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Autore: NikOttina    11/06/2012    6 recensioni
L'interminabile lavoro di Morfeo, dio del Sonno, raccolto in piccole flashfics.
Alcuni momenti tratti dalla sua routine ci accompagneranno per scoprire quale vero segreto, quale ambizione, si nasconde nell'animo di Morfeo.
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Dal testo:
C’è un ragazzo, lì di fianco al suo letto, che la guarda girarsi su un lato.
Ha un corpo efebico, lui, e ricci capelli neri che non osano oltrepassare la linea della nuca; ma lei non lo vede.
Non ci riesce, non può.
Con dita lievi, le cala le palpebre, lui; ma lei non ne sente il tocco.
Non ci riesce, non può.
Avvicina il suo volto a quello di lei, lui, le dita sempre a contatto con gli occhi, e piano le bacia le labbra schiuse; ma lei non ne sente il sapore.
Non ci riesce, non può.
Sa che la ragazza s’è addormentata, lui, lo sa. Fa questo effetto, lui: bacia e scappa, lui.
È la sua condanna e non ne può evadere.
Si allontana.
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Per chi mi ha sostenuta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a chi mi ha sostenuta, nonostante tutto:
     Partendo dai miei genitori e i miei unici amici;
      passando per quelle ragazze che non ho mai conosciuto davvero;
       arrivando a mio fratello che mi ha tirato su di morale gli ultimi giorni e a quel ragazzo che l'ultimo giorno di scuola mi ha passato un braccio attorno alle spalle e mi ha detto che ce l'avrei potuta fare.
Grazie.

                                                                            L'AGOGNATO RIPOSO DI MORFEO.


C’è un ragazzo, lì di fianco al suo letto, che la guarda girarsi su un lato.
Ha un corpo efebico, lui, e ricci capelli neri che non osano oltrepassare la linea della nuca; ma lei non lo vede.
Non ci riesce, non può.
Con dita lievi, le cala le palpebre, lui; ma lei non ne sente il tocco.
Non ci riesce, non può.
Avvicina il suo volto a quello di lei, lui, le dita sempre a contatto con gli occhi, e piano le bacia le labbra schiuse; ma lei non ne sente il sapore.
Non ci riesce, non può.
Sa che la ragazza s’è addormentata, lui, lo sa. Fa questo effetto, lui: bacia e scappa, lui.
È la sua condanna e non ne può evadere.
Si allontana.

Il mattino dopo, Marika verrà destata dall’Incanto di Morfeo tramite una squillante radiosveglia fucsia. Sarà agitata, Marika, perché quel giorno a scuola avrà una versione di Greco.

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Agnese vive d’insonnia. È vecchia, spossata, lenta. Non ha più voglia d’essere.
Morfeo le fa comunque visita.
La trova distesa a pancia in su, lui.
Gli occhi sono spalancati e nella sua mente Morfeo riesce a vedere che lei sta pensando ad Augusto.
Agnese ed Augusto avevano le stesse iniziali, sia nel nome che nel cognome.
Si sono sposati giovani; lui le manca tanto.
Agnese vuole piangere, ma non ha più lacrime. Lui manca da tanto tempo ed il suo viso è sfocato, nella mente di Agnese.
Morfeo le si avvicina.
Le poggia due dita sulle palpebre, lui, calandole; ma lei è cieca a tutto ciò.
Le bacia le labbra, lui, piano; ma lei rimane impassibile.
Agnese s’è addormentata.
Il ragazzo dal corpo efebico avvicina la bocca all’orecchio rugoso di Agnese, vi soffia dentro piano, regalandole il Ricordo del Sogno.

La mattina seguente, Agnese si sveglierà felice, rimembrando d’aver sognato il suo Augusto.

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Marco sta leggendo sul divano quando Morfeo fa la sua apparizione.
Marco sta studiando per un esame importante dell’Università; lo ha fatto tutto il giorno perché lavora sodo ed è una persona responsabile.
Morfeo gli concede una pausa.
Gli poggia le dita sulle palpebre, lui, e queste lentamente si abbassano.
Marco non ne può sapere nulla.
Gli bacia la bocca, lui, e si ritrae. Marco lo picchierebbe, se solo sapesse che Morfeo gli sfiora le labbra con le sue.
Morfeo non ha sesso, ma i tratti sono più mascolini.
A Marco farebbe schifo, Marco correrebbe a lavarsi la bocca.
Ma Marco dorme e non ha modo di sfogare i suoi istinti omofobi.
Morfeo sente una voce chiamarlo; si volta e fugge.

Marco aprirà gli occhi e si ritroverà una pagina del tomo di medicina che stava studiando la sera prima appiccicata ad una guancia.

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È Lei che chiama Morfeo.
Succede sempre, Morfeo è vaccinato.
Lei lo prende per mano e lo conduce al lettino di Lucrezia.
Lucrezia ha 5 anni e grossi lividi sul volto, un tubo in gola e gli occhi chiusi, ma non dorme.
Morfeo la fissa calmo e Lei poggia le sita sulle palpebre di Lucrezia. Un respiro profondo annuncia che la bambina sa già.
La donna continua a mantenere il contatto, mentre Morfeo si china a posare le sue labbra su quelle di Lucrezia.
Un altro sospiro: sa anche questo, Lucrezia.
Quando i due si allontanano dalla stanza, un teleschermo posto vicino al lettino della bambina inizia a produrre un suono continuo e stridulo.
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP.

La mattina dopo, Lucrezia non si sveglierà.

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Ivan ha le palpebre pesanti e l’alito che puzza d’alcohol.
Morfeo lo trova che mormora tra sé e sé, sdraiato su una sconquassata seggiola da giardino.
Ogni tanto dalle sue labbra prorompono alcuni rutti e singhiozzi; quelle stesse labbra che Morfeo s’appresta a baciare dopo avergli toccato le palpebre con dita leggere ma ferme.
Il corpo di Ivan si accascia molle sulla sedia; Morfeo gli volta le spalle.
Non ha senso sprecare il Ricordo del Sogno con lui, tanto è ubriaco marcio.
Morfeo si volta a guardarlo un’ultima volta, poi scompare.

Il mattino dopo, Ivan si sveglierà con un forte mal di testa ed i suoi cupi pensieri torneranno ad invadergli la mente.

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Gianluca è un ometto grande. Domani compirà 6 anni e suo padre gli regalerà quel nuovissimo videogioco che gli piace tanto.
Papà gli compra l’affetto, ma Gianluca pensa solo che sia un uomo con un lavoro importante.
Morfeo lo guarda, lo sguardo neutro.
Si accinge a ripetere la solita pratica di ogni notte, chinando il volto su quello dell’ometto.
Morfeo è un po’ triste per la sorte di quel bambino miserabile, perciò si affretta a soffiare dentro il suo orecchio, lasciando anche a lui il Ricordo del Sogno.
Morfeo rimane ad osservare Gianluca e questo sorride beato nel sogno.
Morfeo fugge.

Il giorno dopo, Gianluca si sveglierà felice ed avrà una giornata indimenticabile.

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Morfeo arriva ad una casa con le sbarre alle finestre.
Boris lo sente, Boris lo vede. Boris coglie ogni singolo movimento di Morfeo. Boris urla, dannato, perché Boris può vedere un dio.
Boris è in manicomio, tutti lo reputano pazzo.
Boris non è davvero pazzo.
Morfeo gli sorride, Boris si tranquillizza.
Adesso sorride anche lui.
Boris teme l’amica che ogni tanto vede assieme a Morfeo, quella ragazza splendida con lo sguardo cattivo, quella che non fa più svegliare gli addormentati.
Boris inizia a parlare con Morfeo, perché si sente solo.
Morfeo è felice di poter parlare con qualcuno; però oggi è di fretta: sente di nuovo Lei chiamarlo.
Morfeo fa assopire Boris, Morfeo fa ricordare il Sogno a Boris.
Morfeo scompare nella notte, accompagnato dal richiamo di Lei.

Boris si sveglierà alle 5 del mattino e comincerà a dipingere la casa della sua infanzia, sorridendo ebete.

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Morfeo La raggiunge.
Lei è davvero bella, peccato solo per il nome che si porta seco.
Morte.
Morfeo abbassa lo sguardo su un ragazzo sanguinante: è avvolto dalla carcassa di una macchina e respira appena.
Morte ha già le dita sulle palpebre di Christian; lui piange, gli occhi annebbiati.
Morfeo si china, poggia le dita per terra e bacia quelle labbra che malamente sporgono tra le lamine distrutte della vettura.
Christian non grida, Christian smette di piangere, Christian muore.
Morfeo solleva il volto da quello del ragazzo e osserva Morte: Lei ricambia.
E Morfeo sa di poter leggere in quei Suoi occhi azzurri la stessa malinconia che colpisce lui ogni sera.
La malinconia di non potersi mai fermare, di non avere riposo per sé stessi.
Allora Morfeo capisce che è questo che vogliono entrambi.
Riposo.
Morfeo si immagina le dita ghiacciate di Morte sulle sue palpebre, le labbra altrettanto fredde sulle proprie; quel bacio che desidera da tanto e che mai arriverà.
Morfeo le volta le spalle, affranto.

E ancora una volta -sapendo che Christian, come Boris, Gianluca, Ivan, Lucrezia, Marco, Agnese e Marika, ha avuto bisogno di lui in tutto quel tempo- si allontana, ponendo gli altri davanti a sé.

Si allontana consapevole di volersi salvare, di voler salvare Morte.
Consapevole di non poterlo fare.

Note dell'Autrice:
Negli ultimi... mhm... 6 mesi ho dovuto studiare parecchio fino a tardi, svegliarmi presto la mattina e studiare. Insomma, un gran studiare!
Capitava che il pomeriggio fossi stanca morta, quindi mi sdraiavo sul letto, mi concedevo 30 minuti per poter recuperare il sonno, ed intanto invocavo Morfeo, affinché portasse un po' di riposo.
L'ispirazione è venuta da qua.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Nick.
  
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