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Autore: xJimmy182    09/06/2012    0 recensioni
YO MINNA, eccomi con una nuova fic, e come al solito in collaborazione con TheToonlink97.
E' una fic scritta dal suo punto di vista, con il mio personaggio come protagonista. (sì, il mio vero nome è Angelo)
BUONA LETTURA!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caterina Sforza , Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui viveva per la Vendetta. Lo sapeva fin troppo bene. Sapeva che una delle regole dell'Ordine era vivere seguendo il Credo, e il Credo denunciava la Vendetta e l'Odio personale...
Eppure, ogni volta che lo guardava, leggeva chiaramente il fuoco della Vendetta bruciargli in fondo agli occhi.
Anche adesso, nascosti tra la folla adorante Dio del Duomo, mentre lo fissava, notava quell'Odio così radicato nel cuore di Angelo.
Già, Angelo. Angelo Sforza, figlio illegittimo dell'attuale Mentore, Ezio, che non l'aveva voluto riconoscere come tale, ma che l'aveva accolto nell'ordine. Quell'Angelo che del nome non rappresentava nulla, una volta che l'avevi visto in azione. Perché se fosse stato un Angelo, avrebbe portato una morte di sollievo.
No. Sarebbe bastato essere un Assassino degno del proprio Credo. E non semplicemente un Macellaio, come molti lo definivano.
Mi riscosse dai miei pensieri la gomitata che mi diede attraverso le mani congiunte.
Tornai con la mente dentro il Duomo, fissando il Vescovo che recitava la Messa.
-Ricordi l'obiettivo, Angelo?-
-Come non potrei- rispose con indifferenza, una semplice affermazione.
Il suo odio non è solo negli occhi. È radicato dentro di lui, fin nel profondo, e lo corrode, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo, facendogli bramare sempre di più la vendetta.
-Puoi usare quel tuo potere... ehm, dell'uccello per dirmi quante guardie ci sono?-
-Occhio dell'aquila- mi corresse. In 9 anni di conoscenza, era diventato molto diverso...
Un tempo, era la persona più allegra che conoscessi.
Ora, era solo cinico e freddo.
-Una ventina, più o meno- commentò dopo essersi dato un occhiata intorno.
Sospirai. Il Duomo era ben difeso.
-Angelo, dobbiamo prima liberarci di tutte le loro difese. Puoi darmi la loro posizione?-
-Me ne occupo io. Stai qui- rispose con tono neutro. Quindi girò sui tacchi e spostando le persone intorno a lui se ne andò senza far rumore.
Feci per seguirlo, pensando alla pazzia che stava per fare, ma la gente si richiuse dietro di lui, e due guardie a lato vennero attirate dai miei movimenti.
Sussurrai una bestemmia, quindi mi voltai e congiungei nuovamente le mani in preghiera, non poco preoccupato.
Passarono una manciata di minuti, non li contai con precisione. Ma alla fine di quel periodo, un fischio acutissimo interruppe il discorso del Vescovo.
Tutti, me compreso, alzammo la testa sul pulpito che sovrastava l'altare e il cerimoniere.
Sopra, Angelo teneva appoggiata al proprio braccio sinistro il corpo senza vita di una guardia, il collo aperto gocciolante sangue ancora caldo, mentre nella destra la lama uncinata gocciolava debolmente.
Lasciò la presa sul cadavere, che si appoggiò alla ringhiera del pulpito e poi cadde con un tonfo. L'apparizione era stata talmente di sorpresa e d'effetto che nessuno fiatava.
Poi, con uno scatto, Angelo si aggrappò alla ringhiera del pulpito e si lanciò sul Vescovo, facendo saettare la mano sinistra con la lama celata all'interno.
Fu un secondo, un lampo. Se qualcuno avesse chiuso gli occhi, non avrebbe mai visto la figura incappucciata, con la tunica rossa, di Angelo, volare verso l'uomo di chiesa, e non avrebbe visto la sua mano abbassarsi verso i corpi nascosti dall'altare.
In compenso, avrebbe visto chiaramente la linea rossa di sangue che, dalla sinistra dell'altare, si allungava sui bianchi gradini della chiesa.
“Merda” pensai. Aveva fatto di nuovo di testa sua.
Alzai la mano in aria, e sparai un colpo, sciogliendo l'incantesimo. Il panico si diffuse ovunque, mentre i fedeli tentavano di mettersi in salvo. Io corsi verso Angelo, furioso.
Lui era fermo, immobile, la lama posta tra il collo e la spalla del Vescovo, uno dei punti più dolorosi del corpo umano.
In compenso, la sua vittima era in preda agli spasmi ed alle urla accecanti, tentando di liberarsi della lama di Angelo, che intanto si spingeva sempre più in profondità all'interno del suo corpo.
-Dannato Templare... mi avete tolto tutto. Ora prova la mia stessa sofferenza, bastardo!-
Estrasse dall'altra mano la lama uncinata, e fece per spingerla nell'altro incavo.
Intervenni io, a quel punto. Forse lo presi di sorpresa, in quel momento, ma penso che in realtà se lo aspettasse. Lo colpì con un calcio al petto, lanciandolo via, ed estratto il falcetto lo piantai nella testa del Vescovo.
-Riposa in pace...- sussurrai chiudendo i suoi occhi. Quindi rivolsi uno sguardo carico di rabbia al mio compagno.
Mi fissò in un primo momento, con quel fiume incontrollabile d'odio chiaramente visibile negli occhi. Poi si voltò sbuffando.
-Dobbiamo andarcene, Angelo!-
-Sai quanto me ne importa!- disse, girandosi di nuovo verso di me, furioso. Mi prese per il colletto, urlandomi in faccia. -Le ucciderò tutte, fino all'ultimo!-
Poi si rese conto del gesto che aveva fatto. Stava minacciando un fratello. Non rispettava molto il credo, in tutti i sensi, ma si fermò, e si girò ancora. -Andiamo- disse, iniziando a correre.
  
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