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Autore: damnhudson    10/06/2012    6 recensioni
Mi chiamo Quinn Fabray, ho avuto un incidente d’auto non meno di mezz’ora fa. Il pick-up rosso che mi ha messo sotto è stata l’ultima cosa che ho visto nella mia vita.
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Niente di importante : my feeelings, my Quinn. ♥
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Quinn Fabray, ho avuto un incidente d’auto non meno di mezz’ora fa. Il pick-up rosso che mi ha messo sotto è stata l’ultima cosa che ho visto nella mia vita. So di essere morta, ma… ancora non me ne rendo conto. Il mio corpo è qui, se penso di muovere un braccio questo si muove. Ho ancora la capacità di muovere il mio corpo, forse ho ancora una speranza. Sento il silenzio intorno a me, anche se vedo buio, buio pesto. Nessuna figura. Nessuna persona. Buio pesto e silenzio eloquente.

Avrei tante cose da dire alle persone che mi circondano, che mi hanno circondato per anni. Mi piacerebbe rivolgere loro un bel sorriso, uno dei miei migliori e sostenere che sono stati importanti per me. Mi piacerebbe far sapere loro che… mi hanno aiutata crescere, nella buona o cattiva sorte, sono sempre stati dei maestri per me, maestri di vita. Sono particolarmente orgogliosa di essere cresciuta al McKinley, l’ignoranza non ha mai regnato sovrana. Così mia figlia dovrebbe crescere, sapendo che Blaine e Kurt si amano per quello che sono e che non fanno schifo; sapendo che Dave Karofsky ha semplicemente sbagliato, ma non si uccide chi sbaglia, si perdona. Proprio come Kurt ha fatto. Ognuno di loro avrebbe potuto insegnare qualcosa alla mia bambina. Bambina che non ci sarà mai.

Inizio a sentire freddo, ma ancora non vedo nessuna luce. Sono sempre stata abituata a vedere il paradiso come un luogo di luce eterna, spero vivamente di andarci. Mi sono sempre comportata al meglio, professando la mia fede. Anche se ho dato qualche fastidio negli anni successivi ho cercato di rimediare.

Ho avuto un’adolescenza difficile, e forse è per questo che mi sono sempre comportata male, mi sono tinta i capelli di rosa e ho iniziato a fumare. Ho sfiorato i limiti della pazzia, ossessionata da una bambina che aveva cessato di essere mia sin dalla sua nascita. Ora starà per sempre con la sua nuova mamma e spero che Puck sarà sempre il suo speciale papà. Non voglio che si arrenda solo perché io non ci sono più. Conto sul fatto che resti per sempre il Noah Puckerman di cui mi sono innamorata anni fa.

È stato certamente l’errore più bello di io potessi fare, quel ragazzo. Amarlo mi ha reso più forte e forse anche distrutto un po’ dall’interno. Mi ha insegnato a non arrendermi. A non rassegnarmi all’idea di stare sola, mi ha reso forte, ma mi ha distrutto. Lui, la sua indifferenza, il suo gelo. Come può una persona dirti di amarti e poi dimenticare tutto quanto in soli tre mesi?

Temevo che il cuore smettesse di battere per un momento, lasciandomi morta. Niente di tutto questo. Pensavo di morire di dolore, invece ho appena capito che non provo dolore nel morire. Non c’è nessun dolore al momento. Solo un senso di vuoto dentro lo stomaco, come se mi stessi, in questo momento, separando dal mio corpo. Sto seguendo la mia anima e sto lasciando il mio corpo.

Ho avuto una bella vita dopotutto, anche se la mia adolescenza non è stata il massimo me la sono costruita io intorno. Quindi immagino sia colpa mia. Ho stretto mani alle persone più disparate – e ne ho incontrare tante, con tutti i campionati che ho vinto e a cui sono stata. Ho sorriso tanto, pianto, gridato, dato alla luce una bambina.. Non mi è mai mancato niente, se non l’affetto di mio padre. Non ha mai avuto più niente a che fare con me. Ho sempre pensato di avere qualcosa di sbagliato io, ma alla fine, ho capito che non ero io. E’ sempre stato lui quello sbagliato, quello con i problemi… Io… ho solo fatto un errore, chi non ne fa? E poi ho dato alla luce una splendida creatura, sono orgogliosa di me, lo sarò per sempre. Chissà se non l’avessi fatto, forse a quest’ora mi sentirei una persona ignobile. Sono sempre stata abituata a volermi bene, non ce l’avrei fatta ad odiarmi.

Vorrei però riscattarmi. Vorrei aver avuto l’opportunità di vincere le mie prime nazionali, l’opportunità di stringere nuovamente la mano a Puck, baciarlo e dirgli che lo amo… Ma sto morendo. Sto morendo qui. Non rivedrò mai più i miei amici. Non amerò più nessuno. Non mi diplomerò. Non avrò dei figli. E non farò la fotografa. Nessuno dei miei sogni si realizzerà mai perché sto morendo. Chissà se c’è qualcuno intorno a me ora. Vorrei sentire le voci di qualcuno a me caro, così da andarmene senza rammarico, senza paura di essere morta da sola. È egoistico, lo so. Ma non posso morire sola. Non me lo merito.

«Quinn… Quinn, mi senti?»

Una voce roca, maschile mi stava portando alla realtà. Mi stava disturbando, però, produceva un sacco di rumori. Sentivo quella stessa voce sbattere nella mia parete mentale, se esisteva, e proiettarsi in ogni angolo del mio corpo. Mi faceva male. Lo sentivo avrei voluto dargli una risposta, ma al momento non riuscivo a muovermi o parlare.

«Quinn, per favore…»

Sentii il suo respirò affannarsi, quasi stesso piangendo. O forse lo stava facendo. Non ero sola, qualcuno era li, mentre io passavo a miglior vita. Avrei tanto voluto vedere chi fosse. Il ragazzo – chiunque fosse – si lasciò andare in un pianto liberatorio, pieno di singhiozzi. Mi faceva una tale tenerezza. Gli avrei voluto dire di non disperarsi tanto, che non faceva così male, ma come? Dovevo muovermi, dovevo fare qualcosa… Sentivo le ossa rompersi ogni genere di movimento che provavo a fare. Ero una delusione. Mi scoppiava la testa, ma non era ancora arrivato il momento di mollare. Deglutii o forse lo feci solo nella mia più remota immaginazione. Chiunque fosse conosceva il mio nome e piangeva, mi voleva bene.

«Ascolta… » provai allora. La mia voce risultò troppo bassa, quasi non mi sentivo nemmeno io, e questo era tutto dire. Mi portai una mano all’addome. Il mio respiro si affannava sempre di più. Ero… ero vicina, dovevo sbrigarmi. «Devi… dire delle cose alle persone che conosco, se ci conosciamo. Sennò vai al Glee Club del McKinley, sono loro le persone che amo… »

«Quinn, apri gli occhi, sono Puckerman… Dimmi che mi odi, ma guardami. Scusa… » Era lui. Lui era venuto al mio capezzale a piangere.

«Puck, ascoltami… Sei la miglior cosa che mi sia potuta accadere, te lo giuro… » Continuava a piangere però. Non sapevo nemmeno se tra i suoi singhiozzi si sentiva la mia voce.  «Ti amo, Puckerman… Sei sempre stato la mia prima scelta e sempre lo sarai. Ma ora, per favore, smettila di piangere. » ripresi a parlare deglutendo ancora. Volevo… volevo lasciarmi andare, semplicemente. «Proteggi Beth, non mollare. Salutami i ragazzi e di loro che li ho amati, anche la Berry. Ricordale che è stata la mia nemesi per eccellenza. Parla con l’Unholy, di che sono le sorelle che ho sempre desiderato. E amami, amami Puckerman. Ma vai avanti, per favore… » Aveva smesso di singhiozzare, è vero. Mi stava ascoltando. Ma ora ero io che sentivo un liquido caldo scendermi dagli occhi, invadermi le guance. Mi sarebbe mancato tutto quello.

Mi stava scivolando tutto dalle mani, stavo morendo. «Ti guardo dall’alto… Non dimenticarti.» Mi costrinsi a dire per quanto facesse male.

Non vidi Puckerman per l’ultima volta, non lo vidi mai più. Ero morta. Sul serio. E non aveva fatto male come mi aspettavo. Solo qualche dolorino qua e là. Avevo lasciato la mia vita ma qualcuno era con me al momento della mia morte. Avevo lasciato un messaggio detto. Nessuno mi avrebbe mai dimenticato, lo so.

 

damnhudson’s corner.

 Non è niente, non leggetela, che schifo, ew.
E’ qualcosa che stavo scrivendo da molto, che ho ripreso oggi solo perché sono in vacanza e non ho dovuto studiare per domani, yay.
Beh, si basa un po’ sulla 3x14, l’incidente di Quinn. E’ raccontato direttamente da lei, perché pensavo avesse fatto più effetto.
Come sempre, sono stata male a scrivere queste scene, non so davvero perché continuo a farlo. Anche se non ne posso fare a meno.

 Bon, non so che altro dire, magari leggete, ne? (:

   
 
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