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Autore: Zecho    13/06/2012    5 recensioni
Questo racconto, scritto in preda all'ispirazione e dunque abbastanza surreale e spiccio, narra di un giallo a scuola (con omicidio). Mi piacerebbe che chi leggesse si identificasse in Pietro, che si trova a dover nascondere un delitto, di cui non è pienamente colpevole come capirete leggendo il testo!
Genere: Generale, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bidella Fedora marciava per il corridoio: voleva evitare che succedesse come l'ultima volta, che due studenti non si erano presentati e, incaricata lei di cercarli, li aveva ritrovati chiusi in un armadietto....stavolta, avrebbe scovato subito i demonietti!

 

 

Sentì un gorgoglio da dietro un porta e fremette: non paghi di sbeffeggiarla, adesso la provocavano! Spalancò la porta, pronta al fervorino, ma quello che vide la fece svenire, mentre l'odore dolciastro del sangue si diffondeva per tutto l'istituto.

 

Nel frattempo la folla di studenti era accalcata di fronte all'aula. Di fronte a loro erano presenti quattro loro compagni, tre maschi e una femmina, riversi su i banchi come se dormissero; l'impressione era smentita dall'odore del sangue e dal pallore innaturale delle braccia; ognuno di loro stringeva un biglietto in mano.

Poco lontano dall'aula, c'erano tre studenti, due maschi e una femmina, che discutevano animatamente, badando a non farsi sentire dai compagni. "Questo è un delitto veramente efferato." diceva uno dei ragazzi, che portava gli occhiali "Chi poteva voler male a Matteo, Cristiano, Carlotta e Michelangelo?"

"Forse Giusto!" propose la ragazza, carezzandosi le trecce "Gli avranno fatto uno scherzo più pesante del solito...."

"Come ragionamento torna, Margherita..." le rispose gentilmente il ragazzo occhialuto "Ma Giusto è un pezzo di pane...e poi ce lo vedi a spaccare loro la testa...”

"Cielo, Paolo!" si spaventò la ragazza

"Non vedo come si potrebbe spiegare gli occhi fuori dalle orbite dei ragazzi!" si difese Paolo.

"C'è sempre Pippo..." propose meditabondo il terzo ragazzo, carezzandosi la prematura barbetta

"La tua tesi pecca di un solo punto, Fede" intervenne Paolo "Filippo è ambizioso, d'accordo, e se qualcuno si mostrasse migliore di lui, non esiterebbe a ucciderlo; ma, francamente, non ce lo vedo a fracassare il cranio a qualcuno...piuttosto a farlo inciampare!"

"Ma quella viscida serpe" intervenne animosamente Margherita "è stata anche l'ultimò a vederli!" "Dimentichi che poi è suonata la campanella" la contraddisse Paolo "e lui è tornato al suo posto, tanto più che aveva un interrogazione! E, anche pretendendolo colpevole, non si potrebbe spiegare la posizione della ferita. Essa è sulla parte sinistra della nuca."

"E con ciò?" fece Federico

"I mancini" spiegò Paolo con gesti appropriati "quando devono colpire qualcosa, usano prevalentemente la mano sinistra. Invece Filippo è destro; inoltre, ora che ci penso, era a fare una verifica, quando il decesso sarebbe avvenuto secondo la scientifica"

"E te" lo interruppe Margherita "Come fai a sapere cosa ha detto la scientifica?"

"Ho origliato" sorrise sibillino Paolo "Tornando al discorso, hanno detto che, contando il rigor mortis e simili paroloni, il decesso dovrebbe essere avvenuto alle 16:00." "Ciò fa rientrare tra i sospetti Filippo!" gli fece notare Margherita "Entra dalla porta ed esce dalla finestra" la deluse Paolo "Ieri ero in giro e l'ho visto prima alle 15:00 dal barbiere e poi alle 17:00 in piscina. E credetemi, non pareva nervoso come dopo un delitto!"

"Dopo che sua maestà" ironizzò benevolmente Federico "ci ha illuminato, potrebbe dirci chi altro rimane, sospetto?"

"Allora..."rifletté Paolo, mordicchiando l'asta degli occhiali "Ieri ho visto Pietro che litigava, in successione, con i ragazzi"

"È un buon sospetto" osservò Margherita "È molto forte e muscoloso."

"Inoltre entrambi avevano il movente" aggiunse Federico "Pietro è abbastanza irritabile da commettere un omicidio, involontario intendiamoci."

"Comunque sia" frenò le supposizioni Margherita "Bisognerebbe prima avere altri indizi tra le mani!"

"Giusto; entreremo stasera, quando non ci dovrebbe essere più nessuno!" fece Paolo, sgattaiolando dentro l'aula. L'aria era diventata più respirabile, ma si sentiva ancora il lezzo del sangue. Coprendosi le mani col maglione, Paolo provvide a rivoltare il busto dei ragazzi e provò una fitta di dolore, pensando agli occhi di Carlotta, che non avrebbero più fatto vittime; alla bocca di Michelangelo, che non avrebbe più sorriso; alle mani di Matteo, che non avrebbero più tormentato la sciarpa, come suo solito; al naso di Cristiano, che non avrebbe più sbuffato, come era solito fare se infastidito.

Il ragazzo allontanò queste riflessioni malinconiche e notò che al collo di Carlotta c'era un medaglione che non le aveva mai visto addosso... lo sganciò e lo rimirò: sul diaspro era inciso un paesaggio, che se osservato meglio, ricordava un volto di donna. Il ragazzo se lo mise in tasca.

Si diresse quindi alla lavagna, dove notò una scritta che era sfuggita all'attenzione generale.

Il messaggio era scritto in una calligrafia confusa, per cui Paolo impiegò non poco a capire il messaggio.

Nel frattempo Paolo e Margherita avevano frugato nella stanza e avevano portato uno i biglietti in mano ai ragazzi, l'altra un pezzetto di carta di una merendina della Milka.

Paolo guardò il pezzetto e disse "Dunque l'assassino, o chi per lui, ha la passione per il cioccolato." Tastò il pezzetto e aggiunse "E ha consumato la merenda dopo aver sistemato i cadaveri.".

Federico tese i foglietti e Paolo li lesse "Lupus, Canis, Delphina, Porcus...quattro animali senza connessioni tra di loro!" rifletté Paolo, prima di tirare fuori il foglietto su cui aveva scritto il messaggio sulla lavagna "Bada un po'!" esclamò "Sono gli stessi del messaggio!"

"Quale messaggio?" domandò Margherita

"Quello sulla lavagna" rispose Paolo "Aspettate, ve lo leggo: ante Lupus, deinde Canis, postea delfina, demun porcus. Ego sum u montes."

"Io non c'ho capito una mazza!" esclamò Margherita "Nemmeno io" fece eco Federico.

Paolo si rimproverò: in fondo, Paolo e Margherita frequentavano il pedagogico e, per quanto le due scuole fossero nello stesso edificio, era improbabile che l'enorme dose di latino che propinavano al classico, dove lui studiava, arrivasse anche li.

Perciò tradusse "Il testo dice Prima il lupo, poi il cane, quindi la delfina, finalmente il maiale. Io sono i monti... Anche se..."

"Anche se cosa?" domandò Federico

"Il latino non usa l'articolo...." considerò Paolo, meditabondo "Nessuno incapperebbe in un errore tanto grossolano! A meno che...." lo sguardo gli si illuminò

"A meno che cosa?" domandò Margherita

"Andiamo, forse so chi è il colpevole!" corse via il ragazzo, a rischio di rompersi gli occhiali.

Pietro stava fuori dalla scuola, mentre tentava di mascherare il suo nervosismo fingendo degli innocui brividi di freddo.

"Buona la cioccolata, eh?" lo scosse una voce, mentre Paolo, Margherita e Federico apparivano sulla scena. "si..." rispose Pietro esitante "si, mi piace.".

Paolo gli si avvicinò "Sai, Pietro, anche io ho una nonna che mi fa sempre dei manicaretti squisiti.." iniziò l'occhialuto, subito frenato da un gesto irritato "Lei è l'unica che mi vuole bene" stridette Pietro "Lei mi fa mangiare molto cibo..." "E hai associato il cibo al benessere" completò Paolo "È lo stesso meccanismo che gli scienziati usano per addestrare gli animali. attraversi il labirinto uguale formaggio, non lo attraversi niente formaggio!" "Ti ho sempre invidiato, sai Paolo? hai una famiglia che ti vuole bene..." Pietro fece una mossa brusca "Dimmi, Pietro" fece Federico "Cosa vedi in questa spilla?" e tese il medaglione di Carlotta "Vedo dei monti, un lago e due ghiacciai..." mormorò Pietro.

Paolo sospirò e guardò gli amici; poi, prese la sciarpa e legò strette le braccia a Pietro. "Cosa fai?" si stupì quello "Non avevo le manette e ho usato questa..." fece, freddamente, Paolo "E perché?". Paolo guardò di nuovo gli amici ed essi avanzarono. "Ieri, te stavi alla macchinetta..." iniziò Paolo "E quei quattro moscerini mi hanno fregato le merendine! Ero sul punto di dargliele, ma è suonata la campanella. L'unico sistema per spuntarla era invitarle a casa mia...loro hanno pensato che mi volessi scusare e sono venuti...." "Te invece li hai legati, come si vede dai segni alle mani" lo interruppe Paolo "E hai mangiato la cioccolata di fronte a loro, come si vede dalla cartina attaccata alla giacca di Matteo" continuò Paolo "Per te" espose Margherita "Ciò significava essere in possesso della fortuna, del benessere, mentre gli altri ti guardavano e speravano inutilmente!" Pietro pensò che era meglio dire lui la verità "Solo che loro si sono liberati e mi sono saltati addosso. Nell'evitare le botte, hanno sbattuto la testa e sono caduti a terra. Ero sul punto di portarli fuori dalla porta, ma mentre allargavo le braccia, ho fatto cadere le statuette sulle loro teste.

Ho detto a mamma che le avevo macchiate per errore mentre facevo arte. Come siete arrivati a me?" "Due parole: medaglioni e latino." dichiarò freddamente Paolo "Il medaglione di Carlotta, se visto da lontano sembra un viso....solo chi lo vede molto da vicino può vederci un paesaggio. Carlotta l'ha acquistato ieri, come si vede dal cartellino del prezzo, non ancora tolto, e quindi te sei l'unico che l'ha visto prima della sua morte, quando i poliziotti della scientifica hanno recintato la stanza e hanno impedito l'arrivo del pubblico." "E il latino?" fece Pietro, ancora stupito "Con la scritta, tentavi di incastrare me o comunque qualcuno che fa il classico e quindi conosce abbastanza bene il latino. Purtroppo hai voluto strafare: hai pensato erroneamente che in latino, si mettesse l'articolo! Inoltre, hai citato i monti, pensando alla decorazione della medaglietta!

E ciò ci ha guidato a te per il motivo che ben sai.....". Pietro si sciolse, tese la sciarpa e si coprì il viso con le mani e i tre se ne andarono.

"Perché non l'hai arrestato?" disse Federico "Si costituirà, vedrai! E poi mi serviva la sciarpa!" rispose Paolo "Certo che il cioccolato fa male...." considerò Margherita...

  
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