Fanfic su artisti musicali > Backstreet Boys
Ricorda la storia  |      
Autore: unsynchronized    11/06/2012    1 recensioni
Con Brian, le parole non sono necessarie, e Nick lo sa.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick uscì dal suo albergo per “fare una passeggiata”, aveva detto. Si trovava a Londra ormai da due giorni, e la pioggia scendeva ininterrottamente da quando stava lì.
Lui non c’era abituato, ma non gli dava neanche fastidio. Non portò neppure l’ombrello con sé, ma si accontentò del cappuccio del suo cappotto. Avrebbe potuto ammalarsi e non poter più cantare, ma era la sua ultima preoccupazione adesso. E, data la lista di preoccupazioni nel suo cervello, oggi, quella era talmente lontana da risultare invisibile.
Il suo cuore era pesante, e lui cercava di allontanare la sensazione fastidiosa che ciò gli procurava concentrandosi sul rumore della pioggia. Camminava a ritmo stabile e lento, e chiunque si fosse soffermato ad ascoltare il suono dei suoi passi sarebbe rimasto meravigliato dalla terribile monotonia. Sarebbe rimasto ancora più scioccato nel sapere che quel passo andava in sintonia con il battito del suo cuore. Ebbene sì, era così tremendamente angosciante.
La verità era una ed una soltanto: Nick era turbato. Sconvolto. Stava male con se stesso, e non ne aveva parlato con nessuno. Sapeva - o almeno sperava - di starsi allontanando, con la mente, da ciò che lo faceva star male: quella relazione che lo aveva distrutto, sderenato, fatto a pezzi, e soprattutto quella rottura così violenta. Sentiva che era stata la cosa giusta da fare e l’aveva accettata all’inizio, ma ultimamente gli erano sorti dei dubbi. Lei gli mancava, non sapeva se per abitudine o perché continuasse ad amarla; lui sperava con tutto se stesso che fosse per la prima ragione.
Si sforzava di non pensare, si concentrava nel tentare di soffocare i rumori caotici nella sua testa, anche se non sapeva dove questo l’avrebbe portato. Non sapeva cosa fare senza di lei, dove andare, come cambiare la sua vita da adesso. Non la rivoleva, di questo cercava di autoconvincersi. Ma come poteva imparare ad odiarla, quando la colpa era sua e solo sua? Il massimo che avrebbe potuto sentire nei suoi confronti era compassione e dispiacere, ma odio, quello mai. Lo provava, però. Verso lui stesso.
L’aveva ferita con tutti mezzi con cui avrebbe potuto farle del male: l’aveva tradita, l’aveva tratta male, senza rispetto. Nick però non sapeva che tutto questo era successo perché l’aveva presa per garantita, e avesse saputo ciò, avrebbe forse tentato di giustificarsi un po’ di più. Continuava a dirsi di fare schifo quanto i suoi segreti, che avrebbe dovuto disfarsi di tutte quelle bugie quando avevano iniziato a pesargli nell’anima.
Camminando passò davanti ad una grande vetrina e per la prima volta da quando era uscito alzò la testa: il suo sguardo si posò sul suo riflesso sul vetro, sfregiato dalle gocce di pioggia, mentre il suo viso era ancora completamente asciutto, non solo perché lo aveva tenuto lontano dal diluvio, ma anche perché non c’era traccia di lacrime.
Nick era un uomo senza dubbio forte. Che cosa volesse intendere il termine forte, in questo caso, non è quello che normalmente ci si aspetterebbe.
Infatti, nell’ultimo anno Nick aveva acquisito un comportamento tale che definirlo freddo è troppo poco, ed era probabilmente la corazza che si era costruito. Era divenuto gelido, ma cercava di non darlo a vedere a nessuno, neanche a se stesso. Forse era anche questo uno dei problemi che aveva mandato a puttane la sua storia con lei. Adesso però, molta della sensibilità che credeva d’aver perso gli venne incontro correndo, improvvisamente, e con talmente tanta velocità che si scontrò con lui con veemenza incredibile. Rimase comunque un controsenso: non sapeva se per rassegnazione o rabbia, o rimpianto, o forse la sua sensibilità ancora non era tornata completamente al suo posto, quelle dannate lacrime continuavano non essere in grado di scendere.
Guardarsi in quel riflesso sembrava ucciderlo. Non ricordava d’aver mai visto i suoi occhi così spenti, quell’azzurro di solito così gioioso si era completamente offuscato fino a diventare pece. Continuava a fissarsi, immobile; quel peso nel petto non se ne andava, e Nick si impose che non si sarebbe mosso da lì fino a quando non gli si sarebbe spento ogni singolo sintomo di malinconia. Pensava che sarebbe rimasto lì tutta la notte.
Oltre a lui, quel vetro ritraeva il cielo plumbeo di nuvole e quelle macchine che passavano avanti e indietro incuranti e ignare del dolore e dell’odio che l’uomo vestito di nero, immobile sul marciapiede, stava provando. Lo scenario d’altronde non faceva che rispecchiare il suo cuore, e a Nick piaceva che fosse così deprimente, perché pensava di meritarselo.
Non c’era nessuno che, come lui, andasse in giro a piedi: per questo, Nick scollò gli occhi dalla sua stessa figura sulla vetrina quando sentì dei passi, e cercò inconsciamente nel riflesso di individuare chi fosse. Avrebbe potuto essere un uomo spezzato come lui, qualcuno con una qualche storia da raccontare, qualcuno che si fosse solo ora accorto di come i propri rimpianti avessero iniziato a dipanarsi già da tempo.
Non era niente di tutto ciò.
Brian gli offrì di venire sotto il suo ombrello, dopo che gli fu arrivato vicino. Nessuno dei due disse niente per un po’, e Nick pareva essere del tutto indifferente riguardo l’arrivo dell’amico, anche se, nel profondo del suo cuore, era contento che l’avesse trovato. Non glielo disse.
“E’ strano non vederti suonare, dici sempre che è catartico per te,” la voce di Brian uscii fuori come un sussurro; forse era intimorito, forse solo stanco.
“Mi serviva solo dell’aria,” il tono di Nick era a sua sorpresa molto più deciso e saldo di quanto avesse pensato.
“Cosa c’è che non va? Sono giorni che non mi parli, mi preoccupa,” disse Brian, posizionandosi davanti a Nick, rendendogli impossibile continuare ad osservarsi nel vetro. Fu un bene, il suo odio verso se stesso diminuiva se non guardava i propri occhi.
“Non so se mi va di parlarne, Brian.”
“Quella ragazza. E’ lei, giusto?
Nick sospirò in modo tutt’altro che impercettibile, sembrava anzi che avesse lasciato andare tutto il suo carico di malessere con quel sospiro. Ma non era esattamente così.
“Ho fatto un casino, Brian, mi ha lasciato, ed era il minimo che potesse fare. La rimpiango, mi dispiace. Non c’è nulla che possa fare per riaverla, è tardi,” la sua voce non si spezzava ancora. “Ora mi rendo conto che ero diventato i segreti che avevo con lei, e che ora faccio schifo come quei segreti. Vergogna, vergogna, vergogna. Non ce la faccio più, Brian. Non capirò mai perché l’ho fatto. Ora vado avanti… come camminando in una foschia, come se non potessi vedere più il sole, come mi facesse male. Nulla mi tocca più il cuore, niente, non mi importa di niente. Non sento la pioggia. Adesso, intendo. Non la sento. La vedo, ma è come se non mi bagnasse. Ma ho freddo. Tanto freddo, Brian.”
Nell’ultima parte del suo discorso Nick aveva iniziato a pronunciare le prime parole che gli venivano in mente, senza riordinare i pensieri prima di esprimerli. Non sapeva neanche se Brian avesse compreso cosa stesse dicendo.
“Nick,” disse Brian, facendo alzare di scatto lo sguardo all’amico. Nick lo guardò in attesa che dicesse qualcosa, ma lui non spiccicò parola, lo fissava e basta. Nick non pensò che fosse perché non sapeva cosa dire; infatti si accorse subito che il suo sguardo parlava. Era amorevole, comprensivo, gli diceva di stare tranquillo perché era al sicuro. Brian lo avrebbe protetto. Era l’unico che sarebbe mai riuscito a tranquillizzarlo da tutto quel dramma, e Nick gliene era grato. Avrebbe potuto vivere senza di lui, senza la sensazione di benessere che gli dava ogni che lo guardava negli occhi? No. Quello sguardo pieno di voglia di vivere ma allo stesso tempo comprensivo, proprio di un uomo che sa benissimo cos’è la sofferenza ed ha imparato a guardare oltre essa, quello sguardo che solo lui possedeva, era l’unico che fosse importante per Nick.
Fu quando Brian lo abbracciò, che Nick finalmente, dopo giorni, sorrise.
“Avrai sempre la nostra amicizia, Nick.”
“Lo so,” rispose prontamente Nick, con voce tremante.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Backstreet Boys / Vai alla pagina dell'autore: unsynchronized