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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    08/06/2012    6 recensioni
E non riesce ancora a capire se preferirebbe che si avvicinasse o che non venisse affatto.
{L/Misa ♥ accenni Light/Misa}
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Misa Amane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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33% di acqua salata ~

prompt: #014, Vaseline

 

 

 

Misa sa che è lui prima ancora di vederlo nello specchio. I passi senza suono di Ryuuzaki hanno acquistato una frequenza distinta, alle sue orecchie, una vibrazione smorzata e familiare e potenzialmente sgradevole, come i clic delle macchine fotografiche dei giornalisti più ambiziosi. Ma a differenza di quelle macchine i passi di Ryuuzaki non hanno suono e questo Misa non lo sopporta.

Non riesce mai a capire se vuole coglierla di sorpresa o solo semplicemente passare inosservato.

Misa vede il proprio riflesso imbronciarsi in una nuvola di ovatta e latte detergente, come succede ormai tutte le sere, tutte le volte in cui Ryuuzaki lascia il quartier generale e sale fino al suo appartamento senza che Light lo accompagni. E ci prova ogni sera, ogni volta a ingannare se stessa, ma in cuor suo sa bene che l’assenza di Light in sé non è seccante quanto quei piedi nudi che si fermano sulla soglia senza mai entrare.

E non riesce ancora a capire se preferirebbe che si avvicinasse o che non venisse affatto.

È un copione stabilito che non ricorda di aver mai iniziato a recitare. Qualche tempo fa, forse due settimane, forse due mesi, Ryuuzaki si è presentato da lei coi suoi occhi sbarrati e la sua orribile postura e con quella sua voce strascicata le ha dato la buonanotte. Solo questo, buonanotte Amane, nient’altro. Poi se n’è andato e la sera dopo era ancora lì sulla porta, e quella dopo, e quella dopo ancora, e Misa l’ha odiato e continua a odiarlo, perché non sopporta che sia lui a venire a darle la buonanotte e non sopporta che sia lui e basta.

E come ogni sera Misa gli dà le spalle, concentrata sullo specchio e sugli ultimi resti del latte detergente che le appiccica le ciglia insieme, sperando con ogni singola cellula del suo essere che Ryuuzaki non si accorga – che non si sia mai accorto – che lo scopo principale di quel rituale quotidiano sta nel nascondere le tracce delle lacrime che sempre più spesso sbavano il suo eye-liner.

Aspetta un saluto che, per la prima volta, non arriva.

«Fossi in te starei attento, Amane. Ti stai ricoprendo il viso di vaselina. Di questo passo i pori della tua pelle finiranno per non respirare più.»

Misa sposta lo sguardo sul suo riflesso ingobbito, sorpresa dall’inaspettata quantità di parole che gli ha appena sentito formulare. Subito dopo è il suo orgoglio tutto femminile a prendere il sopravvento sullo stupore, sulla stizza e su quell’accenno di muta riconoscenza che mai ammetterebbe di aver soppresso.

«Misa-Misa si sta struccando, Ryuuzaki-san, nel caso non l’avessi capito.»

Ryuuzaki annuisce appena, mordicchiandosi il pollice senza staccarle gli occhi di dosso. Anche se c’è una lastra di metallo a filtrare il contatto, la sua schiena è tutta esposta a quei suoi occhi fissi e vuoti e Misa la sente praticamente bruciare.

«Ne sono consapevole. Ma quella cosa che ti stai applicando, da sola è molto più pericolosa di ciò che cerchi di eliminare. In termini molto semplici, i tuoi pori hanno appena subito l’intrusione di un prodotto derivato dal petrolio, non per la prima volta.» Ryuuzaki fa una pausa, il tempo necessario perché Misa occhieggi allarmata l’etichetta del flacone, e poi riprende senza inflessioni. «Una quantità che oscilla tra il sessanta e il settanta percento, immagino.»

Misa s’imbroncia di nuovo, brandisce il flacone di crema come una spada e si volta furibonda, e per una volta non le importa un accidente che Ryuuzaki la veda tremare di mille altre cose che non sono solo rabbia.

«Ryuuzaki-san riduce sempre tutto a questo, vero? Numeri e percentuali! Ma Ryuuzaki-san non sa niente, non conosce niente di tutto il resto! Ryuuzaki-san viene qui tutte le sere e ancora non ha capito che Misa-Misa è...»

Esita per un infinitesimo di secondo. Non sa se scegliere la parola stanca, o furiosa, o triste, perché c’è un po’ di tutto questo e c’è anche un po’ di più. Misa non sopporta la prigionia e non sopporta di non poter stare col suo Light alla luce del giorno e non sopporta che Ryuuzaki abbia ancora dei sospetti su di loro e non sopporta che sia sempre e solo Ryuuzaki a venire a darle la buonanotte, e non sopporta neanche di non saperne il perché. E soprattutto non sopporta il fatto di non saper esprimere a parole nessuna di queste cose. L’unica comunicazione che le riesce facile è quella delle lacrime versate in solitudine, lontano dalle videocamere, ricoperte da tanti tamponi di latte detergente e nascoste anche agli esami più attenti di Ryuuzaki. E forse, ecco, forse avrebbe preferito che lui se ne fosse accorto. Ma neanche di questo sa il perché.

Ed è in quell’infinitesimo di secondo che Ryuuzaki, senza preavviso, si muove. Misa sobbalza di sorpresa e indietreggia istintivamente, per perdere l’equilibrio subito dopo e scivolare lungo il muro senza appigli, e forse è proprio questo che Ryuuzaki voleva, si dice senza alcuna motivazione logica, perché lui ha già ricoperto la distanza che va dalla porta allo specchio e adesso è su di lei e la guarda da vicino, e Misa è intrappolata tra muro, pavimento e Ryuuzaki, e il sedere le fa un male del cavolo e le manca il respiro perché il volto di Ryuuzaki è a un soffio dal suo e sembra rubare tutto l’ossigeno dell’angolino in cui è sprofondata.

Per qualche istante non succede assolutamente nulla. Misa vorrebbe dirgli di spostarsi, ma la voce deve esserle volata via insieme al fiato quando è caduta. Ryuuzaki si limita a scrutarla per un po’, in silenzio, accucciato accanto a lei senza toccarla ma più vicino di quanto chiunque non sia mai stato.

E poi Misa sospira tremula, chiude gli occhi – perché è più facile sfuggire ai suoi, piuttosto che vedersene così svuotati – e allora succede qualcosa d’imprevisto.

Le labbra che le sfiorano le palpebre sono leggere e calde come battiti d’ali di farfalla.

Le stesse farfalle che Misa si sente nello stomaco.

Questo non va bene.

«La percentuale corretta è del sessantasette percento» dice Ryuuzaki piano. «Il restante trentatre è acqua salata.»

Nel secondo successivo la sua bocca scende su quella di Misa, Misa spalanca gli occhi, e Ryuuzaki si ritrova scaraventato dall’altra parte della stanza.

«RYUUZAKI! Brutto pervertito che non sei altro! Che ti sei messo in testa?! COME OSI?! Esci di qui IMMEDIATAMENTE!»

Ryuuzaki ci mette un po’ a rimettersi in piedi, e se non fosse così imbufalita Misa riderebbe fino alle lacrime nel vederlo così sottosopra come una gracile tartaruga caduta sul guscio che agita in aria le zampette; ma quando si solleva il suo sguardo è quello di sempre, irraggiungibile e indecifrabile, e lui non mostra neppure un segno d’accusa, anche se con una mano si strofina la nuca nel punto in cui ha colpito il pavimento.

«Non dovresti agitarti tanto, Amane... Era solo un bacio della buonanotte.»

E poi se ne va e la lascia così, in piedi e coi pugni stretti – il flacone esploderà da un momento all’altro – e il respiro, ora che è tornato, è velocissimo, mentre cerca disperatamente di capire se anche quel trentatre percento di acqua salata provenga dal latte detergente o se Ryuuzaki abbia invece capito tutto e abbia deciso di dirglielo in quel suo modo strano e sconclusionato, in quel modo in cui solo Ryuuzaki dice le cose.

Misa non sopporta il silenzio in cui quei passi senza suono hanno lasciato il suo appartamento. E non sopporta di non riuscire a capire Ryuuzaki. Non sopporta che sia lui, sempre e solo lui, a venire a darle la buonanotte.

Non sopporta che se ne vada sempre così presto.

 

 

 

 

 

 

Nota: Quanto mi è mancato scrivere su di loro (e a proposito, causa mancanza d’esercizio, spero di non essere finita OOC).

Il prompt ‘vaselina’ mi ha messo seriamente in crisi, almeno finché non ho scoperto che questo petrolato viene utilizzato in molti cosmetici e a quanto pare soprattutto nel latte detergente che usiamo come struccante. Da lì in poi, vaselina à trucco à Misa à L/Misa è stato facile. XD Sono andata anche a cercarmi l’etichetta di un latte detergente e ho scoperto che quella roba contiene anche una quantità di acqua marina, quindi quell’acqua salata nella storia è davvero a vostra libera interpretazione. Oh, e comunque è ovvio che le percentuali sono palesemente inventate.

Diciamo che ho tralasciato anche la faccenda delle manette, ma shh, non ditelo a nessuno. XD

   
 
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