Finntana
Week
- day 7 (deleted
scenes)
Santana
Lopez era abituata
al lusso più sfarzoso, suo padre era un dottore… uno di quelli veri a detta sua. Un
chirurgo plastico, infatti.
Guadagnava abbastanza bene – guadagnava moltissimo in effetti
e questo dava il
diritto a Santana – o almeno, lei credeva di avere il diritto
– di sfottere
tutti quelli più poveri rispetto a lei. Rachel Berry vedeva
Santana come la
versione femminile di Jessie St.James, il che era tutto dire. Cattiveria allo stato puro. Non che
Santana non ci avesse pensato a sbattersi Jessie su qualche pianoforte
nell’aula
del Glee, eh, ma a Berry lo aveva sempre marcato stretto.
Ora l’aveva perso di
vista, era andato all’università UCLA a quanto ne
sapeva, dato che quella
chiacchierona non smetteva mai di parlarne.
Sicuramente
il nome non
era uno dei migliori, e dentro ci sarebbe stato un maniaco. Era
combattuta all’idea
di entrare dentro. Le avrebbe fissato le tette e c’era anche
abituata, ma da
parte di ragazzini brufolosi e con la sua età o meno, ma non
da uomini adulti
maniaci. Ma doveva arrivare da Puckerman, per forza. Cacciò
fuori un forte
respiro e sorrise al mondo, come era solita fare quando aveva paura e
Marisol –
la sua tata – non era vicino a lei a stringerle la mano. Lei
era Santana Lopez,
non si sarebbe fatta fermare da un maniaco. E poi aveva sempre con se
lo spray
al peperoncino piccante messicano, importato direttamente –
appunto – dal Messico.
- È permesso? – chiese con
voce roca abituandosi alla poca luce che rifletteva dentro
l’officina sporca e
mal odorante. Un ragazzo altissimo si presentò davanti,
facendola sussultare e
sorridere allo stesso tempo.
-
Porca puttana! Tu lavori
qui? – Chiese Santana ancora, guardando il ragazzo che con
uno strofinaccio
bianco cercava di pulire le sue manone.
-
Santana Lopez, qual buon
vento? – Chiese Finn Hudson guardandola mentre si poggiava ad
un’auto a cui
stava lavorando prima che la latina entrasse dentro il suo mondo.
-
Una ruota bucata lungo
questa strada, puoi aiutarmi? – Domandò la ragazza
al ragazzo. Cercava di estromettergli
uno sconto, le sarebbe andata di lusso se il padre non avesse scoperto
che
aveva di nuovo bucato una ruota. Era una cosa di tutti i giorni per
Santana
quasi. La fretta era consuetudinaria per quanto la riguardava. Era
sempre in
ritardo, quindi si trovava a dover correre sull’autostrada
per arrivare almeno
con un ritardo accettabile.
-
Roba da niente. Ma non
sperare in uno sconto ‘amicizia’. – Disse
subito il ragazzo, conoscendo
Santana.
-
Non hai risposto! –
Disse la mora saltando sopra una superficie apparentemente pulita, dopo
che ci
ebbe passato la manina per spolverarla. Finn si girò a
guardare la ragazza, non
capendo di cosa parlasse ricordandosi solo ora della sua educatissima
esclamazione mentre entrava dentro l’officina.
-
Il denaro è buono e poi l'officina
appartiene a Burt. Probabilmente, se non dovessi andare al college,
rimarrà a
me. Tanto Kurt non se la filerebbe mai un’officina, quindi ci
passo più tempo
possibile e imparo il mestiere alla svelta. Sono portato per i motori.
–
Rispose il ragazzo, mentre si piegava verso l’auto e con un
aggeggio tolse la
ruota. – Immagino ci sia da cambiarla, quindi la spesa non si
estende solo alla
mano d’opera, anche alla nuova ruota che ti
monterò sopra. – La avvisò Finn
ancora. Santana si strinse nelle spalle semplicemente.
-
Procedi Hudson. - sorrise.
– Pensavo che qui dentro ci sarebbe
stato un maniaco che mi avrebbe fissato le tette e invece trovo solo
Finn
Hudson, fantastico! – Le era andata sicuramente bene,
effettivamente.
-
Posso? Sarò discreto! –
disse Finn alzando lo sguardo. Santana nemmeno sapeva che Finn
conoscesse
determinate parole, beh, tanto meglio.
-
Finn! – Si limitò a
ridere. – Mi farai uno sconto? –
-
Smettila di svenderti! –
Continuò a fare il suo lavoro Finn, mentre le loro risate si
amalgamavano
assieme, creando un rumore naturale e bello da sentire.
-
Ho cambiato a ruota, e
signorina, puoi avere più cura dell’olio per
favore? Guarda, se ti costa tanto
ti aiuto io. La porti da me ogni mese… si, ti
farò uno sconto – disse subito,
vedendo lo sguardo della mora posarsi su di lui. – anche se
puoi permetterti il
meccanico. -
aggiunse ancora, ridendo.
-
Macchè, ho sentito papà
parlare con Marisol… Dice che vuole tagliarmi i viveri!
Morirò. – Disse seriamente.
Una scenetta molto drammatica. Magari anche lei sarebbe entrata
nell’accademia
della recitazione, come lui.
-
Andiamo, non si sta
malissimo a fare qualche lavoretto estivo. Conosci gente
nuova… - ma Santana lo
interruppe bruscamente con una risata.
-
Hudson, fai il pipistrello
qui dentro e le uniche persone che conosci sono uomini vecchi ai quali
è
partito il motore. –
-
In genere è il
radiatore, ma grazie per aver tentato! – la corresse Finn,
sorridendole.
-
Ora devo andare, grazie
mille per la velocità con cui hai operato, Finn! –
Salutò con la manina, mentre
Finn le sorrideva.
-
Dovere! –
damnhudson’s
corner.
Dannazione,
l’ho portata a
termine. Sono così orgogliosa di me.
Ringrazio mia madre, mio
padre, mio fratello… No, scherzi a parte. Ringrazio la mia
fantasia che non mi
ha mai lasciato sola, anche se ogni tanto
ci tentava.
Marti.