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Autore: ObliviateYourMind    06/06/2012    1 recensioni
[da "Melancholia", di Lars Von Trier].
Justine dovrebbe essere felice, ha appena sposato Michael. Eppure una strana depressione sembra prendere il sopravvento. E mentre gli invitati festeggiano, il pianeta Melancholia si avvicina pericolosamente alla Terra, minacciando una catastrofe. La fine del mondo sta per cominciare.
Ho deciso di riscrivere un po' la storia di questo magnifico film provando ad immedesimarmi nelle due protagoniste. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MELANCHOLIA

a world's ending

 

 

JUSTINE'S POV

 

Io e Michael eravamo in ritardo. Ed io ho sempre odiato far attendere le persone, specialmente se si tratta della mia famiglia durante il giorno del mio matrimonio. Cercai di inspirare profondamente riempiendomi i polmoni d'ossigeno, ma era difficile farlo, stretta com'ero nel corpetto del mio abito da sposa. Quando finalmente intravidi il vialetto ghiaiato che conduceva fino a casa di mia sorella Claire riuscii a calmarmi.

Presto però, la situazione di fece dapprima imbarazzante, poi addirittura comica. Il nostro autista non riusciva a posizionare l'auto in modo che passasse attraverso la stretta stradina, e così cominciò a compiere mille manovre. Michael mi guardava in modo interrogativo mentre aspettavamo di avanzare, mentre io mi resi conto che ne avremmo avuto ancora per un bel po', e non riuscii a trattenermi dal sorridere.

«Senta, ehm... - provò a dire Michael – Sì, sì, guardi, può venire ancora un po' più indietro se vuole, credo che le sia utile un metro in più.»

Niente da fare.

«È in un'altra città, è lontano chilometri!», disse Michael ridendo.

Restammo su quella macchina per almeno un'ora. Pensai subito a mia sorella: doveva essere furiosa.

 

 

«È inutile che stia qui a dirvi quanto siete in ritardo!».

Ecco, lo sapevo che si sarebbe arrabbiata. Ma non era colpa nostra, in fondo. E poi era stato divertente. Mi sentii improvvisamente sconfortata al pensiero di dover vedere tutte gli invitati e di essere costretta a sorridere per tutta la sera. Claire mi informò sull'andamento della serata, che era stata organizzata nei minimi dettagli con l'aiuto di uno dei wedding planner più costosi del mondo.

E poi la vidi. Era una stella, più luminosa di tutte le altre.

«Che stella è quella?», chiesi.

Era davvero insolita, ed io mi ci sentivo attratta in una maniera impressionante.

Antares, mi disse John. Quello era il nome della stella misteriosa. Rossa come il fuoco, un minuscolo puntino nel cielo.

 

 

«Ce l'abbiamo fatta!» urlai, e tutta la sala esplose in un fragore di applausi che quasi mi stordiva.

Dopo aver salutato e baciato molte persone, intravidi mia madre, seduta a tavola. Non stava festeggiando.

 

Jack voleva uno slogan. Proprio quella sera, durante la festa per il mio matrimonio. Mi sforzai di sorridere, non potevo fare altrimenti. Gli occhi di tutti erano puntati su di me, si aspettavano che mi comportassi in un determinato modo.

«La mia azienda ha guadagnato un nuovo art director. E sei tu, Justine». Io? Ma perché stavamo parlando di lavoro persino in un momento del genere? Mi alzai in piedi mentre tutti gli ospiti commentavano ad altra voce ciò che era appena successo.

 

Quando arrivò il momento dei discorsi, come al solito mia madre si fece notare per il suo cinismo. Mi chiesi il perché dovesse sempre mettermi in imbarazzo. A volte la odiavo con tutta me stessa.

«Perché ti sei presa il disturbo di venire?». A quanto pare mia sorella la pensava esattamente come me.

Mi sentii improvvisamente triste. E non era normale, in un giorno come quello. Nessuna delle persone che mi circondava sembrava capirmi veramente, nemmeno mio marito. Tutti sorridevano, sembravano felici. Ma come facevano?

 

Promisi a Claire che non avrei fatto nessuna scenata. Non ero convinta di riuscirci.

Decisi di uscire, sentivo il bisogno di respirare un po' d'aria fresca, ma soprattutto, di starmene in pace con me stessa, senza dover necessariamente fingere di stare bene. Presi il golf cart e percorsi l'enorme campo. Diciotto buche, mica roba da poco.

 

Ogni modo era buono per “evadere”. Anche portare a letto Leo e restarmene sdraiata lì, al buio, oppure chiudermi in bagno ed immergermi nella vasca piena d'acqua bollente. Sperai che i miei pensieri si dissolvessero nel vapore, ma ciò non avvenne.

 

Michael non poteva capire. Credeva che uno stupido pezzo di terra potesse servire a sollevarmi il morale, a liberarmi dalla sofferenza. Povero illuso. Come al solito mi sforzai di sorridere e di sembrare gentile. Ormai era diventata una brutta abitudine.

 

Anche i discorsi fatti con John mi sembrarono noiosi. Lui sottolineò il fatto che la festa gli fosse costata moltissimo e che avrei dovuto impegnarmi di più per non rendere tutto inutile. Io però non provavo compassione, lui era ricco sfondato, qualche migliaio di dollari in meno non gli avrebbe di certo cambiato la vita. Poi, arrivò mia sorella ad accusarmi. Diceva che avrei dovuto stare più vicina a Michael, e che lui aveva tentato di mettersi in contatto con me per tutta la sera, ma che io l'avevo ignorato. Tutto ciò non era vero. O perlomeno, le cose non apparivano come erano in realtà. Era ovvio che non riuscissi a stare vicina a mio marito, se lui non si sforzava nemmeno di capirmi. Ne parlai anche con mia madre, ma anche lei, come tutti gli altri, sembrava capace solo di rimproverarmi.

Mi misi a piangere. Qualcosa non andava.

Sentivo che qualcosa stava cambiando, e forse c'entrava la stella rossa che avevo visto qualche ora prima.

Non me ne preoccupai più di tanto.

 

Il ricevimento andava avanti, sembrava non finire più. Mi sentivo gli occhi di Claire puntati addosso, era come se il suo sguardo mi seguisse per tutto il salone.

 

Un telescopio. C'era un telescopio nel campo da golf. Serviva per guardare i palloncini bianchi ricoperti di scritte che liberammo nell'aria. Tutti applaudivano e sorridevano felici, ma io non riuscivo a concentrarmi. Sentivo che l'equilibrio dell'universo stava cambiando. Sapevo che presto sarebbe successo qualcosa di pericoloso, ma non potei che esserne felice. Tanto ormai il mio mondo era già crollato.

 

 

Così, mi sembrò naturale licenziarmi. Non avrei più potuto offrire nulla all'azienda di Jack, e sinceramente non mi interessava neanche farlo. Era ora di smetterla con i rapporti fasulli, sorretti da una serie di comportamenti ipocriti ed falsamente altruisti. Era ora di pensare a me stessa.

 

«Poteva essere tutto diverso», mi disse Michael prima di andarsene.

Già, potevo continuare a fingere di stare bene e di amarlo.

«Sì. Poteva essere tutto diverso – risposi, - però Michael...cosa ti aspettavi?».

Lui mi diede ragione e se ne andò a bordo della sua auto.

 

Il mattino seguente, Claire mi svegliò. Stavo dormendo su un divanetto, e la stanza era illuminata di una strana luce azzurrognola.

Mia sorella voleva fare un giro a cavallo, ed io accettai. Magari poteva servire a distrarmi da quanto era successo la sera precedente.

Attraversammo il campo da golf che a quell'ora era immerso nella nebbia, ma quando arrivammo al ponticello, il cavallo di Claire lo attraversò senza problemi, mentre Abraham si rifiutò di proseguire.

Infuriata, cominciai a insistere con forza perché camminasse, ma sembrava come piantato a terra.

Mi arresi e sollevai lo sguardo verso il cielo. Antares era scomparsa.

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Lars Von Trier; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Angolo dell'autrice: ho deciso di scrivere questa fanfiction perché il film mi ha veramente colpita. L'ho trovato molto interessante, e la personalità dei protagonisti, così come gli avvenimenti, si presta molto alla scrittura di una storia. Ho voluto provare a immaginare che cosa potevano pensare Justine e Claire nei momenti salienti che portano all'inevitabile scontro tra la Terra e Melancholia. Se non l'avete mai fatto comunque, vi consiglio di guardare il film perché merita :)

detto questo, buona lettura! Spero che vi piaccia, e in ogni caso le recensioni sono bene accette :D

Giulia

   
 
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