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Autore: TheGhostOfYou    13/06/2012    6 recensioni
E' una Pansy/Luna, la mia prima Pansy/Luna in effetti.
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- Si chiamano bolle di sapone – aveva detto improvvisamente Luna, voltandosi verso di lei e creando altre bolle – Le ho viste fare ad un Babbano e ho scoperto quest’incantesimo. Non sono bellissime? –
Pansy aveva annuito, chiedendosi come mai la Lovegood si stesse rivolgendo a lei con quella gentilezza, visto che in passato l’aveva presa in giro come tutti gli altri.
- Tu non sei cattiva, Pansy –aveva continuato poi Luna, parlando più al vento che a lei – Hai solo bisogno di qualcuno che ti voglia bene –
Nuovamente Pansy aveva annuito, e si era ritrovata a sorridere a quella ragazza così strana; per qualche motivo sentiva dentro di se il bisogno di rimanere lì a guardare le bolle di sapone con lei, ad osservare i suoi occhi che la stavano calmando.
Forse c’era ancora speranza, Luna Lovegood poteva esserne la dimostrazione.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Luna Lovegood, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Dillo ad alta voce

 
Hogwarts bruciava.
 
Bruciava lentamente, come l’anima di Pansy ad ogni nuovo boato, ad ogni nuova esplosione, ad ogni nuova morte. Se ne stava in piedi, infreddolita, sul limitare della Foresta Proibita, ad aspettare un qualcosa che probabilmente non sarebbe mai avvenuto.
Mentre i suoi amici e il resto degli studenti di Hogwarts combattevano per liberare la scuola ed il Mondo Magico dalla minaccia del Signore Oscuro, lei se ne stava in piedi ad osservare la disfatta, la morte, il dolore delle persone che avevano perso qualcuno.
E lei, codarda, immobile senza il coraggio di combattere.
Non aveva mai creduto nella causa di Lord Voldemort e non si sarebbe unita a loro, ma era troppo rischioso combattere dalla parte dell’Ordine; lei non voleva morire, non in quel modo, perché aveva ancora tanto da dare – doveva ancora dirle quanto fosse importante per lei.
Sola con i suoi pensieri, in quel momento si chiese dove fosse finita, se stesse bene, se stesse pensando a loro come ci stava pensando lei.
Era fuggita anche da quella specie di sogno che aveva vissuto per un po’, troppo codarda per ammettere di essere innamorata di una persona troppo diversa da lei, ma così simile, in fondo. Quella stranezza che faceva parte di lei, quelle frasi velate apparentemente senza significato, quegli occhi così intensi da fare quasi male.
 
Forse stava morendo in quella battaglia, e Pansy era lì, codarda, a guardarla bruciare insieme alla sua scuola.
 
Pansy chiuse gli occhi per un istante, ricordando la prima volta in cui si erano parlate, in cui aveva visto una persona diversa da come tutti la dipingevano. Sola, ma non per questo triste.
Le aveva insegnato a sorridere in quell’istante.
 
Era una giornata ventosa, ma soleggiata.
Pansy camminava distratta sull’erba verde, mentre qualche foglia dai colori autunnali cadeva dagli alberi, aiutata dal vento impetuoso. Era sola, Pansy, come dall’inizio dell’anno: metà dei suoi compagni non erano tornati, impegnati tra le fila dei Mangiamorte. Anche Draco non era tornato, lasciandole un vuoto nel petto che non credeva possibile. Vivere con la paura di morire tutti i giorni era terribile, ma lei doveva andare avanti perché non avrebbe ceduto al dolore e alla tristezza.
Lei era lì, in piedi sulla collina più alta, con il lunghi capelli biondi mossi nel vento. Luna Lovegood era considerata la più strana, la più imbarazzante di tutta Hogwarts, eppure lei se ne stava lì, con i lunghi capelli davanti agli occhi ed un sorriso sulle labbra.
Come faceva a sorridere anche in una situazione come quella?
Incuriosita, Pansy si era avvicinata timidamente e l’aveva osservata senza dire nulla, lasciando che il silenzio cullasse quel momento. Luna aveva gli occhi aperti ed osservava dei piccoli cerchi colorati che piano piano faceva uscire dalla sua bacchetta; i cerchi, illuminati dal sole, riflettevano la luce e diventavano colorati, quasi come se fossero una specie di arcobaleno.
Erano bellissimi.
- Si chiamano bolle di sapone – aveva detto improvvisamente Luna, voltandosi verso di lei e creando altre bolle – Le ho viste fare ad un Babbano e ho scoperto quest’incantesimo. Non sono bellissime? –
Pansy aveva annuito, chiedendosi come mai la Lovegood si stesse rivolgendo a lei con quella gentilezza, visto che in passato l’aveva presa in giro come tutti gli altri.
- Tu non sei cattiva, Pansy –aveva continuato poi Luna, parlando più al vento che a lei – Hai solo bisogno di qualcuno che ti voglia bene –
Nuovamente Pansy aveva annuito, e si era ritrovata a sorridere a quella ragazza così strana; per qualche motivo sentiva dentro di se il bisogno di rimanere lì a guardare le bolle di sapone con lei, ad osservare i suoi occhi che la stavano calmando.
Forse c’era ancora speranza, Luna Lovegood poteva esserne la dimostrazione.
- Perché non mi lasci perdere come tutti gli altri, Lovegood? – aveva chiesto all’improvviso, cercando di risultare sgradevole. Odiava mostrare agli altri la sua parte migliore, odiava mostrarla anche a se stessa.
- Perché tu brilli, Pansy, anche se non te ne sei mai accorta –
 
Da quel momento Luna e Pansy diventarono inseparabili.
 
Hogwarts bruciava ancora, bruciava di più.
 
Come poteva essersi ridotta così? Come poteva mancarle qualcuno che per anni aveva preso in giro? Pansy ricordava benissimo le bolle di sapone, e desiderò averle intorno a lei mentre volavano nell’aria. Dopo quel giorno, la ragazza aveva usato le bolle per dissipare le sue paure, per calmarsi quando la notte veniva svegliata dagli incubi. Le bolle le ricordavano Luna, le ricordavano come aveva sentito crescere la speranza dentro di lei.
E in quel momento, tutta quella speranza stava svanendo, portata via dal fumo acre delle torri di Hogwarts che andavano in fiamme.
Pansy non riusciva a muoversi, non aveva il coraggio di fare nemmeno un passo. Stringeva la sua bacchetta nella mano destra, indecisa sul da farsi. Combattere e rischiare la vita o rimanere nascosta come il più codardo dei Mangiamorte?
Se solo avesse visto il suo volto, se solo avesse avuto le sue mani incrociate sui suoi fianchi, se solo avesse potuto accarezzare la sua pelle bianca come quella notte…
Quella notte in cui aveva capito di essersi irrimediabilmente innamorata di Luna Lovegood.
 
La notte in cui era cambiato tutto.
 
C’era la luna piena quella notte, ed un lupo mannaro ululava in lontananza. Pansy non vedeva Luna da qualche mese, dalle vacanze di Natale precisamente, ed era rimasta a torturarsi in Dormitorio perché non riusciva ad avere sue notizie.
Poi quella notte, aveva deciso di salire sulla Torre di Astronomia.
E lei era lì, silenziosa come le stelle che brillavano in cielo, ad osservare la sua omonima in cielo; Pansy non riusciva a vederla in volto, ma aveva allungato il passo quando si era resa conto che probabilmente Luna stava aspettando proprio lei.
Quando Luna si era voltata, Pansy avrebbe voluto spaccare il mondo.
Il volto era tumefatto, un taglio non ancora emarginato sfregiava la sua pelle perfetta ed aveva un livido sotto le labbra, ancora fresco.
- Che ti è successo? – aveva chiesto allora, non osando avvicinarsi troppo – Chi ti ha fatto tutto questo? –
Luna l’aveva guardata per un attimo negli occhi, poi era tornata ad osservare la luna; stranamente rideva, nonostante fosse debole e deperita.
- Loro – aveva risposto semplicemente, chiudendo gli occhi.
Pansy aveva stretto i pugni contro i fianchi cercando di controllarsi, ma a nulla era valso. La rabbia che provava nei confronti di chi aveva osato toccare Luna era troppo potente.
Lei non meritava tutto quel dolore.
- Vorrei ucciderli – aveva esclamato ad un certi punto, ma Luna l’aveva fermata, mettendole una mano sulla bocca.
- Mi sei mancata –
Pansy aveva sorriso: Luna riusciva a rimanere calma anche nelle situazioni più impensabili. Poi, al posto del sorriso, erano spuntate le lacrime. E Pansy aveva capito di essere irrimediabilmente innamorata di Luna, a tal punto da uccidere chiunque avesse provato a torcerle un solo capello.
La ragazza le aveva allora asciugato le lacrime dolcemente, per poi avvolgerle intorno al collo la sciarpa di Corvonero ed accarezzarle il volto.
- Se dovessi sparire un’altra volta, tienila con te –
Pansy non aveva potuto fermare quelle labbra così dolci ed invitanti che si posavano sulle sue; era un bacio diverso da tutti quelli che aveva mai dato, ma proprio per quello più speciale.
Le labbra di Luna, la sua sciarpa, quei capelli che volavano nel vento.
 
Era stata una notte perfetta, come le loro bolle di sapone.
 
Pansy non si era accorta di essere stata raggiunta, nel buio più totale; era rimasta in bilico, come tutte le volte che ripensava al loro primo bacio, alle labbra al sapore di lacrime di Luna, alla sua sciarpa argento e blu, che ancora teneva sotto il cuscino, da stringere quando si sentiva sola.
La riconobbe dal profumo; per un attimo tirò un sospiro di sollievo. Luna era salva, non era tra le persone che giacevano tra le macerie della scuola.
La ragazza le mise una coperta sulle spalle: Pansy si rese conto solo in quell’istante che aveva la pelle d’oca, probabilmente provocata dal freddo e dalla paura che provava.
- L’ho fatta apparire quando ti ho vista da laggiù – Luna indicò un punto indistinto davanti a lei, dove in quel momento un Mangiamorte stava combattendo contro la professoressa McGranitt – Ho pensato avessi freddo, tutta sola qui –
- Perché sei venuta da me? Vuoi la mia compassione? – la rabbia di Pansy esplose, come gli incantesimi che si infrangevano sulle vetrate del castello – Vuoi che ti chieda scusa? Vuoi che vada a combattere, Luna? –
Si voltò verso di lei, ed in quell’istante capì che nonostante la sua forza di volontà, nonostante si fosse imposta di starle lontano, nonostante avesse deciso di soffocare quell’amore impossibile, lei amava ancora Luna. Amava la sua forza, il suo coraggio, la sua lealtà e la sua stranezza.
 
Non avrebbe mai dovuto trattarla come quel maledetto giorno.
 
Aveva parlato con Theodore, il suo migliore amico, gli aveva urlato in faccia tutto il suo dolore e la sua rabbia ed alla fine si era resa conto che quell’amore con Luna era sbagliato, era pericoloso.
Quel pomeriggio si erano incontrate nel loro posto speciale, dove potevano semplicemente essere loro stesse alla luce del sole, senza che nessuno potesse giudicarle ed additarle.
L’aveva raggiunta vicino a quel tronco di albero, dove lei era seduta a guardare le nuvole, con un grande fiore tra i capelli color del grano. Era bella, troppo bella Luna, troppo pura per una codarda come lei; era da togliere il fiato, e se solo le persone si fossero impegnate a conoscerla, l’avrebbero apprezzata davvero.
 
Luna Lovegood era speciale, era intensa, era tutto per Pansy.
Era vita.
 
- Ti stavo aspettando, sei in ritardo – aveva esclamato Luna, sentendo i passi pesanti della ragazza. Pansy non la baciò, limitandosi a sedersi accanto a lei, stando ben attenta a non sfiorarla. Ogni minimo gesto avrebbe spezzato la sua volontà di ferro.
Erano rimaste per un po’ in silenzio, senza toccarsi, senza sfiorarsi e senza guardarsi, solo con la sensazione di stare per perdere qualcosa di prezioso e di raro, qualcosa con cui avrebbero fatto i conti nei giorni successivi.
- Avanti, che succede? – aveva chiesto Luna, alzandosi e guardandola coraggiosamente negli occhi scuri e profondi, che in quel momento erano come spenti.
Pansy non aveva il coraggio di rispondere, così Luna si era mossa di qualche passo.
- Dillo ad alta voce –
Non aveva pianto, Luna, quando Pansy le aveva comunicato di non poter più andare avanti con quella storia. Si era limitata a darle un bacio sulle labbra e a lasciarla sola.
 
Sola con le sue colpe, sola con i suoi pensieri.
Sola.
 
Pansy scoppiò a ridere, nel tentativo di mandare via Luna, di salvare almeno lei; perché Pansy si sentiva dannata a vivere una vita non sua, una vita nella quale non avrebbe mai potuto essere se stessa. Tutto ciò che le sarebbe rimasto di lei era un ricordo, mille ricordi dei giorni passati insieme, di nascosto, con il cuore che batteva all’impazzata.
Come in quel momento.
- La tua bocca sta sorridendo, ma i tuoi occhi sono tristi. Perché? –
Pansy scosse la testa; ancora una volta Luna aveva saputo leggerle dentro, arrivarle all’anima e sconvolgerla, come quella mattina con le bolle di sapone.
- Dillo ad alta voce, Pansy. Non avere paura – le prese una mano dolcemente e la strinse con la sua.
- Ti amo, Luna – le parole le uscirono senza che ci avesse pensato, senza averlo premeditato, ed un istante dopo la coperta cadde a terra e si ritrovò tra le braccia della ragazza che amava, si ritrovò a baciarla lì, nel mezzo della Battaglia di Hogwarts, mentre il fuoco e le fiamme riducevano in cenere quella che per anni era stata la loro casa.
- Ti amo anche io – disse Luna sussurrando tra le labbra quelle parole, si abbracciarono strette, contente di essersi finalmente ritrovate.
- Ti amo e voglio combattere per te, per noi – Pansy si staccò e si girò in direzione della battaglia, prendendo in mano la bacchetta e puntando decisa verso i Mangiamorte.
 
La prima a cadere a terra fu Luna, colpita al petto da Bellatrix; a nulla valsero le urla di Pansy, il suo incantesimo scagliato contro la donna. Gli occhi della ragazza rimasero a terra mentre cadeva a terra quasi senza peso, elegantemente e silenziosamente.
Poi toccò a Pansy, colpita in pieno dalla stessa Maledizione; si sentì leggera per un attimo, poi rivide davanti a se l’immagine di Luna sorridente.
Il suo corpo cadde a terra, accanto a quello della ragazza che tanto amava e le loro mani, per qualche scherzo del destino, si ritrovarono l’una sull’altra.
Niente avrebbe più potuto separarle, da quel momento, niente avrebbe potuto fare loro del male.
 
Pansy chiuse gli occhi, ma sorrise in quell’istante.
 
Non era più sola, non lo sarebbe stata mai più.
 
*

Nda:
Non avrei mai creduto di poter scrivere di questa coppia, eppure visto il mio amore per Pansy, quando ho letto i loro nomi nel pacchetto mi sono innamorata delle mille possibilità che questa coppia avrebbe potuto darmi.
Sono una fan di Pansy e non mi piace chi la rende una ragazza facile; ho voluto riabilitarla, spero di esserci riuscita. I prompt li ho inseriti tutti, così come la frase. Le bolle di sapone, la sciarpa e “labbra” sono nei ricordi di Pansy, mentre il prompt “coperta” l’ho usato nel presente.
So che non è esattamente un pairing facile, ma ho cercato di vedere Pansy come una Serpeverde, certo, ma anche come una ragazza bisognosa d’amore. E Luna, lo sappiamo, darebbe amore a chiunque.
Hope you like it! 
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