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Autore: SoniaChirico    14/06/2012    2 recensioni
I suoi occhi neri sono a un soffio da me, la sua bocca pure. Ma non mi bacia, mi guarda. Intrappola i miei occhi nei suoi. Porta una mano sul mio viso e mi aggiusta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. – Perché scappi da me? – Le lacrime cominciano a scendermi dagli occhi. Lui le asciuga.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok, tutto ha una fine e anche questa storia
è giunta al termine.
Spero che questo capitolo,
come al solito,
vi piaccia, e beh,
vi auguro buona lettura!





May I be your love?
Capitolo 20 -Always, forever.
Epilogo.

 
 
 
Mallory’s Pov.
 




«Senti freddo?», chiede Kyle accarezzandomi il fianco.
«No, è più o meno come il tempo di Boston»
«Si, più o meno. Forse più freddo»
«Si, decisamente più freddo», dico passandogli un braccio intorno alla vita.
«Non hai freddo, vero?»
«No, stai tranquillo»
 
Non mi sembra vero. Sto passeggiando per Vienna insieme al ragazzo che amo.
Senza problemi.
Senza litigi.
Senza preoccupazioni inutili.
Certo che tornare a scuola dopo tutto questo sarà una vera tragedia.
 
E’ quasi buio e ci sono molte persone che passeggiano insieme ai figli. Vedo una coppia di giovani viennesi con due bimbi piccoli. Sono biondi e hanno gli occhi azzurrissimi. I due ragazzi sono felici e sembrano davvero molto innamorati.
Voglio essere così, tra un po’ di anni.
Voglio essere con Kyle.
Voglio avere dei figli, con lui.
E voglio essere ancora innamorata di lui.
Sempre, per sempre.
 
 
 
 
Domenica, 18th Settembre. 10.18 – Vienna.
 
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri amore mio, tanti auguri a te..». Le note di “Happy Birthday” mi svegliano dolcemente dal mio sonno profondo, così apro gli occhi e quelli di Kyle sono davanti ai miei.
«Buon 18esimo compleanno amore mio..»
«Aspetta, è già 18?»
«Si, buon compleanno»
«Grazie, amore», si lancia sopra di me e mi abbraccia fortissimo.
«Questa è per te», mi dice mentre prende un vassoio (con una torta  sacher, un’altra) con 18 candeline sopra.
«Dio, Kyle. Avrò preso 12 chili in tre giorni»
«Non è vero, lo sai»
«Grazie». Gli dico mettendomi seduta ed iniziando a tagliare la torta.
«Esprimi un desiderio», sussurra Kyle vicino al mio orecchio.
«Ho già tutto quello che voglio qui con me», rispondo baciandolo dolcemente sulle labbra.
 
 
 
 
 
Mi sveglio, incredibilmente rilassata e tranquilla.
Cosa che non faccio da un paio di giorni, quando ho scoperto di avere un ritardo di circa cinque giorni, e il vomito.
Vomito sempre.
Il sogno del viaggio fatto tre anni prima mi fa svegliare  in modo dolce.
Kyle è ancora con me, è qui.
Sono innamorata di lui come il primo giorno che l’ho visto. Lo bacio e ci metto la stessa passione che ci mettevo anni prima.
 
«Sei sveglia?», dice Kyle girandosi verso di me e baciandomi la fronte.
«Si, mi sono appena svegliata» - mi avvicino a lui e mi stringo contro il suo fianco. - «Ho sognato la mattina del mio 18esimo compleanno, a Vienna»
«Ah, si?»
«Si, mi ricordo ancora tutto, sai?»
«Anche io, angelo», mi alzo e gli do un bacio sulle labbra, mentre mi alzo e apro le tende della nostra camera da letto.
 
Non potrò mai dimenticare il giorno in cui mi ha chiesto di andare a vivere insieme. Sono letteralmente scoppiata a piangere e Kyle pensava volessi lasciarlo.
Non ho mai fatto scelta migliore in vita. Vivere con lui mi viene così semplice e naturale.
«E’ tutto ok?», domanda Kyle accarezzandomi il ventre. Sussulto. Per un attimo ho pensato che lui sapesse del mio dubbio.
«Si, tutto ok».
 
 

                      *

 
 
Mi sa che è ora di fare un test di gravidanza.
Gravidanza.
G R A V I D A N Z A.
Oddiomio.
Non so se sono pronta.
Ho solo ventun’anni.
Kyle.. Kyle rimarrebbe con me, se fossi incinta?
Ha finito l’università e sta facendo la specializzazione in un ospedale vicino casa.
E’ contento del suo lavoro, e lo sono anch’io.
Sono iscritta anch’io all’università e mi piace quello che studio, solo che ultimamente non sono molto convinta che questa sia la vita che voglio per me.
E poi questo bambino ha bisogno di una madre.
Q U E S T O  B A M B I N O.
Non so nemmeno se sono incinta e già mi preoccupo per lui..
E non è forse quello che chiamano istinto materno, questo?
 
 
 
«E’ tutto ok, Mallory?», Jenn mi sveglia dai miei pensieri e io sobbalzo.
«Si, si. Tutto bene»
«Sei molto sovrappensiero in questi giorni..»
Devo dirlo a qualcuno. Sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno e questo peso mi sta facendo letteralmente esplodere il cervello. E lo stomaco.
Mi siedo sul divano accanto a lei e incrocio le gambe, torturandomi le mani.
 
«C’è qualcosa, allora», sussurra Jenn.
«Io … non lo so..però ho … ho un … un ritardo di più di … cinque giorni e credo di essere … incinta, Jenn. Vomito continuamente e ho detto a Kyle che è il nervosismo per l’esame all’università..»
«Mallory, sei incinta?»
«NON LO SO! Credo di esserlo»
«Credo che dovresti fare un test»
«Lo credo anch’io! Però ho paura che Kyle..»
«Se ne andrebbe?». Annuisco mentre abbasso lo sguardo. Lei si avvicina a me e mi abbraccia.
«Mallory, sono tre anni che state insieme, abitate insieme, soli, lui ti ama. Non credo se ne andrebbe..»
«Ho paura..»
«Lo so, e ti vedo che non sei tranquilla. Facciamo il test, ok?»
Annuisco e la vedo prendere la borsa.
«Ne vado a prendere uno, ok? Torno tra poco, sta’ tranquilla»
 
 
 
 
E’ passata circa un’ora da quando sono chiusa in bagno  e fisso i tre bastoncini bianchi e viola immobili sul lavello.
Tutti hanno un piccolo + sullo schermo.
«Mallory, apri questa maledetta porta? E’ un’ora che sei chiusa lì dentro!», la voce di Sophia mi scuote. E’ venuta anche lei.
«Ok, io la apro. Ma voi..»
«Sta’ tranquilla!»
 
Apro la porta e loro si precipitano dentro, mentre io mi siedo sul water chiuso.
 
Si girano verso di me sorridenti e esclamano: «Sei sicuramente incinta!»
Io nel frattempo mi alzo e mi giro, mi chino sul water e vomito tutta la colazione.
Jenn mi tiene i capelli e Sophia mi accarezza la schiena.
«Non ti preoccupare, mmh? Ci siamo noi. E poi Kyle non ti lascerà..»
«Pensa che Kyle la lascerà?!»  - esclama Sophia esterrefatta - «Non lo farà mai, Mallory!»
Mi passano un asciugamano ed io mi asciugo la bocca.
«Non lo farà?», chiedo mentre due lacrimoni mi scendono dagli occhi.
«Non lo farà, Mallory. Ti ama così tanto..». Si abbassano e mi abbracciano.
Le lacrime cominciano a rigarmi le guance e loro le asciugano.
«Io non so se ce la faccio..», sussurro portandomi le mani in grembo.
«Ci siamo noi, qui. Ok? E poi Kyle ti aiuterà Mallory.. l’ha sempre fatto»
«E se non vuole questo bambino? Che faccio, eh? Lo lascio? No. Lo amo troppo. Abortisco? No, amo troppo anche lui»
 
E mi fermo. Rimango immobile e non sento più nulla, mentre nella mia mente risuona la frase che ho appena detto:
Amo troppo anche lui.
E’ a malapena un’ora che so della sua esistenza e già lo amo.
 
 
Sento aprire la porta e poi vedo Kyle fare capolino dalla porta.
«Ehi», si avvicina a me e si siede sul divano.
«Ehi, allora?», cerco di mantenere la voce calma, voglio tenere il segreto fino a stasera.
«Tutto ok, tu? Hai vomitato ancora?», chiede, preoccupato.
«Si, un paio di volte»
«Quand’è l’esame?»
«Non lo so..».
 Si, l’esame.
«Sta’ tranquilla, angelo. Andrà bene»
«Speriamo», mi sdraio sul divano e appoggio la testa sulla sua gamba, mentre lui mi accarezza i capelli.
 
 
 

            *

 
Entro in bagno e mi chiudo a chiave. Kyle è ancora di sotto che si guarda la tv. Ho intenzione di dirgli che sono incinta e anche lui mi è sembrato volesse dirmi qualcosa.
E se mi volesse lasciare?
E se rimanesse con me solo perché sono incinta?
Dio, perché mi faccio tutti questi problemi?
 
 
Alzo la maglietta scoprendo la pancia e mi metto di profilo. Accarezzo il mio ventre e non noto nulla di diverso. D'altronde, non so nemmeno quant’è che sono incinta.
 
«Amore, hai finito? Mi servirebbe il bagno!», sento Kyle bussare così apro la porta e lui mi da un bacio veloce, prima di entrare nel bagno e chiudersi.
 
Mi tolgo di dosso la tuta che indossavo e prendo da sotto il cuscino la canotta un po’ lunga che uso come pigiama.
Mi infilo sotto le coperte e mi giro su un lato, mentre aspetto che Kyle esca da quella maledetta porta.
 
 
 
La porta si apre ed esce Kyle, che comincia a correre verso di me.
«Ti devo dire una cosa, non ce la faccio più», esclama.
Mi siedo e incrocio le gambe mentre gli occhi cominciano a bruciare.
«Vuoi lasciarmi, vero?», sussurro mentre mi guardo le mani.
«Ma che dici?», urla Kyle mentre con un dito mi alza il mento.
«Vuoi lasciarmi, ti sei stancato di me..»
«ZITTA! Non dire cazzate, Mallory!»
 
Alzo lo sguardo sui suoi occhi e mi rilasso un po’.
«Allora non vuoi lasciarmi?»
«No, volevo solo dirti una cosa»
«Anche io devo dirti una cosa», voglio farlo, voglio dirglielo.
«Prima io. Sono tre anni che stiamo insieme, ed io non riesco a togliermi dalla mente il primo giorni in cui ti ho vista e sinceramente non voglio farlo. Mi sono innamorato di te da quando ho visto la tua faccia sporca di rossetto, e poi quando fuori dalla pasticceria ho visto i tuoi occhi e ti ho abbracciato ho capito che tu potevi davvero rendermi migliore. E lo hai fatto. Non rimpiango nulla di questi tre anni e quando dico che non vorrei passare un solo giorno con una persona che non sia tu, dico la verità. Ti amo Mallory, e voglio passare tutta la vita con te, quindi» - mette la mano in tasca e tira fuori un piccolo portagioie e lo apre - «Vuoi sposarmi?» - dice con la voce tremante.
«Spos..sposarti?», sussurro, guardando il meraviglioso anello d’oro bianco con un solitario di diamante sopra.
«Sposarmi, angelo»
Alzo lo sguardo sui suoi occhi e li vedo lucidi. Ha le spalle rigide, la bocca ferma. E’ in attesa.
«Si..si. Voglio sposarti» bisbiglio, mentre lui prende l’anello e lo infila delicatamente nel mio anulare sinistro.
Mi avvicino a lui e ci baciamo, mentre io accarezzo il suo collo con la mano destra.
«Io voglio una famiglia con te, Mallory. Voglio andare in vacan..»
«Ce l’hai già...». Dico, tutto d’un fiato.
Lui mi guarda senza sapere che dire, con gli occhi spalancati e confusi. Prendo la sua mano e l’avvicino al mio ventre, poi ce l’appoggio sopra.
Vedo i suoi occhi pian piano diventare più lucidi e poi mormora: «Sei incinta?» - io annuisco e lui sorride.
Sorride veramente, è pieno di gioia, di amore.
E’ pieno di amore per me e per il nostro bambino.
«Ho fatto dei test ma non so se lo sono..»
«Quanti ne hai fatti?»
«Tre..»
«Dovrebbe essere certo ma domani andiamo in ospedale da me a fare un’ecografia, okay?»
«Okay»
 
Mi avvicino a lui e mi lascio abbracciare.
«Un bambino..angelo»
«Il nostro bambino..»
«Allora non vomitavi perché eri nervosa per l’esame..»
«No»
«Amore mio», mi stringe contro il suo petto.
 
 
 
 
Prima ecografia.
 
«Sentirai un po’ di freddo adesso..», un amico di Kyle, una dottore del terzo anno, spalma il gel sulla mia pancia e poi ci appoggia l’ecografo, iniziando a cercare il bambino.
«Hai già fatto il test?», chiede il dottore.
«Si, ne ho fatti tre. Ma lui voleva essere sicuro così.. poi i test non sono molto sicuri..»
«Meglio fare un’ecografia, si. Certo», continua a passare l’ecografo e dopo buoni dieci minuti la paura di non essere incinta mi travolge, ma poi lui sorride.
«Eccoti qui, piccolino» - si volta verso di noi e ci sorride - «Guardate, eccolo. Congratulazioni» - indica con l’indice un piccolo puntino nello schermo.
 
Mi ritrovo a fissare quello schermo con lacrime di gioia che escono dai miei occhi, poi sento la mano di Kyle stringere la mia e guardandolo vedo che anche lui piange come me.
Il dottore mi pulisce la pancia e ci dice che quando vogliamo possiamo andare.
Mi alzo e Kyle mi prende immediatamente fra le braccia.
«Amore mio..»
«Ti amo, Kyle»
 
 
Seconda ecografia.
 
«Allora, Mallory. Come va?», il Dottor Nicholson, Michael, Kyle me l’ha presentato.
«Tutto bene, Kyle però vuole farmi venire qui ogni mese. È un medico, ha paura e si spaventa..»
«Già, questa è una delle maggiori preoccupazioni fra i medici quando hanno dei figli. Allora, come al solito..»
«Sentirò un po’ di freddo». Sorrido a Michael.
«Si, brava»
«Grazie», dico, sorridendo. Il bambino è cresciuto un pò, e adesso si vede (per un soffio) che sono incinta.
«Il bambin..», Michael si ferma mentre parla e io mi giro preoccupata verso di lui.
«Che succede?»
Non risponde, aggrotta le sopracciglia e Kyle cerca di guardare lo schermo.
«Ehi, che succede?»
«Non è un bambino …», dice Michael.
«Mi sto spaventando, cazzo! Mi volete dir …»
«Sono due …», bisbiglia Kyle.
«Cc..che cosa?», dico, prendendo la mano di Kyle.
«I bambini.. sono due..»
«Gemelli! Ri-congratulazioni!»
 
Un attimo.
Gemelli?
Duegemelli?
Non ero pronta per un figlio, e ora lo devo essere per due?
«Angelo..?» - la voce di Kyle mi sveglia dai miei pensieri ed alzo lo sguardo verso di lui. - «Amore?»
«Sono due..», sussurro, alzandomi.
 
«Io non sono pronta..non sono pronta Kyle. Non per due figli..no. Io non posso..»
«Vi lascio da soli», Michael si alza ed esce dalla saletta.
Cammino avanti e indietro per la sala quando Kyle mi ferma mettendomi due mani sulle spalle.
«Angelo..»
«Non so se ce la faccio.. sono due, Kyle.. due bambini..»
«Due piccoli bambini che hanno bisogno di te, della loro mamma. Che hanno bisogno del tuo amore, non della tua insicurezza, ok? Ce la faremo, come abbiamo sempre fatto. Io voglio questi bambini, e so che anche tu li vuoi. Ami loro, li ami. Come li amo io»
«Ce la faremo..?»
«Si, assolutamente. Ce la faremo. Siamo io, te, e loro. Due piccoli bimbi a cui insegnerò a giocare a pallone..»
«Bambine, due bambine, Kyle», lo correggo.
«Bambine, no. Maschi»
«Tu mi vuoi morta, meglio femmine. Al massimo un maschio e una femmina»
«Andata un maschio e una femmina»
 
 
 
Sesta ecografia.
 
«Quante ne mancano ancora?», dico a Michael mentre mi accarezzo la pancia.
«Tre, direi. Se ne volete fare una ogni mese..»
«Altre due andranno bene, vero Kyle?»
«Si, due vanno bene»
«Allora, volete sapere il sesso?», chiede Michael.
«Si! Si vede?»
«Allora.. una è una femmina..», dice, mentre io faccio la linguaccia a Kyle.
«E l’altro è un maschietto! Coppia assortita!»
E questa volta la fa lui a me la linguaccia. Ridiamo e lui mi bacia la testa.
«Avevate scommesso sui sessi?»
«No, più che altro ci eravamo messi d’accordo. Lui voleva due maschi..come avrei fatto? Quindi abbiamo fatto a metà»
«Ottima scelta, e avete indovinato pure. Bravi!».
 
 
 
 
 
 
 
«Lei sarà come te..», sussurra Kyle sulla mia schiena, mentre mi accarezza il ventre.
«E lui come te..»
«Mmmh, forse»
«Lo spero proprio..», dico voltandomi verso di lui e abbracciandolo.
Beh, la mia pancia non mi agevola molto nel farlo.
«Domani andiamo a comprare dei vestiti, visto che sei libero?»
«Dobbiamo comprare pure le culle..»
«E i pupazzi, i pigiami, i body, le scarpette, le calze, i pannolini, i saponi e le creme specifiche, il passeggino, le radio..»
«Un sacco di cose..»
«Si, il doppio delle cose normali che servono a un solo bambino»
«Saranno bellissimi i nostri bambini»
«Saranno stupendi..».
 
 
Ultima ecografia.
 
«Mi sento bene, i bambini come stanno?»
«Lasciami dare un’occhiata..stanno benissimo. Non c’è nulla che non vada e adesso vi stampo l’ecografia così la mettere in un quadro»
«All’ingresso, così chi entra la vede», dico a Kyle
«Dove vuoi, amore»
«Di quanto sono adesso?»
«Manca poco, all’incirca poco più di una settimana»
«Sei agli sgoccioli!»
«Non me lo ricordare, che mi prende il panico»
«Sta’ calma, qui in ospedale ti aiuteremo»
«Grazie, Michael!»
 
 
 
Sono cambiate delle cose.
Oltre la mia pancia, ovvio.
Ho lasciato l’università. Kyle è da subito stato d’accordo con me e anche lui vuole crescere i bambini insieme a me, quindi ha lasciato chirurgia e adesso sta prendendo la specializzazione in pediatria.
Degli amici si stanno organizzando per aprire uno studio medico e gli hanno proposto il posto del pediatra. Lui ci sta facendo un pensierino.
E’ felice, e poi è sempre a casa a studiare, con me.
Mi tiene d’occhio, per ogni evenienza.
Ha più paura lui di me, come se fosse lui a dover partorire due figli!
La mia pancia è enorme, sto facendo una foto all’inizio di ogni mese, voglio fare un collage e metterlo in salotto. O in camera da letto, non lo so.
 
Non ho mai visto Kyle così felice.
Sembra così spensierato al fatto di avere dei bambini.
Sarà un padre perfetto, uno di quelli che si trovano raramente in giro.
Non sarà come il mio, di padre.
 
 
«Non ce la faccio», queste maledette scale. Kyle, fai mettere un ascensore.
«Siamo quasi arrivati»
«Non è vero! Ci sono altre tre rampe! Basta, io mi fermo»
«Ti prendo in braccio»
«No, sono enorme»
«Muoviti, Mallory. Uno, due, tre»
Mi prende in braccio e fa le scale pian piano, non tanto per me quanto per i bambini.
Sta’ sempre lì accanto alla mia pancia e l’accarezza, parla ai bambini, gli canta persino.
Ci parlo anch’io, qualche volta. Quando siamo soli noi tre.
Gli racconto la giornata, cosa ho fatto, cosa combina il loro papà quando non gli parla.
Anche Jenn e Sophia, vengono a trovarmi. E anche loro parlano con i bambini. Parlano più con loro che con me.
Non sono gelosa, affatto. E’ come se parlassero anche  a me, perché loro sono una parte di me.
Sono dentro di me.
Loro li sento dentro.
 
Mi mette giù e mentre apro il letto Kyle mi viene vicino.
«I nomi!», mi giro perplessa e lo guardo.
«Che??»
«I nomi, per i bambini. Non li abbiamo scelti..»
«Ah, i nomi. Non ci avevo ancora pensato..»
«Sediamoci e pensiamo. Avanti..»
«Mmmh, non lo so. Sarah, Mary, April?»
«No, che nomi sono. Natasha, Kristen, Emily?»
«Kristen!»
«Kristen?»
«Mi piace Kristen»
«Kristen sia. E il maschietto?»
«Logan, Matt, Damon..»
«Nathan, William, Joseph?»
«Joshua, Brad..»
«Joshua! E’ perfetto!»
«Ok, allora Kristen e Joshua»
«Mi piacciono»
«Speriamo piacciano anche a loro», dico accarezzandomi la pancia. Sento qualcosa che si muove.
«Kyle! Si muove! Si sente!», mette la mano sul mio ventre e insieme sentiamo i bambini muoversi e ridiamo, felici.
 
 
Apro gli occhi e il buio dello stanza mi da fastidio. Vedo la luce filtrare dagli spazi tra le tapparelle, Kyle dorme profondamente con un braccio sugli occhi.
E poi sento che qualcosa non va.
Sento improvvisamente qualcosa bagnarmi il basso ventre e vedo una pozza di un qualcosa allargarsi tra le lenzuola.
Mi alzo seduta e me lo sento.
Dio. Mio.
«Kyle..»
Nulla, continua a dormire.
«Kylee..»
Con una mano muovo la sua gamba, cercando di svegliarlo.
Nulla. N-u-l-l-a. 
«Kyleee!», mi giro e muovo forte la sua gamba.
«Che c’è? Che cosa è successo?»
«Mi..si.. sono..», ecco. Mi sta prendendo il panico.
«Che cosa?»
«Le acque, Dio! Mi si sono rotte! Svegliati!»
«Oh, ok. Stai calma..»
«Non sono calma per niente! Portami in ospedale!»
«Si, si. Giusto. Okay»
Mi alzo e infilo un paio di infradito, nel frattempo Kyle si veste e poi insieme raggiungiamo la macchina nel sotterraneo.
Mi siedo sul sedile mentre sento delle fitte fortissime al basso ventre e alla pancia.
Comincio a respirare lentamente come mi hanno detto di fare al corso pre-parto.
«Che succede?», domanda Kyle preoccupato. So che ha più paura lui di me e sta cercando di mantenere la calma.
«Ho le doglie»
«Ok, siamo arrivati. Eccoci» - esce dalla macchina e cerca di richiamare l’attenzione - «Ehi! Mia moglie ha le doglie! Presto!»
 
 
 
«Okay, sei pronta», finalmente, dopo sei ore di contrazioni - «Mallory, guardami, e spingi, ok? Più forte che puoi. Facciamo nascere i pargoli naturalmente. Ci sei?»
Annuisco a Michael, stringendo la mano di Kyle più forte e posso.
Comincio a spingere.
E a urlare.
Perché il dolore che sento è il più forte che io abbia mai sentito.
Sento come se la schiena si stesse spezzando.
«Continua così, vai Mallory. Vedo la testa. La testa è fuori»
 
 
«Okay, eccolo qui!», prende il bambino e lo da all’infermiera accanto a lui.
«Come sta? Michael!?»
«Non puoi pensare a lui, concentrati sulla bambina! E’ ancora dentro! Dai, spingi!», sento il pianto di Joshua e capisco che sta bene, che respira, così comincio a spingere per Kristen.
 
«Ed ecco qui anche la femminuccia!», ripete il passaggio con l’infermiera e mi ritrovo a fissare la faccia sorridente di un’infermiera che non conosco e poi Kyle che mi guarda, felice.
«Voglio vedere i bambini..Kyle», sussurro, mentre sento la stanchezza crollarmi addosso.
«Michael? I bambini?»
 
 
                                                                                                                       * 
 
 
 
 
«Amore?» - sento qualcuno toccarmi leggermente il braccio e poi apro gli occhi. - «Angelo?»
«Kyle.. sei tu?»
«Amore, ti sei svegliata. Sei svenuta, come ti senti?»
«I bambini, me li fai vedere?»
Si alza e avvicinandosi ad una culla prende un bambino. Mi viene vicino e me lo posa fra le braccia, mentre io mi alzo un po’ e mi metto seduta, appoggiandomi con le spalle alla testata.
«Lui è Joshua»
Mi fermo un po’ a guardare il bambino fra le mie braccia.
Joshua.
Mio figlio.
Ha pochi capelli rosso-castano, come i miei, sparpagliati sulla testa e gli occhi sembrano chiari. E’ stupendo.
«E lei è Kristen», dice sedendosi parzialmente sul mio letto e mettendomela vicino.
Lei è bellissima. Anche lei ha gli occhi chiari e tanti capelli neri in testa.
«Mi sa che abbiamo sbagliato le previsioni», dico.
Pensavamo che il maschietto avrebbe preso da Kyle e lei da me, ma Joshua ha preso tutto di me. I miei capelli, i miei occhi, il mio naso.
Kristen ha la bocca di Kyle, carnosa, e ha il mio rossore,  i suoi capelli, e i miei occhi.
Kyle asciuga con il pollice le lacrime di gioia che, inaspettate, mi scendono dagli occhi.
«Sono..sono..», cerco vagamente delle parole per descrivere questi gioielli.
«Un dono della natura, amore. Sono bellissimi, e sani, e sembrano felici..»
«Sono veramente un dono della natura..ti amo, Kyle»
«Anche io ti amo», risponde chinandosi verso di me e baciandomi con passione.
 
 
 



Tre giorni dopo.

 
«Non ci posso credere di essere a casa..», sussurro entrando a casa e posando in cucina la culla portatile con Kristen dentro. Kyle fa la stessa cosa con Joshua.
«Siamo a casa..già», si avvicina a me e posando le mani sui fianchi mi attira verso di lui.
Mi alza il viso portando due dita sotto il mio mento e mi bacia.
Mi bacia come non aveva mai fatto, da quando i bambini erano dentro di me.
Mi spinge contro il muro e mi incastra fra di esso e il suo corpo.
«Mi piace questa cosa..», sussurro mentre lui mette le mani sotto le mie cosce e mi alza, mentre io allaccio le gambe dietro la sua schiena.
«Anche a me..», risponde Kyle.
«Non è che per caso vuoi fare il terzo?», gli chiedo, preoccupata.
«No, non ora. Mi sei mancata», dice mentre comincia a baciarmi il collo partendo da sopra il seno.
«Anche tu..erano mesi che non mi toccavi cosi..»
E Kristen comincia a piangere. Piange così forte che anche Joshua inizia a piangere.
«Diamine», Kyle mi lascia scendere ed io mi avvicino a Joshua, lo prendo in braccio e comincio a cullarlo. Kyle fa lo stesso con Kristen.
«Andiamo di sopra, mh? Li mettiamo a letto con noi?»
«Buona idea»
 
Saliamo di sopra e mettiamo i bambini nel mezzo del letto, poi noi ci sdraiamo sui lati.
 
Trovo quel gesto così giusto, così perfetto, che per nulla al mondo potrei rovinarlo.
Alzo gli occhi verso quelli di Kyle e ci prendiamo la mano.
 
 
 
 
 
Quattro anni dopo.
 
 
 
Kyle’s Pov.

 
 
 
«Kyle Davidson, il nostro pediatra! Vieni, Kyle», uno dei miei nuovi colleghi mi chiama, dal palco. Sono sempre stato bravo in queste cose, ma adesso sento le mani sudate e la testa mi fa male.
«Andrai alla grande, non ti preoccupare amore», Mallory sa come mi sento, e dalla sedia accanto alla mia si sporge per darmi un bacio sulla guancia.
 
Salgo sul palco e mi guardo intorno. Il locale è davvero pieno di persone che sono venute per prendere parte all’inaugurazione del nostro studio “The blue river”, il fiume blu.
 
«Kyle, a te l’onore»
«Grazie, Jason», passo le mani sul pantalone e poi, quando trovo gli occhi di Mallory fra tutti gli altri, trovo la forza per iniziare.
«Vi ringrazio tutti per essere venuti all’inaugurazione del The blue river, tutti noi ne siamo molto contenti.
Sapete, stamattina mi sono svegliato e appena mi sono ricordato di che giorno fosse, il panico mi ha assalito, letteralmente. Questo studio medico è una cosa nuova, che nasce dal nulla. Noi quattro, stiamo facendo nascere questo studio. E sarà compito nostro, mandarlo avanti. Ci alzeremo le maniche, passeremo notti insonni chinati su un tavolo a leggere cartelle di pazienti, e troveremo la cura migliore per loro.
Io, però, prima di procedere con i ringraziamenti, vorrei ringraziare una persona in particolare».
I miei occhi vanno immediatamente sulla figura di Mallory, e la vedo avvampare.
«Tutti abbiamo avuto un periodo difficile, nella nostra vita. Ecco, sei anni fa, io non ero più me stesso. Avevo perso tutto, tutto quello che ero. Avevo perso la mia identità, il mio essere. E poi ho incontrato una ragazza incazzata con le sue salviettine nel bagno di casa mia. Ho passato mesi in giro per l’America e poi il destino ha voluto che incrociassi i suoi occhi. I suoi bellissimi occhi. Lei..mi ha reso migliore. E’ stata la mia, di cura. Non ti ho mai detto queste cose, angelo, ma adesso, sento il bisogno di esprimerti tutto l’amore che provo per te. Quei tre angioletti che sono seduti accanto a te, Joshua, Kristen, Andrew, venite da papà, dai»
I tre piccoli si alzano dalle loro sedie e Joshua aiuta Andrew, l’ultimo arrivato, ad arrivare sul palco e a salirci.
«Li vedete? Loro sono il frutto del nostro amore, e sono bellissimi. Davvero bellissimi. Non mi sto vantando, eh. Sia chiaro. Volete dire qualcosa alla mamma, voi tre?»
Li vedo annuire e poi faccio portare una sedia, in modo che possano salirci sopra e arrivare al microfono.
Kristen sale sulla sedia e si aggiusta i capelli mossi neri. La luce che le arriva in viso fa brillare i suoi occhi azzurri.
«Ciao mamma, sei bellissima. Sono contenta che tu ti sia innamorata di papi, ti voglio bene!», scende dalla sedia e mi viene vicino.
Joshua sale sulla sedia e dice: «Mammina, ti voglio bene! Sei una meraviglia!»
Incredibile, hanno solo quattro anni e già parlano così.
Vedo Joshua incastrare la faccia nel mio collo e lo chiamo.
«Ehi, Josh. Dì alla mamma che le vuoi bene, su», si muove e si avvicina al microfono.
«Mamm-ma , ti vogl-voglio tan-to b-ene», lui ha solo due anni, ancora sta facendo pratica con il linguaggio.
Alzo lo sguardo su Mallory e la vedo completamente in lacrime, mentre con i polsi si asciuga le guance.
«Ti amo, angelo»
 
Ci avviciniamo tutti a lei e lei si alza, si lancia su di me e mi abbraccia, mentre i bambini abbracciano le sue gambe.
 
«Anche io ti amo, Kyle»
 
 
 


Mallory’s Pov.
 
 
Mentre mi spoglio per andare a dormire, e vedo i nostri tre bambini giocare sotto le coperte, la mia mente viaggia e mi ricorda tutto quello che ho passato nella mia vita.
Mia madre e la sua morte.
L’incontro con Kyle.
Quando guardando i suoi occhi mi sono accorta di essermi innamorata.
Le lampade attaccate agli alberi vicino al laghetto.
I dolcetti al cocco.
Il giorno in cui sono andata via da Boston.
Le notti insonni a Somerville.
Le chiamate rifiutate.
La morte di mio padre.
La pioggia che mi cadeva addosso mentre andavo a suonare il campanello di casa sua.
Quando ho fatto l’amore con lui la prima volta.
Il nostro primo viaggio a Vienna, e poi quello a Madrid, a San Paolo, a Sidney, a Roma.
Casa nostra.
Quando ho scoperto di essere incinta la prima volta.
Kristen e Joshua.
Il nostro matrimonio.
Andrew.
 
 
Non avrei mai potuto desiderare qualcosa di più bello, e vero.
 
Perché tutto questo è vero, è reale.
 
Il nostro amore non è un sogno.
 
Lui può davvero essere il mio amore.
 
Lui lo è.



Beh, la gravidanza mi è venuta in mente così,
e l'ho inserita nella storia.
E' stato un pò difficle descrivere il parto\ecografie varie,
mi scuso per eventuali errori.
Alla prossima! xxx

ps. Non disperate per la fine,
ho qualcosa di nuovo in mente. ;)

   
 
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