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Autore: mamie    14/06/2012    1 recensioni
Ancora 50 frasi su Lavi e Kanda, sul loro rapporto e sulla loro permanenza nell'Ordine Oscuro.
Partecipa all'iniziativa "1 frase" di Lj.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '1 frase'
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Nota: partecipa all'iniziativa di Lj "1 frase" http://1frase.livejournal.com/

INNOCENCE


#01 - Angelo
Un grande, minaccioso angelo decapitato, ecco come a volte appariva l’Innocence ai loro occhi; a volte faticavano non poco a pensare che fosse quella la strada per il Cielo.

#02 - Sorriso
Se Lavi avesse potuto vedere quell’accenno di sorriso sulle labbra di Kanda, sarebbe alla fine morto contento.

#03 - Felicità
La felicità non è di questo mondo… era quello che gli insegnavano sempre, ma a volte, nel mezzo della notte, qualche momento rubato al passare inesorabile del tempo se lo prendevano di nascosto.

#04 - Pericolo
Vivevano nel pericolo, ci camminavano in mezzo, ci dormivano insieme, erano allenati, addestrati per quello; ma il peggio non era la battaglia, il peggio era il prima e il dopo.

#05 - Confusione
Lavi si divertiva particolarmente a mandare Kanda in confusione: era così bello quando si arrabbiava!

#06 - Mondo
Loro erano lì per salvare il mondo, glielo ripetevano in continuazione, ma il dubbio si insinuava comunque: perché mai il mondo avrebbe meritato di essere salvato?

#07 - Finestra
Kanda a volte stava immobile dietro una finestra a guardare la pioggia che rigava i vetri: era quasi un modo di piangere per procura.

#08 - Spazio
Perché in un lunghissimo tavolo, praticamente vuoto, Lavi doveva proprio mettersi vicino a Kanda quando erano a colazione?

#09 - Vista
Lavi poteva anche avere un occhio solo, ma la sua vista arrivava molto, molto lontano.
  
#10 - Pace
Sapevano che l’unica pace che avrebbero avuto sarebbe stata quella della morte… ma a volte erano così stanchi che la trovavano persino desiderabile.

#11 - Sbaglio
Kanda si rese conto del grossissimo sbaglio che aveva fatto solo quando un Lavi particolarmente ilare lo salutò con un “Buongiorno Yuu” di fronte a tutta la mensa.

#12 – Occhio
L’occhio verdissimo di Lavi riusciva ogni volta ad inchiodare Kanda a quelle inquietudini che ostinatamente cercava di ignorare.

#13 – Mare
Davanti al mare la loro esistenza non aveva più senso di quella dei granelli di sabbia sulla spiaggia.

#14 – Folla
Kanda scappava ogni volta dai corridoi affollati della sede centrale per andarsi a cercare un angolino in cui meditare: peccato che spesso Lavi si presentasse ad incrinare la sua perfetta solitudine.

#15 – Gabbiano
Proprio come un gabbiano, Kanda volava elegante e colpiva feroce… Lavi evitava accuratamente di dirgli che a volte strideva in modo altrettanto sgradevole.

#16- Sogno
Non osavano avere dei sogni, per non farseli strappare via dal destino.

#17 – Libertà
La libertà di andarsene era solo un’illusione: davvero non sapevano fare niente di diverso.

#18 – Gelato
Kanda tollerava solo il sorbetto allo Yuzu, che Jerry faceva apposta per lui, mentre ogni volta Lavi si presentava con una coppa traboccante di cioccolato e vaniglia.

#19 – Controllo
Lavi sapeva dove punzecchiare esattamente Kanda per fargli facilmente perdere il controllo, e si divertiva un mondo a farlo.

#20 – Pesce
Kanda assaporava ogni volta il sashimi con grande concentrazione; le prese in giro di Lavi su questo argomento non riuscivano minimamente a scalfirlo.
 
#21 – Sole
Lavi riusciva ad essere quell’ostinato raggio di sole che andava a sciogliere in Kanda qualche fragile punto ghiacciato.

#22 – Brezza
La brezza che soffiava da ovest, in certi tramonti sanguinosi, aveva lo strano potere di alleggerire loro il cuore.

#23 – Costa
Kanda era una costa rocciosa su cui, come un’onda, Lavi si infrangeva di continuo, solo in apparenza senza lasciare traccia.

#24 – Città
Quelle città piene di pioggia e di disperazione si stratificavano piano piano dentro di loro finché non si sentivano inquinati.

#25 – Casa
L’unica parvenza di casa che avessero era la sede dell’Ordine, un incrocio fra un orfanotrofio e una caserma, ma che a volte diventava improvvisamente un dolcissimo e desiderabile miraggio.

#26 – Bugia
Lavi era il numero 46, ma le sue maschere non mentivano mai.

#27 – Telefono
Ricevere ordini o notizie fastidiose al telefono era per Kanda sommamente irritante, per questo il più delle volte si rifiutava di rispondere.

#28 – Orizzonte
Il loro orizzonte a volte si limitava ad un altro passo senza cadere a terra.

#29 – Stile
Oh, non c’erano dubbi che Kanda avesse stile da vendere, per Lavi effettivamente ne aveva quasi troppo: specialmente quando la lama di Mugen andava a sfiorare pericolosamente il suo collo.

#30 – Malinconia
Lavi era quello allegro, chiacchierone, irriverente, fiducioso, gioviale… solo il vecchio Bookman a volte riusciva a vedere quei momenti nascosti in cui il suo sorriso fanciullesco si venava di malinconia.

#31 – Bacio
Avrebbe voluto baciarlo proprio lì, dove le sopracciglia si univano in una ruga di disappunto, per distendergli la fronte e finalmente il cuore.
 
#32 – Mano
Quando vedeva la mano di Kanda cercare bene con le ultime due dita la presa sull’impugnatura di Mugen, Lavi sapeva che, chiunque fosse l’avversario, non sarebbe mai riuscito a parare quel colpo.

#33 – Caduta
Gliel’avevano ripetuto fino alla nausea che la sete di conoscenza aveva provocato la caduta dell’umanità… e allora Lavi cosa ci faceva lì?

#34 – Volo
Per un attimo, prima dell’impatto devastante col terreno, gli era sembrato quasi di volare: ecco, anche la loro vita era così, un volo prima del buio.

#35 – Felino
Kanda era solito muoversi come un superbo gatto, silenzioso e letale; ma fra loro di sicuro era l’occhio brillante di Lavi ad averne la malizia beffarda.

#36 – Gravità
Certi giorni pareva che l’aria si concentrasse come un peso sulla nuca, schiacciandoli al suolo.

#37 – Fantasma
In fondo gli akuma non erano altro che fottuti fantasmi: perché allora a volte si sentivano loro come se stessero per sparire?

#38 – Lotta
Ogni giorno era una lotta fra il desiderio di vivere e quello di farla finita una volta per tutte: però da un po’ di tempo, da quando stavano insieme per la precisione, la vittoria della vita era molto più facile.

#39 – Motore
Gli ottimisti vantavano le nuove macchine a motore come un indispensabile passo verso la liberazione dell’uomo, ma Lavi non ne era così sicuro: aveva imparato che gli uomini passano da una schiavitù all’altra con estrema facilità.

#40 – Tornado
Nessun tornado riusciva ad eguagliare la furia di Kanda quando era convinto che qualcuno avesse attentato al suo onore.

#41 – Vecchiaia
Lavi poteva anche vedersi, nei panni di un vecchio Bookman monocolo e saccente, ma non riusciva proprio a vedere Kanda come un vecchio maestro Zhu, e questo gli faceva molta, molta paura.
 
#42 – Domani
Domani e domani e domani… spegniti, breve candela[i] le prove della filodrammatica avevano inaspettatamente ipnotizzato Kanda: perché Lavi riusciva a pronunciare quella battuta in un modo che gli dava i brividi?

#43 – Sangue
Chi verserà con me il suo sangue sarà mio fratello[ii] a volte una recita dice più chiaramente quello che nella vita non riusciresti mai ad esprimere.

#44 – Paradiso
Era facile guadagnarsi il Paradiso, bastava morire dalla parte giusta… solo che cominciavano ad avere dei dubbi su quale effettivamente fosse la parte giusta.

#45 – Volontà
La forza di volontà di Kanda era stata sempre forte, fortissima… allora perché non riusciva in alcun modo a chiudere la bocca al dannato coniglio ogni volta che lo chiamava Yu?

#46 – Reale
A volte, pur camminando alla luce del sole, tutto pareva loro impercettibilmente irreale: in certi momenti avrebbero forse gradito che la realtà non fosse mai più andata a bussare alla loro porta.

#47 – Rosa
La prima volta che Lavi usò l’espressione “non c’è rosa senza spine”, Kanda pensò a quanto fossero stupidi certi proverbi.

#48 – Voce
Lavi continuava a parlare imperterrito, anche se Kanda probabilmente non riusciva più a sentirlo; ma la sua ostinazione non sarebbe venuta meno solo perché la morte si metteva in mezzo.

#49 – Solitudine
Kanda era orgoglioso della sua solitudine, gli serviva da scudo e da bastione:  soltanto Lavi aveva il coraggio di scalfire quella corazza che sembrava immutabile.

#50 Cecità
Fu solo quando Lavi si tolse la benda dall’occhio cieco restando così veramente, assolutamente nudo, che Kanda cedette di colpo, come se lo avessero abbattuto, a quella felicità che gli era parsa sempre così lontana.
 


[i]  Shakespeare – Macbeth
[ii]  Shakespeare – Enrico V
  
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