Avrebbe dovuto capirlo

Harry non era mai stato bravo a capire i suoi sentimenti. Mai. Forse per il fatto che aveva sempre avuto altre cose per la testa, che lo impegnavano parecchio. Già, avere a che fare con un potente Mago Oscuro, che aveva la sua morte in cima alla lista dei desideri, gli aveva procurato diverse grane. E quindi la sua mente non si era mai soffermata più di tanto su certe cose. Per quello. E per il fatto che era sempre stato pessimo a cogliere i segnali. Anche quando lo riguardavano direttamente.

Ripensandoci, avrebbe dovuto capirlo. Da tante, troppe cose.

In realtà, ne era rimasto colpito fin dalla prima volta in cui l’aveva vista. Questa streghetta un po’ insolente che gli aveva riparato gli occhiali, così, come se fosse la magia più facile del mondo. Certo, forse lo era anche. Ma agli occhi di un bambino cresciuto in un mondo senza magia, quell’incantesimo era sembrato, beh, magico.

E da quel momento non aveva smesso di ammirarla, ogni giorno di più. Era intelligente, determinata, riusciva in tutto quello che si imponeva di fare. Ed era una persona fantastica, di quelle che tutti sperano di incontrare nella vita. Gliel’aveva dimostrato più volte.

Come quando gli era stata vicina al quarto anno, mentre Ron non gli rivolgeva nemmeno la parola. L’aveva sostenuto, aiutato, confortato, standogli accanto per tutta la durata del Torneo, trascurando persino i propri studi.

Come quando aveva avuto la delicatezza di non chiedergli né di Cedric né di Sirius, limitandosi ad un “Come stai?” e ad un’occhiata comprensiva, facendogli capire che se mai lui avesse avuto bisogno, lei ci sarebbe stata.

Come quando più volte al quinto anno lui l’aveva trattata male, sfogando la sua frustrazione e la sua rabbia, e lei non aveva detto nulla, limitandosi a sottolineare che lei era dalla sua parte, sempre e comunque.

Come quando, sempre al quinto anno, dopo che Harry aveva avuto la visione sul papà di Ron, si era chiuso in camera, lontano da tutto e da tutti. E solo lei aveva trovato il modo di farlo uscire, l’aveva rincuorato, fatto sentire meglio.

O come quando l’anno prima gli era sempre stata accanto, fidandosi, credendo in lui, anche mentre non avevano la più pallida idea di come proseguire quel viaggio, anche mentre persino Harry aveva cominciato a perdere le speranze. Lei non aveva mai dubitato, non una sola volta.

Sì, Harry avrebbe dovuto capirlo, da tutte queste cose e da molte altre. Da ciò che aveva provato in ognuna di queste occasioni, da ciò che provava in sua presenza. Ma non l’aveva fatto. Aveva continuato a ripetersi che erano solo amici. Aveva continuato a ripetersi che provava solo affetto. Aveva continuato a ripetersi che l’unico motivo per cui gli dava fastidio il suo rapporto con Ron era che temeva di essere escluso.

La marcia nuziale inizia, distogliendo Harry dai suoi pensieri. Lei fa il suo ingresso, in tutto il suo splendore. La guarda avanzare, incerta, un sorriso a incresparle le labbra, le gote arrossate per l’emozione.

Non è mai stata così bella.

Harry non può fare a meno di sentire una strana sensazione allo stomaco, una sensazione che, ora lo sa, ha sempre provato in sua presenza. Una sensazione che adesso gli si presenta forte, prepotente, lasciandolo quasi senza fiato.

E in quel momento, mentre Hermione prende posto di fronte a lui, mentre lui le solleva il velo, mentre la vede rivolgergli uno sguardo pieno di speranza, di gioia, di amore, qualcosa dentro di lui si spezza.

E finalmente capisce.

E ormai lei sta sposando Ron.

E adesso è troppo tardi.