Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: Artica    07/06/2012    6 recensioni
C'era un momento in particolare dove Robert odiava Stannis più di ogni altra cosa al mondo, e questo era quando, nel cuore della notte, Renly veniva a bussare alla porta di camera sua.
{young!Robert, child!Renly - trolling!Stannis}
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
di manticore
Note: pare che gigioneggi invece che concentrarmi sui contest, eh? Esatto. Questo racconto nasce come una cosa fresca e leggera, quindi leggetela come tale, per favore.
Postato sul Contest Mania per la challenge  Fluff-Angst-Missing Moments-AU; trovate tutto qui.
Un possibile OOC è dovuto alla giovane età dei personaggi; se a Natale mi regalate un child!Renly, vi conquisto il Trono di Spade.


Robert Baratheon giurò il suo odio imperituro a Stannis durante una notte di tempesta.
Stava procedendo tutto perfettamente, almeno secondo il suo piano d'azione. La stanza era due piani più in basso, ma prendendo le scalinate a ovest e tenendosi nell'ombra non avrebbe dovuto incontrare guardie. Esisteva forse uno stratega migliore di lui? No di certo.
Aspettò che il castello fosse immerso nel sonno, si alzò, si vestì alla buona e si apprestò a sgattaiolare fuori da camera sua -la mano era quasi sulla maniglia, dannazione!- quando un flebile bussare lo anticipò.
Soffocò un'imprecazione fra i denti. Merda.
- Aye? - domandò sospettoso al legno nero della porta.
- ...sono io, fratellone.
Malgrado i Sette Dei lo avessero maledetto con la sfortuna di due fratelli, Robert non aveva bisogno di chiedere quale dei due fosse lo scocciatore. Sapeva già che, aprendo, si sarebbe trovato davanti un ragazzino scarmigliato e con una camicia da notte lunga più di lui, con l'aria impaurita a tal punto che nemmeno la candela che stringeva fra le mani bastava a rincuorarlo.
- Renly. Cosa ci fai di nuovo qui?
Il piccolo Renly, malgrado fosse intimorito da chissà che cosa, cercò di tirare fuori il suo lato spavaldo.
- Io? Niente. Solo, mi chiedevo se... ecco... posso dormire con te, stanotte?
Robert aggrottò le sopracciglia, grattandosi poco galantemente una coscia e squadrandolo da capo a piedi.
- Che ti è successo? Il piccolo cavaliere di Capo Tempesta è forse diventato una lady tremolante che non dorme senza la compagnia di un uomo?
Renly si gonfiò, punto nell'orgoglio.
- Ma che stai dicendo? Mi annoiavo e volevo stare con qualcuno, tutto qui.
- Ed è per queste cose che esiste la nostra nobile madre, - lo liquidò Robert, voltandolo per il gomito e spingendolo via deciso - e adesso fila via, prima che ti prenda per le orecchie e ti riporti di peso in camera tua.
Vedendosi abbandonato di nuovo nell'oscurità degli ampi corridoi minacciosi, il bambino risvegliò il suo animo combattivo.
- Aspetta, aspetta, Robert, aspetta!
- Sta' zitto, bamboccio! Cosa cazzo gridi in quel modo, vuoi svegliare tutta Capo Tempesta? - lo rimbeccò Robert, senza curarsi a sua volta di abbassare il tono di voce.
Gli occhi di Renly erano quelli di un bambino impietrito dal terrore; ci mancava solo il moccio al naso per finire la visione d'insieme, pensò disgustato Robert, ma nemmeno lui aveva il cuore di lasciarlo lì fuori.
- Allora? Mi dici cosa è successo o facciamo mattina?
Renly abbassò lo sguardo.
- E' stato Stannis. L'ha fatto di nuovo.
A quelle parole, Robert ripassò così tante bestemmie che non si sarebbe affatto stupito di sentire da un momento all'altro il boato dei Sette scaraventati giù dai loro troni celestiali.
- Ah. Stannis. Ho capito. E che caz-... cioè, che storie ti ha raccontato questa volta nostro fratello?
Renly lo guardò, mentre il ricordo delle parole di Stannis gli faceva risalire il terrore infantile tipico di ogni bambino.
- Poi ti racconto, ma adesso... adesso posso entrare?
- Renly, hai sette anni; fra un po' dovresti dormire fra le braccia di una donna, non fra quelle di tuo fratello maggiore, lo sai questo?
Il bambino annuì; sì, lo aveva capito, ma no, non gliene poteva fregare mezzo.
Sospirando un'ultima bestemmia, Robert si fece da un lato; rapido come un giovane cerbiatto, Renly sgusciò fra le sue gambe fino a buttarsi sull'enorme letto del fratello, per poi sparire a raggomitolarsi tra le lenzuola.
- C'erano delle manticore e delle sirene, e poi un basilisco con le corna avvelenate, il fantasma di un cavaliere senza testa, e la mano di una necromante che strisciava nei letti dei bambini per strappar loro gli occhi e la lingua... - elencò, inoltrandosi sotto la spessa coltre di trapunte.
Robert chiuse la porta e ritornò verso il letto, entrando sotto le coperte senza far troppa attenzione a non schiacciare Renly; magari era la volta buona che quel piccoletto ci rimediava qualche costola rotta e la smetteva di infilarsi a testa in giù fino alla testata inferiore del talamo.
Quando si fu sdraiato, Renly sbucò da chissà dove alla sua sinistra con ritrovato vigore, e appoggiò il gomito che gli sorreggeva la testa sul suo stomaco.
- ... e poi c'era un drago malvagio, una schiera di arpie in grado di pietrificare con lo sguardo, un meta-lupo dalla testa di umano, e un'idra dal grido di ghiaccio, e-...
Robert sapeva che, quando si fosse fatto giorno, Renly avrebbe riso di quei demoni con la consueta sfrontatezza che lo caratterizzava; con tutte le probabilità avrebbe persino negato le sue paure, sbuffando uno sfacciato - Te lo sarai sognato, vecchio. Io? Paura? Ma quando mai!
Ma finché le tenebre risalivano con dita fredde le sue vertebre, avrebbe scacciato ogni suo incubo e gli avrebbe offerto rifugio e protezione fra le sue braccia come il fratello maggiore che si dimenticava sempre di essere. Così aspettava che le chiacchiere di Renly sfumassero insieme alla luce della candela, che il suo respiro diventasse leggero e costante come le dolci onde del mare, e lasciava che quel piccolo corpo si abbracciasse al suo, stringendolo con quelle braccia sottili che non riuscivano mai a circondarlo del tutto.
E malediva Stannis.
Perché, cazzo, a volte gli tirava certi scherzi davvero sleali. Poteva far finta di non sentire i mugugnii che Renly borbottava nel sonno, ed era pure disposto a non dire niente sul filo di bava che finiva sempre per gocciolargli sul petto, o sulla gamba che lo circondava e lo teneva inchiodato al materasso. Nella sua infinita pazienza, passava addirittura sopra al fatto che Renly scalciasse come un puledro imbizzarrito, e solo il Guerriero sapeva quanta forza ci metteva in quelle gambette che si ritrovava.
Ma, dannazione a tutti quei Sette maledettissimi infami bastardi, perché Stannis doveva raccontare le storie dell'orrore a Renly proprio quando a palazzo arrivava un'ambasceria piena zeppa di giovani, meravigliose e sensuali ragazze vergini?!







 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Artica