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Autore: Seren_alias Robin_    07/06/2012    13 recensioni
- Vieni a ballare – disse brusco ad Hermione. Lei accettò, sorpresa e compiaciuta, e si alzò: sparirono insieme nella folla sempre più fitta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Vieni a ballare – disse brusco ad Hermione. Lei accettò, sorpresa e compiaciuta, e si alzò: sparirono insieme nella folla sempre più fitta.



La mano di Ron, nonostante il caldo afoso quasi tangibile che avvolgeva come un fascio quelle figure eleganti e colorate che danzavano, era fredda e liscia, neanche minimamente sudata come quella di Hermione.
Le piccole dita della ragazza al minimo contatto con quella pelle familiare quasi tremarono, e lei avvertì uno strano fastidio all’altezza dello stomaco. Anche quel dolore non le era poi così sconosciuto, ma sembrava accentuarsi ogni volta che Ron era così vicino da poterne sentire il profumo dolce dei capelli rossi, lo stesso che aveva avvertito nell’aula di pozioni l’anno prima, di fronte all’Amortentia. Non lo aveva mai confessato a nessuno. In verità, era stata già abbastanza dura confessarlo a se stessa. 
Era estremamente difficile formulare pensieri ordinati mentre Ron le teneva la mano, figuriamoci lanciarsi in un argomento di conversazione. Si lasciò guidare da lui, che non l’aveva ancora guardata in faccia, troppo impegnato a scegliere il posto giusto per fermarsi tra tutta quella massa di invitati. 
Ripensò per un attimo a tutta la preparazione di quella mattina. Alla scelta dell’abito, così accurata e precisa, quasi snervante, tanto da non riconoscersi più in quella ragazza che disprezzava le mode e la superficialità in generale. Lei, Hermione, preoccupata per un vestito. E per i capelli, e per il trucco del viso, e per le scarpe in tinta…
Tutto per poter avvertire anche solo un attimo il desiderio di quegli occhi cielo. Poterli catturare e tenerli un po’ con sé, godere di quello sguardo. 
Ginny aveva passato gran parte del tempo a ridere, mentre la osservava scrutarsi allo specchio con aria critica e preoccupata.


-          Che fine ha fatto la nostra Hermione Granger tanto sicura di sé? –
 
Già, che fine aveva fatto? Forse così sicura come la vedevano gli altri lei non lo era mai stata veramente. Ma in fondo non aveva importanza.
Tutto quello che contava adesso era semplicemente Ron.
Tornò con la mente nel giardino dei Weasley, allontanando quei pensieri. Ron aveva smesso di camminare e si era voltato finalmente a guardarla, prendendola in vita con una dolcezza non da lui. Gli occhi erano di un azzurro abbagliante nella luce del primo pomeriggio, in totale armonia con il cielo estivo.
 
-           Credo che questa sia una delle ultime volte che possiamo starcene un poco tranquilli Hermione  –
disse, stringendola un po’ di più a lui con un gesto delicato ma deciso delle braccia. – dunque rilassati, perché sei così tesa?-

Odiava il fatto di essere innamorata del suo migliore amico. Era decisamente impossibile riuscire a nascondere qualcosa a quel ragazzo; riusciva a percepire qualsiasi mutamento di umore semplicemente dalla minima variazione dell’espressione di lei.  Tante volte si era chiesta se Ron sospettasse qualcosa, e se per caso facesse finta di nulla per non rovinare tutto quello che tanti anni di solida amicizia avevano costruito. Lo guardò, felice che il suo sguardo per una volta non fosse concentrato solo su di lei. Il suo migliore amico era decisamente cresciuto. Lo vedeva, oltre che dai bei lineamenti ormai da uomo sotto le lentiggini del viso, dal modo di fare gentile che aveva assunto con lei nell’ultimo periodo. Non voleva, ne poteva credere che fosse qualcosa di più... Non avrebbe dovuto cercare niente i quei complimenti distratti, in quegli sguardi intensi. Non erano niente, se non pura cortesia e gentilezza.
 
Sospirò, prima di parlare. Gli occhi di Ron erano tornati a guardarla, ma lei non poteva sostenere quella luce.
 
-          È solo che stavo pensando ad una cosa. - disse, cercando di non tradire alcuna emozione. Ma era come chiedere al sole di smettere di brillare. La voce tremava appena, e non poteva fare a meno di mordersi le labbra, tesa.
 
-          Sarebbe? – chiese Ron con dolcezza appena accennata.
 
Lo sguardo di Hermione era rivolto alle spalle di Ron, dove Fleur e Bill, liberi finalmente dagli invitati che si erano avvicinati per congratularsi alla fine della cerimonia, ora volteggiavano con grazia fra le altre coppie perfettamente a tempo con la musica dolce del valzer che la banda stava intonando. Hermione si sentì terribilmente goffa in confronto a loro, mentre guardava con malinconia l’abito candido della splendida sposa.
 
-          Pensi che ci riuscirò mai? – chiese senza aver minimamente pensato a quello che stava dicendo.
 
-          A fare cosa Hermione? – rispose Ron aggrottando le sopracciglia, confuso.
 
-          A indossare un vestito come quello –  capì che non aveva senso mentire. Indicò con un gesto delle dita del tutto impercettibile Fleur. Ron capì senza bisogno di girarsi verso la direzione che lei gli stava indicando. Le sorrise, cercando con quel semplice gesto di rassicurarla dalle sue paure.
-          Certo che si. Che idee assurde ti vengono mai in quella testolina geniale? –
 
Di nuovo calò il silenzio fra i due. Hermione poggiò la testa sulla spalla del ragazzo, sospirando forte. Il profumo di Ron era diventato ancora più intenso con quella nuova vicinanza. Non osava alzare la testa e guardarlo, ma avvertì che il suo battito era accelerato un poco sotto la camicia fresca. Il ragazzo posò il mento sulla testa di lei, e la strinse forte. Non ballavano. Si limitavano a dondolare un po’ sul posto, con piccoli passi millimetrici, quasi impercettibili. Ma sembrava che nessuno lì attorno facesse caso a loro per una volta.
 
-          Pensi che ci riuscirò mai? – ripetè Hermione, senza fiato stavolta.
 
Ron non rispose subito, ma la costrinse a guardarlo negli occhi, tirandola piano per il mento.
 
-          Quel giorno tu sarai più bella di Fleur oggi. – dichiarò con tono di voce basso ma deciso.  – Tutto il mondo magico non farà altro che guardare te, si dimenticheranno totalmente dello sposo che avrai affianco. Gli invitati saranno inondati solo dalla tua bellezza. In tanti si mangeranno le mani per non essere al posto del tuo futuro marito. E io ti chiederò di ballare ancora una volta, quel giorno. Insieme. Ancora una volta. -
 
Hermione non riusciva a trovare le parole. Quel discorso l’aveva emozionata così tanto che sentiva il cuore carico di emozioni spingere con i suoi battiti frenetici, quasi come se tentasse di dal petto e consegnarsi al suo proprietario. Era certa che anche Ron potesse sentirlo, e guardandolo negli occhi non poté fare a meno di arrossire violentemente. Ancora una volta fu lui a parlare, cosa di cui gli fu segretamente grata.
 
-          Balleremo questo valzer. –
 
-          Ballare mi sembra un po’ un parolone – rispose finalmente Hermione con una risatina. Ron si unì a lei, sollevato nel vedere che finalmente la ragazza si stava rilassando tra le sue braccia.
 
-          D’accordo allora fingeremo di ballare questo valzer! –
 
Ancora una volta, Hermione lasciò posare la testa sulla spalla di Ron, che sembrava essere fatta apposta per accogliere lei e le sue lacrime. Ma non era il momento di piangere. Una domanda le balenò in testa, improvvisa.
 
-          Ron, ma se non volevi ballare come mai mi hai trascinato sulla pista da ballo? –
 
Il ragazzo si rabbuiò. Era il genere di domanda a cui era difficile dare una risposta senza apparire totalmente idiota.
 
-          Lo sai il perché, Granger -  rispose con enfasi.
 
-          No che non lo so – rispose lei, con aria innocente. Ron le sorrise, e davanti a quel sorriso la ragazza si tradì.  – E va bene, posso immaginarlo, ma mi piacerebbe sentire cos’hai da dire a riguardo. –
 
-          Cos’ho da dire io a riguardo? Hermione… sei tu che devi spiegarmi cosa ci trovi in quel maledetto scimmione bulgaro –
 
Hermione trattenne a stento un sorriso. Trovava quel ragazzo estremamente adorabile quando faceva il geloso con lei. Nonostante l’irritazione iniziale dovuta alle scenate di Ron, questo suo modo di fare così protettivo nei suoi confronti la faceva sentire importante. Aveva imparato quasi ad amare anche questo suo lato.  Ma sapeva che non doveva illudersi, non avrebbe dovuto pensare mai e poi mai che fosse qualcosa di diverso da una semplice gelosia amichevole, quasi fraterna. Del resto Ron era geloso morboso anche di Ginny. Probabilmente i sentimenti che provava per lei non erano poi tanto diversi. Dopo tutti questi anni, Hermione era diventata per lui una sorella?
 
“Certo, ma Ron alla fine ha accettato la relazione di Ginny con Harry. Invece continua ad odiare Victor con tutto se stesso” le sussurrò una voce trionfante nella sua testa.
 
Stiamo parlando del mio migliore amico, e poi con Harry e Ginny è un discorso totalmente diverso.” rispose l’Hermione razionale, cercando di mettere a tacere quella voce impertinente che le veniva direttamente dal cuore.
 
Anche Harry è il tuo migliore amico, ma lui non ha niente contro Victor
 
Beh allora potrebbe trattarsi semplicemente di pura antipatia, potrei non c’entrare io”
 
“E perché ti ha chiesto di ballare proprio mentre si avvicinava? Avrebbe potuto semplicemente alzarsi e cambiare tavolo.”
 
“Certo che sei incredibile, trovi sempre il modo di ribattere tu!”
 
“Io? Sei te che ancora non vuoi deciderti a darti una mossa, signorina so-tutto-io.”
 
“È il mio migliore amico!”
 
“No che non lo è, non lo è mai stato e tu lo sai bene.”
 
-          Ehm Hermione, mi stai ascoltando? –
 
La voce di Ron interruppe bruscamente quella stremante lotta con se stessa. Ringraziando il cielo che Ron non conoscesse la Legilimanzia si affrettò a trovare una scusa convincente. Chissà quanto tempo era rimasta imbambolata a riflettere. Avvertiva dolore alla pianta dei piedi, che cominciavano a sentire il peso della stanchezza a furia di stare intrappolati in quelle scarpe troppo alte.
 
-          Certo Ron, perdonami. Solo un po’ di stanchezza. –
 
 Il ragazzo la fissò con dolcezza, accarezzandole incerto il viso con la punta delle dita.
 
-          Vai pure a sederti se vuoi, ti porto qualcosa da bere al tavolo –
 
Hermione non se lo fece ripetere due volte. Si liberò dalla sua presa e con uno sguardo indecifrabile si avviò verso il tavolo. Era un sollievo e nello stesso tempo un dolore sfuggirgli. Mentre camminava, notò Victor scuro in volto allontanarsi a passo svelto senza rivolgerle il minimo sguardo, il più lontano possibile da uno stralunato Lovegood, che fissava il ragazzo con uno sguardo tra il compassionevole e lo stupito, come se lui conoscesse cose che il bulgaro non poteva capire. Con aria interrogativa Hermione raggiunse Harry e si lasciò cadere sulla prima sedia che si trovò a tiro.
 
-          Non ce la facciò più.- ansimò. Si sfilò una scarpa e si massaggiò la pianta del piede. – Ron è andato a prendere altre Burrobirre. È strano, ho appena visto Victor allontanarsi in fretta dal padre di Luna, sembrava che avessero litigato -
 
Il suo sguardo finalmente si posò su Harry. Nonostante il travestimento perfetto, Hermione conosceva troppo bene il ragazzo per non riconoscere quella strana espressione di sgomento che dipingeva il viso del suo migliore amico.  Per un attimo si allarmò.
 
-          Harry, ti senti bene? –
 
Non ci fu tempo di ascoltare risposta. L’aria tranquilla esplose in un vortice di paura. Hermione riuscì a malapena a sentire alcune parole confuse.
 
Ministero, morto, stanno arrivando….
 
Ron.
 
Sfoderò la bacchetta nello stesso istante di Harry, mentre nel caos del panico i suoi occhi cercavano quei capelli rossi. Il cuore non riusciva a darle pace, batteva così tanto che le sembrò di non sentire nient’altro per qualche secondo.
 
-          Ron!  - gridò Hermione – Ron, dove sei? –
 
Correvano alla cieca, lei ed Harry, mentre urla e paura si facevano spazio annullando la bellezza di quella festa.
 
-          Ron! Ron! – Gridava ancora. Non si rese neanche conto che stava piangendo, finchè non le sfuggì un singhiozzo. La mano di Harry, fortemente stretta alla sua, non riusciva a darle lo stesso conforto.
 
E poi lo vide, il volto una maschera di spavento improvvisamente sollevato nel trovarla. Hermione chiuse gli occhi ricacciando le lacrime e si mise a correre veloce verso di lui. Non appena la mano di Ron fu di nuovo nella sua il suo cuore tornò al suo posto. La strinse forte e si lasciò vorticare su se stessa, lasciandosi avvolgere dal nulla insieme a Ron ed Harry. 







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Quello che ho scritto è tutto merito della mia dannata malattia, dunque se fa proprio schifo prendetevela con i miei puntini. Maledetta rosolia, sembro un quadro di Seurat, avete presente? xD
Quantomeno mi sono distratta per qualche ora. E' stato piacevole scriverla tutto sommato.
Volevo dedicare queste poche righe a tutte quelle lettrici che non mi hanno mai tradito e che continuano a seguirmi nonostante le mie "sparizioni"... è davvero splendido ritrovarvi qui:3
E soprattutto una dedica particolare alla mia cara
Nihon, per spronarla a scrivere sempre e ad emozionare con le sue belle parole... perchè merita davvero.
Ora penso che sparirò fino all'orale. Pregate per me, e augurate buona fortuna a questa psuedo scrittrice maturanda disperata!
A presto però, ve lo prometto. Se prendo più di novanta mi impegnerò a finire Rose entro l'estate. Parola mia, ve lo giuro su Ron e Hermione(e sapete che per me non esiste giuramento più vero u.u) 
Un bacione a tutte voi:*
Seren


   
 
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