuori
parecchi guardoni ma non poté impedire a quelli basket di appostarsi sulla
porta.
E lì, di nuovo, la volpe dello Shohoku vide qualcosa che non aveva mai
neanche preso in considerazione.
La vedeva muoversi, quasi danzare, avvolta
in un nastro bianco...la musica era ipnotica, come i suoi movimenti.
La cosa
che più lo impressionò fu l'agitare sinuoso delle sue dita, passando fra la seta
del nastro.
Lo lanciò in aria, mentre la sua allenatrice le girava attorno
dandole consigli, incoraggiandola...e con una piroetta, lei si volse verso di
loro. Per un attimo incrociò i suoi occhi e...il manico del nastro le finì sulla
testa, con un tonfo sordo.
- Ahi...- la sentì piagnucolare, dopo cinque
secondi di silenzio.
Subito dopo tutte le sue compagne attaccarono a ridere
divertite, mentre la manager sembrava molto meno propensa ad unirsi alle
spiritosaggini. Imbestialita, sembrò quasi di vedere Akagi sbraitare contro
Sakuragi.
Ad allenamento terminato, Raim aveva ancora un bernoccolo in mezzo
alla zucca.
- Accidenti a quella vipera!- borbottò, infilandosi un paio di
pantaloncini - E che diamine, ho solo mancato la presa!-
- E' la prima volta
che ti vedo sbagliare.- ridacchiò Miyagi - Ma a che pensavi?-
Rukawa non
sentì la risposta ma sentì distintamente gli occhi verdi di quella peste su di
lui.
Accidenti. Avvertì un brivido e ne fu parecchio infastidito, quindi
infilò lo spogliatoio come un treno.
Che diavolo gli stava succedendo eh?
Durante la partita e l'allenamento corse come un pazzo da una parte del
campo all'altra, soffiando numerose volte la palla a tutti i membri della
squadra, senza andare per il sottile con le matricole e usando il do'aho come
una specie di cuscinetto per scaricare i nervi senza però stavolta ottenere
alcuna risposta in botte o insulti.
La cosa strabiliò un po' tutti ma quando
Kogure cercò di chiedere cosa diavolo stesse succedendo, Mitsui gli fece un
cenno negativo con la testa. Era meglio lasciar perdere. Se la sarebbero
sbrigata da soli.
Ma quando Sakuragi finì a terra, dopo un fallo un po'
troppo forte, finalmente Rukawa si fermò.
- Senpai!- Rei Manabe apparve al
fianco di Hanamichi, preoccupato - Tutto ok? Ti sei fatto male?-
Il rosso non
rispose nemmeno. Rimase a fissare il viso affilato del numero 11 che dopo aver
inspirato a fondo fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Allungò la
mano...e Hanamichi la prese, senza dire nulla ma premurandosi di rompergli tutti
gli ossicini e la volpe accettò la penitenza con una lieve smorfia.
- Avanti,
riprendiamo!- sbraitò poi il rosso - Miyagi, passa la palla avanti!-
- Ehi
mezza sega, non è che hai battuto la testa?- frecciò Hisashi.
- Non stare in
pena, tesoro. Il Tensai è a prova di volpe!- replicò sarcastico.
- Do'aho.-
borbottò Rukawa, asciugandosi la fronte con la sua fascetta.
La cosa si
concluse lì ma alle sei Hana spedì di nuovo a casa tutti, dicendo che avrebbe
sistemato lui la palestra, anche se era il turino di Ryota e Hisashi. I due
presero la cosa come una manna e se ne andarono non molto convinti.
- Qui
gatta ci cova.- disse il playmaker davanti ai cancelli - Ma che aveva oggi
Rukawa?-
- Non saprei.- disse Mitsui - Se ha qualche problema comunque non è
tipo da esporlo, non credi?-
Però c'era qualcuno che aveva tutta l'intenzione
di fargli sputare l'osso...e poi anche il fegato, visto come l'aveva buttato
gambe all'aria. Hanamichi Sakuragi aveva un'aria assolutamente troppo pacifica
mentre ripuliva il pavimento quella sera. L'aveva fatto apposta. La kitsune ci
metteva degli anni e in quel modo avrebbe potuto sistemare la questione...almeno
fino a quando una voce un po' brusca non lo colse alle spalle.
- Senpai
Sakuragi...-
- Rei.- disse Hana stranito - Che fai ancora qua? Non dirmi che
mi vuoi aiutare di nuovo!-
- Io...ecco io...- il ragazzo sembrò tentennare -
Io non riesco a credere a quello che ho visto!- sbottò allora, con voce un po'
alterata con occhi ingenui - Sapevo che Rukawa aveva un gioco abbastanza
solitario e prevaricatore ma non credevo che anticipasse il suo ego ai bisogni
delle squadra!-
La goccia sulla testa di Sakuragi lasciò la matricola ancora
più fremente - Nel senso...anche tu hai un gioco prevaricatore ma lui sembra
giocare solo per se stesso! A volte sembra non vedere i compagni, non passa la
palla...è altero e troppo sicuro di sé!-
A quell'uscita Hanamichi rise sul
serio, lasciandosi andare seduto a terra.
- Posso parlare in tutta
sincerità?-
- Ma certo senpai.- rispose Manabe confuso.
- E' troppo sicuro
di sé perché può permetterselo, prima cosa.- disse il rosso con tono
inflessibile che fece tremolare il suo kohai - Seconda cosa, quand'è stata ora
di passare la palla ti assicuro che l'ha fatto. E per terzo...- Hana sollevò gli
occhi nocciola e li piantò in quelli della matricola tanto da trapassarlo -...e
per terzo la kitsune ama davvero questo sport. Io ero e sono tuttora troppo
sicuro di me, quindi questa ramanzina avresti dovuta farla a me e non a lui,
Rei.-
- Ma...ma senpai...-
- No, tappati la boccaccia.- gli disse
scoccandogli la classica occhiata che precede una testata colossale - Rukawa è
fatto a modo suo ma non c'è critica che tu possa muovergli in campo. Questo non
lo accetto.-
- E il fallo di prima?- Manabe deglutì - Quello come lo
spieghi?-
- Non devo spiegarlo.- rispose Hanamichi quasi sorridendo - Fossi
in te mi scioglierei sai? Il volpino può insegnarti molto, credimi, quindi passa
sul suo carattere altero, come dici tu, e concentrati solo su come gioca. Vedrai
che lo vedrai sotto un'altra luce. E adesso fila a casa, avanti!- scandì,
cambiando tono - E' un ordine del Tensai!-
- D'accordo, d'accordo!- disse il
ragazzo, riuscendo a sorridere - Farò come dici...in fondo lo conosci meglio di
me! Ciao, a domani senpai!-
- Ma tu guarda che ragazzino pestifero...-
fischiò, restando seduto a terra - Tu che dici Kit?-
Kaede uscì dalla porta
dello spogliatoio, restando però appoggiato al muro. Aveva sentito tutto e quel
rosso demente se n'era anche accorto. Incredibile, il do'aho che prendeva le sue
parti...roba da matti.
Il mondo stava proprio girando al contrario quel
giorno.
- Ehi volpe, vieni qua un attimo.- disse il rosso all'improvviso,
piegando il dito indice più volte.
Quel tono gli piaceva poco ma sapeva anche
di sfida, quindi il moro non poteva rifiutare. Sapeva a cosa andava incontro ma
non era un vigliacco e gli andò a un passo dal naso...poi si fece prendere il
capo fra le mani e subì in silenzio una serie di testate che avrebbero sistemato
anche un pachiderma.
Intontito e pronto a rendergli gli interessi, caricò un
pugno ma andò a vuoto perché Hana gli afferrò il polso, fissandolo incazzoso - E
allora???- sbraitò, quasi assordandolo - Che cavolo avevi eh???-
- Affari
miei, do'aho.- sentenziò il moro.
- Deficiente...- ringhiò l'altro,
attorniato da fiamme - Quando mi fai un fallo e mi butti a terra come un sacco
di patate facendomi fare la figura del cretino sono affari miei!-
Tagliando
corto non gliene fregava un cazzo del motivo per cui gli aveva fatto fallo ma
solo della figura in sé, pensò Rukawa con un sospiro. Ecco, ora tutto tornava.
Ma tu guarda che imbecille!
Non fece in tempo a mandarlo al diavolo che si
ritrovò sotto la rete dei palloni, con quell'imbecille testa rossa seduto sopra
la sua testa per impedirgli di uscire.
- Che cazzo fai?! Scendi da lì,
do'aho!-
- Sta zitta volpe, questa è la vendetta del Tensai!- ghignò il
rosso.
Dio, quando usciva da lì lo massacrava! Gli stava facendo perdere ore
preziose di sonno quel demente! E dire che prima non aveva fatto altro che
difenderlo con quella seccante matricola. Mah, forse si era fatto un cicchetto a
pranzo...
- Avevi un'aria strana prima.-
Kaede rialzò appena il capo,
vedendo Sakuragi restare seduto a gambe incrociate sulla rete.
- Strana in
che senso?- bofonchiò, esausto.
- Strana e basta.- replicò il numero 10 -
Allora? Mi dici cos'è successo all'improvviso? T'è venuto un calo di zuccheri di
colpo razza di volpaccia inappetente?-
Inappetente...Kaede sperò vivamente
che quell'imbecille parlasse di cibo e non di altre amministrazioni.
- Pensa
agli affari tuoi.- gli disse ancora ma non finì di parlare che Hanamichi infilò
una mano nelle rete e gli tirò un pugno in testa, con una vena pulsante sulla
fronte - Giuro che ti tengo lì dentro fino a domani! Chi cavolo me l'ha fatto
fare di difendere una volpe come te da Manabe!-
- Non te l'ha chiesto
nessuno, do'aho!-
- Bhè, era solo la verità.- rispose il rosso a tono - In
fondo si parlava solo di basket. Per il resto saresti da prendere a cartelle
tutto il giorno!-
Dio...era snervante sul serio. Si sentiva la testa
fumare...tutte quelle chiacchiere gli avevano fatto venire il mal di gola.
Al
diavolo il do'aho testa rossa, al diavolo la matricola piattola e al diavolo
anche...
Gelò, pensando a lei. E adesso perché la pestifera ragazzina dei
pattini gli era venuta in mente?
Kaede, non fare il vigliacco almeno con te
stesso...ti ha fatto venire la pelle d'oca con uno sguardo! Questa come la
spieghi eh? Spiegala al do'aho! Diglielo che l'hai buttato gambe all'aria per
una donna!
L'avrebbe tenuto alla fame sotto quella rete per una
settimana!
- Ebbene? Hai trovato un motivo per cui hai rovinato la
reputazione al Tensai del basket o no?-
L'unica cosa che gli avrebbe rovinato
era la faccia e la schiena non appena si fosse liberato da quella rete, ringhiò
Rukawa minaccioso e a quel punto non li tenne più nessuno. Scalciando e
sbraitando alla fine la trappola venne rovesciata e scattò la caccia alla
scimmia, tanto che per qualche giorno quei due imbecilli dovettero presentarsi
agli allenamenti pieni di cerotti.
Ma se non altro ora Akagi si sentiva
meglio. Quella mano in campo era stato solo uno sprazzo di follia...
Altro
che migliorare...quei due cretini andavano in peggiorando! Adesso anche Rukawa
ci si metteva a dare i numeri poi...e Takenori non capiva bene da che cosa
dipendesse. Restava il fatto però che da quando era iniziato l'anno la sua ala
piccola aveva cominciato a dare strani segni di sclero...e chissà che non fosse
tutta colpa di quell'idiota di un Tensai! Alla fine era riuscito a tarare anche
Rukawa, dannazione!
Quell'anno se ne sarebbero viste delle belle, ne era
sicuro.