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Autore: Axia    22/12/2006    22 recensioni
Storia di un'amicizia fra due nemici, di un amore improvviso, di una torneo pieno di drammi, di sconfitte e di una vittoria, sia in partita che nella vita reale. Non yaoi.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akagi Takenori, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve gente, piccola premessa.
Avendo sempre scritto solo di One Piece, ho considerato questa fic una specie di esperimento che ho finito a gennaio di quest'anno. Inoltre devo avvisare di un'incongruenza col bellissimo manga di Takehiko Inoue: essendo questa fic ambientata al terzo anno di Hanamichi, avrei dovuto perdere quasi tutti i personaggi della storia e aborrendo una cosa del genere, visto che adoro Mitsui, Akagi e il mitico Miyagi, ho completamente scardinato l'ordinamento scolastico giapponese, rendendolo all'occidentale come nel caso di un nostro comunissimo liceo. Quindi, mentre Hanamichi sta al terzo anno, gli altri staranno in un ipotetico quinto anno e tutto questo solo per riaverli tranquilli in squadra, visto che senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.
Dopo di che vi lascio alla lettura. Fatemi sapere!

Axia.

 

 

 

 

  Raim's Fox

 

 


- Che palle...-
Questa era la classica frase che ogni studente sano di mente sparava all'inizio di ogni nuovo anno scolastico.
Uno in particolare, quella mattina calda e abbastanza afosa, era di umore tetro  nonostante dentro di sé nascondesse un insano desiderio di rivedere i rompiscatole che considerava, in fondo, suo amici.
Yohei Mito sogghignò, sollevando appena un'occhiata sul gigante di quasi due metri che gli camminava a fianco borbottando come una teiera. Certo che Hana era sempre il solito, pensò scuotendo il capo.
Arrivati al terzo anno la sua autonomia era ormai giunta al limite. E dire che avrebbero dovuto farsi altri due anni lì dentro a quella scuola di teppisti che era lo Shohoku.
- Eddai, Hana.- sorrise mentre raggiungevano i cancelli con passo tranquillo visto che per una volta in vita loro non erano in ritardo. Più si avvicinavano e più venivano circondati da senpai e matricole, per non parlare di tutte le ammiratrici di cui ora godeva Sakuragi.
La tigre dai capelli rossi, dicevano tutti.
- Non sei contento?- continuò Mito, mentre lo vedeva levarsi gli auricolari dalle orecchie - Vincerete il titolo anche quest'anno, non temere. E poi sarà divertente...ormai tu e Haruko uscite insieme e...-
- ...E il Gori mi uccide visto che prima o poi verrà a saperlo!- sbuffò il rosso, con una smorfia, ripensando orgoglioso alla loro vittoria ai campionati nazionali dell'anno prima, battendo il Kainan e l'Aiwa - Hai visto Noma piuttosto? Ho voglia di un tiro visto che non c'è ancora in giro il capitano.-
- Se ti prende Haruko ti massacra.-
- Non parlare così della mia Harukina!- sbraitò Hanamichi Sakuragi facendo una delle sue solite piazzate in pubblico, spaventando metà degli studenti davanti al cancello - Lei è il mio angelo capito??? Solo lei mi capisce!-
- Hana...-
- Ahahahah! Lei si che ama il Tensai! E dopo due anni finalmente posso dichiararle tutto il mio amore!-
- Hana sta arrivando...-
- E vedrai! Una volta che avrò portato la squadra di nuovo alla vittoria, lei sarà solo...- ma non finì di parlare perché venne letteralmente preso in pieno da una bicicletta, come da tradizione.
- Cazzo che male...- sibilò a terra, con l'osso sacro dolorante - Rukawaaaaa...pezzo di cretino...- aggiunse poi, facendosi pericolosamente minaccioso. Si mise in piedi attorniato da fiamme ma naturalmente insulti e bestemmie andarono sprecate.
Kaede Rukawa, diciassette anni, gli stava di fronte. Un uomo, un perché.
Numero 11 dello Shohoku, sua Boriosità per tutta la scuola, la kitsune per i compagni, Kaede Rukawa con gli anni non era cambiato, se non per chi lo conosceva bene per potersi accorgere dei suoi lievi cambiamenti di umore.
Scese dalla bici con aria pacifica, mollando a terra il borsone del basket e levandosi gli occhiali da sole dalla faccia. Da qualche giorno il sole lo irritava terribilmente e uscendo quella mattina era stato costretto a mettersi le lenti scure, o non avrebbe potuto dormire mentre pedalava verso la scuola.
E come volevasi dimostrare, aveva subito centrato la scimmia rossa, come se avesse avuto un radar.
- Do'aho.- lo salutò assonnato, dopo tutte le vacanze estive che erano stati senza vedersi.
- Vaffanculo Kit! Sei sempre in mezzo!- sbraitò Sakuragi rabbioso, pronto a prenderlo a cazzotti.
- A dire la verità sei tu che sei sempre sulla sua strada.- rise Mito.
- E sta zitto!- ringhiò il rosso, ficcandogli una testata per zittirlo - E' la volpe che lo fa apposta a venirmi addosso! E adesso andate a quel paese tutti e due...perché il Tensai deve andare a trovare la sua quasi ragazza! Voi sfigati state pure qua a farvi le seghe da soli!!- e ghignando come un babbuino se ne andò alla porta, lasciando Yohei e Rukawa a guardarlo con le sopracciglia alzate.
E chi era tanto deficiente da dargliela al do'aho?, si chiese Kaede sconvolto ma non dovette pensarci poi molto.
Poteva essere solo la Babba quella perfetta deficiente. Quella era proprio una Piattola!
- Passato bene l'estate?- gli chiese Mito con un sorriso, poco dopo.
- Hn.- mugugnò l'algida kitsune, mettendo la catena alla sua bici.
Mito era l'unico fra gli amici della scimmia a stargli moderatamente simpatico e a non dargli fastidio con la sua sola presenza, come a differenza faceva il Tensai dei dementi da quasi tre anni.
Quella mattina con l'inizio del nuovo anno si era svegliato con uno strano sentore. Tipo presagio funesto. E guarda caso quando andò a cercare sui tabelloni la sua classe e il suo posto, si sentì quasi morire.
E lo stesso grido apocalittico arrivò quando Sakuragi guardò a sua volta la sua postazione.
- NOOOOOOOOOOOOOOO!!!! CHI CAZZO E' IL DEFICIENTE CHE HA POTUTO CONCEPIRE UNA COSA DEL GENERE????-
Stessa classe, III D, armadietti vicini e bianchi spiaccicati. Sakuragi e Rukawa.
Una garanzia.
- Oddio...-
Hisashi Mitsui si fece largo fra la folla che si aprì come il Mar Rosso al suo passaggio e sogghignò diabolicamente, osservando le loro espressione, praticamente pietrificati sul posto - Ragazzi, la scuola ha retto con le mura intere fino a oggi...- e attaccò a ridere sommessamente - Vedete di non farcela crollare addosso eh?-
- E sta zitto anche tu, cazzo!- ululò Hanamichi riprendendosi - Questo è un segno del destino!-
- Ma che destino mezza sega.- sbuffò il tiratore da tre punti dello Shohoku - Si chiama iella.-
- O rivalsa.- rise Miyagi raggiungendo Mitsui con borsone appoggiato per i manici sulla testa- Akagi ci vuole all'allenamento subito dopo le lezioni, non perdete tempo alla cerimonia di presentazione, capito? E cercate di arrivare tutti interi, senza possibilmente esservi fatti sbattere in punizione.-
- Hn.- sbuffò Rukawa in crisi mistica.
- No...no...no...- piagnucolò Sakuragi per tutto il tempo, strisciando come un lombrico fino in classe. Ma perchè? Quella era un'altra beffa del destino. Ma perché proprio la kitsune? E dire che se non altro una volta arrivati in fondo alla classe lo vide mettersi seduto, sprofondare nella sedia e addormentarsi subito.
Eccolo lì...ma come faceva? Lui non riusciva ad addormentarsi in quel modo.
Mah...comunque avevano ragione quei dementi dei suoi senpai. Quell'anno lui e la kitsune si sarebbero spaccati la faccia anche in classe e il Gori gli avrebbe sfondato la testa a suon di pugni.
Ma bene...s'iniziava alla grande proprio!
Inoltre quella mattina aveva di nuovo incontrato quel carciofo del club di judo per i corridoi. Che barba, quello proprio non lo lasciava in pace. Da quando aveva cominciato poi a uscire con Haruko non c'era stato verso di levarselo di torno. Quella mattina si era anche avvicinato con i suoi scagnozzi, forse con l'intento di attaccare briga ma quando aveva visto anche Rukawa si era trattenuto, visto come già al primo anno la kitsune avesse conciato male quei tre dementi.
Ridacchiò, guardando di striscio il numero 11 dormire con quella sua faccia da volpe.
Sembrava tanto angelico il bastardo e invece menava alla grande. In fondo non se la sarebbero cavata male, pensò Hanamichi calmando i nervi. Certo, era facile che coi loro caratteri s'irritassero a vicenda ma ormai lui aveva quasi raggiunto il suo livello e la kitsune gli aveva insegnato tanto negli anni trascorsi insieme al club...anche quando avevano vinto il titolo nazionale in fondo aveva visto una luce orgogliosa nei suoi occhi.
In fondo il ghiacciolo non era male...se lo si prendeva coi guanti.
Tornò alla realtà, lasciando perdere il volpino, si dette una rapida occhiata in giro. A parte le ragazze che giravano attorno a loro due come mosche, in quella classe c'era un unico buon elemento, visto che Mito era stato spedito della sezione C e quando Sakuragi la vide, non poté fare a meno di sogghignare.
Arrivata in ritardo, la "mezza americana" come la chiamavano tutti, entrò come un tornado anticipando di poco il professore di matematica. Sorrise a tutti, facendo arrossire un po' di studenti timidi e sbavare i play boy della classe ma quando vide Hanamichi il suo sorriso si fece più solare.
- Ciao Hana!- gli disse la ragazza con una notevole confidenza, levandosi dalle mani i guanti e le polsiere di protezione dei pattini che si portava dietro - Tutto bene? Passato una bella estate?-
- Ciao Raim!- la salutò cordiale, visto che si stava sedendo davanti a lui - E così quest'anno avrò una bella ragazza di fronte. Meglio di Mito!-
La ragazza sorrise divertita e...si tolse il caschetto dalla testa, rivelando una nuvola di crini color rame. Aveva i capelli lisci raccolti in una coda di cavallo da cui uscivano due ciocche impossibili da trattenere.
Gli occhi erano verde chiaro e in tutta la scuola era nota come "Faccio-tutto-Kotobuki".
Si chiamava Kirara Kotobuki ma era col nome Raim che tutti gli amici la conoscevano, anche se nessuno che sapeva il motivo o provenienza di tale nomignolo.
Di madre americana, i suoi tratti l'avevano resa popolare ma anche piuttosto ambigua...
Andava e veniva dalla scuola in più club ma non era mai stata vista con nessuna compagnia in particolare.
- Come va Hana?- gli chiese la ragazza, sedendosi e dondolando indietro con la sedia - Puntate di nuovo al titolo anche quest'anno vero?-
- Già. E tu sei di nuovo nel club delle majorette?-
- Quello, ginnastica ritmica e il club di basket femminile.- cinguettò, sbadigliando con fare sornione - Mi sa che quest'anno mi farò quattro ghignate se non mi buttano fuori o non mi sfinisco prima.-
- Ah si? Perché invece non vieni ad aiutare Ayako a farci da manager?- le propose, strizzandole l'occhio.
- Per stare appresso a voi matti? Neanche morta.- rise, tirando fuori i libri - Ho già visto Mitchy stamattina, davanti alla macchinetta del caffè. C'ha provato e gli è andata male. Piuttosto, quando venite a cena?-
- Anche domani se vuoi!- le rispose allegro - Mi mancano i ritrovi alla casa sulla spiaggia.- e poi tacque, quando l'odioso prof di matematica iniziò la sue lezione.
- Notizie da Shiro?- le chiese a bassa voce, a metà dell'ora.
- Se la spassa, niente da dire.- rispose lei con lo stesso tono e un'alzata di spalle.
Fortunatamente l'ora di pranzo arrivò presto e Sakuragi riuscì a far strisciare Rukawa fino in terrazzo come faceva dal secondo anno, per farlo dormire lontano dalle oche del suo fan club.
Svaccati sul terrazzo, Mito e gli altri quasi si strozzarono col bento quando Sakuragi disse loro della novità.
- E così Raim è in classe con te.- disse Yohei sorpreso - E sta bene? Sai...dopo che Shiro è partito...-
- Lei è forte, sta benissimo.- rispose il rosso, sdraiato a terra - Piuttosto...kitsune della malora, sei sveglio? La conosci la Kotobuki?-
- Guarda che ti riempie di botte.- l'avvisò Noma, dandogli una sigaretta e andando alla porta - Ci vediamo Hana, abbiamo lezione fra due minuti.-
- Che barba.- rognò Sakuragi, accendendosi una sigaretta e restando solo con Rukawa che si faceva la pennichella poco più in là. Certo che quel terzo anno si prospettava una mazzata anche sul fronte compiti e doveva impegnarsi se voleva mantenere alta la media per la borsa di studio. Rukawa invece dello studio se ne fregava abbastanza. Era il classico tipo bravino in tutto, specialmente in inglese e storia ma ad Hanamichi non sembrava che apprezzasse qualche materia in particolare, anzi...sclerava alla grande specialmente nell'ora di matematica, dando i numeri e picchiando il prof per niente quando quello, incautamente, cercava di svegliarlo a suon di ventagliate.
Per non parlare poi del fatto che detestava il fumo e che per fargli buttare via la sigaretta quasi gli spezzò la giugulare, svegliatosi a causa dell'odore acre che gli era arrivato al suo sensibilissimo nasino.
Tornarono in classe borbottandosi dietro a vicenda come due vecchiette, poi giunti in palestra prendendosi a calci più o meno a scatti, rimasero impalati sulla soglia.
- Ma porca...- sbottò Rukawa, imprecando.
- Me n'ero dimenticato.- sbuffò anche Sakuragi, vedendo una decina di matricole intente a parlare col capitano Akagi, durante la presentazione. Eccoli lì i nuovi arrivati. Ce n'erano tre sul metro e ottanta, due con delle facce da galera e tutti gli altri fissavano il Gori come se fosse stato il boia, per non parlare delle loro espressioni quando Mitsui era passato loro a fianco per ficcarsi negli spogliatoi, senza degnarli di uno sguardo.
- Oh, era ora!- sentenziò Kogure quando li vide sulla porta - Dov'eravate?-
- A limonare dietro un angolo forse!- urlò Hisashi ridacchiando dagli spogliatoi.
- E sta zitto, demente.- lo rintuzzò Miyagi vedendo subito Hanamichi prendere fuoco. Quei due erano capacissimi di scatenare rissa per niente. Comunque si sorbirono le presentazioni delle nuove reclute che sinceramente né Rukawa né il rossino osservarono con particolare attenzione.
Erano ragazzi tutti abbastanza intimiditi, a parte un paio che sembravano sicuri di loro stessi.
- Nobu Yaoto, prima classe, sezione J. Alto 1.88, peso 77 chili. Nella vecchia squadra giocavo come guardia.-
- Rei Manabe.- saltò su a molla il ragazzino in mezzo e dall'aria per bene che fissava i giocatori dello Shohoku con occhi letteralmente adoranti - Prima classe, sezione A. Alto 1.82, peso 75 chili. Giocavo nel ruolo di ala piccola e faccio parte del giornale dell'istituto.- e via con un casino d'informazioni che ascoltava solo Kogure, perché Akagi era troppo preso dal fare la paternale per l'ennesima volta in tre anni ai soliti quattro imbecilli che erano titolari con lui e poi finalmente ci fu la partitella per tastare "la mercanzia" e...non fu un successo, questo dovette ammetterlo anche Anzai visto che quasi nessuno riuscì a toccare il pallone arancio.
- Volete passare quella cazzo di palla???- sbraitò Mitsui in mezzo al campo sull'orlo di una crisi isterica, un'ora più tardi. Praticamente per tutta l'amichevole quei due animali che altri non erano che la volpe e la scimmia non avevano fatto altro che rubarsi la palla a vicenda, impedendo al resto della squadra di fare qualcosa, tanto che Miyagi era andato anche a sedersi in panchina dalla sua Ayako che continuava a non filarselo.
- E sta zitto, teppista!- urlò il rosso avvolto dalle fiamme - Devo sistemare questa volpe una volta per tutte!-
- Do'aho.- sentenziò Rukawa, placcandolo a uomo - Sei il solito imbranato!- e gli fregò la sfera arancione, scattando verso il canestro ma il suo insulto arrivò al bersaglio e Hanamichi, ormai al limite della sopportazione, invece di sbarrargli normalmente la strada, gli volò proprio addosso e rotolarono a terra prendendosi a pugni.
- ADESSO BASTA IMBECILLI!-
Grazie al cielo arrivò la punizione divina, la classica che da tre anni massacrava il cranio di quei due.
Akagi arrivò a prenderli per la collottola, anche ora che avevano diciassette anni suonati. Li scrollò come micini, rimandandoli a calci da Kogure per continuare la partita.
Takenori rimase piacevolmente soddisfatto comunque da quello che vide, tornato in panchina.
E anche Ayako e Anzai.
Osservarono la partita contro i nuovi arrivati e...bhè, anche se non c'erano teste troppo calde, alcuni dei nuovi arrivati erano bravini...ma anche un po' intimoriti dai titolari.
Quel beota di Mitsui si divertiva a tormentarli e il nanetto non era da meno. Per non parlare di Sakuragi e Rukawa che se le davano senza notare gli altri, come se stessero facendo un one on one in un campo vuoto. Notare poi che giocavano con la maglia dello stesso colore...
Erano da manicomio...
- Ma da quando Hanamichi è diventato così bravo?- bofonchiò Ayako sorridente.
- In tre anni vorrei vedere.- sbottò il capitano, secco ma orgoglioso.
Yasuda e Shiozaki, Kakuta e Ishii stavano quasi sfigurando ma a parte quello il pomeriggio andò avanti come doveva almeno fino a quando non si scatenò la solita rissa anche negli spogliatoi.
- Ahahahah!- ridacchiò Hanamichi uscendo dalla doccia con l'asciugamano legato in vita mentre le matricole continuavano a temere di essere stese da una sua testata - Quest'anno l'ammazzo la Nobu-scimmia in campo! Il tensai ormai è pronto!-
- Si, a buttarsi giù dal terrazzo.- rognò Mitsui passandogli a fianco disgustato - Coglione, dammi d'accendere!-
- Ho scritto "distributore di accendini" in fronte per caso?- sbraitò il rosso furente - Va' a dare il tormento a qualcun altro! E tu muoviti Kit! Non ti addormentare sotto l'acqua!-
- Do'aho.- sbuffò Rukawa come da copione, restando per dispetto sotto il getto della doccia.
- Deficiente! Allora Gori?- andò avanti Sakuragi cambiando discorso quando rimasero solo loro titolari - Che ne pensi dei nuovi arrivi? A me non sembravano male.-
- Li schiaccio sotto le scarpe.- ghignò subito Hisashi - Ma possono reggere.-
- Dici? A me sembrano degli impediti.- rise anche Miyagi, ficcando i vestiti nella borsa.
- Non saprei...quattr'occhi, che ne pensi?-
- Poveretti, gli avete dato il tormento! Sono ancora giovani ma impareranno.- disse Kogure - E poi erano spaventati solo che Hanamichi li prendesse a calci.-
- Appunto cretino.- sbottò Akagi, guardandolo storto - D'ora in avanti vedi di lasciarli in pace ok?-
- Ma se non li guardavo neanche!-
- No, ne hai solo spalmato uno a terra dopo che Rukawa t'ha tirato una pallonata in faccia.- frecciò il playmaker della squadra - Possibile che non te ne sei accorto? Eppure sei atterrato sul morbido.-
- Piuttosto, ci serve una mano ragazzi!- urlò Ayako fuori dagli spogliatoi - Qua mi serve un aiuto sapete?-
- Un'altra manager?- borbottò Akagi - E dove la troviamo?-
- Raim?- propose Mitsui - Stamattina l'ho presa ai cancelli. A momenti investiva Megane-kun coi pattini!-
- Lei sarebbe perfetta.- annuì anche Kogure, che aveva rischiato l'osso del collo - Conosce già le regole e i fondamentali per aiutare le matricole.-
- Ma ha tempo?- chiese di nuovo Takenori - In quanti club è quest'anno quella disgraziata?-
- Tre.- rise Sakuragi - Ma se vuoi possiamo sempre chiedere alla mia Harukina e ...AHI! MI HAI FATTO MALE!- sbraitò, prendendosi l'ennesima cartella sulla testa - Che palle, non si può mai scherzare! Figurati se trascino quel fiorellino di tua sorella in questo covo di porci!-
- Ha parlato.- lo schernì Ryota con un'occhiataccia - Comunque possiamo davvero chiedere a Raim.-
- Si può provare ma è parecchio impegnata. Ehi Rukawa...tu che ne dici?-
La volpe che si stava strofinando i capelli parve cadere dalle nuvole. "Cosa volete? Chi siete voi?" diceva la sua espressione vacua e allora Akagi dovette rispiegargli tutto, per vederlo più in palla di prima.
E chi era quella Raim? Che razza di nome era?, pensò stranito.
- No, non la conosce.- si ricordò poi Kogure - Lui conosce solo Shiro. Ti ricordi quel tizio che ha preso il diploma in anticipo e che veniva sempre qui l'anno scorso a parlare con Takenori? ...Ma si, quello sempre sorridente con l'orecchino all'orecchio sinistro. Shiro Sota.-
Si, vagamente si ricordava di quel tizio. Un tipo strano che lo salutava sempre allegro, che veniva spesso a vederli agli allenamenti e che era molto popolare fra le ragazze. Che c'entrava lui comunque con la nuova manager?
- Cazzo ma stai a pezzi.- si schifò Mitsui - Mamma mia Ru, fatti una cura al fosforo.-
Una padellata di cazzi suoi mai quel teppista, vero?
- Fate quello che vi pare.- riuscì a dire Rukawa, usando già troppo fiato. Una cretina valeva l'altra.
- Ma non è in classe con voi Kotobuki quest'anno?- s'intromise Kogure - Rukawa, dovresti sapere chi è.-
- Come no! Dorme!- frecciò Hanamichi - Dai volpe, muoviti che devo chiudere tutto!-
- Hn.- fu la solita risposta.
Era il tramonto ormai quando il club di basket si svuotò. I ragazzi e le matricole andarono via per lasciare il compito di chiudere tutto ad Hanamichi, che sbraitando dietro alla lentezza della kitsune riuscì finalmente a uscire dalla scuola.
- In tre anni sei sempre più lento.- gli ringhiò, mentre lo vedeva già addormentarsi sulla bicicletta per tornare a casa - Non ci pensare neanche che quest'anno stia ancora ad aspettarti, razza di volpe surgelata.-
Ma che palle...perché quel do'aho non taceva? Stupido essere senza cervello.
- Ammazzati sulla strada del ritorno.- gli augurò Sakuragi ficcandosi le mani in tasca.
- Grazie altrettanto.- sibilò il moro, andando per la sua strada.
- E domani mattina se provi a venirmi addosso ti massacro!-
Se, se...sempre lo stesso. Eppure com'è che nell'estate quelle frasi gli erano mancate? Mah.
Kaede, idiota...riprenditi, si disse.
Senza accorgersene piegò un angolo della bocca, sospirando. E così era iniziato un altro anno. Altre botte, di nuovo il do'aho alle costole anche in classe ma il peggio era che la loro popolarità aumentava. Perfino quel primo giorno all'uscita aveva già trovato nell'armadietto una trentina di lettere. Cestinandole, si era chiesto per quanto quell'idiozia sarebbe andata ancora avanti...fino al quinto anno, da scommetterci le palle in tutti i sensi!
Quanto erano stupide quelle, pensò infastidito mentre ne incrociava qualcuna per la strada. Badavano solo all'aspetto fisico e alla sua fama nel basket. A loro non importava che le disprezzasse per tutta la loro leggerezza.
Erano proprio tutte uguali...la Piattola compresa, che però aveva messo del sale in zucca accettando di uscire con la scimmia. Quella era una scelta che poteva capire decisamente di più. Anche se megalomane e deficiente, il do'aho era sempre stato gentile con le ragazze, a differenza sua che le ignorava sfacciatamente.
Chissà cosa pretendeva la gente da lui. Cosa pretendevano tutti? Che fosse sorridente e sempre allegro.
Il do'aho era l'unico che sembrava aver smesso di chiedersi sempre perché parlasse poco e socializzasse ancora meno.
In fondo avevano quasi imparato ad accettarsi. Forse potevano definirsi amici.
- Amico del do'aho...- ghignò fra sé. Meglio quello che una stupida donna a invadergli la vita, no?
Peccato che Kaede Rukawa quel giorno fece un incontro-scontro con un altro esemplare di testa rossa alquanto turbolento. Forse lui con quel colore proprio non ci andava d'accordo, avrebbe capito in seguito.
Tornando a casa, alla sua villetta solitaria nel centro della città dove non lo aspettava nessuno, trovò dei lavori in corso sulla via che seguiva solitamente. Se ne accorse perché andò a sbattere contro uno dei lavoratori e così dovette prendere un'altra strada che non aveva mai fatto, sbuffando e cercando di rimettersi a dormire.
Facendolo però per una volta rischiò davvero l'osso del collo.
Qualcuno, spuntato da dietro l'angolo, arrivò su di lui a tutta velocità e Kaede se ne accorse tardi.
Riuscì a malapena a vedere una furia rossa schizzare verso di lui, che cadde dalla bicicletta insieme alla persona che aveva i minuti contati. Crollarono a terra a peso morto e il numero 11 della squadra dello Shohoku picchiò leggermente la testa. Quando riaprì gli affilati occhi blu, vide qualcuno sopra di lui.
- Sta fermo.- gli disse una voce di ragazza - Hai preso un colpo alla testa. Quante sono?-
Aveva tre dita davanti, ma non aprì bocca. Una ragazza dagli incredibili occhi verdi dal taglio stranamente occidentale lo fissava intensamente - Allora? Quante sono?-
Lui si mise a sedere, infastidito. Accidenti! Non si era fatto male e lei nemmeno visto che era bardata con le protezioni dei maledetti pattini a rotelle che aveva ai piedi. Ma a quanto andava quella matta?
- Certo che sei proprio un incosciente!-
Restò di sasso, sentendola parlare in quel modo. Cosa?
- Ma si può sapere dove guardavi?- andò avanti la ragazza del suo stesso liceo, vista la divisa - Allora? Che cavolo facevi, dormivi sulla sella? Ringrazia che non sia stata una macchina!-
Dio, ci mancava anche la paternale, pensò irritato. E poi quei capelli rossi...quella era come il do'aho!
- Sto bene.- sibilò irritato.
- Ma tu guarda...- la sentì borbottare, rimettendosi in piedi - Però ti sei fatto male alla mano.-
Rukawa si guardò il polso sinistro, leggermente escoriato. Se lo portò alla bocca per leccare via il sangue ma la ragazza gli prese la mano. Quando lui cercò di tirarla indietro, detestando il contatto con una di quelle che credeva come le oche del suo fan club, però rimase ancora di stucco. Lei sollevò lo sguardo imperioso e non gli permise di sottrarsi alla presa. Gli levò un fazzoletto sul polso e poi fece un nodo.
- Non è necessario.- disse, gelido.
- Lo so.- replicò lei altrettanto indifferente - Ma mi hanno insegnato l'educazione.-
- Hn.- replicò Rukawa, cominciando a infastidirsi sempre di più. Ma chi era quella squinternata? Senza salutarlo poi riprese la sua strada rimettendosi a sfrecciare su quei pattini come un fulmine, neanche chiedendogli chi fosse.
Ma che città d'imbecilli, rognò rimettendosi in sella. Quella poi...a fargli la predica in quel modo...
Era meglio tornare a casa, prima di far altri danni. Almeno lì da solo non avrebbe subito altri assalti.
Arrivato alla sua villetta, oltrepassò il cancello bianco e si chiuse la porta alle spalle, lasciando cadere a terra la cartella e il borsone. Posò le chiavi e gli occhiali sul tavolo d'ingresso e raggiunse la cucina, dove accese subito la radio. C'erano giorni in cui non sopportava proprio quel dannato silenzio.
Nella casa si propagò una vecchia canzone dei Pistols e nonostante fosse un punk sfrenato, Kaede l'ascoltò tranquillo, quasi rilassandosi sdraiato sul divano. Si portò la mano sugli occhi, socchiudendoli...ma poi il fazzoletto bianco annodato al suo polso catturò la sua attenzione.
Che strano...quella ragazza era la prima che non lo aveva guardato con occhi adoranti. Gli aveva fatto quella fasciatura non perché era Rukawa, una delle due stelle dello Shohoku...ma solo perché si era fatto male.
Per gentilezza. Un altro essere umano, a parte Sakuragi che ogni tanto lo picchiava per ricordagli la sua presenza, aveva avuto un gesto gentile nei suoi confronti, nonostante la sue freddezza.
Che strana ragazza...pensò, prima di addormentarsi.

Peccato che la mattina dopo verso un quarto alle otto accadde di nuovo.
Occhiali da sole sul naso e sonno incipiente, Kaede non aveva più pensato all'incidente della sera prima anche se al polso aveva sempre il fazzoletto legato alla perfezione.
Ritrovandosi di nuovo in quella via a causa dei lavori in corso, arrivò all'angolo che gli aveva fatto rischiare il collo e...
- Spostatiiii!-
Stavolta la vide e la sentì, senza quasi crederci, ma non riuscì ad evitarla e lei non riuscì a frenare.
Gli volò di nuovo addosso e quando caddero malamente a terra, Rukawa trattenne a stento una delle fini espressioni di Sakuragi solo perché si ritrovò in una posizione alquanto...morbida.
Col viso affondato fra i seni della ragazza, provò il presentimento che stavolta non se la sarebbe cavata con una paternale. Non ricevette uno schiaffo però, vista la posizione un po' indecente...ma la ragazza lo guardò truce.
- Stai comodo?- gli sibilò rabbiosa.
Il numero 11 si rimise in piedi e prima che il suo cervello potesse pensare di far allungare una mano al suo corpo per aiutarla, la ragazza si era già rialzata da sola.
Aggiustandosi la gonna e la giacca, lo guardò di sottecchi.
- Ma che fai la notte eh?- frecciò a quel punto - Dormi che è meglio!-
Questo era troppo! Rukawa le sibilò fra i denti di pensare agli affari suoi. Dannata ragazzina. Come aveva fatto a finire in quella posizione assurda con quella lì poi? Al diavolo. Raccolse la sua cartella e gli occhiali, ma quando lo fece il suo sguardo gli cadde su uno dei quaderni della ragazza che nella caduta si erano sparsi in giro. III D, Kotobuki. Quella squinternata era nella sua classe...dove l'aveva già sentito il suo nome?
- Bhè, che t'è preso?- gli disse la ragazza, passandogli una mano davanti agli occhi - Stai bene?-
- Hn.-
- Sai dire solo quello?- sbuffò irritata - Un giorno o l'altro investirai qualche bambino!-
Certo, però ora sulla lista c'era solo il Tensai dei deficienti, pensò Kaede sornione. Senza una parola si riprese la bici e ricominciò a pedalare, accorgendosi poi che la ragazza gli si era messa a fianco, pattinando tranquilla.
Era la prima volta che faceva la strada con qualcuno che non fosse un teppista che voleva pestarlo. Ma una ragazza poi...lei però non sembrava sapere chi fosse. Strano...tutta la scuola gli moriva dietro. Che facesse finta?
- Ti do fastidio?- gli chiese all'improvviso.
Rukawa le rivolse un'occhiata vacua. Cosa voleva? Che le dicesse di no per essere gentile?
- Se vuoi andare da solo aumento la velocità.- gli disse semplicemente la rossa con uno sguardo strano.
- Hn.- borbottò, incurante della sua presenza.
- Hn? Che vuol dire? Si o no?-
- Fa come ti pare.- disse allora, sperando che la finisse di parlare.
E infatti lei tacque, cominciando a chiedersi che razza di tipo fosse quello. Ma che ragazzo ombroso.
Cafone e cupo ma alquanto strano. Comunque rimase al suo fianco, tenendo la sua stessa andatura...e cominciando a chiedersi dove l'avesse già visto. Era della sua scuola ma non ricordava di che club fosse membro!
Arrivati nei pressi dello Shohoku, Rukawa si svegliò leggermente dal suo stato catatonico: si sentiva il solito baccano causato dal Tensai e Kaede assunse una vaga espressione perversa che sapeva tanto di diavolo vestito da angelo.
Ok, lo ammetteva. Era un vizio quello. Lo faceva per dispetto...e ci godeva!
Aumentò leggermente la velocità e passati i cancelli....
- STRONZOOOOOO!-
Quell'urlo apocalittico arrivò da Hanamichi quando Rukawa gli arrivò addosso e lo stese a terra.
- Un giorno o l'altro ti disintegro!- ululò il rosso, sbandierando l'oltraggio ai quattro venti - Stavi per ammazzare il grande Genio del basket! Questa non te la perdonerò mai!-
- Do'aho.- disse la volpe, tranquillo.
- Ma questo è proprio un vizio allora.- disse alle loro spalle la voce di quella ragazza.
Per un attimo la scuola di fermò. Rukawa era arrivato...con una ragazza!
Le studentesse quasi svennero tutte e Hanamichi allargò gli occhi.
- Ma...ma...kitsune, era ora. Cominciavo a crederti dell'altra sponda!- e appena detto quello si prese addosso l'intera bicicletta del suo compagno di squadra, sempre sotto lo sguardo angelico della rossa.
- Hana, tutto ok?-
- Kitsune deficiente!- sbraitò rimettendosi in sesto - Che cazzo t'è preso?! E tu Raim...attenta a questo ghiacciolo!-
Naturalmente l'ala piccola già non li ascoltava più perché si era diretto alla porta della scuola, ma qualcosa gli era tornato alla mente quando si era finalmente buttato a dormire sul banco.
Raim?, pensò Rukawa prima di addormentarsi. Raim...anche quel nome l'aveva già sentito.
Lo capì poco più tardi quando sentì suonare la campanella dell'intervallo. Aprì gli occhi svogliatamente, al gracchiare delle sue adoranti compagne di classe, ma ciò che vide non fu lo stuolo delle sue odiate ammiratrici ma...due occhi verdi sorridenti della sua assalitrice. Era seduta alla sua destra, davanti ad Hanamichi.
Parlava, sorrideva...gesticolava. E per un attimo il tempo si fermò.
Non seppe bene dire come ma quando la vide alzarsi per uscire dalla classe, le lancette tornarono a scorrere.
- Kitsune, ben svegliato.- rognò Sakuragi con uno sbuffo - Allora beota? Che fai?-
- Hn.- sentenziò, deciso ad andare in terrazza peccato che sulla porta quasi travolse qualcuno. A volte vista la sua altezza quasi non vedeva chi era più basso ma di lei si accorse perfettamente, visto che aveva già sperimentato due volte quanto...morbido fosse il corpo di quella rossa impertinente.
Quella Raim traballò pericolosamente sulle gambe ma si aggrappò a lui, alle sue mani, e riuscì a tenersi in piedi.
Quando le fece, le fans di Rukawa si lasciarono andare in gridolini.
- Accidenti!- sbraitò la rossa incurante di chi fosse in realtà la volpe, ovvero il ragazzo più desiderato della scuola - Ma tu la gente non la calcoli proprio eh?-
Ecco che s'irritava di nuovo! Quella ragazzina aveva il dono di fargli saltare i nervi con due parole!
- Raim, lascialo perdere.- disse Hana sogghignando, alle loro spalle - Allo zotico ci penso io!-
- Do'aho...che vorresti farmi eh?- insinuò la volpe ironica.
- Stracciarti in campo.-
- Sogni come al solito.-
- In campo?- s'intromise Raim tranquilla - Giochi a basket anche tu?-
A quella frase nella classe ci fu uno scoppio di reazioni contrastanti. Le ragazze la guardarono scandalizzate e imbestialite, Rukawa per una volta in vita sua rimase stupito da tanto candore mentre Sakuragi si mise quasi a piangere, abbracciandola forte.
- Raim...pucci pucci! Tesoro...tu si che sei una brava ragazza! Sta lontano da questa volpaccia, ok?-
- Volpe?- la rossa sembrava non capire - Come volpe?-
- Si, lui è la kitsune.- scandì il Tensai fiero - Non vedi che faccia?-
- Sta zitto do'aho. Guardati la tua da scimmia.- rimbrottò Kaede.
- Aspetta.- Raim parve illuminarsi, come colpita dall'idea geniale per eccellenza - Ma allora sei Rukawa! Ecco perché non ti ho riconosciuto! Io conosco gli altri membri della squadra, mi mancavi solo tu!-
- Visto sfigato?- frecciò il rosso con un ghigno perverso - Per una volta ce n'è una furba che non ti conosce!-
Tutte quelle chiacchiere lo stavano già uccidendo. Subite le presentazioni e capito che quella Raim era quella di cui avevano parlato il giorno prima negli spogliatoi, se ne andò dritto in terrazza senza salutare come al solito.
Pregando di non subire altri incidenti da parte di quel tornado rosso formato femmina, Kaede si mise a dormire beato con solo però un vago pensiero nella testa. Risentiva un profumo insolito...quello di quella peste dagli occhi verdi. Che strano...sapeva di fiori di campo. E adesso come gli era uscita quella?, allibì corrucciando la fronte. Ci mancava anche che si mettesse a pensare a quella squinternata ragazzina dalla lingua lunga!
Eppure stranamente le cose continuarono ad andare in tutti i modi tranne come voleva lui. Quando le lezioni finirono, lui e Hanamichi decisero di andare subito in palestra, per un one on one lontano dai pugni di Akagi così da essere liberi di farsi falli su falli. In anticipo di circa mezz'ora raggiunse la sua meta, tampinato da Sakuragi che faceva palloni con la gomma da masticare tanto grandi da farselo scoppiare in faccia come un bambino di cinque anni, ma fu lì che Kaede capì che forse gli avevano fatto una fattura.
Sulla porta della loro palestra c'era uno spettacolo assai strano.
Un branco di maschi allupati del secondo, terzo, quarto e quinto anno.
- Sono diventati tutti finocchi di colpo?- fece Hana sconvolto.
Si scambiarono un'occhiata stranita, poi facendosi largo capirono cosa stava succedendo.
Le ragazze del club di ginnastica ritmica stavano finendo gli allenamenti nella loro palestra perché quella femminile era stata invasa degli operai della disinfestazione.
E così tutti gli studenti erano andati a godersi le ragazze in body.
Trovarono naturalmente Hisashi che guardava con la sua aria da maniaco, ma anche Akagi, Kogure e Miyagi che però erano stati trascinati a forza, saltando il pranzo. Saputa la faccenda, i due nemici di sempre si misero tranquilli ad aspettare. In fondo erano in netto anticipo e la loro sfida poteva attendere le sei, finiti gli allenamenti.
- Quanto durerà questa pagliacciata?- bofonchiò Akagi seccato, quindici minuti più tardi.
- Pagliacciata?- ghignò Mitsui - Spero il più a lungo possibile!-
- Mollala di fare il porco!- lo zittì Ayako, menandogli il ventaglio in testa - Piuttosto, avete trovato la Kotobuki o no?-
A quel nome Rukawa si sentì male e quasi perse il lettore cd dalle mani, realizzando la dura realtà.
Cosaaa??? Lei??? La testa rossa??? La pazza investitrice? Lei era la nuova manager???
- Non mi ha ancora detto niente.- disse Ryota tranquillo - Ma si sta allenando con le altre. Appena finiscono possiamo entrare per parlarle. Non credo che rifiuterà. Ha mille energie!-
- Si e due gambe di granito.- disse Mitsui spiando dalla porta - Cazzo però se è brava con il nastro.-
- E da quando ci capisci qualcosa di ginnastica ritmica coglione?- le prese in giro Sakuragi.
- Da come se l'attorciglia addosso devo dire che è una gnocca da paura!-
- Lo sapevo che sei un porco.- sbuffò il rosso, gettando però delle occhiate ogni tanto e infatti si prese dell'idiota come suo solito da Rukawa, scatenando l'ennesima lite che finì in rissa.
Chissà perché ma ora gli apprezzamenti di Mitchy lo facevano imbestialire...mah!
- Ehi Ru...- lo bloccò Miyagi - Che hai fatto al polso?-
- Sono caduto.- si limitò a dire. Mi hanno investito, avrebbe voluto aggiungere rabbioso, quando del deficiente del do'aho attaccò una serie di cazzate sul fatto di non dormire sulla sella.
Ben presto tutte quelle chiacchiere cominciarono seriamente a infastidirlo e per sicurezza Akagi, visto che aveva notato la sua aria bellicosa, lo fece spostare da accanto a Sakuragi che sghignazzando si limitò a sedersi accanto al loro tiratore da tre punti che quasi ci stava perdendo gli occhi.
Nel frattempo arrivarono anche le nuove matricole. Uno in particolare fra i nanetti sembrava il più eccitato e il più determinato. Gli brillavano gli occhi ogni qual volta posava lo sguardo su Hanamichi o Kaede e la cosa al volpino non piaceva poi tanto. Un conto erano le donne...ma gli uomini!
- Senpai Sakuragi! Ti trovo in forma, hai passato una buona mattinata?- se ne uscì subito il ragazzo.
Kaede, senza ridere, per un attimo studiò l'espressione del do'aho...e si volse altrove, per permettersi di ghignare leggermente. Forse si erano guadagnati un'altra piattola forma maschile, stavolta...
- Tutto ok...- rispose il rosso dello Shohoku, alzando un sopracciglio - Come hai detto che ti chiami?-
- Rei Manabe! I anno, sezione A! Seguo la vostra squadra da quando andavo alle medie, venivo a tutte le partite e praticamente ho deciso di venire allo Shohoku proprio per giocare con voi!-
- Oddio...- alitò Mitsui, poggiando il capo contro la parete della palestra - Questi poveretti non sanno in che guai si stanno cacciando...ehi no! Un attimo! Stai dicendo che vuoi giocare davvero con Sakuragi??-
- Certo, io lo trovo eccezionale!-
Ecco, era fatta. Ora non ne uscivano più. E cosa fece quell'idiota?
Si alzò in piedi ed eruttò come un vulcano. Attorniato dalle fiamme della vittoria cominciò a strombazzare ai quattro venti la grandezza del Tensai, ridendo come un invasato mentre quella dannata matricola non faceva altro che sobillarlo.
- Siamo davvero nei guai.- ringhiò Akagi a bassa voce, passandosi una mano fra i capelli.
Fortunatamente il provvidenziale evento di Rukawa riuscì a zittire Hanamichi al momento opportuno. La volpe si limitò a fargli lo sgambetto e a mandarlo gambe all'aria proprio quando fortunatamente gli allenamenti della squadra femminile di ginnastica ritmica ebbero fine e Hana fu troppo occupato a guardare le ragazze in body che se ne andavano per prendersela con Kaede che invece senza fare una piega s'infilò in palestra e...rimase immobile sulla soglia.
Non era il body, assolutamente. Era forse il colore...bianco, che contrastava coi suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi.
E forse era come muoveva il nastro...non lo sapeva dire, ma per un secondo il tempo si fermò di nuovo.
Della musica classica si stava lentamente spegnendo in sottofondo e quando terminò del tutto, Raim posò l'attrezzo e prese con un sorriso l'asciugamano che Ayako le porse.
- Oh, ragazzi!- cinguettò la loro manager quando li vide - Ben arrivati! Che fate lì fermi eh?-
- Apprezzavamo le doti delle atlete.- si limitò a dire Mitsui con un ghigno, passando a fianco di Rukawa con la sua falcata quasi sprezzante - Ciao Raim!- e stupendo non poco la volpe che non li aveva mai visti insieme, Hisashi le depositò un bacio sulla tempia - Sei sempre bravissima.-
- Si e tu sei il solito maniaco!- replicò Ayako mollandogli una ventagliata - Forza, datevi una mossa a cambiarvi!-
- Un attimo!- s'intromise Kogure - Allora Kotobuki? Hai parlato con Ayako?-
- Oh si...- rispose sorridendo e facendo arrossire il vice capitano - Ho sentito che avete bisogno di una mano.-
- Già.- annuì Akagi - Ho pensato che fossi la più adatta perché sai quali sono i nostri schemi, inoltre facendo parte della squadra di basket femminile potresti allenare le reclute. Cosa dici?-
La ragazza si mise l'asciugamano in spalla, cercando di riprendere fiato - Lo farei davvero volentieri, lo sai Takenori.- e Kaede che non si perdeva una parola si stupì parecchio di come quella ragazza sembrava davvero in confidenza con tutta la squadra - Oggi ho parlato con la senpai Mihazawa e per lei non c'è problema se salto gli allenamenti. In fondo non ero neanche nella squadra delle majorette, mi teneva solo perché è vanitosa...- e sogghignò, insieme a tutti gli altri - Il problema è solo per gli allenamenti di basket.-
- Dio Raim, ma come fai a reggere?- le chiese Ryota - Ti verrà un collasso prima o poi!-
- Figurati.- replicò tranquilla - Ho gli allenamenti di ginnastica ritmica sempre prima che inizino i vostri, quindi faccio in tempo. Devo solo cercare di conciliarli con quelli della mia squadra di basket e poi sarò a cavallo.-
- Sei sicura che non ti stancherai troppo?- le chiese Sakuragi gentilmente.
- Tanto non ho niente altro da fare.- replicò lei con un sorriso birichino - Che c'è Hana? Non mi vuoi?-
- Cosa? Non dirlo neanche per scherzo!- sbottò - Peccato che ormai io non abbia più bisogno d'imparare i fondamentali, accidenti!-
- Un ripasso non ti farebbe male, do'aho.- sibilò Rukawa a bassa voce.
- Ti ho sentito sai!? Ti aspetto in campo!-
- Vedete di non cominciare, vuoi due imbecilli!- sbraitò Akagi ficcando subito un pugno in testa a entrambi per avvisarli - Oggi non voglio sentire volare una mosca! Vedete di far giocare le riserve e di mettere alla prova i nuovi arrivati, grazie! E possibilmente senza frantumare loro nessun osso!-
- E allora il divertimento dov'è?- si mise in mezzo anche Mitsui, filando dritto agli spogliatoi.
- Avanti, avanti...dai, andiamo a cambiarci così intanto Kotobuki tu puoi prendere fiato.- disse Kogure spingendo Miyagi e i nanetti verso la porta - Hanamichi, muoviti anche tu! E lascia in pace Rukawa!-
- Ha cominciato lui!-
- Se, se...è sempre colpa degli altri!-
- Comunque non ti preoccupare Takenori.- finì Raim mentre gli altri sparivano negli spogliatoi - Stasera parlo con la senpai Mihazawa e vedrò di sistemare tutto così da domani potrò darvi una mano a tempo pieno.-
- Grazie, non sai l'aiuto che ci dai Kirara.- sorrise il Gorilla, sciogliendosi finalmente un po' e anche Ayako parve parecchio più sollevata, almeno fino a quando non le tornò in mente una cosa. Se ne ricordò di colpo, proprio mentre i ragazzi stavano facendo alcuni giri di corsa. Raim si era infilata un paio di pantaloni di una tuta nera sopra il body bianco e ora seguiva i giocatori tutta attenta, quando Ayako la riportò alla realtà.
- Scusa un secondo...hai detto Mihazawa?-
- Si, perché?-
- Intendi la stessa psicotica che sta in classe con me e che è la capo gruppo di tutte le ammiratrici di Rukawa?-
La rossa inclinò il capo, facendo mente locale.
- Oh, è vero adesso che ci penso! Ecco chi è il Kaede di cui lei e quelle matte parlano sempre agli allenamenti. Non avevo ricollegato il nome alla persona!- e guardò la volpe sorridendo - Adesso capisco questa fissa.-
- Mamma mia, ma lo sai che rischio corri?- fece la prima manager preoccupata - Harumi Mihazawa è una svitata davvero! L'hanno scorso hanno picchiato una ragazza in dieci che ha parlato con Rukawa per i compiti!-
Raim in risposta agitò la mano svogliatamente, come per scacciare una mosca noiosa. Altro che uomini!
Lei aveva altro da fare ormai. E la sua senpai avrebbe dovuto farsene una ragione, affari suoi!
Non c'era più tempo ormai per nessuno nella sua vita. Aveva detto basta tre mesi prima...e ora non le restava altro in mano che un mucchio di cenere. Avrebbe studiato, preso il diploma e lavorato sodo...avrebbe finalmente preso una boccata d'aria fresca dopo essere uscita da quella scuola che non le portava altro alla mente che Shiro.
Tutto fra quelle mura le ricordava lui. Il primo incontro, il suo sorriso, la sua aria buffa verso qualcosa che non capiva, il suo gesticolare quando si arrabbiava...i suoi occhi così caldi. La sua dolcezza, la sua spontaneità.
Ora lui non c'era più. Se n'era andato...e niente l'avrebbe fatto tornare.
Sua madre era tornata negli Stati Uniti, suo padre si era risposato e la sua matrigna l'aveva detestata cordialmente fin dall'inizio, esattamente come il suo fratellastro acquisito che fin dalla prima volta le aveva fatto intendere chiaramente quale fosse la sua idea del loro "rapporto". Ormai era davvero sola. Doveva contare solo su se stessa.
Non poteva permettere che piccoli incidenti la distogliessero dal suo vero obiettivo.
Ovvero...stordirsi e non pensare.
E lei ora già pensava troppo...guardando una persona che era entrata nella sua vita il giorno prima, travolgendola.
Anche in campo per una volta il numero 11 dello Shohoku aveva la testa un po' fra le nuvole. Il ciarlare dei suoi compagni gli arrivava lontano, compreso il chiacchiericcio delle matricole che erano fastidiose da matti.
Ogni tanto lanciava un'occhiata alla loro nuova manager, chiedendosi come avesse fatto a non notarla gli anni prima. Una testa rossa simile per uno come lui spiccava fra le tante facce incolore...e poi sembrava davvero molto popolare in tutta la squadra, strano...non ne sapeva il motivo ma aveva chiamato per nome tutti quanti, anche il capitano e il teppista, quindi dovevano conoscersi molto bene. Il teppista poi l'aveva anche baciata...
Che tipa strana, continuò a rimuginare fra sé. Una che non sapeva chi era, né il suo nome.
Decisamente un bel cambiamento...e anche in meglio.
Finalmente fu il momento di giocare di nuovo per l'ultima cernita fra i nuovi arrivati. Per cercare di agevolare le cose Akagi mise di nuovo lui e il do'aho insieme e le matricole...bhè, se la cavarono veramente per poco.
L'unico a riuscire a fare un canestro perché Mitsui decise di lasciarlo passare per vedere come se la cavasse su quel Manabe, sul metro e ottantadue. Mingherlino ma abbastanza furbo, pensò Akagi scambiando un'occhiata veloce con gli altri titolari. Terminata la partita e decisi i nuovi acquisti, Kogure fece appena in tempo a mandare Manabe e altri quattro ragazzi a sedersi che Hanamichi e la volpe sua nemica per la pelle erano già schizzati alla lunetta.
- Ragazzi, che resistenza.- disse Raim, stupita.
- Finitela di darvele idioti!- sbraitò Akagi - Questo non è un locale da rissa, capito? Andate fuori!-
- Che rottura di palle, dai!- borbottò Hanamichi lasciando la testa di Rukawa a cui stava per ficcare una testata - Io e la volpaccia ci stiamo solo allenando!-
- Se ti vuoi allenare raccogli tutti i palloni che hai rovesciato!-
Certo, certo...pensò il rosso con uno sfavillio perfido nello sguardo. Non prima di aver ficcato la rete dei palloni in testa alla kitsune però. Facendolo si guadagnarono il turno di pulizia e così dovettero restare di nuovo, per l'ennesima volta, tanto per cambiare, a sistemare il loro campo di battaglia.
- Qua va trovata una soluzione!- sbuffò Hanamichi mentre Rukawa sonnecchiava sotto la doccia - Non si può dover sempre rimettere a posto questo casino! Forse ha ragione il Gori! Dovremmo picchiarci in strada! Ehi Kit! Datti una mossa!- ma poi si zittì, quando un altro paio di braccia lo aiutarono a sistemare quel disastro. Era quel Manabe.
- Tutto bene senpai Sakuragi? Il senpai Rukawa ti ha fatto male?-
La volpe? La volpe gli aveva fatto male? Attaccò a ridere come un forsennato senza neanche accorgersene, ridendo ancora di più poi alla faccia della matricola.
- No, no!- sputacchiò, dando delle pacche al ragazzo sulla schiena - Tranquillo, la kitsune non mi ha fatto niente.-
- Sei sicuro?- gli chiese Manabe - Anche ieri sembravate un po' agguerriti...-
A tutto aveva sempre pensato tranne che qualcuno potesse preoccuparsi che lui e Ru si prendessero a pugni durante le ore di allenamenti. Quel piccoletto ne aveva ancora da imparare!
Gli sorrise, alzando le spalle - Non è il caso che mi aiuti, me la sbrigo da solo.-
- Mi fa piacere senpai.-
- Si, ok...ma Kit ha la sua parte da fare.- rognò il rosso, vedendo l'ala piccola arrivare sulla porta della palestra coi capelli tutti bagnati - Forza volpe della malora! Datti una mossa, ho una ragazza da cui andare io sai?-
- Ah bhè, se la metti così senpai...- Rei Manabe scoccò un'occhiata stranita a Rukawa, poi salutò allegro e se ne andò, lasciando i due a guardarlo leggermente pensosi.
- Ti sei fatto un ammiratore do'aho.- disse il moretto, cominciando a raccattare i palloni.
- E' un tipo un po' strano.- borbottò - Ma se non altro capisce che sono il Tensai!-
In risposta gli arrivò un pallone in faccia e per trattenersi dal ributtare tutto all'aria, Hanamichi dovette contare fino a cento, poi ringhiando si rimise all'opera ed entro quindici minuti poterono finalmente andarsene, chiudendo tutto.
- Secondo te è bravo quel Rei?- mugugnò Sakuragi mentre s'incamminavano ai cancelli - Ha fatto un bel canestro oggi, anche se Mitchy l'ha fatto passare apposta.-
- Si vedrà.- disse Rukawa, alzando le spalle.
E ti pareva. Fare un discorso con qualche parola in più mai eh?
- Vai dall'Akagi?-
- Si. Per che ora domani? Sei e mezza?-
- Hn.- annuì il moro - ...ao do'aho...- e si mise in sella, addormentandosi subito automaticamente. Stavolta però non si fece fregare. Arrivato al vicolo incriminato, si appostò all'angolo e dette una sbirciata ma non era stato l'unico ad avere quell'idea. Si ritrovò davanti alla faccia di quella ragazza e lei, dopo un attimo e a differenza sua che rimase impassibile, scoppiò a ridere. Aveva una risata cristallina, non una di quelle risate sguaiate che sentiva in classe quando le sue compagne facevano delle battute.
- Ciao.- gli disse tranquilla, girandogli attorno sui pattini - Vai a casa?-
- Hn.- rispose.
- E' stata una fortuna non scontrarsi anche stasera. Ti fa male il polso?-
- No.-
- Sono contenta.- replicò, evidentemente senza seccarsi per la sua ennesima dimostrazione di cafonaggine a rispondere a monosillabi - Allora ci vediamo. Attento alle macchine! Ciao!- e sfrecciò via agilissima, lasciando la volpe con l'ennesima vacua sensazione fastidiosa della giornata.
Quella ragazza...lo infastidiva. Ma non come le altre. Lo infastidiva in un altro modo.
Si mise le cuffie del lettore nelle orecchie, deciso a smetterla di pensare ad altro che non fosse il letto e la partita dei Lakers che lo aspettava a casa eppure c'era sempre qualche a dargli il tormento. Lo capì quando arrivato in casa, davanti allo specchio dell'entrata, vide il fazzoletto bianco legato al suo polso.
Se lo tolse e decise di lavarlo, poi finalmente si mise l'animo in pace e riuscì a guardarsi la partita, tranquillo.
Ma la mattina dopo, al suo risveglio e al pensiero di ritrovarsi di nuovo a quell'angolo con la sua bicicletta, si sentì leggermente ansioso.


Hanamichi Sakuragi palleggiò seccamente, al limite della lunetta di tiro...sollevò le braccia, poi lanciò la palla e cercò perfettamente il canestro senza toccare nemmeno il ferro. Sorrise, riprendendo il rimbalzo e facendo poi una schiacciata altrettanto spettacolare.
Si passò una mano sulla fronte, dove ora spiccava una bandana con su scritto "BANZAI" che gli teneva indietro i capelli rossi come il sole dell'alba. Guardò l'orologio che indicava le sei e venticinque.
Si sedette su una panca, sbadigliando e portandosi una bottiglietta d'acqua alle labbra.
Ed eccolo che arrivava...lo sentì frenare e schivare per un pelo un cassonetto dell'immondizia, poi mettere la sua testa bacata nel campo deserto. Con la sua faccia assonnata faceva davvero ridere! Ed era strano, la kitsune non era il tipo di persona che scatenava chissà che ilarità nella gente.
La loro idea comunque avrebbe potuto rivelarsi utile, pensò Hanamichi soddisfatto. Allenandosi insieme anche al di fuori della scuola, considerato il livello di rivalità e antagonismo che ancora li univa, avrebbero potuto migliorarsi a vicenda. Ormai erano quasi allora stesso livello, anche se Rukawa era sempre una garanzia, mentre lui, così impulsivo, non sempre dimostrava tutta la sua abilità. Comunque migliorava giorno dopo giorno...e maturava.
Questo era l'importante.
Dopo tanto tempo dalla morte di suo padre cominciava veramente a sentirsi un po' più sereno. Il basket l'aveva aiutato a concentrare la sua rabbia in qualcosa che non fossero le risse. Akagi era stato il suo maestro...e la volpe un nemico, poi un valido esempio. Allenarsi con lui non avrebbe potuto fargli altro che bene.
- Kitsune.- disse, alzando la mano in saluto.
- Do'aho.- disse Rukawa con voce impastata andando a sedersi al suo fianco. Prese la bottiglietta al volo e dette un sorso, poi si misero in piedi e iniziarono ad allenarsi. Lì in quel campo si passavano normalmente la palla, senza rubarsela a o pestandosi come pallida imitazione di un placcaggio.
Quando uno andava a canestro, era l'altro a servirgli il tiro e viceversa. Niente botte, niente insulti.
Solo qualche commento per migliorare la loro azione.
Dopo circa un'ora, alle sette e mezza, tornarono a riposarsi abbastanza soddisfatti.
- E' andata bene.- disse il rossino, stiracchiandosi - Non sei male come playmaker volpaccia.-
Rukawa fece un gesto annoiato con la mano, continuando a bere avidamente e rovesciandosi l'acqua anche sui capelli.
Dopo una bella scrollata, trovò finalmente la voglia e la forza per affrontare un discorso.
- Do'aho...-
- E basta darmi dell'idiota!- rimbrottò Sakuragi, ficcandogli un leggero calcio nella gamba.
Kaede sollevò lo sguardo, appoggiandosi indietro, contro il muro - Che mi dici della Kotobuki?-
- Raim?- fece Hana stranito - Che vuoi sapere?-
- Sembra che la conosciate tutti bene.-
Il rosso sogghignò, levandosi la bandana divertito - Fossi stato meno asociale l'anno scorso forse ora la conosceresti anche tu. Ti ricordi di Shiro Sota? Bhè, lei era la sua ragazza. Lui era il migliore amico del Gori ma non poteva giocare a basket, aveva problemi al cuore. Così ci ha sempre dato una mano nelle trasferte e nelle tattiche. Possibile che non ti ricordi? È venuto con noi l'anno scorso al mare, rintronato!-
Ah, era vero...quindi il tizio con l'orecchino era il migliore amico del capitano.
- Quest'anno è partito per l'America. I problemi al cuore si erano fatti troppo complessi e così ha colto l'occasione di fare un anno a Los Angeles. Quando vincevamo le partite poi, ti ricordi cosa facevi?-
- Andavo a casa a dormire.-
- Ecco...noi invece andavano a casa sua a festeggiare kitsune.- gli spiegò paziente il rosso - Lì c'era anche Raim. Ora lei abita nella sua casa sulla spiaggia tutta da sola e siamo diventati amici, per questo siamo in confidenza. Capito?-
- Hn.- Ecco spiegato il mistero.
- Perché me l'hai chiesto volpe?- chiese a quel punto Hanamichi faticando a non alzare un sopracciglio con aria maliziosa.
L'altro alzò le spalle, senza guardarlo o dargli la soddisfazione di una risposta, anche perché come minimo non ne sarebbero più usciti se si fossero messi a discutere. Guardando l'ora, si cambiarono velocemente e partirono a razzo verso la scuola sulla bicicletta della volpe.
Hana si rifiutò categoricamente di sedersi dietro di lui, visto che dormiva ancora prima di mettersi in sella e così fu il rosso a stare al manubrio, mentre finalmente Rukawa poté concedersi il lusso di farsi una pennichella in santa pace.
Peccato che arrivando allo Shohoku, qualcuno ebbe qualche dubbio di essere ancora in una dimensione di sani di mente.
Mito per primo quasi dovette tenersi la mascella, prima che gli cadesse mentre Mitsui e Miyagi si limitarono a sogghignare.
- Vai che la mezza sega ha trovato il modo per non farsi investire!- ghignò Hisashi quando li raggiunsero.
- Attento a come parli al Tensai del basket!- sbraitò il rosso.
- Com'è che siete arrivati insieme?- chiese Ryota stranito.
- L'ho pescato per la strada.- si limitò a dire Sakuragi, deciso a tenere nascosto il suo allenamento con la volpe - E poi rischiava di ammazzare qualcuno, così mi sono fatto dare uno strappo. Harukina mia!- cinguettò poi, vedendo oltre spalle dei compagni l'Akagi che lo salutava allegra. Quasi saltando in testa al loro playmaker, Hanamichi veleggiò verso di lei a un metro da terra, lasciando gli altri tre con un'aria totalmente disgustata.
- Povero idiota.- rognò Mitsui.
- E' proprio un do'aho, ha ragione Rukawa.- rise Miyagi - Dai, andiamo in classe!-
Fu l'ennesima mattina pallosa, su tutti i fronti, tranne che per l'ora di inglese.
Quell'anno il professore di madre lingua era addirittura americano. Un biondino abbronzato con l'aria del surfista. Uno che probabilmente era venuto allo Shohoku con l'intenzione di farsi qualche studentessa.
A parere di Hanamichi, che sfogliava annoiato il libro troppo teorico, quello sarebbe durato poco.
Ciarlò con fare giulivo a tutti gli studenti, poi attaccò a parlare del programma...infine si mise a parlare in inglese, cercando di dialogare un po' con tutti quanti.
Arrivato a Raim però, rimase molto sorpreso...piacevolmente sorpreso.
E quando lei iniziò a parlare a ruota libera, con lo stesso spiccato accento americano del prof, Rukawa si destò leggermente dal suo sonno, riconoscendo quella voce dal tono solare.
Quando focalizzò il professore così vicino a lui s'irritò. Quello parlava e gesticolava troppo per i suoi gusti.
Comunque la loro seconda manager sembrava davvero un'ottima linguista.
- Che fortuna che hai, Kirara!-
Sentì quel verso gracchiante quando suonò la fine dell'ora. Era stata una loro compagnia a usare quel tono melenso.
- Sei piaciuta al prof, visto?-
Hn. Piacere a uno come quello non era un'impresa. Era il classico maniaco.
- Solo perché sono di madre lingua come lui.- la sentì rispondere quasi incurante.
Allora era mezza americana! Ecco perché aveva quell'accento perfetto.
Non sentì il resto della conversazione perché purtroppo accadde ciò che accadeva di solito a turbare il suo riposo.
- SAKURAGI!-
Qualcuno tuonò quel nome incriminante e Kaede aprì appena gli occhi, osservando prima l'espressione apatica del do'aho, poi il demente sulla porta. Aoka. Di nuovo. Maledetto judoka! Che cazzo voleva quella volta?
- Vieni fuori! Ti voglio in terrazza adesso!- e se ne andò sbattendo la porta, con la bella pretesa che il rossino lo seguisse. Perfino Raim alzò un sopracciglio senza capire, mentre Hana usciva con aria depressa.
- Ma che succede?- fece, stranita.
- Tranquilla.-
Si volse verso la volpe, sentendolo parlare.
- Ma qual è il problema?-
- L'Akagi.-
- Ah.- la rossa sorrise - Non gli dai una mano?-
Rukawa la guardò un attimo, impassibile, poi tornò a chiudere le palpebre.
- Se avesse avuto bisogno mi l'avrebbe chiesto.-
Raim non replicò, quasi rasserenata da quella risposta un po' ambigua e dopo averlo salutato prese la sua borsa e se ne andò agli allenamenti del club di ginnastica ritmica, ciondolando sui pattini anche in mezzo al corridoio, facendosi urlare dietro dai professori. Accidenti se era chiassosa anche lei!
E quel cretino di una scimmia che fine aveva fatto? Di certo avrebbe rotto la testa a quei dementi in pochi minuti però.
E infatti tornò indietro poco prima che uscisse dall'aula per gli allenamenti, però con il Gorilla che lo teneva per la collottola.
- Insomma, ma come te lo devo dire!?- piagnucolava sgambettando - E' stato quello yankee ad attaccare briga!-
- Fa silenzio, imbecille! Rukawa, sveglia! È ora di andare!-
Una volta in palestra poterono di nuovo assistere alla fine degli esercizi delle ginnaste. La loro allenatrice aveva chiuso fuori parecchi guardoni ma non poté impedire a quelli basket di appostarsi sulla porta.
E lì, di nuovo, la volpe dello Shohoku vide qualcosa che non aveva mai neanche preso in considerazione.
La vedeva muoversi, quasi danzare, avvolta in un nastro bianco...la musica era ipnotica, come i suoi movimenti.
La cosa che più lo impressionò fu l'agitare sinuoso delle sue dita, passando fra la seta del nastro.
Lo lanciò in aria, mentre la sua allenatrice le girava attorno dandole consigli, incoraggiandola...e con una piroetta, lei si volse verso di loro. Per un attimo incrociò i suoi occhi e...il manico del nastro le finì sulla testa, con un tonfo sordo.
- Ahi...- la sentì piagnucolare, dopo cinque secondi di silenzio.
Subito dopo tutte le sue compagne attaccarono a ridere divertite, mentre la manager sembrava molto meno propensa ad unirsi alle spiritosaggini. Imbestialita, sembrò quasi di vedere Akagi sbraitare contro Sakuragi.
Ad allenamento terminato, Raim aveva ancora un bernoccolo in mezzo alla zucca.
- Accidenti a quella vipera!- borbottò, infilandosi un paio di pantaloncini - E che diamine, ho solo mancato la presa!-
- E' la prima volta che ti vedo sbagliare.- ridacchiò Miyagi - Ma a che pensavi?-
Rukawa non sentì la risposta ma sentì distintamente gli occhi verdi di quella peste su di lui.
Accidenti. Avvertì un brivido e ne fu parecchio infastidito, quindi infilò lo spogliatoio come un treno.
Che diavolo gli stava succedendo eh?
Durante la partita e l'allenamento corse come un pazzo da una parte del campo all'altra, soffiando numerose volte la palla a tutti i membri della squadra, senza andare per il sottile con le matricole e usando il do'aho come una specie di cuscinetto per scaricare i nervi senza però stavolta ottenere alcuna risposta in botte o insulti.
La cosa strabiliò un po' tutti ma quando Kogure cercò di chiedere cosa diavolo stesse succedendo, Mitsui gli fece un cenno negativo con la testa. Era meglio lasciar perdere. Se la sarebbero sbrigata da soli.
Ma quando Sakuragi finì a terra, dopo un fallo un po' troppo forte, finalmente Rukawa si fermò.
- Senpai!- Rei Manabe apparve al fianco di Hanamichi, preoccupato - Tutto ok? Ti sei fatto male?-
Il rosso non rispose nemmeno. Rimase a fissare il viso affilato del numero 11 che dopo aver inspirato a fondo fece qualcosa che non aveva mai fatto prima. Allungò la mano...e Hanamichi la prese, senza dire nulla ma premurandosi di rompergli tutti gli ossicini e la volpe accettò la penitenza con una lieve smorfia.
- Avanti, riprendiamo!- sbraitò poi il rosso - Miyagi, passa la palla avanti!-
- Ehi mezza sega, non è che hai battuto la testa?- frecciò Hisashi.
- Non stare in pena, tesoro. Il Tensai è a prova di volpe!- replicò sarcastico.
- Do'aho.- borbottò Rukawa, asciugandosi la fronte con la sua fascetta.
La cosa si concluse lì ma alle sei Hana spedì di nuovo a casa tutti, dicendo che avrebbe sistemato lui la palestra, anche se era il turino di Ryota e Hisashi. I due presero la cosa come una manna e se ne andarono non molto convinti.
- Qui gatta ci cova.- disse il playmaker davanti ai cancelli - Ma che aveva oggi Rukawa?-
- Non saprei.- disse Mitsui - Se ha qualche problema comunque non è tipo da esporlo, non credi?-
Però c'era qualcuno che aveva tutta l'intenzione di fargli sputare l'osso...e poi anche il fegato, visto come l'aveva buttato gambe all'aria. Hanamichi Sakuragi aveva un'aria assolutamente troppo pacifica mentre ripuliva il pavimento quella sera. L'aveva fatto apposta. La kitsune ci metteva degli anni e in quel modo avrebbe potuto sistemare la questione...almeno fino a quando una voce un po' brusca non lo colse alle spalle.
- Senpai Sakuragi...-
- Rei.- disse Hana stranito - Che fai ancora qua? Non dirmi che mi vuoi aiutare di nuovo!-
- Io...ecco io...- il ragazzo sembrò tentennare - Io non riesco a credere a quello che ho visto!- sbottò allora, con voce un po' alterata con occhi ingenui - Sapevo che Rukawa aveva un gioco abbastanza solitario e prevaricatore ma non credevo che anticipasse il suo ego ai bisogni delle squadra!-
La goccia sulla testa di Sakuragi lasciò la matricola ancora più fremente - Nel senso...anche tu hai un gioco prevaricatore ma lui sembra giocare solo per se stesso! A volte sembra non vedere i compagni, non passa la palla...è altero e troppo sicuro di sé!-
A quell'uscita Hanamichi rise sul serio, lasciandosi andare seduto a terra.
- Posso parlare in tutta sincerità?-
- Ma certo senpai.- rispose Manabe confuso.
- E' troppo sicuro di sé perché può permetterselo, prima cosa.- disse il rosso con tono inflessibile che fece tremolare il suo kohai - Seconda cosa, quand'è stata ora di passare la palla ti assicuro che l'ha fatto. E per terzo...- Hana sollevò gli occhi nocciola e li piantò in quelli della matricola tanto da trapassarlo -...e per terzo la kitsune ama davvero questo sport. Io ero e sono tuttora troppo sicuro di me, quindi questa ramanzina avresti dovuta farla a me e non a lui, Rei.-
- Ma...ma senpai...-
- No, tappati la boccaccia.- gli disse scoccandogli la classica occhiata che precede una testata colossale - Rukawa è fatto a modo suo ma non c'è critica che tu possa muovergli in campo. Questo non lo accetto.-
- E il fallo di prima?- Manabe deglutì - Quello come lo spieghi?-
- Non devo spiegarlo.- rispose Hanamichi quasi sorridendo - Fossi in te mi scioglierei sai? Il volpino può insegnarti molto, credimi, quindi passa sul suo carattere altero, come dici tu, e concentrati solo su come gioca. Vedrai che lo vedrai sotto un'altra luce. E adesso fila a casa, avanti!- scandì, cambiando tono - E' un ordine del Tensai!-
- D'accordo, d'accordo!- disse il ragazzo, riuscendo a sorridere - Farò come dici...in fondo lo conosci meglio di me! Ciao, a domani senpai!-
- Ma tu guarda che ragazzino pestifero...- fischiò, restando seduto a terra - Tu che dici Kit?-
Kaede uscì dalla porta dello spogliatoio, restando però appoggiato al muro. Aveva sentito tutto e quel rosso demente se n'era anche accorto. Incredibile, il do'aho che prendeva le sue parti...roba da matti.
Il mondo stava proprio girando al contrario quel giorno.
- Ehi volpe, vieni qua un attimo.- disse il rosso all'improvviso, piegando il dito indice più volte.
Quel tono gli piaceva poco ma sapeva anche di sfida, quindi il moro non poteva rifiutare. Sapeva a cosa andava incontro ma non era un vigliacco e gli andò a un passo dal naso...poi si fece prendere il capo fra le mani e subì in silenzio una serie di testate che avrebbero sistemato anche un pachiderma.
Intontito e pronto a rendergli gli interessi, caricò un pugno ma andò a vuoto perché Hana gli afferrò il polso, fissandolo incazzoso - E allora???- sbraitò, quasi assordandolo - Che cavolo avevi eh???-
- Affari miei, do'aho.- sentenziò il moro.
- Deficiente...- ringhiò l'altro, attorniato da fiamme - Quando mi fai un fallo e mi butti a terra come un sacco di patate facendomi fare la figura del cretino sono affari miei!-
Tagliando corto non gliene fregava un cazzo del motivo per cui gli aveva fatto fallo ma solo della figura in sé, pensò Rukawa con un sospiro. Ecco, ora tutto tornava. Ma tu guarda che imbecille!
Non fece in tempo a mandarlo al diavolo che si ritrovò sotto la rete dei palloni, con quell'imbecille testa rossa seduto sopra la sua testa per impedirgli di uscire.
- Che cazzo fai?! Scendi da lì, do'aho!-
- Sta zitta volpe, questa è la vendetta del Tensai!- ghignò il rosso.
Dio, quando usciva da lì lo massacrava! Gli stava facendo perdere ore preziose di sonno quel demente! E dire che prima non aveva fatto altro che difenderlo con quella seccante matricola. Mah, forse si era fatto un cicchetto a pranzo...
- Avevi un'aria strana prima.-
Kaede rialzò appena il capo, vedendo Sakuragi restare seduto a gambe incrociate sulla rete.
- Strana in che senso?- bofonchiò, esausto.
- Strana e basta.- replicò il numero 10 - Allora? Mi dici cos'è successo all'improvviso? T'è venuto un calo di zuccheri di colpo razza di volpaccia inappetente?-
Inappetente...Kaede sperò vivamente che quell'imbecille parlasse di cibo e non di altre amministrazioni.
- Pensa agli affari tuoi.- gli disse ancora ma non finì di parlare che Hanamichi infilò una mano nelle rete e gli tirò un pugno in testa, con una vena pulsante sulla fronte - Giuro che ti tengo lì dentro fino a domani! Chi cavolo me l'ha fatto fare di difendere una volpe come te da Manabe!-
- Non te l'ha chiesto nessuno, do'aho!-
- Bhè, era solo la verità.- rispose il rosso a tono - In fondo si parlava solo di basket. Per il resto saresti da prendere a cartelle tutto il giorno!-
Dio...era snervante sul serio. Si sentiva la testa fumare...tutte quelle chiacchiere gli avevano fatto venire il mal di gola.
Al diavolo il do'aho testa rossa, al diavolo la matricola piattola e al diavolo anche...
Gelò, pensando a lei. E adesso perché la pestifera ragazzina dei pattini gli era venuta in mente?
Kaede, non fare il vigliacco almeno con te stesso...ti ha fatto venire la pelle d'oca con uno sguardo! Questa come la spieghi eh? Spiegala al do'aho! Diglielo che l'hai buttato gambe all'aria per una donna!
L'avrebbe tenuto alla fame sotto quella rete per una settimana!
- Ebbene? Hai trovato un motivo per cui hai rovinato la reputazione al Tensai del basket o no?-
L'unica cosa che gli avrebbe rovinato era la faccia e la schiena non appena si fosse liberato da quella rete, ringhiò Rukawa minaccioso e a quel punto non li tenne più nessuno. Scalciando e sbraitando alla fine la trappola venne rovesciata e scattò la caccia alla scimmia, tanto che per qualche giorno quei due imbecilli dovettero presentarsi agli allenamenti pieni di cerotti.
Ma se non altro ora Akagi si sentiva meglio. Quella mano in campo era stato solo uno sprazzo di follia...
Altro che migliorare...quei due cretini andavano in peggiorando! Adesso anche Rukawa ci si metteva a dare i numeri poi...e Takenori non capiva bene da che cosa dipendesse. Restava il fatto però che da quando era iniziato l'anno la sua ala piccola aveva cominciato a dare strani segni di sclero...e chissà che non fosse tutta colpa di quell'idiota di un Tensai! Alla fine era riuscito a tarare anche Rukawa, dannazione!
Quell'anno se ne sarebbero viste delle belle, ne era sicuro.

 

 
   
 
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