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Autore: BoyOneDirectioner    13/06/2012    10 recensioni
Salve!
Dopo un po' di tempo, eccomi qui con una nuova OS :)
Questa volta, ho deciso di concentrare la mia scrittura su un tema di attualità che, ancora tutt'oggi è messo in grande considerazione: L'Emigrazione.
Ovviamente, ho cercato di rendere tutto un po' più simpatico insieme ai nostri 5 avventurieri, i One Direction.
Non voglio rovinarvi la sorpresa, quindi non mi resta altro che dirvi Buona Lettura! :)
PS: Se vi va, recensite u.u
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A New Friend? No, Four.
Salve a tutti!
Ed eccomi qui con una nuova One Shot (OS).
Ho deciso di prendermi una piccola pausa dallo scrivere le Fan Fiction, quindi, dopo un po’ di tempo, ho deciso di scrivere una nuova one shot che, spero, vi colpirà.
Ciò che voglio farvi capire questa volta è il concetto dell’EMIGRAZIONE.
Al giorno d’oggi, molte persone sono razziste e, disprezzano chi è diverso da loro.
Cosa voglio dire con ciò? Semplice!
Anche i ‘Neri’ come vengono definiti oggi o, persone di origine diversa dalla nostra possono aiutarci ad avere una cultura migliore ed un ambizione sociale migliore di quella che già abbiamo!
Ah, dimenticavo.. Anche per uno straniero la vita può migliorare, ricordatelo.
Buona lettura, ed ovviamente, se vi va, recensite (:

 
Il caldo sole picchiava sulle nostre teste..
Non credevo ancora che tutto ciò stava accadendo realmente: Stavo andando via da casa mia.
Ancora una volta, mi voltai verso casa.. Notavo che si faceva sempre più distante;
«D-Dobbiamo andare via.. Per forza?»Chiesi titubante, con un rimorso nello stomaco.
«Sì tesoro.. Questo posto non fa più per noi.»Affermò mia madre, Trisha.
Mi stavo allontanando sempre più.
«5 Biglietti per Londra, grazie.»Chiese mia madre, con grande rimorso.
Mio padre era già partito, mentre io, mia madre e le mie 3 sorelle stavamo per metterci in viaggio.
«Mi mancherai amato paese..»
Ecco le ultime parole che pronunciai, prima di salire sull'aereo.
Odiavo le altezze, non facevano per me!
Pian piano l'aereo prendeva sempre più stabilità, fino al momento che decise di prendere il decollo:
Prossima destinazione? Londra.
Mentre eravamo in viaggio, presi un libro dallo zaino che avevo con me.. Parlava di musica.
Amavo con tutto me stesso la musica, ma soprattutto, amavo cantare.
Farlo mi permetteva di sorridere, di essere felice!
Cantare era la mia passione, ed il mio più grande sogno era quello di diventare un famoso cantante.
Successivamente, riposi il libro nello Zaino e presi l'MP3 regalatomi da mio padre:
Egli aveva fatto tanti sacrifici per potermelo comprare, per farmi ascoltare ciò che più mi piaceva.
Mio padre è un grande uomo, ha sempre lottato per la nostra famiglia.. Ed ora che non era presente? Dovevo prendere il suo posto.
Per 2 lunghi mesi sono stato l'uomo di casa, se così potevo definirmi.
Poco dopo, partì Let Me Love You di Mario.
Era una delle mie canzoni preferite, la intonavo quasi in ogni singolo momento della mia giornata.
«Tesoro mio, perché non riposi? Il viaggio è lungo, dovrai pur dormire.»Disse mia madre, preoccupandosi già dal principio.
«No, stai tranquilla mamma!»Esclamai, sorridendole.
Il viaggio era ancora lungo e mancavano più o meno 6 ore all'atterraggio.
 
5 ORE DOPO..
«Buon pomeriggio dormiglione!»Esclamò mia sorella, Donyia, guardandomi.
Avevo un'aria tutta intronata, insomma.. Mi ero appena svegliato.
«Quanto manca all'atterraggio?» Chiesi, con una vocina stridula e sgranandomi gli occhi.
«Ancora un'ora.»Affermò.
Il tempo a quanto mi parve era veramente volato.. Non mancavano altro che altri 6O minuti.
Cercai di spendere un po' di quel tempo continuando a leggere il mio libro, ma niente, non mi entrava una parola:
Ero troppo ansioso per i miei gusti.
A breve saremmo atterrati in una città sconosciuta, come ci avrebbero accolti?
Sapevo fin troppo bene che il mondo era discrimantore.. Ci avrebbero giudicati sicuramente.
«I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza, mancano 5 minuti all'atterraggio!» Il comandante annunciò l'atterraggio, e così, come di dovere, ogni passeggero, compreso il sottoscritto, agganciò la cintura di sicurezza.
Atterrammo alle ore 8:OO PM e, Londra, era totalmente illuminata di luci bianche, gialle ed azzurre: Un qualcosa da mozzafiato!
«Allora questa è la famosa Londra?»Chiesi con occhi luccicanti.
«Si fratellino, questa è Londra!»Acclamò mia sorella, voltandosi verso di me, sorridendomi.
Poco dopo, arrivammo all'interno dell'Aeroporto, prendemmo i nostri bagagli e ci posizionammo all'entrata;
«Mamma, papà verrà a prenderci?»Domandai, con sguardo confuso.
«Certo, tra.. Oh, eccolo!»Esclamò, vedendolo.
Stava scendendo da una macchina abbastanza lussuosa: Si era dato da fare, a quanto pare, in questi ultimi mesi.
«Papà!»Urlai, andandogli incontro ed abbracciandolo forte.
«Ciao piccolo.»Disse, poggiando una mano sul mio capo ed accarezzandomi.
No, non ci credevo.. Stavo piangendo!
Era un avvenimento raro per me, siccome ero molto introverso e, non davo mai a vedere le mie emozioni.
Mio padre mi alzò il volto con un dito e, vedendo delle innocue lacrime di gioia scorrere giù per il mio viso, me le asciugò, rassicurandomi.
«Vieni, andiamo a casa!»Sbottò, allungandomi la mano.
Io l'accettai e, tutti insieme, ci recammo a nella nostra nuova casa.
Dopo circa 1O minuti in macchina, arrivammo innanzi ad una villa, alquanto grande.
A darci il benvenuto, c'era un maggiordomo, aveva più o meno una quarantina d'anni, o almeno, lo credevo.
«Benvenuti a villa Malik signori, prego!»Esclamò, mostrandoci il giardinetto.
L'entrata era costernata da un vialetto di ghiaia centrale, ed intorno, tante piante decorative e qualche tavolino da thè.
«P-Papà, è casa nostra?!» Sbottai, sbalordito.
«Si figliolo, entriamo.»Affermò.
Entrammo tutti in casa: Delle gentili signore ci diedero il benvenuto.. Sembravano far parte dello 'Staff' della villa.
Una di esse mi accompagnò in camera mia.
Poggiai le valigie a terra e la feci andare via, chiudendo la porta.
Mi buttai a pancia in giù sul comodo letto.. Era così comodo!
«Che cambiamento.. Radicale!»Pensai, guardandomi intorno.
Mio padre era riuscito ad ottenere una casa del genere? Probabilmente, in questi 2 mesi avrà sgobbato a non finire, prendendo anche mansioni extra.
«Toc-Toc»Sentii il rumore della porta.
«Avanti!»Esclamai, alzandomi,
«Tesoro, questi sono dei vestiti che ha comprato il papà, vai a farti una doccia che a breve pranzeremo dai vicini.»Sbottò mia madre, poggiandomi i vestiti sul letto.
Ella, di conseguenza, uscì nuovamente.
Presi i vestiti, il cambio d'intimo e le scarpette, recandomi poi, in bagno.
«Oh mamma!»Esclamai, spalancando gli occhi ed aprendo la porta del grande bagno che vi era riposto in camera mia.
Tutto era enorme e moderno.. Un cambiamento assurdo.
Ricordo ancora il vecchio bagno di casa mia: Abbastanza capiente e contenente di tutto ciò che serviva essenzialmente, niente di più e niente di meno.
Tolsi i vestiti e li appoggiai sulla cesta vicino alla doccia, aprendo poi il getto d'acqua calda.
«Sento una forte nostalgia di casa mia.. Mi manca tanto.»Pensai.
Questo pensiero frugava nella mia mente già dall'arrivo in villa, non mi lasciava un attimo di persuasione liberale.
Poco dopo, uscii dalla doccia ed accinsi intorno alla mia vita un asciugamano.
Asciugai i miei capelli neri, in una cresta corvina, indossai una canotta grigia, una camicia nera, a quadri, abbottonata fino al punto giusto, un jeans abbastanza stretto, sempre nero e delle nike blazer grigie.
«E' così che le persone che hanno buona possibilità economica, si vestono?»Borbottai, guardandomi allo specchio.
Non sembravo affatto io!
«Toc-Toc: Zayn, posso entrare?»Chiese mia sorella.
Io annuii e la feci entrare.
«Ti trovo d'incanto con questi vestiti fratellino!»Esclamò, sorridendomi.
Donyia indossava un vestitino a fascia, bianco, che le giungeva poco più sopra del ginocchio, un cinturone azzurro con una rosa centrale e delle ballerine bianche con una piccola rosa, abbinate al cinturone.
«Tu sei più bella che mai, sai?»Chiesi, facendole fare un giro su se stessa.
«Sempre abbindolatore tu, vero?»Domandò in contrapposizione.
«Andiamo, su, ci attendono!»Continuò, prendendomi la mano e portandomi con se al piano di sotto.
Una volta giunti in salotto, tutta la famiglia era, finalmente, al completo.
 
«Ma lui deve essere Zayn! E' proprio un bel giovanotto!»Esclamò una gentile signora, che dimostrava tutt'altro che la sua età.
«Ruth, Liam, venite!»Urlò poco dopo.
Successivamente, vidi scendere 1 ragazzo ed 1 ragazza che, a quanto mi parve a prima vista, erano fratelli.
«Loro sono i miei figli, Liam e Ruth!»Affermò la gentil signora, sorridendomi.
«Liam, intanto che aspettiamo anche i tuoi amici, porta il nostro caro Zayn a fare un giro per la casa!» Continuò, avvicinando il figlio a me.
Egli annuì con un eclatante «Si!».
Girammo un po' per tutta la casa, e man mano mi spiegava le varie stanze a cosa servivano, siccome di alcune non sapevo nemmeno l'utilizzo.
«Parli tanto, vero?»Chiese ironico, ridendo.
Non feci altro che annuire, senza emettere alcuna parola o, lettera, dalle mie labbra.
Di conseguenza, arrivammo anche in camera sua: Un qualcosa di fantastico e strabiliante.. Tutto era concentrato sulla musica e sul famoso cartone animato, Toy Story.
La sua camera era divisa in 2 parti:
La prima, quella che mi piacque di più, era dedicata alla musica.
C'erano chitarre appese al muro, cd, dvd e tutto ciò che poteva servire per diventare un bravo cantante;
La seconda parte era concentrata sul famoso cartone animato, Toy Story.. Sembrava andarne pazzo.
«Ti va di parlare di come mai ti sei trasferito qui in Inghilterra?»Mi chiese, interrompendo quel fatidico silenzio che, sembrava quasi parlarmi.
«V-Va bene..»Affermai timoroso.
Entrambi, ci accomodammo sul letto ed iniziammo a parlare, sgranocchiando del cibo portatoci da un'impiegata della casa.
«Per riassumere il tutto, siamo emigrati dal Pakistan per via delle continue guerre e della mancanza di denaro.. Tutto è dovuto alla scarsa economia.
Però, in conclusione, a me andava bene restarmene li. Era il mio paese d'origine e lo è ancora.»Terminai.
«Deve essere stata veramente una decisione difficile..» Borbottò.
«Sì, molto.»Affermai, calando lo sguardo.
Come d'improvviso, in qualche millesimo di secondo, Liam si avvicinò e mi abbracciò: Fin da subito capii che egli aveva un gran cuore.
«Toc-Toc!»Bussarono alla porta.
«Avanti!»Esclamò il Moretto.
«Signorino, i suoi genitori mi hanno chiesto di dirle che il pranzo è pronto!»Esclamò la gentil impiegata.
Una volta detto ciò, io e Liam annuimmo, scendendo insieme ad ella al piano di sotto.
«Oh Dio Mio.. Questo non era un pranzo, era un buffè!»Pensai, ritrovandomi innanzi un tavolo ricoperto di cibo che, in qualche minuto, mi creò l'acquolina.
 
«Allora caro, hai deciso di proseguire qui a Londra i tuoi studi?»Mi chiese il padre di Liam, bevendo un sorso di vino.
«S-Si..»Affermai.
Ero insicuro della mia risposta e, a quanto mi parve, si era notato.
«Trisha, lo iscriverai alla scuola di Liam?»Chiese la mamma di Liam, rivolgendosi a mia madre.
«E' una buona idea!»Acclamò.
«Magari il pomeriggio potremmo studiare anche insieme!»Esclamò il Moretto, rivolgendosi a me con un sorriso.
«Diin - Doon!»Stranamente, venimmo interrotti dal suono del campanello.
Poco dopo, vedemmo entrare all'interno del salotto altri 3 ragazzi.
«Buongiorno!»Esclamarono in coro, esibendo anch'essi i loro sorrisi.
Di conseguenza, vidi Liam spostare la sedia senza provocare alcun rumore ed andare verso di loro.
«Liam, tesoro, stai attento!»Esclamò sua madre, preoccupata.
Il Moretto, poco dopo se ne andò ma, dopo circa 1O minuti, tornò nuovamente indietro.
«Su Zayn, vieni con me!»Esclamò, afferrandomi la mano destra e trascinandomi con se.
Mi voltai in segno di scusa e, per la prima volta, vidi mia madre sorridermi fieramente.
«Ragazzi, lui è Zayn, quello di cui vi parlavo!»Esclamò ancora una volta, presentandomi ai suoi amici.
«Ciao Zayn!»Esclamarono i 3, con tanto di cenno.
«Lui è Niall, lui è Harry ed infine lui è Louis!»Affermò il Moretto, indicandoli uno ad uno.
Il pomeriggio passò molto velocemente e, in modo molto ambiguo, strinsi una forte amicizia con i 4.
«A domani mattina allora!»Esclamarono i 4 ragazzi, salutandomi con un caloroso abbraccio.
Avevo preso un 'appuntamento' con essi, per visitare la grande città.
Anche a Niall, Harry e Louis raccontai del mio trasferimento a Londra, ma non scombussolò niente, anzi, creò un'amicizia ancora più forte.
Quei ragazzi mi avevano accettato per quel che ero e non avevano niente in contrario che fossi straniero..
Se vogliamo dirlo in modo più amplificato, a loro piacque la mia cultura ed il mio modo di vivere.
ERA FINALMENTE ARRIVATO IL MOMENTO DI SORRIDERE, ANCORA! :)
   
 
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