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Autore: DarkLucifer    11/06/2012    3 recensioni
Una piccola fanfiction su questo telefilm che mi ha colpito tanto..il personaggio di Simon,così solo e così triste. La scena che ho cercato di analizzare dal punto di vista di Simon è della prima stagione,quindi occhio agli spoiler ;) spero possiate apprezzarlo! Ho messo un giallino per qualche contenuto un po' violento,niente di che,però.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ qui, davanti a me, nonostante in realtà sia molto, molto lontana.

Mi fissa, ma i suoi occhi sono vuoti, qualcosa nel profondo si è spezzato, è sparito.

Era l’unica che era stata carina con me, che non mi aveva preso in giro per la mia camicia abbottonata fino al collo, per i miei silenzi e per le mie tante stranezze; lei mi trattava come se le importasse veramente di quello che sono e di quello che dico, con lei non ero mai invisibile.

Sangue e cervello scivolano lentamente sulla maniglia sulla quale la sua testa ha sbattuto, ed i suoi occhi sono fissi ed immobili: perché lo ha fatto?

Da quando abbiamo ucciso quell’assistente sociale ed abbiamo fatto sparire i due cadaveri, avevo sperato che tutto cambiasse; magari Nathan avrebbe smesso con le sue fastidiose prese in giro e, perché no, quell’esperienza avrebbe potuto regalarmi quello che non pensavo di poter mai avere: dei veri amici.

Invece la vita era ripresa esattamente come prima di quella stupida tempesta, anzi la mia solitudine era ormai sottolineata dal mio potere … L’invisibilità è lo specchio della mia anima: sola..per sempre.

Ma lei era stata gentile con me … Dal nostro colloquio mi parlava come se le interessasse davvero il mio futuro … Mi guardava come nessuno mi aveva guardato fino a quel momento, senza la pietà o il disgusto che gli altri mostrano sempre quelle poche volte che mi guardano.

Quando mi aveva chiesto se volevo un passaggio la prima volta avevo pensato ad uno scherzo, un crudele scherzo come quello che già mi era stato inferto … Quella volta.

Quando in quella discoteca, il volume altissimo, passavo speranzoso fendendo la folla, tenendo tra le mani due bottiglie di birra per quel ragazzo che mi aveva invitato lì. Era stato cattivo con me in passato ma ero sicuro ci volesse mettere una pietra sopra … Ne ero così sicuro … Era stato un errore ed ero l’ultima persona che voleva vedere in quel momento … In silenzio me ne andai, lasciando le birre su quel tavolo: quanta rabbia ed umiliazione quella sera … Ma d’altronde chi lo vorrebbe uno strano come me vicino, mi ero detto in seguito? I disadattati dei servizi sociali a malapena sopportano la mia presenza.

Ma lei era stata così carina con me, dolce nel suo interessarsi a quello che voglio fare della mia vita; quando mi aveva riaccompagnato a casa poi, quel gesto disinteressato così verso di me ha totalmente cambiato il mio modo di vedere le cose. Perfino Curtis, quando mi ha visto parlare con lei mi ha fatto i complimenti: è stato il massimo!

Poi quell’orribile sera è arrivata.

Non credevo alle mie orecchie quando sentivo la sua voce che mi diceva di chiudere, poi di prendere del vino … Quel bacio così dolce che nessuno ha mai nemmeno pensato di darmi.

Me ne stavo seduto sul divano, con una bottiglia di vino e due bicchieri in mano, felice come mai ero stato nella mia vita sola e vuota, aspettando che tornasse dal bagno.

Ma poi mi sono accorto che il mio prezioso cellulare, con cui documento quello che accade attorno a me e che testimonia quello che sono e che non riesco a mostrare agli altri, era sparito.

Il dubbio si è insinuato nella mia mente e un freddo terrore mi ha preso..solo dopo ho capito che non era terrore: era consapevolezza.

L’ho trovata in bagno che guardava il video in cui Nathan sbraitava che avevamo ucciso l’assistente sociale: gli occhi velati di lacrime e lo sguardo che aveva non potevano essere più chiari di così.

Mi feci avanti e le ordinai di ridarmi il cellulare, ma era ovvio che non l’avrebbe fatto … Dalle sue labbra uscivano un sacco di bugie su come le importasse di me e che non voleva tradirmi così ma che era sbagliato quello che avevamo fatto a quell’uomo … L’uomo di cui lei era innamorata,lei: la ragazza della chat … L’unica persona amica che c’era e l’unica a cui doveva importare qualcosa di me.

 Il mio cervello registrò in ritardo quell’informazione, non volevo crederci …

“Mi stavi…Mi stavi solo usando” le mie labbra si muovono a formare quello che la mia anima sta provando, ma non ci sono parole abbastanza tristi e gelate per descrivere un cuore infranto, soprattutto se il cuore è stato solo per una vita come lo è stato il mio.

Improvvisamente mi prende la testa e me la sbatte contro lo specchio di quel piccolo bagno e si precipita nel corridoio verso la porta, verso la polizia.

La mia testa mi pulsa dolorosamente ed il sangue è caldo sulla mia faccia, ma la mia mente è concentrata: gli unici veri amici che ho sono in pericolo e non lascerò che la loro vita venga rovinata a causa mia.

Già sento i dolorosi effetti del mio potere, la mia testa ha i soliti spasmi e così come la mia essenza, svanisco nel nulla e mi dirigo verso di lei a grandi passi…

Quello che successe dopo lo registrai come in un vecchio film, in cui non ho nessuna parte se non quello dello spettatore: lei che si rifiuta di darmi il cellulare, convinta fino in fondo della fondatezza delle sue convinzioni,io che cerco di riprenderlo per difendere quello che resta a me, le botte.

Durante la colluttazione cerco in tutti i modi di non farle del male e di riavere il prezioso oggetto, ma quando lei mi prende a calci una furia incontrollabile si impossessa di me e, afferrata saldamente per le spalle, la sbatto contro la porta per immobilizzarla … Ma qualcosa non va’, i suoi occhi sono troppo fissi e lei non si muove, inoltre il rumore d’impatto contro la porta è stato più strano del previsto.

La furia sfuma velocemente in panico quando vedo un rivolo di sangue colarle dietro la testa e solo allora mi accorgo della maniglia esattamente all’altezza del suo cervelletto.

Il rimorso fu la prima emozione che mi prese, in quel momento, ora si è fatta spazio una nuova consapevolezza: la consapevolezza che anche se non lo sapranno mai, io sono pronto a tutto per difendere quelle persone con cui condivido un segreto di vita e morte, e starò sempre vicino a loro, dovessi rendermi sempre invisibile per farlo!

Mi specchio un’altra volta negli occhi ormai privi di vita di Sally.. Mi dispiace,ma ora loro sono tutto quello che ho..

  
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