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Autore: Pendragon of the Elves    06/06/2012    5 recensioni
La malvagità e la corruzione sono intrinseche degli esseri umani. Ma alcuni di loro trascendono tutto questo, ignorando ogni traccia di buono che la natura può aver riservato alla nostra specie continuando a inquinare la propria anima. E tutto questo senza alcun ripensamento. Ma quanti di questi uomini lo farebbero se sapessero che le coscienze che seguitano a insozzare torneranno di nuovo negli inferi per tormentarli per l'eternità?
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damnation


Cadi. Precipiti nel buio che di colpo esplode di rosso. L'oscurità si contrae in fiamme. All'improvviso. E il nulla che ti aspettavi di essere -che forse speravi di diventare- diviene invece il tutto, tutto quello che sei stato di male, ciò che temevi di ricordare. Perché di buono non hai fatto nulla se non morire. Perché sei morto, piccolo peccatore, come muore un qualsiasi essere umano e come un qualsiasi peccatore ora dovrai soffrire. Perché questa è la tua condanna, la tua dannazione.
Non sei contento? Dovresti, perché questa è l'unica cosa che realmente di appartiene e meriti: l'eterno dolore. Per sempre. Ed è tutto per te: non sei contento? Ed io sono qui, tutto per te. Non lo trovi gentile? Tutto ciò non soddisfa la tua infinita avidità, la tua superba vanità?
Che fai, volti la testa? Inutile, non potrai smettere di guardarmi, perché io sono ovunque: io sono te, lurida carogna. Perché il tuo corpo senza vita lo è ora, una carogna. Ma se la passa meglio di te, il tuo vecchio cadavere, perché ora la terra lo assolve mentre tu sei qui per scontare il processo infernale. Non tentare di scappare: dalla morte non c'è scampo, solo dalla vita si può fuggire. E tu sei già morto, feccia, sei nelle mie mani: ti trovi nelle fauci dell'inferno che ti sei creato. Questa è la prigione che la tua coscienza ha costruito: non ti piace? Farai meglio a fartela piacere, perché ci passerai l'eternità. Che sciocco sono: tu non sai cos'è l'eternità! Peggio per te, perché te la farò sembrare più lunga…
Che fai: corri? Tenti ancora la fuga? Che cosa sciocca spostarsi dove non c'è spazio ma solo tempo! Non te l'ho già spiegato che è impossibile?
E ora che fai? Tremi, eh, codardo? Hai paura? L'unica cosa di cui devi aver timore è il tuo passato. Ma per questo è troppo tardi, ora non puoi farci nulla, perché è passato, andato: non tornerà più. Lo vorresti indietro, lo vorresti rivivere o solo rifugiarti lì? Non devi preoccuparti di questo, lo rivedrai. Oh, se lo rivedrai…  E lo rivedrai tutto.. Perché è quello che devi temere. E devi temere perché lo hai già scritto -come hai voluto tu, certo- ed era la copia definitiva: non potrai mai più cambiarlo, non ci sarà riscrittura.  Mai. Ti sei rovinato con le tue mani, infelice, e ti meriti il suo peso sulle spalle. Malvagità dopo malvagità, capirai che hai sbagliato e che è solo colpa tua. Rivivrai ogni singolo errore e ne sconterai il prezzo sulla tua stessa pelle, no, ancora meglio, … sulla tua stessa essenza. Tu, lurido essere di carne, abituato a soffrire per le ferite della tua pelle, non puoi neanche immaginare quanto più intensamente lo spirito possa soffrire. Chissà che faccia farai quando lo scoprirai…
Uhuhuh… sarà un vero piacere. Urli già, eh? Hai paura? Mi sembra un po' tardi per pentirsi: sei stato tu stesso ad assottigliare il filo della spada di Damocle e ad affilarne la lama, ed ora che la vedi pendere sulla tua testa, solo ora ne hai paura. Dopo tutti gli anni di peccati solo ora il terrore ha ghermito il tuo cuore? Che essere meschino! Cos'è che ti spaventa, non abbiamo ancora cominciato! Sono le mie parole o forse la mia faccia ad atterrirti? Sì, hai capito bene: la mia faccia, quella che non hai ancora avuto il coraggio di guardare. Che c'è, non vuoi vederla? Come sei maleducato! Devi guardare in faccia le persone quando parli con loro. Oh, giusto: in effetti non hai ancora detto niente… bah, tanto non ci saranno parole che potranno servirti, perché ormai sei spacciato.
Brucia, eh? Fa male sentirselo dire? Lo spero proprio. Perché continui a voltare lo sguardo? Te l'ho detto che sono ovunque, qua dentro. Perché io sono te, bastardo! Sono sempre stato con te, fin da quando sei nato. Io c'ero quando hai fatto risuonare nel mondo il tuo primo ragliante vagito, quando sei venuto alla luce, nudo e coperto di sangue. Come una bestia. Come tutti gli altri. Ed ero con te alla prima sberla che hai dato, alla tua prima rispostaccia, alla tua prima sigaretta, alla tua prima mazzetta, al tuo primo stupro. C'ero anche io, in ogni sigaretta, in ogni bicchiere di vino, in ogni birra, in ogni dose di droga, ci sono sempre stato: ti ho accompagnato in tutto il tuo processo di degenerazione. Perché se il tuo corpo si decompone solo ora, la tua anima era marcita da tempo.   Era già storpiata e deforme… come me, non trovi?
Uh… vedo una scintilla nei tuoi occhi. Sì, hai capito bene: ora si parla me. Non credevi neanche che esistessi, vero? E pur distruggendomi e corrompendomi, non hai mai sentito le mie urla… Infame! Non hai idea di quanto tu mi abbia fatto soffrire: io, che ero nato con te, testimone della tua innocenza alle origini, vedermi insozzato così! Mi hai ucciso, mi hai sommerso colla tua putredine. Ed immerso nel male che continuavi ad accumulare, ad ignorare, ma che non cominciavi a temere, ho atteso: ti ho seguito, peccato dopo peccato li ho contati tutti, guardando impotente la scia di lordura che ti lasciavi dietro, come un'ingorda e grassa lumaca. Senza poter fare nulla se non gridare: gridare con tutto me stesso in quelle tue orecchie sorde a tutto se non al tintinnare dei soldi e ai gemiti della puttane.    
Ah! Non sai quale goduria sia per me vedere il terrore dipinto sul tuo volto. Cominci a capire chi sono? Vedo la comprensione, alla fine, l'incredulità e lo stupore fare breccia nel tuo viso. Allora hai capito. Ma è tardi per chiedere scusa: ora ho il potere di farti voltare il capo, anche a schiaffi se necessario; ho il potere di piegarti al mio giudizio, anche a frustate… preferibilmente. Ora l'accusa è pronta per il giudizio finale.  
Sì, hai capito bene: il giudizio finale. E sarò io a giudicarti: chi ti conosce meglio di me, che sono stato con te per tutta la vita? Io so davvero come sei fatto dentro. Perché in vita risplendevi come oro negli occhi degli altri ma eri peggio della pirite. Peggio di un imitazione: eri solo feccia, vera ed autentica feccia. E questo è molto peggio di una finzione. Ma ora è giunto il momento, siamo alla resa dei conti: ora pagherai. La pagherai per tutto quello che mi hai fatto.
No, inutile che mi implori, che urli e strepiti: io resterò qui. Sempre qui. Come sono sempre stato. Inutile che mi neghi, perché io sono evidenza. Possiedo tutte le prove. Inutile che mi smentisci, perché io sono verità. Ho visto tutto con questi stessi occhi. Inutile che mi ignori, perché io sono quello che tu sei sempre stato. E so esattamente cosa ti meriti. Inutile che mi combatti, perché io sono il mostro che tu hai fatto di me: sono la tua coscienza, quella che hai ignorato e macchiato. E, mentre tu facesti quanto più di male potevi permetterti senza ritegno, io ne userò anche troppo: sarò spietato nella tua punizione quanto tu fosti incosciente in vita. Inutile che fuggi, che lotti,  che neghi con tutto te stesso. Ormai sei spacciato. Perché io sono dannazione. Si, hai capito chi sono. E allora guardami in faccia, bastardo: perché Io sono il tuo demone. E tu sei dannato. Per l'eternità.
Ora guardami in faccia e soffri!

 

                              


Fine

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Un racconto inquietante?
Sì, ci ho provato!  ;)



Pendragon of the Elves


P.S.:  Per una volta tanto posso dire che l'immagine è mia! Programmi utilizzati: SketchBook, iPhoto.

  
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