Anime & Manga > Umineko no naku Koro ni
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Autore: Liy    12/06/2012    1 recensioni
[1. "Nessun problema"] Ange era sempre stata riluttante a fidarsi delle persone.
[2. "Il fiore del male"] Voleva solo che capisse, che ricordasse.
[3. "Tela"] Il sorriso sulle labbra dell'uomo s'allargò ed Ange sentì qualcosa crollare dentro di sé.
[Spoiler ep4][BatoBea][AmaAnge]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ange Ushiromiya, Battler Ushiromiya, Beatrice Ushiromiya
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ametista
Personaggi: Battler, Beatrice
Pairing: Battler/Beatrice.
Rating: Verde.
Genere: Fluff.
Avvertimenti: One-shot.

Note: E dopo eoni... ecco la one-shot che conclude questa raccolta. Sì, lo so, fa cagare. Ma oh, accontentatevi. Prima o poi finirò anche la long-fic che ho in ballo da una vita su Umineko (quella Au-scolastica, avete ancora presente...?), lo prometto. (Potrei chiamarmi Battler di secondo nome)

Disclaimer: Quest'opera non mi appartiene per niente, esattamente come le altre millanta che seguo.






Ametista

 

Beatrice trovò Battler addormentato sul divano quel giorno.

Aveva il mantello addosso a mo' di coperta e russava sonoramente, parlando nel sonno di tanto in tanto.

Qualche foglio, con scarabocchiati qua e là alcuni appunti, giaceva a terra in modo confusionario, come se gli fossero scivolati di mano quando era caduto addormentato.

“Mu...”, ponderò un attimo sulla situazione, Beatrice, indecisa se svegliarlo o approfittare della situazione per dare un'occhiata a ciò che stava scrivendo – e dovette ammettere che entrambe le alternative la allettavano.

Fargli qualche dispetto per svegliarlo fu un'opzione alla quale rinunciò difficilmente, la curiosità che ebbe la meglio su di lei, e decise di lasciarlo stare – per qualche minuto soltanto – per una buona causa – perché lei doveva assolutamente sapere cosa stava programmando per lei nel prossimo gioco quel pervertito di suo marito.

Raccolse da terra qualche foglio, attenta a non fare troppo rumore, e corrucciò le sopracciglia quando constatò che su quelle sudate carte Battler aveva solo scarabocchiato con disegnini dalla dubbia morale.

Fu improvvisamente tentata di svegliarlo a suon di pugni, ma si trattenne.

Sbuffò sonoramente, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi ed inclinando la testa di lato – gli occhi chiusi, per sfuggire in qualche modo da quella luce che entrava dalla finestra che sembrava volerla accecare. Le apparve un sorriso in volto quando sentì Battler russare.

“Che idiota...”, si alzò lentamente, sedendosi al suo fianco ed avvolgendolo in vita con un braccio mentre si chinava verso il suo capo, prima di sussurrargli poche parole nell'orecchio. E fu allora che Battler rise, non riuscendo più a trattenersi.

“Allora non stavi dormendo!”, il pugno lo colpì dritto alla schiena.

“Ehi!”, il mantello ormai a terra, Battler scattò in piedi quasi di riflesso, “non era il caso di prendermi a pugni!”

“Invece sì.”

La strega lo fissava con aria di sfida, malinconica in qualche modo, ma con una luce negli occhi che ricordò ad entrambi quei tempi in cui avevano lottato a colpi di ragionamenti da un capo all'altro dei tavolo.

“Sei un bugiardo.”

Battler temette il peggio a quelle parole. Ormai era cosciente del suo peccato, sapeva cosa le aveva fatto per spingerla a diventare ciò che era ora. Temeva una sua qualsiasi reazione dopo quelle tre parole.

Tuttavia, contro ogni sua aspettativa e per sua fortuna – forse, sul volto di Beatrice comparve un ghigno.

“... E i bugiardi meritano d'esser puniti!”

“E-Ehi, aspetta!”

Allungare le braccia in avanti per fermarla fu inutile. Beato gli era saltata addosso in modo decisamente molto poco aggraziato, la lunga gonna riversa sulle loro teste che lasciava scoperte le gambe nude. Battler cercò di farsi strada nell'ingombrante tessuto, aggrappandosi ovunque nel tentativo di sfuggire da quell'affare. Beatrice però afferrò saldamente i suoi polsi, chinando il capo verso quello del ragazzo, invitandolo a far silenzio quando le loro labbra si sfiorarono per pochi secondi.

“Beato...”

Aveva le labbra morbide come sempre, esattamente come la prima volta che l'aveva baciata – un po' titubante da una parte, timoroso a fare il primo passo, e lieto dall'altra, la gioia che gli faceva tremare le mani per l'eccitazione.

“Battler,” lo guardava negli occhi, a pochi centimetri da lui ed i nasi che quasi si sfioravano, “non funziona così l'anatomia femminile” e, togliendo dalla testa di entrambi la sua gonna, indicò i fogli scarabocchiati che ancora giacevano ai loro piedi.

 

   
 
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