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Autore: Zhalia94    15/06/2012    2 recensioni
Questa è una storia che avevo iniziato a scrivere in un momento di noia a casa di mia nonna. È da tempo che non la riprendo su, perciò perdonatemi se ci metto un po' ad aggiornare. Buaona lettura :D
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanto tempo fa, in un isola sperduta del Pacifico, viveva una bellissima fanciulla di nome Adele.                                                                                                                                                                                                                                                                                                             Era da anni che viveva sola in quell’isola sperduta, unica superstite di un terribile naufragio.                                                                                                                                               
Dopo la paura iniziale, aveva imparato a distinguere un’orma da un’altra ed a evitare i frutti velenosi, osservando il comportamento degli animali dell’isola.

 

Un giorno, mentre stava raccogliendo del mango, dal ramo di un albero, vide in lontananza un possente veliero che si stava avvicinando sempre di più alla riva. Incuriosita, salì sul ramo della pianta più vicina e così via , fino ad arrivare sul ramo più alto dell’albero più vicino alla riva.

Appollaiata lassù, osservava la scena. Il veliero, ora, si era fermato e una piccola barca, con pochi uomini dentro, si avvicinava sempre di più all’isola, remando. << Oh… Issa… Oh… Issa >> gridavano dei marinai, ormai scesi in acqua, spingendo la barca sopra la sabbia.                                                                                                                                                                                                                                                   Adele continuò ad osservare in silenzio, cercando di capire per quale motivo erano giunti in quell’isola sperduta, e sperando, infondo, che fossero venuti per lei. Le piaceva la sua isola, però non aveva mai nessuno con cui parlare, e giocare con la sabbia o con gli animali non le dava più allegria.                                                                                                                                                                                               << Ci accamperemo qui >> disse un giovane, sicuramente a capo della spedizione. Quando lo vide, il cuore di Adele iniziò a battere forte e si sentiva come mille farfalle che le volavano nello stomaco. Incantata, si sporse più in avanti per vederlo meglio. “CRACK”, il ramo dell’albero si spezzò e Adele precipitò nel vuoto, gridando. << Cosa è stato? >> chiese il giovane alzando lo sguardo da quello che stava facendo. << Non lo so, >> gli rispose un marinaio vicino a lui << forse era uno scimpanzé, fanno sempre dei versi strani quelle creature >>. Lui, però, non ne era molto convinto. << Vado a dare un’occhiata in giro >> disse lui, incamminandosi. << Non è consigliabile vagare da soli in questa giungla: non sa che pericoli potrebbe nascondere >> lo ammonì il marinaio. << Li conosco, invece >> gli disse, con sguardo ambiguo. Il marinaio fece spallucce << Se succede qualcosa, io non sono responsabile di niente >> disse, più a se stesso che al giovane.                                                                                                                                                                                          
Era da mezz’ora che vagava nella giungla, in esplorazione, senza una meta precisa.                                                                                                  Ad un certo punto, vide qualcosa, o meglio, qualcuno. Una bellissima fanciulla dalla pelle olivastra e i lunghi capelli biondi come l’oro, stava sdraiata a terra, priva di sensi. Il giovane le si avvicinò. Ora capiva che cos’era quel rumore che aveva sentito. Si chinò sul corpo della fanciulla e la scosse, delicatamente, per le spalle. << Ehi? Ehi, ci sei? Sveglia >> le ripeteva con una voce così calma e dolce. Dopo un po’, la fanciulla fece una smorfia << La testa >> mugolò, portandosi una mano nel punto in cui più le doleva. << Hai dato una bella botta. >> le fece notare il giovane << Aspetta che ti aiuto ad alzarti >> e detto ciò le mise il braccio destro attorno alla sua spalla e la aiutò a camminare.                                                                                                                                                                                                         Quando i suoi occhi si furono svegliati del tutto, guardò meglio il giovane che la stava aiutando. Era lo stesso che aveva visto dal ramo dell’albero, prima di cadere. Da vicino era ancora più carino, pensò arrossendo leggermente. Non sapeva bene perché si mettesse a fare quei pensieri assurdi, a lei i maschi avevano sempre fatto schifo: cosa le stava succedendo?
Arrivati alla spiaggia, il giovane la fece sedere su una sedia messa lì dai marinai. << Stai comoda? >> le chiese, gentilmente. << Sì, grazie >> gli rispose lei, evitando il suo sguardo. << Bene. Adesso riposati, tra poco prepareremo qualcosa di caldo >> le comunicò, prima di tornare ad occuparsi delle proprie faccende. 

   
 
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