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Autore: Persychan    06/06/2012    2 recensioni
Raccolta di drabble e short riguardanti forse una spia e un guerriero o due membri della Famiglia Rivolta o due sopravvisuti oppure due idioti. O forse tutte queste cose insieme.
Chi lo sa?
I ~ [C'è del male nel mondo, ma mai quanto ce n'è nell'armadio di Lucio] Alessandro Manin, guerriero, combattente e uomo valoroso, sa che quest'oggi morirà a causa della sua incapacità di distinguere il tortora dal beige.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  Essenza di un incubo  (III storia della spia e del guerriero)
Fandom: Katekyo Hitman Reborn/Originale. Vedi note.
Personaggi/coppia: Alessandro/Lucio. Personaggi della Famiglia Rivolta
Parte: 1/1 
Rating: Gialla
Parole: 400
Note:  - L’ambientazione è quella di Katekyo Hitman Reborn e in storie successive potranno comparire, sia nominati che in persona, vari personaggi della serie. Per il momento si tratta di una sorta di storia parallela ambientata nello stesso universo in contemporanea con gli avvenimenti che hanno come protagonisti Tsuna e guardiani. In fondo la famiglia Vongola è una della tante famiglie mafiose italiane.
[Per altre storie della stessa ambientazione andate qui]

- Non betata
- Questa serie di storie è stupida. Estremamente stupida. Incredibilmente stupida. Ci sono due idioti, Lucio e Alessandro, che dovrebbero essere due pericolosi criminali ed assassini, e in effetti lo sono e sono efficienti, terribili e proprietari di quel tipo di fama che fa sbiancare anche gli uomini peggiori, ma sono anche due, beh, ragazzi con il comportamento di un gatto altezzoso e di un labrador con un problema di attenzione. Insomma sono due idioti. Oh, ma questo l'avevo già detto, quindi ora - se siete ancora qui - godetevi pure la vostra storia, ma, ehi, non lamentatevi se è troppo stupida.



C'è del male nel mondo, ma mai quanto ce n'è nell'armadio di Lucio
(Che diavolo di colore è il tortora?)




Si vedevano tante cose terribili sul campo di battaglia, anche quando il campo era l'enorme giardino di una villa seicentesca, o meglio della Villa, e il nemico era una Famiglia che aveva mal gradito il loro lavoro, ma Alessandro Manin, un tempo erede della prestigiosa famiglia Manin, spadaccino e combattente di eccezionale bravura, guerriero dalle migliaia di battaglie e una lista di vittime lunga abbastanza da competere con l'elenco telefonico di una cittadina di medie dimensioni e soprattutto Capo della sezione milite della Famiglia Rivolta, era abituato a tali orrori.
O almeno aveva creduto di esserlo.
Perché quando nel mezzo del combattimento, qualche secondo dopo aver bucherellato e tagliuzzato il suo, probabilmente, centesimo avversario della giornata, vide comparire la figura di Lucio con ancora addosso gli abiti da casa, i capelli scompigliati e ricoperti di frammenti di intonaco e il viso bianco sporco per la polvere e la terra,  e sentì un brivido gelido solcargli la schiena,  capì che anche lui poteva provare quel terrore.
 
"Tu!"
"I-io? Che ho fat-"
"Sei un incapace. Ti definiresti un guerriero? Un maestro del combattimento? Tsk, ma se non sei riuscito neppure a proteggere la villa dai colpi del nemico."
"In realtà non ci aspettavamo un tale potenza di fuoco, insomma co-"
"Ssh, zitto. Tu non comprendi, hanno colpito la mia stanza. No, hanno colpito il MIO guardaroba. Capisci?"
"Ma verament-"
"Zitto. E vai."
"Eh?"
"Vai. A. Sistemare. Il. Mio. Guardaroba. ORA."
"Ma veramente io sarei a capo del-"
"ORA. O mi vendicherò. E non ti piacerà."
 
Ale non era uno sciocco, o almeno non lo era quanto molti credessero che lo fosse, ed era in grado di riconoscere quando una battaglia era persa ed affrontare l'argomento guardaroba con Lucio era sempre una battaglia persa, ma, ehi, non persa di poco, proprio una disfatta preannunciata con tanto di trombe e fuochi di artificio,  quindi rinfoderò la spada, mise la sicura alla pistola riponendola nella fondina e si voltò, camminando verso la Villa con il capo chino e il fare di un uomo sul patibolo, mentre dietro di lui Lucio prendeva, con un cipiglio da mistress, il controllo delle operazioni . L'ultima cosa che sentì prima di andarsene fu l'augurio di Celeste -"Spero che il colpo non abbia messo in disordine la scarpiera."-  la sua pacca su una spalla prima che si lanciasse in battaglia e il requiem per la propria virilità che andava a morire.
   
 
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