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Autore: _Lightning_    12/06/2012    9 recensioni
Tony è appena tornato dall'Afghanistan, ma i ricordi della prigionia continuano a tormentarlo, rivelando un lato della sua personalità che non aveva mai conosciuto.
Dal capitolo 4, "Insomnia": Due uomini parlano intorno al fuoco, uno di fronte all'altro. Le fiamme si alzano e si inseguono in mezzo a loro. Uno dei due, quello più magro, prende un rametto e smuove le braci come riflettendo sulla risposta dell'altro. Il bagliore del fuoco si riflette nei suoi occhialetti rotondi e ne cela lo sguardo vivo.
L'altro, più robusto e giovane ma dall'aspetto provato, si agita sullo sgabello dov'è seduto, messo a disagio dal quel silenzio.
Infine l'uomo magro sospira e lo guarda di nuovo negli occhi.
-Il tuo lavoro sembra essere molto richiesto, qui.-

[post-Afghanistan // Spin-Off di "It's Just My Phosphorescent Shampoo" // Serie: Newborn]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Yinsen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Newborn'
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1. Blue Monday
 
 

"I took all your pictures off the wall
And wrapped them in a newspaper blanket.
I haven't slept in what seems Like a century,
And now I can barely breathe..."

[The Crow And The Butterfly - Shinedown]

 


Pepper non aveva mai capito con chiarezza se amava o odiava il lunedì.
Nonostante la mole di lavoro che si trovava costretta a svolgere, era sempre piuttosto piacevole essere a Villa Stark, soprattutto per la presenza vitale del suo proprietario.
Quella mattina, però, entrando nel suo ufficio di solito impeccabile e ordinato, quasi svenne di fronte alla piramide instabile di documenti impilati sulla scrivania, probabilmente portati lì da Happy.
Quel giorno decise di odiare profondamente il lunedì, soprattutto perché era esausta a causa della sua festa del giorno prima, finita quasi alle due di notte. Le venne da sorridere nel ricordare l'imbarazzo di Tony nell'essersi dimenticato del suo compleanno e della sua solita faccia tosta mentre cercava di salvare come sempre le apparenze.
Stava quasi per scendere in laboratorio per costringerlo a partecipare attivamente agli affari della sua compagnia, prima di ricordarsi che era in viaggio appunto per occuparsi di quegli affari.
Si sedette rassegnata alla scrivania, pronta a svolgere il suo lavoro con la consueta diligenza.

Villa Stark diventava desolata e opprimente senza Tony, tanto più in quel piccolo ufficio senza il minimo svago, dato che il suo sport abituale, cioè inseguire il suo capo da una parte all'altra della casa, era al momento impraticabile.
Decise di trasferirsi in salone e si sedette più rilassata del solito sul divano, riprendendo a compilare i vari rapporti e relazioni, mettendo da parte quelli che richiedevano la presa visione di Tony. Non sarebbe scampato al suo dovere: se li sarebbe ritrovati davanti al naso non appena sceso dal suo aereo.
Si fermò per qualche minuto, facendo vagare lo sguardo al di fuori della vetrata, fissando l'oceano senza alcun pensiero in particolare; era così stanca che avrebbe dormito volentieri.

Realizzò di essersi veramente addormentata solo quando fu risvegliata di soprassalto dal trillo del suo cellulare. Si alzò all'istante, ancora un po' intontita dal sonno. Da quanto squillava?
Si diresse rapida nel suo ufficio, dove l'aveva dimenticato, ma la suoneria cessò di colpo. Troppo tardi...
Lesse il nome del Tenente Colonnello Rhodes sullo schermo e strinse le labbra, accigliandosi: se Rhodes chiamava, Tony provocava, attirava o era nei guai.
Fece per richiamarlo, ma poi decise di telefonare direttamente a Tony.
Attese il familiare "tu-tu" nella cornetta, ma al suo posto risuonò una fredda voce femminile che la informava che il numero chiamato era al momento irraggiungibile.
Strano: il cellulare high-tech di Tony aveva segnale ovunque, probabilmente anche mille metri sottoterra; non poteva neanche averlo spento, perché non era scattata la segreteria telefonica. S'incupì, un po' inquieta, e provò a richiamare Rhodes. Suonò occupato.
Per niente tranquilla, si chiese cosa fosse successo, ma non riuscendo a trovare una spiegazone plausibile decise di darsi un contegno e aspettare che fossero loro a informarla: se fosse stato qualcosa di grave l'avrebbe saputo a breve, ma ne dubitava. Era più plausibile che Tony ne avesse combinata una delle sue, magari presentandosi alticcio a una riunione o organizzando festini del tutto inappropriati in una zona di guerra.

Tornò in salone e riprese a lavorare, dopo aver acceso la tv per farsi un po' di compagnia in quella casa enorme e silenziosa. Prestò poca o nessuna attenzione allo schermo, seguendo distrattamente le immagini che scorrevano sullo schermo. Captò la sigla pimpante del telegiornale che trasmetteva con distacco e monotonia le notizie del giorno, che Pepper recepì semplicemente come un tenue brusio di sottofondo mentre era concentrata sulle sue carte. La presentatrice stava giusto per introdurre l'ultima parte di notizie quando un forte segnale acustico la interruppe.
Interdetta, guardò un po' confusa il suo programma e poi lo schermo che aveva davanti e riacquistò rapidamente la sua compostezza, assumendo un tono grave di circostanza:

– È arrivata in questo istante la terribile notizia di un attentato terroristico in Afghanistan, nella zona di Gizab. Non abbiamo ancora dati precisi, ma il nostro inviato Lawrence Frost è in linea per informarci più dettagliatamente. Lawrence, ci ricevi? –

Pepper rialzò meccanicamente la testa dai fogli, sentendo uno spiacevole gelo in tutto in tutto il corpo. Afghanistan. A Gizab.
Una voce maschile, resa metallica e sconnessa dalle scariche statiche si intromise, rispondendo con un po' di ritardo:

– Vi ricevo. Sono proprio sul luogo dell'attacco. – una telecamera un po' sgranata ruotò sulla scena, mostrando un desolato paesaggio desertico sul quale spiccavano le carcasse di tre jeep divorate dalle fiamme. Il terreno era carbonizzato nel raggio di un decina di metri da esse e delle squadre di soccorritori si affannavano per portare in salvo un paio di uomini in uniforme su delle barelle.

– Non sappiamo ancora molto, ma si ritiene sia opera della cellula terroristica nota come "I Dieci Anelli" che ha attaccato un convoglio militare diretto alla base dopo un'operazione di cui non siamo stati messi al corrente per ragioni di segretezza. –

Pepper sentiva il sangue rombarle nelle orecchie mentre fissava colma d'ansia le immagini che scorrevano davanti ai suoi occhi, in bilico tra il panico e il sollievo.

– Le vittime sono finora sei, più tre feriti gravi e... – il reporter venne avvicinato da un militare che lo distolse dal microfono.

La donna scattò in piedi senza quasi rendersene conto, le gambe molli e la testa svuotata. 
Rhodes.
I due parlottarono per qualche istante, poi Lawrence sbarrò gli occhi, sembrò chiedere conferma di qualcosa e Rhodes annuì serio; poi il reporter si rivolse di nuovo al pubblico e riprese a parlare velocemente.

– Il Tenente Colonnello James Rhodes mi ha appena informato che qui, al momento dell'attentato, era presente anche il famoso miliardario e produttore d'armi Tony Stark, che risulta attualmente disperso. Il signor Stark era qui per presentare... –

Le parole si persero in un ronzio penetrante, amplificate di mille volte nella sua mente.
Disperso. Disperso. Probabilmente morto. Morto.
Pepper crollò inerte sul divano, la testa tra le mani, incapace di articolare un solo pensiero coerente né di accettare ciò che aveva appena sentito. Le immagini sullo schermo le sembravano prive di senso, così come le parole che scorrevano via prima che potesse comprenderle.

Doveva essere un semplice viaggio d'affari. Uno dei tanti, dal quale Tony sarebbe tornato col suo solito sorriso smagliante e una faccia tosta inattaccabile per qualunque disastro avesse combinato in trasferta, probabilmente accompagnata da un qualche souvenir ridicolo per rabbonirla.
Nella gelida confusione dei suoi pensieri, si rese conto che non sarebbe mai più riuscita a vivere il suo compleanno allo stesso modo, d'ora in poi.
Sentì le lacrime scorrerle sulle guance, ma non fece nulla per fermarle.
Il telegiornale finì prima che potesse rendersene conto e lei rimase immobile a fissare il vuoto, senza riuscire a fare niente se non piangere, annichilita.
Il telefono squillò ancora, e ancora, e forse era di nuovo Rhodes, forse qualcun altro che esprimeva il suo dispiacere, forse il Presidente in persona, ma lei non rispose.
Adesso poteva solo aspettare.
 

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Note Dell'Autrice:

Hallo!
Non mi stanco mai di scrivere su questo fandom. Sono vagamente in fissa... ma dettagli.
Facendo un approfondito giro sul fandom in cerca di Fluff e varie, ho notato che non c'era niente di simile a ciò che ho scritto sopra, cioè sul momento in cui Pepper sa del rapimento di Tony, e così... ho deciso di rimediare.
In realtà era partita come one-shot, ma sarà di due capitoli, quindi chiamiamola bi-shot. Dai cazzo: nuovi termini!

Bene, questo è quanto; ringrazio le mie Bete
MoonRay e ___Nick (double-POWA!).
Sayonara,

-Light-

P.S. Il nome del reporter non è scelto a caso. Qualcuno capirà <3
P.P.S. Il titolo, A.W.O.L. vuol dire Absent WithOut Leave ed è una formula militare per indicare i disertori che, appunto, lasciano l'esercito senza un permesso ufficiale.
Diciamo che tecnicamente non ci azzecca una ceppa, ma il concetto è quello: Pepper non gli ha dato il permesso! D:
EDIT (15/03/18) : ho eliminato la parte con il filmato che veniva trasmesso in tv, che a parte essere inverosimile contraddice anche il fatto che quel filmato viene ritrovato per la prima volta nei file secretati di Stane da Pepper stessa. Sviste, sviste ovunque!




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