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Autore: Alexy Snitch    08/06/2012    25 recensioni
È cosa nota e universalmente riconosciuta che traslocare si riveli sempre un’enorme impresa: è una gran confusione di pacchi, di carta, di oggetti di cui non si è mai saputo nulla fino a che non capitano tra le mani, ma soprattutto di polvere.
Questa storia partecipa al Fan Art Flash - Contest! - Per i festeggiamenti "It's just one year- Big BDA" del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia partecipa al Fan Art Flash - Contest! - Per i festeggiamenti "It's just one year- Big BDA" del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].



Insieme



È cosa nota e universalmente riconosciuta che traslocare si riveli sempre un’enorme impresa: è una gran confusione di pacchi, di carta, di oggetti di cui non si è mai saputo nulla fino a che non capitano tra le mani, ma soprattutto di polvere.
Hermione lo capì nel momento in cui scrisse sul blocco il titolo dell’ennesimo libro e si ritrovò a fissare mestamente la libreria ancora piena per metà. Doveva finire entro l’indomani, ma il tempo era ormai pochissimo. Le lancette dell’orologio, che segnavano le 22.46, viaggiavano alla velocità della luce e il suo proposito di catalogare ordinatamente ogni tomo presente nell’appartamento stava diventando solo l’ennesimo sogno.
Spostò dal viso il solito ciuffo ribelle che le ostruiva la vista e si rimise al lavoro, non prima di aver arrotolato le maniche della camicia sui gomiti ed essersi seduta tra i libri di Pozioni e di Astronomia. Scriveva e faceva scorrere con nostalgia le dita tra le pagine ingiallite. C’erano libri carichi di fogli fitti di appunti, libri sottolineati, libri consumati dalle continue riletture e libri che venivano solo saltuariamente consultati, ma ognuno di essi nascondeva al proprio interno un ricordo. Amava la sua libreria, amava l’ordine preciso che aveva istituito con minuzia: per sezione, per autore e infine per grandezza. Ron ripeteva sempre che era da pazzi dedicarsi anima e corpo a sistemare una libreria. Se fosse stato per lui, avrebbe messo i volumi sulle mensole senza nemmeno preoccuparsi di accostarli uno di fila all’altro. Rise ripensandoci e riprese con rinnovata energia a lavorare. I minuti passavano ed era perfettamente sicura di non finire in tempo. Alle otto del mattino successivo sarebbero arrivati Harry, Ron, Ginny e Bill a darle una mano con i pacchi; non poteva mostrare loro di essere rimasta indietro, pensò sbuffando sonoramente. Doveva chiedere aiuto, non c’era altra scelta. Era tardi per chiamarlo, ma valeva la pena tentare, si convinse alzandosi stando ben attenta a non inciampare nella pila dei libri di Trasfigurazione.
Prese dalla ciotolina sul camino una manciata di polvere, si accucciò e la gettò delicatamente tra le braci spente da tempo. “Grimmauld Place.” disse piano ma con decisione attivando la Metropolvere. Si sporse un po’ e vide finalmente qualcosa. Harry stava dormicchiando in poltrona nell’angolo della vecchia e scura cucina, la cena ancora intatta sul lungo tavolo. “Harry!” lo chiamò.
Si svegliò d’improvviso e con gli occhiali storti sul naso si guardò in giro. Infine la vide. “Ciao, Hermione!” la salutò con la voce impastata di sonno. Si pentì immediatamente di averlo cercato. Era tornato da poche ore da una missione all’estero e doveva essere stanchissimo. Anzi, lo era sicuramente. Le si avvicinò e si sedette a terra, poco lontano dal caminetto.
“Harry, mi spiace disturbarti. Forse, avrei fatto meglio a non svegliarti…” disse come un fiume in piena, cercando di fare retromarcia con i suoi sciocchi propositi.
“Calmati e dimmi che cosa succede.” la incitò fermo, passandosi una mano tra i capelli.
Hermione si sentiva un po’ stupida a chiedergli aiuto. “Non credo di riuscire a catalogare tutti i miei libri per domani. Perciò, mi domandavo se tu potessi darmi una mano…”
Di nuovo la interruppe. “Dammi cinque minuti e arrivo.” Si era svegliato improvvisamente dal sonno e la voce gli si era fatta improvvisamente più tenera. Lo salutò e per la prima volta in tutta la serata Hermione si convinse di potercela fare.

Arrivò dopo un quarto d’ora e, anche se era una fanatica della puntualità, Hermione non glielo fece pesare. Gli sorrise, invece, grata e lo trascinò davanti alla grande libreria, ultimo mobile ancora pieno in mezzo a decine di scatoloni pronti per essere rimpiccioliti e condotti nella sua nuova casa.
“Ecco qua!” indicò mesta i libri e il blocco pieno di annotazioni.
Harry sgranò gli occhi, ma non perse la calma e se la perse non lo diede a vedere minimamente. “Direi di non perdere tempo e di iniziare.” la incitò prendendo dallo scaffale più alto quattro volumi in un colpo solo.
Hermione si costrinse a soffocare un urlo sul nascere. “Non quelli!” gracchiò. Harry la guardò confuso e li rimise fortunatamente nello stesso modo in cui li aveva trovati. “Dal basso, per piacere. Così, li posso catalogare per autore e materia.” spiegò.
Lo vide scrollare le spalle e per le successive due ore lavorarono alacremente, immersi nella polvere, nei libri e negli scatoloni che se ne stavano in mezzo alla stanza alcuni aperti, altri già perfettamente imballati. Quando finirono, radunarono al centro del salotto ormai spoglio alcuni pacchi più pesanti perché fossero i primi ad essere portati via e si accasciarono a terra sfiniti.
“Grazie!” mormorò a Harry. Ora che avevano concluso il lavoro ed era l’una passata, Hermione iniziava a sentire la stanchezza. La testa cominciava a essere pesante e gli occhi bruciavano, ma forse era anche colpa della polvere, ipotizzò.
“Non serve, Hermione. Sai che non mi tiro mai indietro, soprattutto se sei tu che ne hai bisogno!” le disse fissandola intensamente negli occhi. Ricambiò l’occhiata e rimasero così per qualche istante, fino a che le afferrò la mano e la attirò in cucina per bere qualcosa. Nonostante fosse visibilmente a pezzi per la missione e la fatica di poco prima, Harry continuava a trasmetterle forza.
Nel piccolo cucinino si scontrarono un paio di volte fintanto che preparavano del tè. Harry le diede una piccola spinta per afferrare le tazze, uniche superstiti del grande trasloco. Erano parte del servizio che i suoi genitori le avevano regalato alla festa inaugurale della sua prima casa e aveva deciso che sarebbero state le ultime ad essere disposte dentro la carta da imballaggio.
“Non mi hai ancora detto nulla. L’avete preso?” domandò, ricordandosi improvvisamente dell’incarico che gli era stato affidato: la squadra di Harry era sulle tracce di un noto mago straniero che stava seminando il panico in Francia. Voleva impadronirsi del Ministero francese grazie ai suoi seguaci. Pazzi in circolazione ce n’erano sempre, pensò, versando l’acqua bollente nella teiera.
Harry si voltò e con la sua solita espressione decisa le si avvicinò. “L’abbiamo preso. Sono sicuro che ormai si trovi rinchiuso ad Azkaban.” Questo la tranquillizzò. Harry non sarebbe andato lontano per un po’, concluse egoisticamente tra sé. “Hermione, sempre al lavoro devi pensare?” le chiese sornione, accarezzandole la guancia.
Si sentì punta nel vivo. “Mi preoccupo per te!” ribatté con forza.
“Lo so e te ne sono grato.” replicò Harry portandosi la tazza in salotto o quel che ne rimaneva. Lo seguì e gli si sedette accanto sul divano, l’unica superficie totalmente priva di disordine. Sorseggiarono a quell’ora estremamente tarda ciascuno la propria bevanda in silenzio. “Non vedo l’ora che domani si portino le tue cose a Grimmauld Place.” le confessò ad un certo punto. “Ormai sto contando pure i secondi.”
Hermione arrossì vistosamente. Gli sorrise raggiante, posò la tazza sopra uno scatolone e cercò posto accanto a lui. “Voglio che quel momento arrivi in fretta.” disse con semplicità, vedendo gli occhi color smeraldo illuminarsi improvvisamente. Harry la trascinò fra le sue braccia tra baci trattenuti troppo a lungo e grandi sbadigli, rendendo quella giornata, che da principio aveva considerato noiosa, un piacevole ricordo.
Si addormentarono in poco tempo l’uno abbracciato all’altro sul vecchio divano di stoffa rosso, stanchi, felici e pronti ad un nuovo inizio. Insieme.

NdA: l’incipit è liberamente ispirato al capolavoro di Jane Austen “Orgoglio e Pregiudizio”.

Già che ci sono, ne approfitto per fare gli auguri a tutti i membri del Gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].

Ecco qui, invece, la Fan art da cui ho tratto spunto:



   
 
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