Ambientata il 3 Giugno, dopo la nuova scossa
 
 
Si erano tutti precipitati in strada.
Concordia non smetteva di singhiozzare, mentre S. Possidonio, pallido e muto, la teneva fra le braccia.
Poco distante, S. Felice, seduto a terra, si copriva il volto fra le mani.
Finale Emilia camminava avanti e indietro, a scatti, nervoso, chiedendosi come mai quel cazzo di terremoto non si fermava più.
Era stata una calma apparente. Una piccola pausa, un breve attimo di sollievo prima del ritorno di una nuova scossa.
Ormai insieme agli edifici iniziavano a sgretolarsi anche le speranze.
Feliciano, quando sei passato a controllare i comuni emiliani ti hanno guardato smarriti, ma non hai avuto idea di che fare.
Nonostante i tuoi difetti sai spesso trovare la forza di andare avanti quando agli altri manca, ma questa situazione è diversa.
Non sei riuscito a dire “Andrà tutto bene”. Nessuno sa quando e dove ci sarà la prossima scossa. Nessuno sa quando questa situazione finirà.
Li hai solo abbracciati, senza dire niente.
Ma alla fine sono stati proprio i comuni emiliani a sorprenderti.
- Beh… - ha iniziato Mirandola, sistemandosi i capelli arruffati (in questi giorni non si ferma un minuto e ha un aspetto sempre trasandato) – Ci stiamo abituando, no?
Cavezzo si è girato a guardare l’amica e un sorriso amaro gli è spuntato sulle labbra.
- Se è vero che dobbiamo convivere con queste scosse per anni, per forza ci dobbiamo abituare.
Quelle parole ti hanno sorpreso, Feliciano, poi ti sei detto che in fondo non ne hai motivo. L’Emilia è stata ed è ancora una terra forte, attiva, ottimista.
Ma per quanto tempo avrebbero resistito lei e i suoi abitanti?
Durante il giorno c’é chi riesce a essere relativamente tranquillo.  È la notte che fa paura. Sembra non passare mai.
In quel momento eri però certo che l’Italia non avrebbe abbandonato l’Emilia.
Avete atteso insieme l’alba di un nuovo giorno pregando il Signore.
 
 
Note dell’autrice:
Questa non è una ciofeca, è un aborto. 
Mirandola e Concordia sono due donne (suonano femminili, solo per questo), gli altri sono uomini.
Non ho citato tutti i comuni colpiti dal sisma, ma in cuor mio li ricordo tutti.
Forza e coraggio, ci riprenderemo una vita.