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Autore: MartaJonas    13/06/2012    5 recensioni
Aveva salvato la vita ad un numero, uno dei tanti. Per molti non avrebbe fatto differenza, ma quel giovane uomo sapeva che lei, in un modo o nell’altro avrebbe fatto la differenza.
Quello erano tutti loro: una società di numeri; così tanti da non riuscire a contarli.
Ce ne erano di più altri, di più bassi, di fondamentali, di primi. Ma pur sempre numeri, soltanto numeri.
Eppure ogni numero poteva fare la differenza.
Ogni numero è in relazione con un altro, in un modo o nell’altro. Quindi questi si incontrano, si relazionano, sono destinati a stare insieme.
All’inizio l’operazione potrà non riportare, a causa di alcuni sbagli, ma la matematica non è un’opinione, e prima o poi si arriverà alla soluzione giusta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!
Mi intrometto qui all'inizio, solanto per consigliarvi di ascoltare Fix you dei Coldplay mentre leggete! Ci vediamo dopo il prologo! ;) 


 

Stuck in reverse


Prologue


 

And the tears come streaming down your face 

When you lose something you can't replace 

When you love someone but it goes to waste 

could it be worse?

 

 

Quel ponte non le era mai sembrato così alto. Tremava, ma non sapeva neanche lei se fosse a causa del freddo pungente di metà febbraio, oppure dalla paura che provava in quel momento. 

Il suo cuore accelerava su quel Williamsburg Bridge, quello stesso ponte che aveva attraversato milioni di volte. Non si decideva a cambiare idea,era ferma sulla sua decisione. Niente e nessuno gliel’avrebbe impedito. 

Una lacrima le rigò il viso,seguita da chissà quante altre gocce salate. Non sarebbe mai voluta arrivare a questo, non voleva, ma era l’unica soluzione a tutto. 

L’acqua si muoveva, agitata. Le nuvole grigie coprivano il cielo newyorkese, ancora un po’ e sarebbe cominciato a piovere. 

Sentì il rumore del treno provenire da lontano, e prima che se ne potesse accorgere sentì un folata di vento proprio alle sue spalle, un fischio proveniente da quella ferraglia su rotaie, e il rumore assordate provocato dal treno dietro di lei; per un attimo perse l’equilibrio, e con esso anche un battito cardiaco, ma poi si attaccò forte a uno dei tanti pali di ferro del ponte. 

Riprese a respirare solo quando l’intero treno era passato dietro di lei, con il cuore in gola e il fiatone. Mentre cercava di riprendersi dallo spavento si chiese il perché di tutto quello: la bastava un passo e avrebbe risolto tutto. Doveva buttarsi da quel stramaledetto ponte, e sarebbe andato tutto per il meglio: quelle lacrime sul suo viso non sarebbero più ricomparse. 

Fissò l’acqua di quel mare che circonda Manhattan, e pensò al giorno precedente, e non soltanto a quello.

-Cosa stai facendo lì sopra? – le disse una voce maschile che proveniva dalla sua destra. 

Lei sobbalzò e si girò nella direzione dalla quale proveniva  quella voce. 

Incontrò due occhi color cioccolata, ambrati; e si trovò a confessare a se stessa che di così belli non li aveva mai visti. Erano accompagnati da due labbra rosee, due sopracciglia folte e una barba appena accennata. Era un ragazzo che avrà avuto una ventina d’anni. In mano aveva un casco da bici; e una bicicletta, che probabilmente era la sua,  era stata scaraventata a terra a pochi metri da lì. 

-E tu chi sei? – lei si decise a parlare,con voce tremante, asciugandosi le lacrime che poco prima aveva lasciato cadere. 

-Sappi che mi sono buttato da posti molto più alti, e non mi sono fatto nemmeno un graffio. – la avvertì, non considerando per niente la domanda che gli era stata posta. 

-Io non so nuotare. – disse semplicemente. 

-Allora questo significa che mi butterò anche io e ti verrò a salvare.- le rispose sorridendole di rimando. 

-Perché dovresti farlo? – chiese lei. 

-Perché non voglio che tu ti faccia dal male! avanti scendi da lì! – disse avvicinandosi a lei 

-Fermo! Oppure mi butto!- lo avvertì con voce forte  ma tremante  staccando la mano dal palo al quale era attaccata. 

-No! Ferma! Perché dovresti farlo? Hai una vita davanti a te. – cercò di convincerla. 

-Fidati, è meglio che io mi trovi all’altro mondo in questo momento. È meglio per me, e per tutti. – ogni parola che pronunciava un’altra lacrima le rigava il viso. Odiava dirlo, odiava pensarlo, ma si era ridotta a essere convinta del fatto che fosse la cosa giusta da fare. 

-Come ti chiami? Quanti anni hai? – le chiese. 

-Ventidue. Mi chiamo Allyson – rispose.

-È davvero un bel nome. Anche io ho ventidue anni, sai? Mi chiamo Joseph. – disse guardandola negli occhi, quei bellissimi occhi color oceano. – Ma puoi chiamarmi Joe. –Cosa ti possono aver fatto per farti arrivare a pensare ad un suicidio? 

-Mi hanno cacciato da lavoro stamattina; ieri l’uomo che doveva diventare mio marito mi ha abbandonato sull’altare; ho combinato un casino; e mi ritrovo sola, o quasi, soltanto ad interpretare la parte di un altro numero in questa enorme città. – disse. – Non c’è futuro per me,e devo pensare anche a chi mi sta intorno. Senza di me, starebbero tutti meglio. 

-Cosa diavolo ti fa pensare questo? – le disse. – Sei una ragazza bella, altruista, piena di grinta, che non si arrende, non ho forse ragione? Si vede dai tuoi occhi, da come tu soffra a pronunciare ogni parola che dici: perché tu sai che c’è un’altra soluzione, devi soltanto avere il coraggio di cercarla. – le disse, fissandola negli occhi, convinto di quello che stava dicendo. 

Quel ragazzo era strano. Non la conosceva da neanche cinque minuti ma la aveva capita più di chiunque altro. 

-Smettere di vivere non è mai l’unica soluzione e tanto meno la migliore; ma soltanto quella degli uomini troppo deboli per reagire. – le disse, avvicinandosi lentamente. 

Dagli occhi di lei cominciarono a scendere altre lacrime,e ormai non sapeva più che pensare. 

-Serve soltanto un po’ di autostima, un pizzico di coraggio, e tanta voglia di vivere. Si ricomincia d’accapo , si gira pagina, e tutto andrà per il meglio. – le suggerì tendendole lentamente una mano – scendi da lì sopra, forza …

La ragazza guardò il palmo della mano del giovane, poi incontrò quei suoi occhi così rassicuranti e sinceri, e per un attimo tutto il resto sembrava avere un senso, tutto sembrava andare per il verso giusto. Lei tremante afferrò la sua mano, come se fosse la sua unica ancora di salvezza. 

Lui la tirò giù. Rimasero per un attimo a guardarsi; poi lei gli si fiondò addosso, e lo abbracciò, piangendo. 

-È tutto apposto, non preoccuparti. È tutto apposto … - continuava a ripeterle. La stringeva a lui e la rassicurava. Nessuno dei due sapeva definire quanto tempo fossero rimasti così, l’uno attaccato all’altra in un abbraccio infinito. Erano due sconosciuti, in realtà. Ma lui aveva capito con un solo sguardo con che tipo di ragazza avesse a che fare, e nel modo più semplice del mondo le aveva salvato la vita. 

Aveva salvato la vita ad un numero, uno dei tanti. Per molti non avrebbe fatto differenza, ma quel giovane uomo sapeva che lei, in un modo o nell’altro avrebbe fatto la differenza. 

Quello erano tutti loro: una società di numeri; così tanti da non riuscire a contarli. Ce ne erano di più altri, di più bassi, di fondamentali, di primi. Ma pur sempre numeri, soltanto numeri. 

Eppure ogni numero poteva fare la differenza. 

Ogni numero è in relazione con un altro, in un modo o nell’altro. Quindi questi si incontrano, si relazionano, sono destinati a stare insieme.

 All’inizio l’operazione potrà non riportare, a causa di alcuni sbagli, ma la matematica non è un’opinione, e prima o poi si arriverà alla soluzione giusta. 

 

 

Lights will guide you home 

and ignite your bones 

And I will try to fix you


 






Buonasera a tutti ragazzi! 
Bene, è finita la scuola, quindi sono tornata a darvi fastidio con un'altra fan fiction, tutta nuova, tutta di diversa, che non so neanche io come andrà a finire! 
Non ho mai postato così presto una fan fiction, senza neanche avere una trama abbastanza definita, ma avevo bisogno di un vostro parere.
E se voi siete così gentili da recensire questo prologo, io sarei la ragazza più felice del mondo! 
Spero di vedervi in tanti a lasciare un commentino! 
Un bacione grande
-Marta

  
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