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Autore: _helianthus    12/06/2012    4 recensioni
1# [HerAfu]
"Non è possibile!"
"Eppure è così."
"Non capisci! Hai fatto diciassette tiri, il diciassette porta sfortuna!"
2# [SaruFei]
"Tra due minuti è primavera. Buon compleanno, amore."
Raccolte di ventun drabble dedicate a varie persone ♥
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Fey Rune, Hera Tadashi, Saryuu Evan - Saru
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Roba seria oh (?)
Dedicato con amore a:
  Ninjagirl, altrimenti detta da me Gaia. Lei che mi sopporta pazientemente e che quando le chiedo come sta non risponde mai dicendo che sta male. E' un'aliena, ma come caspita fa. ò_________o Comunque, ti ringrazio perché esisti (?) e perché leggi ogni mia cragna (?) puzzolente (?) e perché anche decidi di dividere le tue idee più meravigliose con me. Mia amata Françis o Françoise, che anche se a me non piace più Hetalia ti compro io gli altri due volumi e se cerchi di pagarmi ti dico che ti odio(anche se tanto non sarebbe vero). Damigella dei pomodori--PFFFFT. A parte questo, la prossima volta che vieni qua non azzardarti a gridare per strada, eh, ti ricordo che il mio è il paese del silenzio e che qua non si grida! E il gelato te lo compro io, altrimenti ti picchio. O picchio la tipa simpatica che ci vende il gelato. Ho cambiato scarpe, così scappando nel parco non mi volano via. Ho deciso che in una mia fiction devo mettere Demete ubriaco con la camicia hippy e i papaveri in mano. Ho anche deciso che la prossima volta che vieni ti faccio vedere il giardino di casa mia e la palma morta. E il mio acero. Ma che te ne frega? :D Ho anche deciso che questa dedica è lunga e che la finisco qua. E la prossima volta che vengo a casa tua mi porto un mouse mio.
Ti voglio bene. [Il cuoricino bluuu scuro come i capelli di Yuuichi. çuç (?)]
[1] Astrea è la Dea greca della sorte. [Ringrazio Wikipedia.]

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~ A Love Story in Twenty-one Letters ~
[Diciamo che è qualcosa che dovrebbe/potrebbe sembrare una HerAfu,
ma alcune parti direi che non ci azzeccano per nulla.
Ogni cosa (?) racconta un pezzo di vita di Hera e Afuro.
Tutti i pezzi sono in ordine scronologico e quindi scollegati.
Se li collegate vi stimo. (?) Buona (AHAHAH no.) lettura.]

Andiamo in un mondo di ombre |
"Nettare degli Dei." "Già." "Inquietante." "Già." "Davvero non hai paura, Afuro?" il capitano non rispose. Sì, ne aveva, di paura. Ma no, non poteva dirlo in quanto capitano nella squadra. La squadra prima di tutto, i propri giocatori prima di tutto "No. Fino a quando siamo tutti assieme, non c'è bisogno di avere paura." "Quindi non te ne andrai mai, vero?"
Afuro rimase a fissare quel liquido trasparente simile ad acqua dentro al suo bicchiere di vetro. Non se ne sarebbe andato? No, non lo avrebbe fatto. Si stavano per lanciare in un mondo nuovo, terribilmente e atrocemente nuovo. Un mondo di ombre, che non conoscevano e che probabilmente gli si sarebbe rivoltato contro. "No, non me ne andrò mai."
L'intera Zeus, non solo Hera, si legò al dito quella promessa mai mantenuta.

| Bambola rotta e ricucita |
Afuro sentì un rumore nel petto. Il suo cuore si stava accartocciando malamente, ripiegandosi su se stesso con atroce lentezza. Non si sentiva male, no. Non si sentiva e basta. Dopo la paura, la sconfitta, e dopo la sconfitta, l'umiliazione di essere a terra, distrutto, mentre il proprio avversario festeggiava una vittoria assolutamente meritata. Sentì vagamente una mano sulla spalla sinistra, una voce gli arrivò lontana a un orecchio "Abbiamo perso." se ne avesse avuto la forza, si sarebbe alzato gridandogli contro, ma si trattenne quando, voltando lo sguardo verso Tadashi al suo fianco, vide che i suoi occhi -i suoi meravigliosi occhi grigi- erano velati da lacrime. Capì solo in quel momento, che per il famigerato Comandante loro non erano che inutili burattini, bambole.
Bambole che ora erano rotte. Forse un giorno sarebbe riuscito a ricucirle, tutte quante.

| Cercando la pioggia nel mare |
"Afuro Terumi!" il grido di un ragazzo molto ben conosciuto gli fece alzare lo sguardo, rimasto per troppo tempo a fissare la superficie dell'acqua. Effettivamente, cosa stava facendo seduto sulla sabbia bagnata, a fissare il mare? "Ieri ha piovuto, sai, la sabbia è bagnata." "Lo so che ha piovuto, e comunque siamo a ottobre. Non mi sembra il caso di andare a prendere il sole con questo tempo schifoso, l'estate è finita." "Il sole bacia i belli, sempre." si vantò "E comunque non mi stavo abbronzando. Ieri ha piovuto sul mare." "Ti ho detto che lo so. E ora vieni a cenare." "Ma non è triste?" "Cosa?" Hera si stava spazientendo "Ogni goccia cade per essere d'aiuto, ad esempio per bagnare i campi o riempire i fiumi. E' triste che una goccia si disperda inutilmente in altra acqua."
Hera scosse la testa, di certo non lo avrebbe mai compreso a fondo.
 
| Diciassette tiri di dadi |
"Fermo!" Hera tentennò "Fermo cosa?" "E' l'ultimo tiro che fai. Se esce una somma dispari, perdo la scommessa e devo pagare pegno. Spero che tu abbia fatto un torto ad Astrea[1] in passato."
Il castano semplicemente non rispose, scuotendo e aprendo la mano, lasciando che i dadi scivolassero sul tavolo di pietra. Afuro fissò intensamente i due cubetti bianchi e neri.
Quando i due dadi si fermarono, i risultati erano 6 su uno e 5 sull'altro.
A Terumi caddero le braccia, mentre Demete e il resto della squadra cominciavano a ridere e a sghignazzare. "Non è possibile!" "Eppure è così." "Non capisci! Hai fatto diciassette tiri, il diciassette porta sfortuna!" Tadashi si alzò pigramente in piedi, sotto lo sguardo divertito della Zeus "Insomma, Afuro..." il castano si chinò sul viso dell'altro "Quante storie per un bacio."

| Era giovane come loro |
Afuro rientrò in casa, sorridendo "Papà è a casaaa!" "Yeee, ma che gioia..." "Non dirmelo, dai, sto andando in visibilio." "Ragazzi, siete dei veri bastardi. Però avete ragione." il biondo rimase un po' perplesso dal bentornato che gli era stato gridato rispettivamente da Hinano, Makoto e Tadashi. Lui tornava a casa e veniva insultato così? Non li avrebbe perdonati. "Insomma! Siete delle persone cattive! Io alla vostra età non ero come voi!" Tadashi gli apparve improvvisamente dietro, ridendo "Ah no? E com'eri?" "Un giocatore di calcio come loro, sì, ma solare, allegro e--" "Rompiscatole, dittatore, intoccabile e molto fashion." "Soprattutto molto fashion, comunque non mi hai ancora dato un bacio." Hera ridacchiò "Non c'è scritto da nessuna parte, che quando tu torni a casa io ti debba dare un bacio." "Sarebbe gradito." "Non davanti ai nostri bambini." "Bambini a chi?" sbuffò Hinano con un certo disappunto. "Non davanti ai nostri giovani, ecco."

| Foresta di idee |
"Demete, tu mettiti lì! No, no, lì, dico, al posto di Hepai! Icarus, vuoi provare a giocare come difensore? Ecco, Athena, tu prendi il posto di Ika, mentre Aporo viene qua avanti e vediamo se funziona questa formazione!" Hera lanciò uno sguardo disperato al povero Athena, posizionato a difendere una porta che sarebbe stata superata varie volte. Demete si mise in ginocchio, implorandolo di fare qualcosa nei confronti del capitano. Aporo ebbe una lieve paura di rimanere schiacciato, se fosse partito all'attacco. Icarus si fece legare le mani dietro la schiena da Artemis, sperando di riuscire a non usare le mani durante l'allenamento.
"Il capitano non capisce ancora che noi i nostri ruoli li abbiamo già." "Hera, non lamentarti, che diamine. Tu sei comunque a centrocampo! Come caspita faccio a correre con le mani legate?!"
Me lo sto chiedendo anche io, si disse Hera, mentre pensava decisamente che Afuro in testa avesse una foresta di idee. Tutte malate, ovviamente.

| Girando l'angolo |
Afuro pensava assolutamente che la sua scuola fosse stupida e assurda. Non che non gli piacesse, no, lui amava tutto quel bianco luminoso e quello stile greco. Ma era piuttosto monotona e a quel punto troppo bianca. Lui era luce pura, doveva risplendere ovunque, e con tanta luminosità in quell'edificio non poteva riuscirci di certo.
E poi, quella divisa così bianca si mimetizzava con il resto della scuola, quelle classi bianche e tutto il resto così terribilmente bianco. Quando sarebbe morto, avrebbe voluto vedere nero, a questo punto.
Quando però uscendo dalla sua classe bianca, con indosso quella divisa bianca che si mimetizzava con la scuola bianca, girò l'angolo, amò la sua scuola. Si era appena scontrato con qualcuno di ben conosciuto.
"Scusa Tadashi, non ti avevo visto! E' tutto così bianco!" un sorrisino nascosto, girando l'angolo.

| Ho terrore di |
Afuro fece un salto sulla sedia mentre apriva l'astuccio, girandosi di scatto con sguardo decisamente furioso. "Aporo! Smettila! Quante diavolo di volte dovrò ripeterlo?!" il biondino sentì la risata sommessa del ragazzino dietro al suo banco, tornando a girarsi e togliendo un ragno di gomma dal proprio astuccio. Poi si voltò nuovamente, alla ricerca però di un'altra persona.
"Signorino Tadashi Hera!" alzatosi in piedi, puntò l'indice contro il suo ragazzo, tranquillamente appoggiato al banco del suo amico Arute Saneki. Questo voltò lo sguardo verso il biondo con aria interrogativa.
"Sei scorretto, Tadashi!" sbuffò Terumi "Io ti dono la mia fiducia e tu la sprechi così?" il ragazzo sembrava avere la tipica aria da melodramma per ragazze. A Hera ricordava vagamente una telenovela tedesca.
"Ti avevo chiesto di non dire a nessuno che io ho il terrore dei ragni!". Hera alzò gli occhi al cielo.

| Infine lascia che io pianga |
Hera sbuffò, chiudendo gli occhi. Con la testa appoggiata alla spalla nuda di Afuro, gil sfuggì un singhiozzo. Il biondo lo strinse ancora di più, nel buio, sospirando. "Non essere triste, Tadashi..." fu il sussurro di Terumi "Sono qua... Con te." Hera inizialmente non reagì, singhiozzando ancora e ancora. Quando però lo attirò prepotentemente a sé, facendo scontrare i loro petti scoperti, Afuro sobbalzò, lievemente spaventato.
"Oserei anche dire finalmente, te la sei presa comoda prima di tornare, Afuro." "Allora non piangere, almeno, no?" "Stupido." sbuffò nella notte un po' irritato, Hera, per poi continuare "Sei un cretino. Ti devo ricordare che non ci siamo visti per tantissimo tempo? Credevo non tornassi più. E se adesso te ne vai di nuovo? Guarda che ti conosco." "Hera... Lo sai che dispiace anche a me, partire..."
"Allora non lamentarti con me se ho paura che tu te ne vada. E lasciami almeno piangere, stupido."

| La pazienza (non) è la virtù dei forti |
"Insomma!" sbottò l'ex-capitano della Zeus, decisamente irritato dal comportamento del ragazzo davanti a lui "Eh?" questo alzò lo sguardo dal suo giornale, apparentemente disinteressato all'insolito scoppio del biondo "Non fare il finto tonto! Mi hai deluso!" Terumi era in piedi, con addosso ancora il pigiama e piuttosto spettinato. Non lo si sarebbe dovuto ignorare.
"Afuro." cominciò Hera con voce stanca, dopotutto erano solo le dodici e quarantasette di domenica mattina -quasi pomeriggio, ormai- "Sono molto stanco."
"Anche io!" ma il biondo non desistette "Non è ammissibile ignorare una persona per un motivo stupido come questo! Anche la mia pazienza ha dei limiti!"
Hera sospirò: era un così grande crimine dimenticarsi di baciare il proprio ragazzo la domenica mattina?

| Mi domando se le stelle sono illuminate |
Afuro Terumi chiuse con uno sbuffo il libro che stava leggendo. Hera lo guardò con occhi annoiati. "Bene." "Bene cosa?" "Ho finito di leggere questo libro." "Bene." il castano sperò sinceramente che la conversazione si troncasse lì, ma si sbagliava. Dopo la lettura di un libro o la visione di un film, la parte filosofica del suo ragazzo prendeva tragicamente il sopravvento.
"Era molto bello." "Ah sì? Cosa ti è piaciuto di più?" "In verità ci sono molte cose che mi hanno colpito." il biondo si posò un dito sulle labbra, assumendo una posa che agli occhi di Hera poteva solo essere assolutamente carina. Il castano intravide la copertina del libro, e si alzò sorridendo "Sei illuminato, Afuro." "Eh?" quell'affermazione lo aveva lasciato perplesso -e non aveva tutti i torti.
"Mi domando se le stelle sono illuminate... perché un giorno ognuno possa trovare la sua"

| Non aprire gli occhi |
Afuro sospirò, sedendosi sulla panchina dello stadio ormai quasi vuoto e lasciando cadere il borsone a terra. Era per quello che aveva faticato tanto, che si era lasciato così tanto alle spalle? Era così stanco. Stanco, sfinito, deluso. Non poteva aver fatto tanto per non ottenere nulla. Voleva davvero andare a sfidare il mondo, ma la Inazuma Japan gli aveva rubato la gloria. Eppure, aveva pregato così tanto nella riuscita del suo progetto. Si era impegnato davvero per portare avanti tutti i suoi sogni, i suoi sogni e quelli dei suoi ex-compagni di squadra. Chissà come stavano loro, poi. Rilassò le spalle, lasciandosi sfuggire un lamento frustrato, per poi sentire delle mani posarsi sul suo viso, coprendogli gli occhi. Dalle parole che udì dopo, riconobbe quella persona.
"Non aprire gli occhi, Afuro. Non aprirli, e i tuoi sogni saranno la sola e semplice realtà."

| Ora resta nel profondo buio |
Hera fece un mezzo sorriso, vedendo il risultato della partita sul tabellone. 10 a 0, avevano ovviamente vinto. Demete si girò verso di lui, sorridendo superbamente. Aporo incrociò le braccia dietro la testa, Artemis si limitò a rilassare le spalle, facendogli un cenno. Non una vaga ombra di umanità in loro.
Era impossibile, dire se dietro a quel volto di pietra si stesse nascondendo un sorriso, se dietro a quel sorriso superbo ci fosse gioia incontenibile. Sbuffò, abbandonando le braccia lungo i fianchi. Almeno era  diventato famoso. Tristemente famoso. Ma il peggio doveva ancora venire, quando Afuro si girò scrollandosi i capelli e avviandosi a occhi chiusi verso la panchina.
Sospirò. Era ancora costretto restare nel loro piccolo mondo di ombre.

| Piacere di conoscerti |
Alla riunione del nuovo club di calcio, sembrava mancare solo una persona. "Afuro Terumi! Piacere di conoscervi!" Tutta la squadra si girò immediatamente verso la voce squillante e allegra che aveva appena parlato. Solo Hera rimase noiosamente a fissare il vuoto più totale. Poi la voce, o meglio, la persona a cui apparteneva la voce, ricominciò a parlare "Sono il capitano della squadra, è un vero piacere conoscervi! Un po' di nomi li conosco già, ho letto i vostri dati, ma dobbiamo conoscerci ancora molto bene. Voglio una squadra unita e allegra!" Fece passare lo sguardo per la stanza, fermandosi sulla figura di Tadashi, l'unico che non gli aveva rivolto un minimo di attenzione.
"A cominciare da te, con quei meravigliosi occhi grigi." Hera si voltò, sentendosi sorpreso da quel complimento "Piacere di conoscerti, Tadashi."

| Quei giorni passati a |
"Papà, papà! Oggi fuori c'è un super-vento! Andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?" Tadashi aprì pigramente gli occhi, scostandosi dal viso una rivista presa a caso e usata solo per dormire meglio. Makoto e Hinano erano decisamente entusiasti, per aver osato disturbare il suo pisolino pomeridiano. In ogni caso, uscire con un vento così forte anziché dormire era una cosa che non poteva sopportare. Aveva troppo sonno per poterla sopportare. "Perché non andate con Afuro?" mormorò, mettendosi seduto e carezzando i capelli biondi di Hinano. I due bambini si guardarono a vicenda, decidendo poi di sedersi a terra e fissare il proprio "padre". "Dice che con il vento gli si spettinano i capelli." una pausa di pochi secondi, durante i quali Hera si chiese perché mai avesse voluto sposare un uomo così stupido. Poi di nuovo.
"Papà, papà, c'è un supermega-vento! Allora andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?"

| Ricominciando a volare |
Hera diede un calcio stanco al pallone, con troppi pensieri in mente per potersi concentrarsi davvero. Afuro in quel momento si trovava in ospedale, e lui non riusciva a trovare nemmeno il coraggio di andare a trovarlo. Perché, poi, non ci riusciva? Se lo stava giusto chiedendo mentre si chinava a raccogliere il pallone e lanciarlo nel cesto assieme agli altri.
Forse non c'era nemmeno un motivo troppo valido, forse non aveva solo voglia di illudersi. Ormai, sapeva come era fatto il suo ex-capitano: dopo la sconfitta della Zeus, si era unito alla Raimon, e ora che non poteva più giocare nemmeno con loro sarebbe riuscito a trovare comunque qualche altra squadra nella quale infilarsi. Lo avrebbe lasciato libero.
Avrebbe lasciato che l'angelo tornasse nel cielo, che splendesse lucente come un tempo, che ricominciasse a volare più in alto di prima.

| Solo un altro giorno di pioggia |
Afuro si lasciò cadere sul morbidissimo pouf della sala. Da quanto tempo non si annoiava così tanto? La testa gli pulsava, addirittura, per la noia e l'insoddisfazione.
La pioggia continuava a battere insistentemente contro i vetri smerigliati e colorati della casa, opprimendolo in quell'autunno così triste, così solo. Si voltò, la pancia in giù, affondando il volto nel morbido cuscino e trattenendo il respiro per non sentire il forte odore della pelle di cui era rivestito. Stava ancora aspettando, stava aspettando un messaggio, o una telefonata. Per quanto ancora avrebbe dovuto attendere? Non chiedeva molto, dopotutto. Una telefonata, da lui. Come stai?, avrebbe voluto sentire.
Va tutto bene. E' solo un altro giorno di pioggia.

| Ti perderai nel bianco |
Hera odiava la sua scuola. La odiava, sì, perché più che a una scuola assomigliava a un maledetto museo di arte greca classica, o a un tempio. Ripieno di statue a ogni angolo, e poi quei cosi bianchi dove si poteva accendere il fuoco erano davvero brutti. Si trovavano a ogni curva, e spesso ci era andato a sbattere contro per distrazione --o forse perché non teneva gli occhi aperti mentre camminava.
E poi, quella scuola era enorme e tutta bianca; enorme e non c'era mai nessuno per i corridoi. A volte si chiedeva se non stesse semplicemente girando in tondo, tanto era uguale in ogni aspetto.
Imprecò a voce alta contro tutti gli Dei greci o romani che fossero, aprendo lo sportello del tanto suo agognato armadietto e lanciandoci dentro la borsa con i libri. Il campo da calcio lo aspettava.
"Ehi, Tadashi!" poi una voce conosciuta lo scosse "Che fai ancora qui? Allenamento è già cominciato da un pezzo! Non dirmi che ti eri perso in tutto questo bianco!"

| Un bambino caduto dal muro |
"Oh." Afuro si lasciò scappare una risatina, sfogliando una pagina di un vecchio album "Che c'è, Afuro?" il biondo sentì poi delle braccia circondargli il collo da dietro il divano: era incredibile il modo in cui Hera riusciva a sentire ogni suo minimo suono "Niente, stavo vedendo alcune mie foto di quando ero bambino." "Scommetto che eri una teppa mostruosamente rompipalle. E giocavi con le Barbie." Afuro lo picchiò con l'album fotografico "Sei cattivo! E comunque no, ero assolutamente carino e bellissimo." Hera rise "Lo sei anche adesso, stupido." Afuro gonfiò le guance, deciso a non perdonarlo così facilmente.
"Guarda qua, già da piccolo volevo volare come un angelo." la foto ritraeva un Afuro di otto, nove anni che si lanciava da un muretto a braccia aperte.
"Volare come un angelo?" ironizzò Hera "A me sembri più un bambino che cade da un muro." Afuro lo picchiò con l'album fotografico.

| Vivere di nuovo |
"Allora, hai finito?" Afuro si voltò di scatto, trovando lo sguardo indagatore di Hera a fissarlo "Finito cosa...?" "Di andare in giro a zonzo per le squadre senza mai tornare a salutare. Sei stato cattivo." la voce di quello che era e forse continuava a essere il suo fidanzato era particolarmente dura, e il biondo cominciava sinceramente a preoccuparsi. Era vero, li aveva lasciati per ben due volte -anche se con un enorme rimorso-, una volta per raggiungere la Raimon e l'altra per scappare con i Fire Dragon. Probabilmente la vecchia Zeus non lo avrebbe perdonato molto facilmente.
"Sai, Afuro..." il castano gli si avvicinò, poggiandogli le mani sulle spalle "Sei mancato così tanto, a tutti. Ora che sei tornato..."
La sensazione delle labbra di Hera sulle proprie era, come sempre, particolare e da brivido. Si sarebbe potuto fermare su quella bocca all'infinito "Ora che sei tornato, posso vivere di nuovo..."

| Zigomi a punta |
"Afuro, devo farti una domanda." la voce bassa e calma di Hera fu un sussurro, in quel letto silenzioso. Era rimasto a fissare il profilo del capitano alla luce della luna per alcuni minuti, e poteva definirsi soddisfatto. "Sì?" "Sei una persona permalosa?" Terumi aprì gli occhi cremisi, rivolgendogli uno sguardo curioso ma stanco "Forse, un po'."
Tadashi lo fissò per qualche secondo "Allora non ti offendi se ti dico una cosa?" "Forse, un po'." Hera prese un respiro, pronto a qualsiasi reazione.
"Hai gli zigomi a punta."
La prima cuscinata non tardò ad arrivare sulla sua faccia, prima che potesse coprirsi con le braccia.

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Buonaseeeeeeeeera.
Ho sonno. Pensate che mi sono affaticata un sacco solo per colorare le lettere e scrivere il titolo. Nvu oggi fa quel cacchio che gli pare, evidentemente! Ma va bene così. Devo ammettere che sono indecisa su quale sia stata la parte più divertente. Scrivere è stato davvero bello (anche se rileggendo il risultato finale mi accorgo di aver scritto solo una montagna di caFFate), ma anche cercare i titoli lo era. Ho preso il vocabolario e cercato le varie lettere, mentre per alcune ho utilizzato esperienza personale. (?)
Vi avverto subito che alcune potrebbero non essere capite. La stessa Ninja una volta mi ha detto che faccio ragionamenti assolutamente contorti e non si capisce come arrivi alla fine partendo dall'inizio. Alcune invece potrebbero essere non capite perché sono questioni tra me e la carissima Ninja--la telenovela tedesca della foca. Va be'.
Non ho letto nemmeno il Piccolo Principe, conosco solo quella citazione (Mi domando se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno possa trovare la sua) e alcune altre, ma provvederò velocemente a comprare quel libro. Mi dicono che è bellissimo, quindi varrà la pena! La verità è che Afuro brilla di luce propria, ecco. (?)
Un giorno Ninja mi disse "Ho sempre paura di cadere nel banale e di fare cliché." Oltre al fatto che non so come si pronuncia quella fottuta parola che sembra molto francese (?), sono andata di brutto nel banale per quanto riguarda molti aspetti di questa fanfiction. x° O meglio, mi ci sono tuffata a braccia aperte, mentre il banale rideva gioiosamente. Detta così sembra una cosa piuttosto stupida. Ahahah.
Principalmente questa fiction parla dei vari avvenimenti verificatisi (?) nel corso della vita di Tadashi e Terumi, ovvero l'incontro, il periodo con la Zeus, l'inserimento di Afuro nella Raimon, poi il passaggio ai Fire Dragon, il ritorno e infine uno spicchietto (?) di Go, giusto perché così la cara Ninja può dare sfogo ai suoi filmini mentali secondo i quali Hera è il segretario di Afuro e Demete e Kirigakure le guardie del corpo, o qualcosa di simile, ora non mi ricordo. (?)
Per me il colore degli occhi di Hera è indecifrabile, ma qua sarebbe a metà tra il grigio e il lilla. Anche se viola fa più arcobaleno, ma va be'. Afuro invece li ha rosso scuro, e sono tanto belli. (?)
Ho riletto di nuovo. Fa davvero schifo, santo cielo, la HerAfu poi è giusto in trasparenza/lontananza/inesistente/ti vedo non ti vedo.
Spero di non aver sbagliato l'alfabeto, e anche se ho riletto venti volte potrei aver fatto errori di grammatica! Come si suol dire, (?) abbiamo rimasto in pochi ha sapere la ittaliano! Portassimo havanti gli nostri ideagli con detterminazzione e giustizzia. Eviva la gramaticca dello Itaglia!
Dopo questa posso anche andare. Spero che vi sia piaciuto e bla bla, tanto fa schifo. (?) :D
A presto!
-Pomela che ha deciso d'ora in poi di fare sempre i cuoricini blu scuro

Ps: Colgo l'occasione per annunciarmi un mio ulteriore cambiamento di nickname. "kilauea" sarà il mio successivo nomignolo. Evviva le Hawaii. (?)
Pps: Sono un po' idiota, quindi avevo contato l'alfabeto anche con le lettere straniere. Avete il diritto/dovere di picchiarmi brutalmente.
   
 
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