Anime & Manga > Ao no exorcist
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Autore: Eiji Niizuma    10/06/2012    7 recensioni
(...)
Non le importava il fatto che accanto a lei i compagni di scuola ridacchiassero della sua corsa da maratoneta, anzi in realtà sì e le bruciava parecchio, ma aveva imparato a mettere l'orgoglio sotto le scarpe -ora ripulite dal vischioso succo della bacca- ed ignorare quanto più possibile quei commenti per concentrarsi sulle cose più importanti.
(...)udì chiaramente alcune compagne della bancata sinistra commentare malignamente la sua entrata nella stanza.
-Guardala lì, com'è soddisfatta, ha fatto il record mondiale.. hihihi-
-Mamma mia com'è goffa, l'ultima volta che sono andata allo zoo ho visto un orangutan più aggraziato di lei!-
(...)
Dio, ti ringrazio per avermi sostenuta fino ad ora, aiutami ancora ad arrivare alla fine di questo supplizio, te ne prego.
(...)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Diabolus et Virgo


Buon pomeriggio a tutti e ancora una volta (comincia a diventare un'abitudine...) chiedo perdono per il mio eccezionale ritardo. Mi dispiace di non essere riuscita a rispettare la cadenza settimanale e di non aver nemmeno pubblicato entro mercoledì come speravo ç_ç.

Gli ultimi giorni di scuola sono stati abbastanza pieni, e poi ammetto che alcune volte nei momenti liberi avevo paura di aprire il file open office perché è stato abbastanza faticoso andare avanti in questo capitolo, che pure temo non sia niente di particolare..

Ho avuto un sacco di dubbi e tante volte mi sono chiesta se cancellarlo tutto e ricominciarlo daccapo e infine quando l'ho completato ho stressato due persone che ci tengo a ringraziare moltissimo (mia sorella gemella e l'autrice e mia amica z3cca) perché lo controllassero per vedere eventuali errori e soprattutto se il tutto fosse plausibile...

Come al solito il terrore dell'uscire dal personaggio mi attanaglia, e non sarò tranquillizzata fino a che non mi direte se secondo voi è ok o se è out ahahah^^””””””.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto fino ad ora e leggeranno e mi scuso ancora per il ritardo, avvisando anche che non so quando farò il prossimo aggiornamento perché dal 20 giugno partono gli esami di stato...

Ed io dovrò dovrei *cough cough* studiare come si deve quindi non so se troverò il tempo e soprattutto la concentrazione per scrivere qualcosa decente.


Importante correzione. Per errore nel primo capitolo ho ambientato la storia a settembre, ma allora non avevo ancora fatto i calcoli da cui risulta che il terzo mese del primo trimestre scolastico in Giappone è maggio/giugno (non ho trovato informazioni più precise, e ci sono alcune vacanze di mezzo)


Disclaimer. La maggior parte dei personaggi qui presenti, perlomeno tutti quelli che hanno un nome conosciuto a chi legge la fan-fiction, appartengono al fumetto giapponese Ao no Exorcist/Blue Exorcist, alla mangaka Kazue Kato, a Jump Square e la Shueisha e sfortunatamente non a me.


Quattro.

Novum Ludicrum Regi

***


Paff!

Fece l'oggettino d'avorio.

-Ahio.-


***








Era una noiosa mattina di monotona primavera, gli uccellini stavano lì a rompere le scatole con il loro fastidioso cinguettio e quello stupido scoiattolo non si decideva a scendere dall'albero.

S'era accorto che l'animaletto aveva puntato una bacca caduta a terra, ma la pavida bestiolina non aveva dato segno di volersi muovere. E lui si stava stufando a guardarlo. Era così barboso che forse forse l'avrebbe ucciso. Ma poi sarebbe stato ancora più noioso, perché quello avrebbe smesso di muoversi e lui non avrebbe più potuto vedere come si sarebbe comportato. E non avrebbe più saputo come passare il tempo. Starsene con le mani in mano lo abbatteva. Era una delle cose che detestava di più, non aver niente da fare.

Sputò via una cartina di caramella e si ficcò un altro bonbon in bocca.

Stava scomodo.

Silenzioso e fluido, si accovacciò più comodamente sul proprio ramo.

Era un buon posto.

Nessuno lo vedeva, ma lui poteva osservare ogni cosa.

Ma quel roditore non si decideva a scendere dal ramo per prendere la bacca.

Era snervante. Troppo irritante. Sì, l'avrebbe fatto fuori. Di sicuro. Poco male se poi non avrebbe avuto altro da fare. Sarebbe sempre potuto andare da un'altra parte.

Anche se non ne aveva voglia.

Un bagliore illuminò gli occhi del piccolo mammifero.

Lo scoiattolo si precipitò fino a terra, restò a sondare la strada attorno per qualche secondo e poi si decise, esitante. Zampettò insicuro fino alla coccola.

Lui inspirò forte, gli era appena venuta una domanda che prima non si era posto: che frutto era?

Asfalto asciutto, foglie fresche, pelo sporco di gatto, coccinelle, formiche, briciole di pane, smog, piume di passero, sassi, cicche di sigaretta, un po' di muffa, scarafaggi, pelliccia di scoiattolo, plastica, farfalle, le sue caramelle, margherite, nettare, resina, bastoncini di gelato, denti di leone, terra umida, formiche, terra secca, cemento, legno.. di vari tipi, pollini, api, ribes. Stop.

Era una bacca di ribes, maturata in anticipo rispetto alle altre e per questo rotolata da poco a terra.

Eccola lì la bestiolina, a pochi passi dal frutto. Magari avrebbe potuto ammazzarlo lo stesso, l'istante prima che il roditore mettesse in bocca il frutto.

Oppure avrebbe potuto ingoiare lui la bacca davanti al mammifero, e solo dopo ucciderlo.

Passandosi la lingua sui denti si rese conto di aver mangiato l'involucro del dolcetto.

Rivoltò le tasche della sua giacca, concedendosi qualche minuto per decidere cosa mettersi in bocca fra un bastoncino di zucchero rosso e azzurro (fragola e mirtillo), tre taiyaki confezionati, sette hello-panda al cioccolato e tredici orsetti gommosi. Nel frattempo non perdeva d'occhio l'animaletto.

Stava pigramente riflettendo quando un insieme di odori molto diversi da quelli del parco si fece strada sino al suo naso.

Cuoio, plastica, cotone, metallo, sudore, capelli... castani, sesso femminile, ristagno di sangue quindi lividi, deodorante all'aloe vera-arricciò il naso-, alito al toast, adrenalina e... uno strano profumo che gli punse le narici.

Intanto lo scoiattolo si stava avvicinando ancora di più al ribes, troppo attratto dal frutto per notare le vibrazioni irregolari del terreno.

Si tirò su dal ramo sul quale era appollaiato. C'era ancora tempo per agire prima che la ragazza si avvicinasse abbastanza per vedere quel tratto di strada.

Ma ne valeva la pena farsi fretta per dar fastidio ad uno stupido roditore?

No. Quindi si sistemò in un'altra posizione. Sedette tenendo stretto il ramo fra le cosce.

Avrebbe aspettato, vedendo cosa avrebbe fatto la fanciulla.

Eccola.

Girando l'angolo apparve una liceale che portava l'uniforme dell'Accademia della Vera Croce. La riconobbe perché era la stessa divisa che aveva addosso l'amichetta tettona bionda di Okumura al luna-park.

Digrignò i denti pensandoci.

Non avrebbe potuto giocare di nuovo con lui fino a quando non gli sarebbe stato dato il permesso.

E questa scolara non poteva ammazzarla perché faceva parte dell'Accademia.

Gliel'aveva detto chiaramente che non poteva torcere nemmeno un capello a qualunque studente della sua scuola. (in realtà gli aveva più volte specificato che non poteva ammazzare NESSUNO della sua preziosa città) E lui non poteva fare altro che obbedire.

La fanciulla era arrivata fin quasi al punto dov'era lo scoiattolo.

Decise di sbirciarla ancora.

Capì al primo istante che non era del posto.

Al colore della sua pelle, che emanava un odore differente, mancava infatti un fondo giallastro presente invece in tutti i giapponesi, inoltre c'era quello strano effluvio... i suoi occhi non erano a mandorla e le gambe erano perfettamente dritte, non ad x come quelle delle ragazze di lì.

Lo assalì un'ondata di fastidio. Non sopportava quella situazione, in nessun modo.

Avrebbe potuto ammazzarla in migliaia di modi diversi... usando le sue stesse braccia per torturarla, i suoi stessi capelli per tormentarla, i suoi impulsi nervosi per farle perdere il senno... se solo avesse avuto il permesso. Ed era questo a farlo imbestialire. Dover chiedere l'autorizzazione per fare quello che voleva.

Qui non poteva fare praticamente niente, soltanto mangiar dolci e divertirsi con quello, ma poteva giocarci solo quando il permesso gli veniva accordato, altrimenti anche quello era intoccabile.

Si chiese, come tante altre volte prima, perché non tornare a Gehenna piuttosto, se Assiah era una noia tanto abissale.

La risposta arrivò subito, come sempre.

Ormai Gehenna era un mortorio. Senza attrattive.

Non c'era proprio più niente alla sua altezza, nulla che gli accendesse un brivido lungo la schiena, nessuna cosa che lo intrattenesse.

era, se possibile, ancora più avvilente che ciondolare dagli alberi di qui mangiucchiando qualsiasi cosa gli capitasse sottomano ed annoiandosi per non aver niente da fare.

Però almeno poteva andare dove gli piaceva e pareva senza doversi preoccupare di non farsi scoprire dagli esseri umani.

Qui, invece, aveva ricevuto la raccomandazione di farsi vedere il meno possibile, ed assolutamente NON dalle persone che frequentavano l'Accademia.

Quando gliel'aveva detto lui aveva tentato in tutti modi di fargli cambiare idea, ma l'altro era stato irremovibile: se non le avesse accettate poi non avrebbe più ricevuto il permesso di giocare con Okumura-kun.

Sospirò un po' più forte del consentito, chiedendosi ancora quando mai sarebbe arrivato il momento del loro secondo rendez-vous.

La ragazzina alzò la testa nella sua direzione. Lui si dileguò fulmineo su un altro albero, appena dietro le spalle della studentessa, prima che lei avesse sollevato completamente lo sguardo.

La sua mente cominciò a viaggiare, eccitata.

Come aveva fatto ad accorgersi di lui? Era stato forse troppo rumoroso? Era riuscita a sentire il suo sbuffo? Oppure (e questa ipotesi era ventilata anche dallo strano odore che aleggiava intorno all'adolescente) non si trattava di una ragazzina qualunque ma di un'esorcista che si era accorta della sua presenza dal potere che emanava?

-Yeeech! Che schifo! Che cavolo ho calpestato? -

Macché, si rese conto, quello scatto era stato un gesto istintivo, infatti adesso la fanciulla mostrava un'espressione contrariata, che mutò un istante dopo in preoccupazione dopo che lo sguardo le si era soffermato sull'orologio indossato al polso sinistro.

-Ohccaspio sono in ritardo! Presto presto, devo arrivare prima che si chiuda il cancello! Bleaaaaah detesto correre! Uffa perché non riesco a svegliarmi mai in tempo?-

Parlava da sola...

Lui alzò la testa per seguire la corsa impacciata della liceale. A causa del succo vischioso una scarpa le si appiccicava continuamente al terreno, infatti.

Succo...

Bacca..

Voltò la testa.

Lo scoiattolo.

Non lo vide da nessuna parte.

Chiuse gli occhi dando priorità all'olfatto.

Eccolo.

Due alberi più a sinistra, l'adrenalina che pompava a mille nel suo piccolo cuoricino.

E se...?

Silenzioso e senza causare vibrazioni, atterrò alle spalle della bestiolina.

Aguzzando appena appena l'udito poteva sentire chiaramente il ritmo forsennato di quel cuoricino, che suonava quasi come le suppliche strozzate che lui era abituato a ricevere ma non ad accogliere.

Voleva fare una prova.

Si focalizzò solo sul proprio indice destro teso al massimo, caricandolo di elettroni, dopodiché passò al pollice, incrementando il numero di protoni.

Formò un arco con le due dita.

Crrieeck...

Funzionava.

L'energia era tanta che arrivò a stridere come un uccello.

Il roditore, sentendo quel verso poco dietro di lui, si lanciò in una corsa disperata; non capiva come poteva non essersi accorto dell'arrivo del volatile. Il cuore che batteva batteva, batteva batteva, batteva batteva batteva batteva batteva batteva batteva batteva batteva batteva l'aveva seminato? Non sembrava esserci in giro, batteva batteva batteva batteva, non sentiva nemmeno l'odore del pennuto. Si rilassò, ma il suo cuore non fece altrettanto. Continuò a battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere battere


Eccola di nuovo.

Sgusciando fra un albero e un altro si portò velocemente poco più avanti della ragazza.

Si fermò un po' per rimirarla di nuovo. Ancora quell'odore...

Lottando contro l'istinto, che gli diceva di starne alla larga il più possibile, l'aspirò a pieni polmoni.

Proveniva da lei, ne era certo. Fu estremamente doloroso: sembrava tagliare in due l'intero canale respiratorio. Dalle narici alla gola sentiva come uno squarcio netto, la faringe sembrava stare per scoppiargli, la laringe raschiava al punto che le corde vocali sembravano accartocciarsi... la trachea era come punta da migliaia di spilli e bronchi e bronchioli sembravano bruciare per fiamme di ghiaccio.

Inoltre il dolore era decuplicato perché, per averne una percezione migliore, aveva nuovamente escluso la vista ed anche l'udito focalizzandosi sull'olfatto.

Gli ci vollero diversi secondi prima di riuscire a ricomporsi al punto di accorgersi che l'adolescente era scomparsa dalla vista. Il suo primo istinto fu di ricorrere di nuovo all'odorato per ritrovarla ma non era disposto a rivivere l'esperienza appena passata.

Con un balzo di diversi metri atterrò sopra un cavo dell'elettricità e si arrampicò agevolmente fino in cima ad un vecchio palazzo di sette piani che cominciava a perdere pezzi d'intonaco qua e là, ignorando le scosse che partivano dal filo e percorrevano ogni centimetro del suo corpo.

Mentre scrutava qualsiasi stradina e tutti i viali nelle vicinanze si domandò cosa volesse dire quella sofferenza appena provata.

Quando mai era capitato in precedenza che un odore lo facesse stare male?

Certamente le porcherie chimiche degli esseri umani erano fastidiose, ma non esisteva che potessero danneggiarlo. E allora perché?

Solo pochissime cose erano in grado di ferirlo.

Suo padre, ovviamente. Aniuè. Egyn, Iblis, Astaroth, Azazel, Beelzebub e gli altri però non erano alla sua altezza. Okumura-kun era abbastanza forte da stimolarlo. Si era divertito tantissimo al luna park finché non era intervenuta quell'altra. Anche se.. All'inizio era rimasto deluso perché quello non gli aveva mostrato la sua vera forza tanto decantata da Aniuè e dal loro padre.

Com'era possibile che qualcosa inconsistente come un odore fosse così... così molesto, così penoso, così doloroso da fargli smettere di annusarlo? Da fargli desiderare di evitarlo?

Con un movimento secco spaccò in due quel che restava del lecca lecca e sputò via il bastoncino masticando avidamente.

Frugò nelle tasche per cercarne un altro.

S'incupì rendendosi conto di aver quasi finito le scorte. A breve avrebbe dovuto rifornirsi.

In un morso staccò la testa a sei dei sette hello-panda rimasti, macinando briciole su briciole con i denti affilati, lo sguardo vagante fra le stradine.

Riconobbe un puntino che saltellava in modo strano.

La scarpa doveva darle ancora problemi.

Scattò immediatamente all'inseguimento, mentre una tenue speranza si accendeva dentro lui. Forse... forse quella umana sarebbe stata veramente divertente, si sarebbe rivelata un passatempo interessante.. del resto era il primo essere che si dimostrava capace di ferirlo con tale facilità -i polmoni erano ancora percorsi da spasmi violenti-.

Preso dalla frenesia, in quattro secondi netti fu in cima ad un palazzo alle spalle della fanciulla.

Evitando accuratamente di respirare, il demone cominciò a studiare con maggiore attenzione l'abitante di Assiah.

Non visto la perforò con lo sguardo, concludendo l'analisi deluso.

Non sembrava aver niente di strano, di peculiare, di interessante, di intrigante. Era una banalissima studentessa delle superiori. Forse, l'unica cosa particolare era la collana che indossava.

Un vecchio rosario ligneo che ogni dieci quindici metri veniva sbalzato fuori per l'andatura dell'europea e puntualmente ricacciato in mezzo al seno nel tentativo di tenerlo fermo.

Ma lui conosceva bene quale odore emanavano quegli oggetti odiosi, e non era certo quello ad impensierirlo.

Basta.

Si era nascosto con la coda tra le gambe troppo a lungo per i suoi gusti, ora era il momento di un confronto faccia a faccia, e chissenefregava se poi Aniuè ci sarebbe rimasto male.

Più veloce di una palla di cannone precipitò dal nono piano atterrando in un viottolo -scuro per l'ombra gettata dall'edificio accanto nonostante la mattinata luminosa- senza causare il benché minimo rumore.

Era ragionevole in fondo, non l'avrebbe ammazzata. Solo torturata un pochino per vedere se possedeva qualche potere incredibile come la forza nascosta di Okumura-kun.

Certo, era più che sicuro che la ragazza non avesse il benché minimo legame con Satan, ma essere in grado di danneggiare un diavolo della sua portata, e senza nemmeno sforzarsi, era una cosa mai vista prima quindi doveva avere, per forza, qualche incredibile facoltà celata dentro di sé.

E lui l'avrebbe messa a nudo, ad ogni costo. Poi... poi sarebbe stato il momento di giocare.

Pregustando l'attimo in cui le avrebbe strappato un braccio o una gamba così da costringerla a rivelarsi le si avvicinò di soppiatto.

Non c'era nemmeno bisogno di essere tanto silenzioso, quella era così concentrata a rassettarsi i vestiti e a fare uno strano balletto che non si sarebbe accorta nemmeno di una mandria di goblin affamati davanti ad una zebra morta da una settimana.

E i goblin quando hanno fame sono parecchio rumorosi.

La vide tentare l'impresa di aggiustarsi la capigliatura vaporosa e intricata, le braccia che si agitavano frenetiche solcando le castane onde scompigliate a bordo di un pettine che pareva quasi una nave d'avorio persa in una tempesta, ma non ci fece caso, attento com'era ai gesti scoordinati della fanciulla. Non appena avesse trovato un varco l'avrebbe ghermita.

Si accucciò caricando il salto, aspettando il momento giusto.

Che non venne mai. Era così concentrato che non si rese conto del pettine volato via di mano alla ragazza fino a che esso non gli finì roteando in un occhio.

Paff!

Fece l'oggettino d'avorio.

-Ahio.-

Il gemito che gli sfuggì dalle labbra fu talmente debole che lui stesso l'udì a stento, ma il fastidio lo distrasse abbastanza a lungo perché la ragazza uscisse fuori dalla sua portata. Poco male, l'avrebbe abbrancata così in fretta da non farsi vedere da nessuno, tanto più che fra la chiassosa folla di studenti e studentesse dell'Accademia difficilmente qualcuno avrebbe fatto caso alla scomparsa di una singola alunna.

Scattò rapido zigzagando a testa bassa fra la massa, il braccio destro pronto ad afferrare i capelli, le mani, gli avambracci, le gambe, i vestiti, la prima cosa gli fosse capitata sottomano dell'adolescente.

Correva così velocemente da non essere percepibile agli sguardi distratti degli studenti, ma era troppo tardi. La ragazza aveva varcato il cancello dell'ingresso e le protezioni poste da Aniuè attorno alla recinzione gli impedivano di entrare nella scuola. Anche la Chiave Infinity era inutilizzabile, dato che quello ne aveva ristretto le funzionalità per evitare che lui devastasse la struttura in uno dei suoi eccessi o cercasse di andare a scovare Okumura-kun quando più gli pareva. Serrò le dita con forza afferrando il nulla, le unghie si conficcarono nel suo stesso palmo che cominciò a sanguinare ma lui non ci badò.

Era inutile ciondolare lì intorno, tanto valeva trovare qualche altro passatempo fino al momento in cui le lezioni sarebbero finite e la fanciulla sarebbe di nuovo uscita dal perimetro dell'Accademia.

Di malumore si avviò verso un punto qualsiasi della città, sperando di trovare presto qualcosa di non troppo noioso da fare mentre aspettava.

Un pensiero lo colse, improvviso, e lo fece tornare sui suoi passi fino al vicoletto che sbucava proprio davanti alla scuola.

La via dove la ragazza gli aveva scagliato addosso il pettine.

No, non era stato un gesto intenzionale, non aveva dato nessun segno di essersi accorta della sua presenza. Per quanto incredibile sembrasse quel pettine la studentessa gliel'aveva lanciato per sbaglio, le era volato via di mano.

Eccolo.

Lo raccolse fiutandolo incuriosito. Subito l'odore misterioso tornò a graffiargli ferocemente il naso, rendendogli impossibile definire se era dolce, aspro, fruttoso, legnoso, o cos'altro. Con esso, però, si mescolavano gli altri afrori che aveva già sentito provenire dalla ragazza, più blandi ma inconfondibili.

Inoltre gli effluvi e l'aspetto tradivano l'antichità dell'oggetto. Era un prezioso pettine d'avorio d'inizio Ottocento, ricavato dalle zanne di un elefante indiano molto giovane all'epoca, finemente intarsiato e decorato da arabeschi blu oltremare, fiori smaltati ed inserti d'argento.

Un accessorio decisamente troppo prezioso per essere usato quotidianamente da una ragazzina, sia pure occidentale.

Un'altra stranezza si aggiungeva al quadro, così che la sua curiosità riprese a lievitare.

Si rigirò il gingillino tra le dita per un po', dopodiché lo cacciò in tasca, constatando amareggiato di essere completamente a secco di dolci.

Beh, perlomeno aveva trovato qualcosa da fare fino alla fine delle lezioni.

Balzando quasi con pigrizia da un edificio all'altro, si allontanò dall'Accademia verso il primo negozio di dolciumi disponibile.

Le dita, distratte, continuavano a giocherellare con l'antichità.

Che, in realtà, rispetto alle sue membra ancestrali, era nuovo come se fosse stato intagliato quella mattina.

Sputò via il bastoncino del suo ultimo lecca lecca e cominciò a leccarsi la mano grondante sangue mentre il paesaggio gli scorreva velocemente intorno.

Chissà che sapore aveva quello della occidentale dallo strano aroma.



Eccoci alla fine di questo capitolo, che non è nemmeno abbastanza lungo da giustificare una così prolungata assenza *cough cough*.


Nota alla lettura. Immagino molti di voi mi avranno presa per pazza a scrivere qui e là il termine coccola, dove di effusioni non ce n'erano per niente XD.

In realtà, consultando il dizionario, ho visto che è un sinonimo di bacca(non potevo certo alternare solo bacca frutto bacca frutto bacca frutto, diventava monotona poi la cosa, no?). Inoltre ad un certo punto ho inserito una specie di “citazione” a Gian Battista (o Giovanni Battista o Giambattista )Marino, più precisamente alla sua poesia “donna che si pettina”.


Passiamo alla risposta alle recensioni ^^.

z3cca: tanto love come al solito, figlia mia ♥♥♥

ehm sono dispiaciuta e anche contenta di averti fatto venir fame, perché in fondo era un po' il mio scopo lì... o no? x,D.

Yep yep, vorrei essere anch'io come lei, esperta nel riciclare tutto il riutilizzabile, ma come ben sai non ne sono capace xD.

Sono contenta che siano usciti fuori piacevoli i nonnini, sai com'è si teme sempre che i personaggi vengano fuori un po' troppo stereotipati e piatti...

il padre ehm... diciamo che è sopravvissuto perché ha ereditato l'indole paciosa di suo padre xD

Per la madre ehm dici che mi sono ispirata a qualcunA...? uhm forse a delle Narrazyoni che ho ascoltato chissà XD

La proffa beh, diciamo che è l'archetipo dell'insegnante lunatica e che riflette i propri malumori personali sul lavoro, sfogandosi con i poveri allievi innocenti (mica tanto innocenti però XD)

Adesso è entrato in scena Amaimon e solo grazie a te e a my_sister, quindi continuo a ringraziarti GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! e per favore spiegami quali sono le parole da correggere che a parte un paio evidenziatemi anche da sis non l'ho trovate (é_è mettiti gli occhiali, talpa! -ma ce li ho già!!!- mettiteli più forti allora!!!) xD

Per Rinnolo te lo infiocchetterei e regalerei a Natale pure ma è difficile da acchiappare uhm uhm uhm...

With some other love, mommy

e ricordati di BERE!!!!


Lulosky: ehm spero che ti vada bene come spiegazione perché Amaimon abbia avuto una parte marginale... diciamo che è stato un po' come i colpi di scena degli shonen manga, che ti tengono col fiato sospeso e poi no devono rimandare al prossimo volume mentre tu tieni il cucchiaino fra i denti incurante del gelato che si squaglia e... vabbeh questo sarebbe il mio sogno, renderla così appassionante, ma non esageriamo adesso non sono (ancora -perché voglio diventarlo >_<-) a codesti livelli XD Eh già ha preso due mazzate in testa il “povero” reuccio demoniaco... vieni qui a farti consolare Amaicoccolomon! Ci sono ben due giovincelle (Lulosky-san ed io) che non ti farebbero mai del male...*tiene nascosti dolciumi vari dietro la schiena. Notando che è osservata li guarda anch'essa poi si volta verso l'osservatore e sorride sfacciatamente* Beh, a parte farti salire la glicemia alle stelle ovviamente

Ancora grazie per l'indice di gradimento (ma che c'entra, che sto dicendo??? @_@) cioè insomma sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, vabbeh ma che ovvietà dico, come potrei non esserla? Oh basta la smetto di divagare, chiudo la boccaccia giuro.

Per GianHiro eh... penso proprio di sì, la gente si diverte a prendere in giro per le minuzie... ma lui ha ereditato il carattere pacioso del padre e quindi zittiva i prendi in giro ridendo con loro del proprio nome e mostrandosi sempre simpatico e disponibile. Certo non con tutti funzionava ma in tanti restavano ammutoliti e non lo facevano più, anche perché era un bambino amabile...

ARGH! Dicevo che non avrei più divagato e invece?????

Mi spiace per il nomignolo con cui dici ti chiamano, mi verrebbe voglia di venir lì e di spezzare a loro i bacini e i braccini e i gambini*, ecchè!

Sì in effetti sono stati un pochino egoisti nella scelta del nome, anche se hanno continuato a sostenere, verso chi li accusava di aver dato un nome crudelmente assurdo al figlio, che la colpa era tutta dell'impiegato che non aveva voglia di lavorare. XD

per la figlia... chissà....? uhuhuh (cattiveria, cattiveria a palate, puoi immaginarti me con le corna che ride malefica)

Eh già, nemmeno immagini quanta fame è venuta a me consultando ogni cinque minuti la ricetta per essere sicura di non sbagliare negli inserti culinari ghuaaaah e se comprassimo gli ingredienti potremmo pure farla... è tanto semplice... :Q________________________

ops dicevamo? *ripulisce il pavimento bavoso*

Mi piace il tuo piano malvagio, basta che mi fai assaggiare ;-P

Perdonami ancora per la lentezza, e dire che appena letto il tuo commento ero fomentatissima volevo sbrigarmi e pubblicare anche prima di una settimana ç_ç soooorry... ma mi farò perdonare!!!

PS EIJI THE BEST; U R IN MY ♥!!!

(ho l'impressione che i nostri Ps continueranno ad essere un susseguirsi di inneggi al nostro mangaka preferito... cough cough)

(*licenza poetica)


Meryphantomhive: grazie ancora per seguirla, spero di non deluderti con questo capitolo dove, tanto per cambiare, Maria quasi non compare! (Ohhh, ho fatto la rima! Gheeee! -vuoi un lecca lecca adesso?- … Shiiii-toh, tieni- gnam gnam gnam gnam.. lick lick lick lick... oh la recensione!!!!)

Ehm va bene, insomma capisco che non a tutti possa essere simpatica la protagonista, anzi lo ritengo maggiormante onorifico il fatto che, nonostante ti sia “diversamente simpatica” tu apprezzi lo stesso la storia come un grande risultato! *_* e prometto che non cercherò di rendertela simaptica a forza (non apertamente perlomeno...ndMephisto .. ehi tu, zitto non rivelare cosa mi passa per la mente, marrano!!!>_<)

In effetti a guardarla da un'altra angolazione, e non dagli occhi stregati della ragazza, la situazione di cui stiamo parlando da tre capitoli fa un po' ridere xD. Mephisto, vecchio porco!!! XDXDXD

Ehm forse stavolta anche se è passato TROPPO tempo il capitolo non è troppo lungo...? vabbeh ammettiamolo, è troppo corto XD.

Eh.... ti capisco... io amo le “Descrizioni” sbav sbav... scuote la testa uhm ahem dicevamo?

Ah sì in effetti era una cosa che desideravo tanto mettere, il malinteso per cui entrambi si trattavano da cani pensando che l'altro era un ricco moccioso viziato/una bisbetica signorina di buona famiglia mentre in realtà sono entrambi due straccioni con la passione per il cibo xD

Ehm mi spiace deluderti per il sacrificio che non c'è (ancora) stato. È solo che... se la protagonista scomparisse, che fine farebbe questa (sgangherata e raffazzonata e rattoppata alla meno peggio) storia? XD dici che dovrei fare dei provini poi?

Aloha anche a te! :3


MadLucy: Non preoccuparti per il ritardo, sei perdonatissima, anzi come vedi sono io adesso che dovrei implorare perdono ai tuoi piedi, ci ho messo un tempo MOSTRUOSO a scrivere >_<

Ti ringrazio infinitamente, sentir legger definire “genialata” l'idea di spezzare la storia con il ricordo che non c'entrava nulla mi gasa così tanto che se ho scritto così in ritardo il capitolo è stato perché prima son dovuta faticosamente tornare a Terra da Mercurio dov'ero finita. :D

Lo so che lo capisci benissimo da sola e che non ha senso perciò che io torni ad insistere su questo punto ma è più forte di me, voglio parlarne ancora. Intendo.. sì sto cercando in tutti i modi di rendere Maria più reale possibile (tanto che se vedi c'è già Meryphantomhive che la considera diversamente simpatica, come sarebbe per una persona reale che può piacere o non piacere, no?)

Sono lusingata per il fatto che reputi ben strutturato il rapporto Maria-Rin, perché avevo il terrore che non si capisse bene o meglio che fosse senza senso... ^O^

Ehm che bastardata, eh? Ho rimandato il primo incontro con questo capitolo che magari in realtà potrebbe essere perfettamente inutile... beh inutile piangere sul latte versato, adesso il danno è fatto ed il dado è tratto, tocca a voi posteri l'ardua sentenzza! (ma guarda come si crede figa questa scema, anche prima con la “““citazione””” di Gian Battista Marino doveva tirarsela... vergogna vergogna!!!NdVocidisapprovanti ...nuuuu aspettate signore... non è cosìììì vabbeh volevo usare questo genere di frasi ma non per farmi bella agli occhi di MadLucy, solo per scherzare un po' eccoooo!!!! ç_çNdA ... Tch tch! NdVocidisapprovanti)

In effetti, rivelazione extraspeciale supersegreta (ma se la leggeranno tutti =3= -oh zittoooooo!NdA), l'idea stessa della storia è partita dalle caramelle, cioè si può dire che esse siano il perno intorno cui ruota tutta la vicenda, il punto focale, di contatto...

C'è soprattutto un episodio, che è in effetti il nucleo fondamentale di questa storia, che chiarisce l'importanza (o l'inutilità chissà) dei dolci in tutta questa vicenda, e che non so ancora dove ma inserirò assolutamente. In fondo è da lì che è partito tutto!

Ok basta spoiler (ma come sono orribbbileeeeee >_< ç_ç)

Ehm come vedi non è stato presto, ma ho postato il seguito eheheh ^^””””



Infine, per farmi perdonare del ritardo spaventoso, in allegato per voi un esclusivo disegno fatto dalla sottoscritta a Gennaio per inaugurare un blocco disegni regalatomi da una delle mie migliori amiche! ^^



Poscritto: Fin'ora ho dimenticato di inserire la traduzione ai titoli dei capitoli precedenti, la inserisco qui.


1 l'inizio/il principio della storia

2 I diavoli hanno incontrato/incontrarono la fanciulla

3 Miscugli memorie minacce

4 Un nuovo giocattolo/divertimento/passatempo al/per il re

  
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