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Autore: 19_ACSECNARF_94    12/06/2012    2 recensioni
tutti possono amare, senza limiti di età e tutti possono soffrire per amore...
recensite per favore
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore senza età


Un museo è per eccellenza il luogo dell'incontro tra il passato, il presente ed il futuro. Passeggiare per quei corridoi con il marmo ben lucido ed accerchiata da mille artisti mi rende libera di pensare che in un modo o in un altro, c'è sempre un modo per lasciare il segno in questa vita. Camminando mi accorgo di una donna ormai dai capelli argentei e dallo sguardo liquido,è completamente annullata di fronte ad un quadro di un'artista a me sconosciuto. Nella mano destra regge un fazzoletto con il quale sta asciugando le lacrime che le corrono lungo le guance ormai raggrinzite e le spalle sussultano per gli spasimi del pianto.
Avvicinandomi, le poggio una mano sulla spalla e dico “signora, tutto bene?”
“Si, non preoccuparti”
Sto per andarmene con un espressione stupita sul volto quando la donna mi richiama “Signorina, per cortesia potrebbe leggermi il nome dell’opera?”
“Certo! Ritratto di Mon Amour
“Mon Amour… Mon Am… scusa in che anno è stato dipinto?”
“1955”
“Già il 1955… quanti ricordi”. Ed ecco sgorgare altre lacrime dai suoi occhi.
“Signora ma che succede? Conosce la persona del ritratto? Oppure conosce il pittore?”
“Conosco la persona ritratta e ho conosciuto il pittore… oh se l’ho conosciuto…  era il 1955…
 
Una giovane donna era affacciata ad un balcone e guardava la strada sperando di poter evadere un giorno da quel “carcere” che era la sua famiglia. Aveva 18 anni, era una ragazza bella come poche nel paesino in cui viveva e la sua bellezza era anche la sua condanna. I genitori la trattavano come un gioiello raro, non le permettevano di uscire con le amiche, non poteva accompagnare la madre a fare la spesa e non frequentava neanche la scuola come le sue contemporanee, ma aveva un’istitutrice privata che viveva in casa con loro. Tutto questo serviva a non farla invaghire di nessuno, lei doveva sposare il più avvenente giovane della città. Ma nonostante tutti gli accorgimenti dei genitori non riuscirono a tenerla lontana dall’amore.
Ogni minuto libero che aveva la ragazza si affacciava al balcone e immaginava come sarebbe stato poter camminare tra quelle strade, e quando vedeva gruppi di ragazze scorazzare per la strada le invidiava e quando vedeva un ragazza accompagnata da un ragazzo su di lei si abbatteva una forte malinconia, sapeva che non avrebbe mai potuto essere una di quelle ragazze.
Ora che ci pensava, l’unico uomo con cui aveva parlato era suo padre, non sapeva neanche come rapportarsi con qualcuno dell’altro sesso, ma un giorno cambiò tutto.
Era sempre affacciata al balcone quando passò un gruppo di ragazzi tutti ridevano e scherzavano e lei si chiedeva cosa avessero da ridere in quel modo, quando uno di loro alzò lo sguardo e la vide, le sorrise e la saluto con un veloce movimento della mano, lei non sapendo che fare ricambiò e poi scappò via..
Il giorno dopo la ragazza tornò al balcone, guardò giù e vide quel ragazzo in mezzo alla stradina che guardava in su, guardava verso casa sua. Appena il ragazzo la vide la salutò e disse “ciao… no aspetta, non andartene”.
“Va bene. Ehm ciao…”.
“Come ti chiami?”.
“Cosa vuoi da me?”
“Voglio fare amicizia, ma se ti do fastidio vado via!” disse il giovane, accennando un sorrisino.
“Okay… mi chiamo Simona e tu?” disse timidamente la ragazza.
“Mi chiamo Filippo ho 20 anni e tu?”
“ Di…diciotto”
“Simona! Che stai facendo ho bisogno di te, muoviti!” la voce della madre arrivò severa alle orecchie di Simona.
“Arrivo!.... ehm ciao…” disse rivolta al nuovo amico, anzi all’unico amico della sua vita..
“Ci vediamo domani?” disse Filippo con troppa enfasi, ma poi vedendo l’aria contrariata della ragazza si affrettò a dire “non ti preoccupare, non fa niente ciao!”.
Stava per andarsene quando Simona pronunciò quelle parole che le cambieranno per sempre la vita “i miei non mi permettono di uscire, ma se vieni sotto il balcone potremo continuare a vederci se ti va?”
Il ragazzo tornò a sorridere “si certo, a domani allora!”.
“A domani” disse Simona, e mentre andava dalla madre pensava che forse la sua vita, ora in  avanti, non sarebbe più stata tanto brutta.
I giorni, le settimane, i mesi passarono i due giovani si vedevano in ogni attimo libero, lui giù per la strada e lei sul suo balcone, ma la distanza non faceva altro che aumentare il loro affiatamento nella speranza che un giorno avessero potuto vedersi.
“Filippo cosa fai nella vita?” disse una volta Simona.
“Mi piace dipingere, diciamo che vorrei diventare un pittore”.
“Perché qualche volta non mi ritrai?” disse un po’ maliziosa Simona.
“Simo ma già l’ho fatto!” affermò entusiasta il ragazzo.
“Veramente?! Quando? Voglio vederlo, ti prego.”
“Okay, okay domani te lo porto!”
L’indomani il ragazzo andò sotto casa sua e aspettò che la ragazza uscisse sul balcone. Appena la vide le mostrò il quadro che ritraeva un giovane donna, Simona, affacciata ad un balcone.
“Sei bravissimo. Come l’hai chiamato il dipinto?” disse emozionata la giovane.
“Ritratto di Mon Amour”
“Bel nome!”
“Tu sei bella mon amour!”
“Come vorrei poter uscire un po’ con te, Filippo!”
“Sposami!” disse il ragazzo con intraprendenza.
“E’ una follia Filippo, sei solo un pittore, non hai un vero lavoro, i miei non mi permetteranno mai di sposarti, credimi io lo vorrei, ma loro me lo impediranno”
“Scappiamo insieme! Soli io e te contro il mondo!” Filippo era entusiasta della sua idee, ma la ragazza era un po’ contrariata.
“Fil dobbiamo essere realistici, io con te andrei ovunque, ma  poi come faremo a vivere, tu non lavori, io non lavoro, i miei non ci daranno una mano e i tuoi non hanno una condizione economica buona”
“Troverò un lavoro te lo prometto. Ti ricordi del mio amico Franco lavora in una fabbrica nel paesino vicino posso cercare lavoro lì… si farò così, dammi un paio di mesi, troverò lavoro, prenderò una casa e poi ci sposeremo… ce la faremo mon amour, credimi”
“Ti credo Filippo, ti credo e spero che questi mesi passino in fretta”.
I mesi passarono il ragazzo trovò lavoro nella fabbrica dove lavorava l’amico, lì vicino fittavano anche case a basso costo così pensò di andare dal padre di Simona a chiederla in moglie.
“…ma signore ho un lavoro, una casa e amo sua figlia. Non le farò mancare nulla!” disse Filippo, ma il padre era irremovibile “no, non avrai mai mia figlia, lei non sposerà mai un semplice operaio!”.
Quella sera Filippo andò sotto il balcone della ragazza e appena lei uscì disse “mon amour, ho parlato con tuo padre!”
“Si lo so, mi ha detto tutto. E’ infuriato!” disse mesta Simona.
“Mi dispiace se si è arrabbiato con te, non volevo!”

“Non ti preoccupare per me. Filippo tu mi ami?”
“Certo mon amuor, ma perché me lo chiedi?” disse Filippo un po’ scocciato dai dubbi che tormentavano la ragazza.
“Questo volevo sentir dirti! Scappo via con te”
“Quando?” domandò il ragazzo pieno di sconcerto.
“Ora sciocco. Aspettami lì ora arrivo!”
I due fuggirono insieme, andarono a vivere nel paesino accanto. Il ragazzo andava a lavorare tutti i giorni e lei si occupava della casa, ma la sera restavano sempre insieme. Decisero anche di sposarsi. Il giorno prima delle nozze Filippo andò a lavorare.
“Simo io vado, ci vediamo stasera, non ti stancare troppo, non voglio una sposa stanca!”
“Non ti preoccupare Fil, farò la brava!... a che ora torni?”
“Finisco alle 22:00”
“Allora ti aspetto sveglia… ti amo”
“Ti amo anche io mon amour… a dopo”.
Le ventidue arrivarono e passarono anche, ma Filippo non tornò a casa. Arrivò la mezzanotte e di Filippo neanche l’ombra. Simona decise di andarlo a cercare in fabbrica. A pochi metri dalla fabbrica vide autoambulanze, vigili del fuoco, polizia.
“Agente cosa è successo?” chiese a un poliziotto.
“Una tragedia signorina, un incendio, tutti morti”
Simona non sopportò il dolore, svenne, si risvegliò in ospedale e cercò di dimenticare Filippo, ma…
 
“…quando ho rivisto questo quadro, il mio quadro, ho ricordato tutto e il dolore mi ha assalito come tanti anni fa. Lo amavo e lo amo ancora…”dice una Simona ormai anziana e mi fa capire che l’amore non ha età, tutti possono amare e soffrire per amore senza limiti di età.

 
  
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