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Autore: Myuzu    15/06/2012    15 recensioni
Questa storia è un po' strana e probabilmente non è il genere di Ff adatta ad artisti musicali, ma mi piaceva l'idea e ho scritto... Chiara è una ragazza che muore in un incidente. In realtà non è arrivata ancora la sua ora. Purtroppo non può riavere la sua vita, ma le è concesso un desiderio. Cosa chiederà la nostra protagonista?
Per chi se lo stesse chiedendo, non ho sbagliato sezione, Chiara è una Vip. Spero vi piaccia. I commenti o le critiche sono sempre graditi. Grazie per l'attenzione! :D
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morire non era decisamente nei miei programmi. Avevo un sacco di sogni, di aspettative, di progetti. Ed ecco che arriva uno svitato ubriaco o drogato, non so e non mi importa, che alla guida di un auto mi scaraventa per aria. Scaraventa me, povera ignara neodiciottenne, pronta alla vera vita.
Mi viene da dire: e che cazzo! Perdonate la scurrilità, ma io avevo tutta una vita davanti!
Ed ora, in questa sala completamente bianca, vestita totalmente di bianco, aspetto che succeda qualcosa.
«Odio il bianco. Lo detesto. È così … incolore!» sbatto i piedi. Non riesco a capire se sono in piedi o seduta. «Uff! C’è nessuno qui? Cioè come funziona? Non dovrebbe venire qualcuno a prendermi? Che so … un angelo, un diavolo, un parente … se deve essere un parente vorrei fosse nonna Veronica. Non mi ha ancora detto dove ha nascosto la ricetta dei suoi biscotti! Dalla sua morte non si mangiano più biscotti decenti! Ehilà! C’è qualcuno? Oh, cavolo insomma! Sono appena morta! Un po’ di considerazione!» incrocio le braccia o almeno credo di farlo. Tutto intorno a me è noiosamente e dannatamente bianco! «Credo che morirò di noia … Un momento, ma una morta può morire di noia? Mmm … bella domanda! Ma cosa cappero farfugli Chiara!» Mi faccio ancora qualche domanda stupida fino a che uno sbuffo di fumo grigio non attrae la mia attenzione. «Ah, finalmente! Quanto altro tempo avevate intenzione di farmi aspettare!»
Lo sbuffo di fumo cresce sempre più fino a diventare una densa nuvola grigio scuro. Al solo vederla mi viene da tossire e vorrei, ma mi rendo conto che non posso. Non sento più il mio corpo e non sono tanto sicura ci sia.
La nuvola si dirada e lascia spazio a un alto essere dai lunghi capelli scuri, ricoperto da fasce e drappi neri. Dai capelli selvaggi e in disordine fa capolino l’occhio sinistro. Giallo. Sembra quello di un gatto. Tra le mani ha un enorme falce. Apre le braccia verso di me come per incutermi timore.
«Tutto qui?! Cosa sei, uno shinigami o cosa? Un folletto della preistoria?» l’essere che ho di fronte mi guarda con l’occhio fisso e apre la bocca, ma non ne esce alcun suono. Al che continuo. «Allora? Che si fa? Dove mi porti? Paradiso? Inferno? Portami dove vuoi basta che lasciamo questo bianco! Sto impazzendo!!|!!!!!!|””!!£$%””&5e6»
«Ehm ehm …» si schiarisce la voce rauca e srotola una pergamena. «Signorina Chiara Ferrao, nata il 27 luglio del …»
«Senti lo so come mi chiamo, quando sono nata ecc ecc. Voglio solo andare via!» dico agitata.
«Sei piuttosto snervante per essere una morta, lo sai?» mi fissa disgustato ed io ricambio l’occhiata. Io non gli piaccio e il sentimento è reciproco! «Comunque, c’è stato un errore. Tu non saresti dovuta morire oggi. C’è stato un piccolo errore di distrazione da parte dell’Ufficio del ritiro delle Anime.»
«Questo significa che non sono morta e che posso riavere la mia vita e che non ricorderò nulla di tutto ciò e che vivrò per sempre felice e contenta con l’uomo che amo?» lo guardo speranzosa.
«Eh eh eh eh …» ride. «No.» esclama serio. La mia delusione deve essere chiara sul mio volto, anche se non ho più un volto. La sento, è lì! «La tua anima ha già cominciato a lasciare il tuo corpo. Non puoi riavere la tua vita.» lo sconforto mi invade e per la prima volta da quando sono arrivata qui, mi rendo conto davvero di quello che mi sta succedendo. Io sono morta. È tutto finito! «Ma …» alza un indice e mi si riaccende la speranza.
«Ma?» gli faccio eco.
«Hai diritto a un desiderio.»
«Desiderio? Cos’è? Sei anche il genio della lampada adesso?» chiedo scettica. Mi guarda stizzito.
«Dato che è stato un errore, ti è concesso un desiderio. Una specie di risarcimento. Ma se non lo vuoi …» fa per voltarsi. I suoi lunghi capelli oscuri oscillano a un vento inesistente.
«No, no, no, no! Fermo! Lo voglio. Il desiderio. Lo voglio.»
«Bene …» sbuffa. «Che cosa desideri?»
«Trascorrere un mese con i Big Bang!»
  
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