Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Ornyl    09/06/2012    9 recensioni
La mia Cenerentola,rovinata come la bella addormentata e la sirenetta..!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dopo che Anastasia,Genoveffa e la madre erano morte per il colera,era rimasta l'unica effettiva erede dei beni paterni. Ma cosa rimaneva di questi? Il patrimonio era stato sperperato dalla madre e dalle sorelle in mobili preziosi,viaggi,vesti di seta e broccato dalla Francia e dall'Italia,modifiche ulteriori alla casa per farla sembrare un palazzo da regine. Casa che ormai,per mancanza di fondi,andava in rovina e marciva sopra di lei. Le carrozze erano diventate legna buona da ardere,i cavalli erano stati venduti o erano morti,tranne Lucifer,lo stallone nero ancora in buona salute,e poi era rimasto il vecchio e cieco gatto sdentato Venceslao,che ancora però sapeva ritrovare le sue bianche caviglie in cerca di coccole.
E si era così ritrovata a fare la sarta e a vendere alcuni abiti delle sorelle,almeno quelli che riteneva più brutti,per racimolare qualche soldo per campare.
Non aveva più tesori,senonchè quella scarpetta di cristallo conservata dentro il vecchio armadio,unico ricordo della prima e ultima serata più bella della sua vita. Ricordava ancora il vestito da sera preferito di mamma,color pesca,ridotto a brandelli dalle sorelle,lo scalpitio della loro carrozza personale,trainata da due cavalli bianchi(che furono i primi a morire dopo Anastasia)e dal loro sghignazzare .. Poi tutte quelle lacrime che resero più densi i residui di cenere sul suo viso,sparse accanto al camino,poi quella luce che aveva rischiarato tutto il giardino e le aveva mostrato un po' di speranza,benchè falsa ed effimera. E poi un abito di diamanti e seta brillante come la luna e quelle scarpette di cristallo. Poi quella magnifica carrozza avorio e il tappeto rosso che l'avrebbe portata davanti a Sua Maestà.
Si metteva accanto a quel camino ogni sera ad osservare la luna dalla finestra,pensando a quel passato che le aveva promesso un futuro roseo. La musica di quella sera le risuonava ancora nelle orecchie,le luci brillavano nei suoi occhi,così come il sorriso del principe,che quella sera avrebbe compiuto diciotto anni. 
Si era persa nei suoi occhi come immaginava avesse fatto lui.
Aveva riposto nelle perle che brillavano tra le sue labbra tutte le sue speranze.
Poi i rintocchi di mezzanotte e quella scarpetta brillare da lontano,alla luce delle stelle,mentre già il suo cocchio etereo svaniva,persa e mai ritrovata come un piccolo ninnolo. Ne rimase una sola e l'avrebbe tenuta con sè fino alla morte.
Chissà se il principe la raccolse,chissà se l'avesse conservata. Però l'avrebbe cercata. Forse adesso quella scarpetta luccicante faceva bella figura,magari non al palazzo reale,ma sulla mensolina di qualche damigella o sgualdrina di alto borgo. Tirò un sospiro e si voltò sul tavolo,sul quale giacevano vecchie lettere lasciate nella buca da chissà quanto tempo e annunci raccolti per strada,tra i quali quello dell'ennesimo compleanno del nuovo re,ovvero il principe di quella sera,ancora scapolo. Un ennesimo sospiro,ancora più pesante del precedente,uscì dalle sue labbra al pensiero:non aveva più l'età nè la possibilità.
Le rimanevano quella casa che aveva visto giorni migliori,quel gattaccio che la faceva commuovere con le sue fusa rauche,la scarpetta che non avrebbe mai più visto la luce e la luna. Basta.
Le venne di sospirare ancora,ma le sue riflessioni furono interrotte dal nitrire nervoso e agitato di Lucifer. Un rombo,come se un'orda di barbari o una folla inferocita fosse entrata lì,proveniva dalla stalla.
Prese velocemente da uno stipetto un coltello e accese una candela,poi a passi veloci e leggeri si avviò verso la stalla. Quando arrivò,tutto sembrava tacere,ma il vecchio stallone la guardava ancora nervosamente,come se volesse dirle:Attenta! C'è qualcuno qui!
Avanzò di qualche passo per poi immergersi nell'oscurità della stalla. Vide la fiammella danzarle davanti agli occhi,poi due punti rossi come braci ardenti brillare nell'oscurità.
- Ti aspettavo,Cenerentola ..-disse una calda e intrigante voce maschile.
Ella fece per urlare e lanciarsi col coltello,ma la figura avanzò mostrandosi qual era. Davanti ai suoi occhi c'era un giovane uomo,più o meno della sua età,con brillanti occhi marroni sfavillanti di rosso sangue e ricci capelli e barba neri;aveva abiti del tempo,ma tutti neri,e così era il suo cappello,ornato da una lunga piuma vermiglia. Una fascia oro e rossa spiccava sul suo petto e teneva vicino a sè una lunga falce argentea e brillante.
Fu sul punto di urlare aiuto una seconda volta,ma lo straniero posò sulle sue labbra un dito freddo,bianco e dannatamente morbido e profumato.
-Silenzio,piccola Cenerentola ..Sono qui per aiutarti-
Trasalì.- Chi siete?-
-Chi sono? Chi sono io,ragazza? Sto addosso all'uomo per tutta la sua vita,poi quando voglio io ZAC!,porto via tutto! La vedi questa falce,tesoro? Simboli del mestiere-
Deglutì,ma senza avere paura.
-Chiunque voi siate,per favore,uscite da casa mia! Io,povera donna sola,non posso aiutarvi ..-osservò la falce sorriderle-Non posso aiutarvi con i vostri piani,qualsiasi essi siano!-
Lo straniero sorrise.- Cara Cenerentola ..-il sibilio di quel vecchio e cattivo nomignolo la fece trasalire di nuovo e lo diede a vedere-Nonono,non spaventarti. Posso solo aiutarti,cara,ad ottenere ciò che vuoi ..-
-Non voglio nulla da voi,andate!-
Si avvicinò e le posò la mano sotto il mento.-Siete bella,troppo bella per queste mura cadenti. La più bella di tutta la festa,lo siete sempre stata,solo che il principe ..vi rifiutò. Ahah,quasi sapesse delle vostre origini plebee! Ma poi non così tanto plebee,il vostro buon padre era un signorone stimato ..Ma poi,zacchete! Tutto va via e svanisce ..-fece un ghirigoro con la mano-..Come i vostri sogni a mezzanotte..-
Lei indietreggiò.- Per favore-disse con tono più calmo-Non posso aiutarvi ..-
Lo straniero l'accarezzò e la guardò con occhi appassionati. Le sorrise. 
Era bello,bellissimo.
- Vuoi solo che i tuoi sogni si avverino,vero Cenerella?-
Troppo,troppo ammaliata dai suoi occhi. Annuì.
- Bene,mia cara. Ho quello che fa per te-. Agitò verso di lei,immobile e in trance,la lunga falce. L'altra non alzò nemmeno un dito che si ritrovò vestita con un abito nero lungo fino alle ginocchia,con un corsetto fatto di merletti e raso. Dietro vi era un lungo strascico che toccava terra,sempre di merletto;ai piedi,le sue scarpette di cristallo.
-Oddio ..Quale diavoleria è mai questa?-Era colpita e felice,lo spavento sembrava essersi dissolto in quella domanda.
- Diavoleria? Magia,cara,semplice magia per aiutare una bella fanciulla come voi! Magia come quella della ..come si chiama,la vecchietta in lilla ..la vostra fata madrina!-
Quell'uomo sembrava sapere tutto di lei. Ciò la impauriva di certo,ma soprattutto l'affascinava. Era un tipo strano sì,ma ammaliante. Troppo per sfuggire ai suoi occhi,che la spogliavano da soli.
Le si avvicinò di nuovo e le prese la mano,poi gliela baciò.
-Siete troppo bella,mia cara ..Troppo bella per morire sola qui dentro,in questo mausoleo! Senza che la vostra pelle conosca il lusso,la gioia,la luce e il piacere!-
Lo straniero puntò la sua falce verso Lucifer e il vecchio stallone si rinvigorì magicamente,con gli occhi rossi di brace anche lui.
- Madame,la vostra cavalcatura ..Sarete la regina della notte,la MIA regina-
Arrossì.-Suvvia,non arrossisca,cara! La notte è tutta sua!-
- E a mezzanotte?-si azzardò a pronunciare.
Lo straniero sorrise. - A mezzanotte sarà la regina,milady. A mezzanotte mostrerà chi è davvero,quali sogni ha per davvero ..Se porterà questa-. Le mostrò la sua falce,brillante e sorridente come il proprietario. 
L'afferrò e sentì il gelo del manico,nero e pesante. Poi diventò di colpo leggera.
-Vada al palazzo. Faccia vedere chi è,mia cara ..non più Cenerentola. Lei è la regina,stanotte-disse aiutandola a salire su Lucifer. Toccò il cavallo e nitrì energicamente. Lei si strinse alle briglie,sola come un'amazzone,sparendo nell'oscurità come aveva fatto lo straniero,in una nube di polvere.
La lama della falce brillava alla luna.
 
Il palazzo era come se lo ricordava,se non più addobbato e lucente per i venticinque anni del principe. Aveva passato da molto l'età consueta per sposarsi e in città cominciavano a chiamarlo "Re Mammone",forse perchè non intendeva staccarsi dalla anziana e paziente regina madre,ormai troppo stanca per reggere uno stato. Il gran ballo di quella sera,oltre che per festeggiare l'età del principe,era stato organizzato per scegliere una moglie,ed erano state invitate ragazze e giovani donne di qualsiasi età,persino ricche vedove non più giovanissime ma ancora affascinanti,accompagnate magari dai loro pargoli.
Il cavallo impennò balzante davanti alle ricche carrozze delle signore,lasciando valletti e dame turbati. Anche l'abbigliamento della ragazza faceva suscitare vari commenti,anche ilari e spinti:quelle gambe scoperte e quello strascico di veli facevano troppo scalpore in un palazzo di signori! E poi quelle singolari scarpette,che,come dicevano le grandi dame all'ultima moda,facevano a pugni con il resto dell'abito!
Salì piano lo scalone,tenendo nascosta nel suo mantello nero la falce. Molte donne si facevano il segno della croce quando passava,spaventate dall'aspetto della ragazza. Che fosse una strega o una zingara? O magari una danzatrice esotica?
La festa era già iniziata e la musica faceva danzare dame e signori nel grande salone,compreso il principe. L'aveva lasciato com'era,solo che ormai prendeva le fattezze di uomo adulto. Era sempre lui,sorridente e perfetto,con quell'abito dai colori blu cobalto che risaltava la sua splendida forma. Ballava con una fanciulla dall'abito panna,sorridente e dall'aspetto angelico,con un grande paio di occhi verdi. La coppia si fermò quando vide lei arrivare,così nera e ferma e sola.
Il principe la squadrò,poi le sorrise e lasciò andare la damigella.
-Madame ..davvero singolare il vostro abito-
Non rispose e il principe continuò a sorriderle,poi le prese una mano e iniziò a ballare con lei.
Continuava a fissarla negli occhi,spavaldo per il suo titolo ma spaventato e affascinato allo stesso tempo dall'aspetto della ragazza,e continuava a stringere i suoi morbidi fianchi. Non una volta sola infilò le dita tra i fiocchi di raso che ornavano dietro il corpetto.
Mezzanotte.
La assalì una strana rabbia e una strana gelosia,accompagnate da una certa tristezza. Improvvisamente ebbe in odio il palazzo,i presenti e il principe stesso e si presentò l'istinto di uccidere.
Ucciderli. Tutti.
La mezzanotte continuava a rintoccare e i presenti,principe compreso,si erano fermati. Tutti erano misteriosamente impalliditi.
Ella lanciava occhiate di fuoco all'uomo che le stava davanti,poi alla damigella con cui aveva ballato prima e a tutte le altre donne.
Don,don,don ..
Sguainò la sua falce,simbolo della Morte che adesso rappresentava.
Il bianco marmo divenne rosa,poi vermiglio.
 
"La signorina M. B.,accusata di omicidio,compreso quello di Sua Maestà,e di stregoneria,aiutante certo del maligno,è condannata al rogo come colpevole!"
Colpevole,colpevole! 
Sorrise,con ancora il bianco volto e le bianche braccia macchiate di sangue.
A mezzogiorno fu portata fuori dalla sua cella e messa su un carro. Attorno alla sua sfilata tutta la città,pronta ad urlarle colpevole!,strega!,maledetta! e al rogo,al rogo la strega!. Avrebbero voluto decapitarla,ma il suo caso era troppo,troppo grave. Allora meglio darle un assaggio di Inferno,visto che poi sarebbe andata lì.
Il patibolo,un palo circondato di sterpaglia e legno marcio,era poggiato su una piccola piazza affollatissima. Due boia avevano già acceso due torce quando lei fu legata al palo.
Vennero appiccate le fiamme,rosse fiamme,rosse come la piuma scarlatta dello straniero.
Alzò il volto alle nuvole,poi chiuse gli occhi e sorrise ancora.
Le fiamme si fecero più sgarganti,poi bluastre e violacee. Gli uomini sguainarono le spade e prepararono i fucili,mentre le donne si strinsero al petto rosari e bambini.
-Che maleficio è mai questo? Quale stregoneria? Quale opera maligna?!-
Le fiamme divamparono sempre più violente e bluastre,e coprirono quella che era stata Cenerentola da capo a piedi,mentre ella sghignazzava e rideva nervosamente.
Sparì tra le fiamme.
Sul palo,circondato da sterpaglie bruciacchiate,brillava sanguinante la testa del principe.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Ornyl