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Autore: porcelain heart    12/06/2012    17 recensioni
« Avevo quindici anni quando vidi Harry Styles per la prima volta; non dimenticherò mai, mai quel giorno. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla ragazza che ha ispirato tutto questo,
nella speranza che le mie parole
riescano ancora una volta
a darti la forza per evadere, e volare.


 



Avevo quindici anni quando vidi Harry Styles per la prima volta; non dimenticherò mai, mai quel giorno. Era il ballo di primavera della Holmes Chapel High School, ed io mi ero lasciata trascinare lì da una mia compagna di classe che in realtà mi aveva chiesto di andare con lei solamente perchè aveva bisogno di una copertura per i suoi. Fosse stato per me ovviamente non avrei neanche pensato di andarci: non avevo mai amato particolarmente le feste e, sinceramente, infilare il mio vestito abbandonato sul fondo dell’armadio era stato già abbastanza. Come nel più banale dei film, me ne stavo seduta nell’angolo più buio e sperduto della sala con aria annoiata e le cuffie nelle orecchie per estraniarmi da quello che mi accadeva intorno; stavo piuttosto attenta ad avere un’espressione abbastanza apatica da riuscire a distogliere qualunque essere umano dall’idea di avvicinarsi. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a non accorgermi di quel ragazzo che si fermò in piedi di fronte a me; mi tese la mano, esclamando un « piacere, io sono Harry » che riuscì a percepire solamente facendo una ricostruzione successiva dell’accaduto: la musica che proveniva dal mio iPod era troppo forte perché potessi sentire altro. Così, mi limitai ad alzare appena il capo dopo aver messo in pausa di malavoglia una delle mie canzoni preferite e lo fissai con sguardo piuttosto interrogativo. Vidi un lampo di incertezza in lui, ma non pensò mai realmente di demordere; tese la mano con più foga e sorrise – Dio, non avevo mai visto uno spettacolo del genere prima di quel momento - « piacere, Harry. Harry Styles.»  Avevo solamente due scelte: ignorarlo deliberatamente e tornare nel mio isolamento, oppure provare almeno per una volta a sostenere una conversazione. Ora, io non sono mai stata quel genere di ragazza che solitamente viene avvicinata durante le feste: ho sempre avuto un mondo tutto mio, composto dalla musica, dai libri e da tutto ciò che mi faceva stare bene.. quel genere di attività non era contemplata. Ma decisi di lasciarmi andare, sapendo che in fin dei conti non avevo nulla da perdere; risposi al saluto in maniera vagamente timida, e rimasi momentameamente senza parole quando, come se niente fosse, lui mi disse « oh sì, so chi sei: frequentiamo insieme il corso di inglese » e si sedette di fianco a me, respirando profondamente. Si tolse la giacca nera poggiandola sul tavolino accanto a noi e sbottonò i primi due bottoni della camicia bianca che indossava, subito dopo aver sciolto il papillon. Fu così che cominciammo a chiacchierare come se ci conoscessimo da una vita, e che lui rimase seduto accanto a me per tutto il resto della serata.. sembrava assurdo che non si annoiasse: era una fonte instancabile di energia, eppure non mi propose neanche una volta di andare a ballare o cose di quel genere; in un primo momento pensai scioccamente che fosse perché non voleva farsi vedere troppo in giro con me, ma fui costretta a ricredermi quando il fotografo del giornalino della scuola si avvicinò a noi chiedendoci se volessimo una foto ricordo e lui mi passò un braccio intorno alle spalle esibendo un sorrisone che gli illuminò il volto.  Dopo quella sera, capitò spesso che ci muovessimo insieme per la scuola e più di una volta andai a casa sua per aiutarlo con la matematica – Dio, quel ragazzo era veramente uno zero in quella materia. Fondamentalmente eravamo in ottimi rapporti, e toccò a me fargli da supporto morale quando si esibì per la prima volta in una competizione scolastica con la sua pseudo-band chiamata ‘White Eskimo’: erano abbastanza ridicoli, se ci penso adesso.. tutti vestiti uguali, con quelle orribili cravatte annodate intorno al capo ed una canzone che più della metà dei presenti non aveva mai sentito; ma lui aveva l’indole del leader, ed era perfino riuscito a portarli dritti fino alla vittoria. Parlavamo spesso di quando sarebbero diventati famosi, e più di una volta mi disse che avrei dovuto lasciare gli studi per seguirli nel tour mondiale che un giorno avrebbero fatto: voleva che fossi la loro groupie, e che stessi con loro ogni singolo giorno.. diceva che un giorno avrei potuto dire che li conoscevo fin da quando non erano nessuno, e che sarei stata la ragazza più invidiata della storia. Avevamo tanti sogni nel cassetto, tante cose da fare e tanti posti dove andare.. insieme. Cosa accadde dopo? Oh, sono sicura che è una parte della storia che conoscete fin troppo bene. Un giorno semplicemente scomparve nel nulla, ed ogni volta che tentavo di fargli domande mi rispondeva che non poteva rispondermi ma che presto avrei capito e sarei stata orgogliosa di lui. Scoprii dalla televisione che era stato selezionato per partecipare ad X-Factor, e che adesso faceva parte di una specie di boy-band chiamata One Direction; ero felice per lui, ma mi sentivo doppiamente tradita. Non mi aveva detto niente, ed in pochi giorni aveva praticamente distrutto tutti i progetti che avevamo fatto.. non potevo fargliene una colpa, e sicuramente non mi sarei mai perdonata se fossi stata la causa del suo insuccesso. Votai per lui ogni singola settimana, anche se una piccola parte di me mi diceva che mi stavo scavando da sola la fossa: lo stavo aiutando a diventare famoso, e si sarebbe presto dimenticato di me. Seguì i vari risvolti senza reale interesse, mentre mi rendevo sempre più conto che quel ragazzo che mi aveva salvato dall’essere la povera sfigata del ballo di primavera, adesso si era totalmente dimenticato di me.
La mia vita andò avanti come se niente fosse, e terminai la scuola senza avere intenzione di proseguire negli studi: mi sono trasferita a Londra ormai da un po’ e sono una normalissima adolescente in cerca del suo posto del mondo; per tutti questo tempo ho sempre evitato di trovarmi negli stessi posti in cui sapevo che avrei potuto incontrarlo, e non mi sono mai realmente interessata al mondo di cui ha cominciato a far parte. Un paio di volte ho perfino pensato di andare da lui, ma poi mi sono resa conto che l’unica cosa di cui ho paura è che mi scambi per una delle migliaia di ragazze che gli muoiono dietro: io ho bisogno che lui mi riconosca, non credo che potrei vivere nella certezza di essere caduta nell’oblio dei suoi ricordi. Così, ancora una volta, non ho il coraggio di fare il primo passo e mi limito a star lontana da qualunque cosa possa riguardarlo. Sono arrabbiata con lui, ma un po’ mi manca.
Sono July White – non Juliet, non Juls,
e questa è una storia per tutti i cuori spezzati.
  
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