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Autore: _Luna_    05/06/2012    3 recensioni
La mia mente non si ferma mai purtroppo! Ecco qui un'altra one shot-what if su un probabile ritorno di Irene che è un personaggio a cui tengo troppo per non scrivere nulla di lei almeno una volta al giorno :D
"Il detective la squadrò, offeso « Trovo la danza un’attività particolarmente interessante se svolta con una compagna capace, miss Adler »
Lo guardò ancora negli occhi, sorridendo « E io lo sono? »"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes, Sim
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Offrì la sua mano a Sim, con un gesto fluido, invitandola a ballare. Dopo un impercettibile attimo di titubanza, Sim la strinse ed entrambi iniziarono a volteggiare « Io non conosco questo ballo » ammise lei, sottovoce.
Holmes la rassicurò e rispose « Deve solo seguire me » La giovane, però, era comunque impacciata e si impose di non guardare a terra ma di fissare gli occhi del detective. Lui, invece, portava Sim con sicurezza e due o tre volte si ritrovò a dover evitare il piede della giovane per non farsi pestare il suo. Ballare gli piaceva, ma dovette ammettere che Sim non era affatto una partner ideale. Aveva ballato parecchie volte e l’unica alla sua altezza era sempre stata Irene.
 
 
Holmes spalancò la porta con un calcio, quasi con indifferenza, come se stesse mangiando del bacon e non stesse invadendo un appartamento come un barbaro. Ma lì dentro c’era una creatura pericolosa, una volpe astuta e sfuggente. Aveva impiegato settimane per riuscire a trovare il suo nascondiglio e non se la sarebbe lasciata sfuggire. L’appartamento, in perfetto stile Adler, aveva un retrogusto classico e un’interessante scelta dei mobili. Osservò con attenzione tutte le stanze finché, all’improvviso, non sentì una musica avvolgente riempirgli le orecchie. Era una sinfonia di Boyce, una delle preferite della sua preda. Volpes in fabula.
« Dovevo immaginare che fossi tu » apparve sulla porta una giovane donna con i capelli legati in uno chignon disordinato. Indossava un semplice vestito che, però, indossato da lei sembrava d’alta moda. Era di un azzurro pallido che si intonava perfettamente con i suoi occhi « Perché non provi a bussare, la prossima volta? »
« So che è stata lei, miss Adler » strinse i pugni, innervosito « anche se ha un alibi »
Fece cadere il ventaglio e gli posò le braccia sottili sul petto « Sei troppo teso, Sherlock, perché non la smetti di fare il detective impiccione? »
Tentò in tutti i modi di resistere a quelle mani agili e provocanti ma con scarso successo « Lo proverò, miss Adler »
Rise e prese la sua mano « Non credo, Sherlock, però intanto puoi fare qualcosa per me » portò la sua mano e la mano del detective, unite, all’altezza del petto e costrinse la mano sinistra a stringerle il petto « Balla con me, Sherlock, balla come se fosse l’ultima volta che ci vediamo » E il detective non resistette più ma crollò. Strinse con sicurezza il petto della Adler e iniziò il primo passo, aspettando il ritornello per prendere il ritmo.
« Sai, Sherlock, non pensavo sapessi ballare » la giovane mostrava una certa padronanza e si lasciava guidare con leggerezza.
Il detective la squadrò, offeso « Trovo la danza un’attività particolarmente interessante se svolta con una compagna capace, miss Adler »
Lo guardò ancora negli occhi, sorridendo « E io lo sono? »
Tossì, non sapendo che rispondere « Indubbiamente, sa come muoversi » ma mentiva. Irene Adler non sapeva solamente come muoversi. Lei era la danza. Lei era il piede che si muoveva leggero per incrociare il suo. Lei era la mano possente e al contempo la sua mano leggera e aggraziata che stringeva con naturale scioltezza la sua. La sua bravura era ineguagliabile e lui non poteva far altro che ammirare ogni singolo spostamento di quel corpo fluido e irresistibile. Lo sguardo non era mai caduto sui piedi, ma sempre fisso su di lui. A Sherlock Holmes sembrò altamente improbabile che una donna potesse suscitare una sua qualche attenzione. Invece, tutto di Irene Adler lo attirava. I capelli corvini, gli occhi pieni di sfida innocente, le labbra carnose e indimenticabili erano poche delle qualità di Miss Adler.
Improvvisamente, si dimenticò dell’indagine, della preda e della lauta ricompensa.
In quel momento, in quella stanza, c’era solo la musica. E due individui, che non potevano stare insieme nemmeno nelle storie più incredibili e fantastiche di Verne, ballavano come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
 
Ma stretta a lui non c’era Irene Adler, ma Sim, che tentava di non pensare alla danza facendogli qualche domanda banale. Il naso lungo e il viso allungato erano ben diversi dai tratti morbidi della Donna.
« Balla con me, Sherlock, balla come la prima volta che ci siamo visti » prima di quella frase, aveva sentito un leggero picchiettio sulla spalla sinistra e quando si voltò, c’era lei, Miss Adler. Irene Adler. Viva, viva e bella come non mai, con un vestito blu intenso ma ad Holmes sembrò di rivederla in quella stanza e di sentire la musica di Boyce « Permetti? » domandò ancora, scostando con una delicatezza abbastanza sicura. Sembrava che non fosse mai morta ma che fosse sempre stata lì a guardare, a vegliare su di lui.
Holmes, senza saper che dire, fece un lieve inchino e tornò a ballare ma con un modo diverso, più sicuro e fermo « Come…»
Una risata cristallina, serena, che gli era terribilmente mancata, si fece spazio tra le sue labbra « Oh, non penserai che io sia stata così stupida, vero? Nemmeno Moriarty mi può allontanare da te, mio caro detective, devo batterti ancora due o tre volte! »
« Non posso più ballare… devo seguire il piano » si staccò da lei, combattuto dalla possibilità di andarsene, con lei, di accettare quella proposta fatta mesi addietro o di lasciarla lì senza mostrare nemmeno la minima emozione per il suo ritorno.
Lo guardò con serietà « Io non faccio parte del piano? »
« Tu non hai mai fatto parte del piano…»
« Balla ancora con me, Sherlock, balla con me » appariva quasi una supplica, come se sapesse di dover andarsene per non tornare mai più. O meglio, sapeva quello che stava per fare Holmes. Lui si avvicinò e le sussurrò all’orecchio, scostandole una ciocca di capelli « Tornerò, gioia, e andremo di nuovo a Sameny Street e balleremo, balleremo ancora »
« E’ una promessa, Sherlock? »
« E’ una sfida, Miss Adler »
Aveva stravolto i suoi piani, ma non aspettava altro. Sarebbe tornato presto in quella sala da ballo, vivo, senza Moriarty alle calcagna, per ballare, ballare, ballare con lei.



N.d.A. Millesima storia su Irene, lo so, lo ammetto, sto intasando la fandom su di lei ma non mi interessa u.u Invece, mi interessa un vostro commentino, una vostra piccola recensione :D A presto!
Luna

   
 
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