Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Starlight24    15/06/2012    3 recensioni
Due amiche, una serata particolare e delle conseguenze impreviste. E' la mia prima storia, siate clementi! ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Discoteca, quel luogo a me sconosciuto.

Per anni avevo giurato a me stessa di non metterci mai piede dal momento che rappresentava un mondo a me distante anni luce. E invece eccomi qui, a tentare di muovermi tra la calca senza pensare all’imbarazzo di giudizi o occhiate indiscrete da parte di sconosciuti di ogni sorta. Mi sto divertendo parecchio, inaspettatamente, ma è merito anche della buona dose di alcool che fluisce potente nelle mie vene.

La musica è assordante, al punto da sembrarmi quasi insopportabile; eppure continuo a muovermi incurante del caldo e della stanchezza, sono le mie gambe a muoversi da sole.

L’aria è densa di mille profumi mischiati all’odore acre di sudore e quello pungente dei cocktail che volano per la sala illuminata dalle luci stroboscopiche. Mi sembra tutto così surreale, eppure ci sono persone che non trovano in quella situazione nulla di esaltante. Solo un'altra occasione per passare una serata di totale sballo.
 
 - Vado a prendere una boccata d’aria! – urlo all’orecchio della mia amica Katie, che si dimena affianco a me mentre un tizio poco padrone delle sue facoltà mentali le sta appiccicato come una patella. Lei però non sembra infastidita, a giudicare dal modo in cui ammicca in sua direzione.

Posso permettermi qualche minuto di pausa, non corre alcun rischio.

Lei mi fa un cenno affermativo con la testa, so che la ritroverò nello stesso punto.

Mi faccio strada a spintoni e guadagno la via del cortile esterno alla pista da ballo, anch’esso gremito di gente. Giro attorno, alla ricerca di un angolo non troppo affollato e soprattutto abbastanza lontano dalla musica. Il freddo della notte mi pugnala a tradimento, e la testa comincia a pulsare. Sono le 3 del mattino e sono esausta, ma non abbastanza dal voler rinunciare a quella serata in anticipo.

Nicotina, ecco quello che mi serve.

Con una certa difficoltà ripesco una paglia dalla borsetta a tracolla e riesco ad accendermela, nonostante le mie mani siano scosse da violenti tremiti di freddo e dagli effetti della troppa vodka che ho mandato giù. Cerco di non farci caso, in fondo sono stata decisamente peggio.

La prima boccata di fumo mi pare quasi una liberazione. Ne avevo bisogno. Aspiro con gusto e tento di ritornare alla realtà, mentre il mio viso in fiamme piano piano viene mitigato dall’aria umida della notte.

Penso che dovrei godermi più spesso delle serate così folli, almeno per me. in fondo non c’è nulla di male nel volersi divertire un po’, e io sono stata solo troppo sciocca in passato dal non volerne neppure sentire

- Sigaretta time, vedo… -

La voce alle mie spalle mi fa trasalire leggermente; quando mi volto però ho modo di rincuorarmi. Lily è comparsa davanti a me, anche lei con una sigaretta tra le dita e nessun accompagnatore accanto.

Sorrido. Mi fa piacere chiacchierare con lei, anche se viviamo assieme e lo facciamo praticamente tutti i giorni.

- Ti stai divertendo? – le domando. Lei annuisce e mi sorride a sua volta. Ha il trucco sfatto e i capelli scompigliati. Forse ho trovato una persona ancora più sconvolta di me.

Mi guarda, i suoi occhi brillano di una strana luce che io attribuisco ai tanti drink che anche lei deve aver bevuto. Le sue iridi verdi sono velate da una patina strana di disinibizione, e mi viene da pensare che nonostante tutto, le dona. Di solito è quella tranquilla e pacata, la classica brava ragazza che chiunque vorrebbe come coinquilina. L’innocenza che la contraddistingue sembra essersi dissipata tra i fumi dello sballo, cosa che anche lei sa concedersi davvero molto poco.

Aspira una boccata di fumo senza mai smettere di osservarmi, le labbra increspate in un sorriso enigmatico, mentre fa ondeggiare il capo a ritmo di musica. Sembra davvero un’altra persona, non saprei dire se migliore di quella che conosco.

- Che c’è? –

Fa spallucce, lasciandosi andare a un gesto di ostentata noncuranza.

 - E’ strano vederti qui a scatenarti, non pensavo mi sarebbe mai capitato di constatare coi miei occhi – dice. – Ti stavo guardando anche prima, mentre ballavi…   - 

- Sono così patetica?  

- Sei molto bella, invece. Dovresti lasciarti andare più spesso –

Inaspettatamente nel mio petto un battito diverso. È uno strano complimento il suo, e mi sorprendo a capire che mi ha fatto piacere riceverlo.

Arrossisco lievemente, ma è troppo buio perché lei se ne accorga.

- Forse hai ragione… - sospiro, riprendendo in parte la lucidità. Mi rivolge un altro sorriso divertito; sa di avermi colta in fallo, ma non mi pare scandalizzata per questo.

Butto via la cicca ormai consunta tra le dita, e mi accorgo di sentire piuttosto freddo dato il tremore alle mani. 

- Prendiamo qualcosa da bere, ti va? - mi dice. Non faccio in tempo a fare un cenno affermativo con la testa che già lei si prende la briga di afferrarmi la mano e trascinarmi dentro il locale.

Di nuovo affrontiamo la calca di corpi sudati e in preda al delirio, e lei mi guida verso il banco dei drink intrecciando le sue dita con le mie.

Dopo qualche minuto di ressa guadagniamo il nostro angolino appresso al bancone.

- Decido io per questo giro – mi urla. Poi parla con il barman, e pochi istanti dopo ecco che mi porge un bicchierino, una fetta di limone e del sale.

-  Andiamo sul pesante, eh? – le dico. Lei ride di gusto.

- Tutta d’un fiato! –

Attendo il suo tre, poi mando giù la mia parte. Il liquido scende rapido e bruciante in gola, la sensazione è quasi insopportabile. Mi affretto a sorbire dal dorso della mano il sale, e la osservo mentre ha tra i denti la sua minuscola fettina di limone.

Cavolo, è dannatamente sexy.

Pensiero insolito, il mio. Me ne pento subito dopo, quando il sapore acre del limone sfiora le mie labbra. Diamine, l’alcool fa davvero brutti effetti. Ecco perché io non bevo mai.

- Vieni – mi dice poi, di nuovo portandomi via quasi di peso. La testa gira sempre più vorticosamente, ma fingo che non sia un problema per me. in fondo, sono qui per questo.

Cerco con lo sguardo Katie, e la rivedo nel punto in cui l’avevo lasciata in precedenza. Si diverte parecchio, non credo sia preoccupata per me.

Lily guadagna un piccolo spazio in mezzo alla pista in cui sia possibile muoversi; in quel momento, il dj mette su una delle canzoni preferite da entrambe. Non possiamo far altro che scoppiare a ridere, sorprese, per poi cominciare a dimenarci come pazze, l’una di fronte all’altra.

Sono conscia del fatto che il ballo non è esattamente la mia specialità prediletta, e che le mie doti di coordinazione sono irrisorie, ma mi muovo ugualmente seguendo il ritmo della musica. Lily non mi stacca mai gli occhi di dosso, sorridendo con quella luce strana nello sguardo, e imita i miei passi stentati senza curarsi troppo di quello che fa.

Penso che quella si possa catalogare come una delle serate migliori della mia vita, in fondo. Non ci sono abituata, eppure non mi sento affatto fuori luogo.

Un ragazzo piuttosto alto si piazza alle mie spalle e prende ad ondeggiare seguendo le movenze del mio corpo. È Lily a farmelo notare, con un’occhiata maliziosa.

Mi volto per un istante e comprendo che il tipo in questione è decisamente troppo ridicolo per i miei gusti. Non ci trovo nulla di attraente, e anzi, provo fastidio nel constatare che mi sta sempre più incollato.

La smorfia esce spontanea, mentre la mia amica scoppia a ridere.

- Save me! – le sillabo. Lei sghignazza vistosamente, ma poi decide di aiutarmi, avvicinandosi a me e allacciando le sue braccia attorno al mio collo.

- Lei balla con me! – esclama allo sconosciuto. Mi sfugge l’espressione contrariata di lui, che poi alza le braccia rassegnato e si gira dall’altra parte.

Ci guardiamo per un istante e ridiamo come matte; non pensavo fosse così esilarante smontare le speranze di ragazzi arrapati.

- Grazie… - le sussurro a un orecchio, dopo essermi avvicinata al suo viso. L’odore della sua pelle leggermente sudata è buonissimo, misto alla fragranza dolce che ha indosso quella sera.

Mi strizza l’occhio e continua a muoversi; a dispetto di quanto credessi non mi lascia andare, e io mi rendo conto che la cosa non mi dispiace affatto, anche se trovo impegnativo sostenere il suo sguardo magnetico.

Mi ci vuole qualche istante per realizzare che quella che sto provando è attrazione. Per una ragazza, per una mia cara amica. Per una persona con la quale vivo sotto lo stesso tetto.

Ma ciò che mi sconvolge maggiormente è capire che non è la mia mente annebbiata a farmi pensare quelle cose.

È sempre stato così, da quando l’ho conosciuta. Solo che non me ne ero mai accorta.

Lily mi è sempre più vicina, e io sento il mio viso avvampare. Quella situazione ha dell’assurdo, eppure non vorrei essere da nessun’altra parte.

Sto dannatamente bene con lei, è questo che importa.

Lei non sembra minimamente imbarazzata dal nostro contatto inusuale, pensa solo a muoversi a ritmo di musica e coinvolgermi nel suo tornado di pazzia.

Non so quanto tempo trascorra, mentre ci muoviamo all’unisono. Potrebbero essere delle ore come una manciata di minuti, le canzoni si susseguono e la nostra voglia di ballare non accenna ad affievolirsi. Ma le gambe cominciano a sentire la stanchezza, il ritmo rallenta e il fiato si fa corto.

- Torniamo a casa? – mi chiede.

- E i tuoi amici? -

 - Capiranno… sono distrutta! –

Annuisco, comprensiva. In fondo anche io non sento più i miei arti inferiori, e la testa gira davvero troppo.

- Avviso Katie, ci vediamo fra qualche minuto all’ingresso – le dico.

Un po’ traballante, riesco a trovare la mia amica, che ora è andata a sedersi in uno dei pochi divanetti ancora liberi. Non ha una bella cera, immagino che anche lei sia parecchio stanca.

Tesoro, io torno a casa con Lily…vieni con noi? –

Katie scuote a fatica la testa; nonostante sia esausta non mollerà sino alla fine della serata, lo so.

- Vai tranquilla, Jess! Domani ti chiamo! – mi dice, poco convinta. So perfettamente che non la sentirò prima della tarda serata, avremo entrambe da riprenderci.

La saluto con un bacio sulla guancia e le auguro di divertirsi anche senza di me. poi finalmente posso recarmi verso l’uscita, tirando un sospiro di sollievo. Cominciavo a sentire una certa claustrofobia, là dentro.

Trovo Lily poggiata sul cofano di una macchina. Il suo trucco è totalmente sciolto, e il viso ora mi appare di quel colorito semi cadaverico tipico di chi ha passato una notte brava. Nonostante questo, riesce a trovare la forza di sorridermi debolmente e non lamentarsi per la stanchezza.

- Coraggio, ancora dieci minuti e andiamo a dormire… - affermo, finalmente senza doverlo urlare. La mia gola implora pietà, e la voce esce strozzata, come un sospiro.

Il nostro taxi arriva subito, e il tragitto lungo casa trascorre tranquillo, con Lily con la testa poggiata alla mia spalla che mormora frasi di cui non sono in grado di cogliere il senso. Ho la testa che dolorosamente ritorna alla realtà assieme agli altri sensi. Non vedo l’ora di arrivare a casa, fare una doccia calda e ficcarmi sotto le coperte. Mi dico che dormirò almeno dieci ore di fila, me lo merito.

Sono le 4 quando facciamo ritorno al nostro appartamento.

L’impresa più ardua è quella di salire i pochi gradini che ci separano dal nostro pianerottolo senza inciampare, date le nostre condizioni e il tacco a spillo vertiginoso. Lily dal canto suo ci impiega qualche minuto di troppo per infilare la chiave nella toppa del portone, e una volta dentro casa si libera con mala grazia delle sue calzature e le lancia lontano, lasciandosi andare ad un rantolo soddisfatto.

- Ho i piedi devastati! – piagnucola. Stupidamente, io rido. Sono ancora sotto gli effetti dell’alcool quindi trovo divertente qualunque cosa. Decisamente sono ubriaca da far schifo, ma lei non è da meno.

Mi dirigo verso camera mia, e lei mi segue; non ho molta voglia di riflettere, così mi accascio a terra, contro la parete, giudicando enorme la distanza dalla prima sedia utile. Lily quasi mi rotola addosso, ma la cosa non fa altro che aumentare il nostro momento di ilarità.

Ridiamo sguaiatamente per qualche minuto, nonostante l’ora tarda. Per fortuna non c’è nessuno a parte noi due, o avremmo rischiato il linciaggio per rumori molesti notturni.

Spalla contro spalla, le gambe distese sul pavimento gelato, tentiamo di riacquisire un minimo di lucidità, cosa pressoché impossibile nello stato in cui siamo.

- Mi gira la testa… -  

- Giraaaa, giraaaaaaaa giraaaaaaa! – canticchia lei, provocandomi l’ennesimo attacco di risa isteriche. Mi lamento, le dico di non fare la deficiente, ma non vuole darmi retta. Ci vuole qualche minuto perché anche la sua follia si plachi, lasciando spazio ad un infinito senso di spossatezza.

- Che serata…. –

- Puoi dirlo forte…- le faccio eco. Mi rivolge lo sguardo per l’ennesima volta. Ancora quello strano velo non si è dissipato, e averla così vicina mi rende vagamente inquieta.

- Certo che quel tizio non voleva proprio mollare la presa eh? –

- Meno male mi hai salvata tu… - sospiro, sollevata e riconoscente.

- Quando vuoi, tesoro… - mormora, maliziosa, molto più del solito. La guardo leggermente sorpresa per un attimo, e mi rendo conto di quanto insistentemente lei mi rivolga l’attenzione.

Non posso far altro che distogliere gli occhi per puntarli davanti a me, imbarazzata.

- Comunque, penso replicherò presto…non pensavo sarei riuscita a divertirmi così tanto… -

- Ti sottovaluti, Jess. Se devo essere onesta mi sembravi una persona totalmente diversa, stanotte… -

- In che senso? –

- Nel senso che sai essere una vera donna, solo che te ne ricordi raramente–

Resto spiazzata da quel commento e mi chiedo se in condizioni normali Lily mi avrebbe detto tutte quelle cose. Mi accarezza distrattamente una mano, come se fosse abituata a farlo.-

-Non penso di averti mai vista così provocante e sexy come stasera, sai? –

Mi viene da sorridere. – Questo genere di complimenti non li ricevo neppure dagli uomini! –

Per quanto il mio tono sia scherzoso, non è del tutto falso quello che sto dicendo. Lei increspa le labbra in un sorrisetto, mentre mi fissa.

- Sono solo sincera…- sussurra. È un’impressione forse, ma la sua voce si è fatta più suadente di prima. Alzo un sopracciglio, tentando di non curarmi di quanto il suo viso sia vicino al mio.

- Ci stai provando, ammettilo... –

Finge di rifletterci sopra, poi sghignazza e mi scocca un bacio sulla punta del naso, incatenando le sue iridi alle mie.

- Ti piacerebbe…-

Dentro di me devo darle ragione. Quel verde così intenso mi fa solamente venire voglia di baciarla, ed è un impulso che controllo a stento.

- Credo piacerebbe più a te… - le dico di rimando, sorprendendomi della mia voce roca. Ed ecco che quasi d’improvviso, il suo ghigno divertito si trasforma in un’espressione più seria. sento un polpastrello sfiorarmi la guancia, sensuale, e il fiato caldo di lei sulla pelle.

- Si… - mormora, a un passo da me.

Poi è un attimo. I nostri nasi si scontrano nello stesso istante in cui io socchiudo le palpebre e smetto di pensare. Le nostre labbra si trovano una frazione di secondo dopo, come se non avessero altra scelta. E subito il contatto diventa profondo, la sua lingua esplora la mia bocca avida e curiosa.

È un bacio lento, intenso e carico di desiderio. Non avrei mai pensato potesse accadere una cosa del genere, ma è come se tutti i tasselli del puzzle si fossero appena sistemati nella giusta posizione. In fondo, avevo sperato che accadesse, anche se non avevo mai dato un tempo a questo.

Le labbra di Lily sono incredibilmente morbide, riesco ad avvedermi solo di questo. Non avevo mai baciato una donna prima, e mai avrei potuto credere sarebbe stato così travolgente.

Ma forse è la sbronza, la mia mente è troppo leggera. O più semplicemente è lei a farmi questo effetto.

La coscienza però ha voglia di tormentarmi. Si insinua tra i miei pensieri come un serpente infido e cattivo, mi dice che sto facendo una cosa poco consona per il mondo reale.

Cosa accadrebbe se io la ignorassi? Che conseguenze avrà questo attimo di follia?

Ma è lei a cavarmi dall’impiccio.

Si separa da me delicatamente, ma è comunque una sofferenza. Avrei preferito non doverla mai lasciar andare.

Mi prendo un attimo per scrutarla, e lei non si sottrae ai miei occhi. È imbarazzata, sorpresa, sicuramente non troppo padrona delle sue facoltà mentali. Eppure la frase di scusa o di giustificazione non arriva. Si limita a sorridermi con colpevole dolcezza, e lasciarmi la traccia di una breve carezza sul viso.

- Buona notte… - sussurra. Poi mi lascia da sola, scomparendo rapidamente dalla mia vista e abbandonandomi ai miei pensieri.

E io non posso far altro che sollevarmi in piedi per poi utilizzare le ultime forze rimaste per buttarmi a peso morto sul letto.

Avrei voluto che questa notte non finisse mai. E che lei rimanesse con me.

E purtroppo so anche che domani non sarà una giornata facile. Probabilmente dovrò fingere di aver dimenticato tutto. Torneremo ad essere quelle di sempre, come se nulla fosse successo tra noi.
 

                                                                                                               ######
 

A dispetto dei miei programmi, riapro gli occhi che sono le 9 del mattino. Ho dormito si e no quattro ore, la testa mi scoppia ma non riesco a restare sotto le coperte ulteriormente. La luce del sole che batte alla finestra è maledettamente fastidiosa, per i miei sensi ancora instabili.

Forse una doccia, una buona tazza di caffè caldo e un’aspirina mi verranno in aiuto per stare un po’ meglio.

La casa è silenziosa, quasi inquietante. Il mio pensiero va subito alla camera più vicina all’ingresso, e mi domando se Lily stia ancora dormendo.

Quesito sciocco; se la conosco almeno un poco, so già che non la vedrò per le prossime due ore almeno. Dovrò stare attenta a non svegliarla facendo troppo chiasso.

La doccia è un piccolo paradiso per le mie membra indolenzite dalla nottata appena trascorsa. Ci resto a lungo, sperando che mi sia utile almeno a rinvigorirmi.

Le mie azioni sono tutte volutamente lente; per quella giornata ho messo in programma da tempo di non dovere fare nulla, posso permettermi per una volta di prendermela con comodo e sollazzarmi nella pigrizia.

Preparo una caraffa di caffè piuttosto forte, e qualche toast da sgranocchiare. Nonostante lo stomaco ancora in subbuglio, la doccia mi ha risvegliato l’appetito. In fondo non mangio da quasi dodici ore.

Il cibo placa di un poco il mio mal di testa, ma non mi aiuta a riacquistare immediatamente le forze. Dopotutto ho dormito poco e male, potrei benissimo fare un’altra pennichella nel pomeriggio per riprendere i miei normali ritmi.

L’ansia però mi attanaglia lo stomaco; è come se galleggiassi in uno stato di pesante attesa in cui tutto ciò che dovrei fare è spegnere le connessioni neuronali, convincermi che vada tutto bene e calmarmi un po’.

Va tutto bene, andrà tutto bene.

Decido di buttarmi nuovamente nel mio giaciglio ancora tiepido e leggere qualcosa; da sempre è il mio metodo preferito per estraniarmi dalla realtà.

Ma il pesante silenzio è davvero troppo denso perché io possa davvero sentirmi in pace con me stessa. Afferro l’I-pod dal comodino accanto a me e riempio le orecchie di note assordanti, concentrandomi poi sulla lettura del mio fantasy di fiducia.

Le ore passano quasi come un soffio. Mi accorgo che è il tempo è trascorso solamente dal leggero rumore dell’acqua che scorre nel bagno accanto. La luce fuori è cambiata, si è fatta più forte e fastidiosa.

Lily è sveglia, a quanto pare. Mi dico che da ora comincerà la parte difficile della mia giornata.

Il respiro si è fatto corto d’improvviso, le mani tremano come foglie e neppure ho ancora incrociato il suo sguardo. Dio, quanto sono patetica.

Non devo pensarci, non devo lasciarmi prendere dal panico. In fondo, è solo Lily.

Con le cuffie ancora sulle orecchie, decido che forse ho bisogno di un’altra tazza di caffè. Perciò vado in cucina, con la segreta speranza di non incontrarla, almeno per ora. Non sono ancora pronta.

Chiudo la porta alle mie spalle, e armeggio con le stoviglie, lasciando viaggiare il cervello attraverso pensieri che la musica mi ispira. Ho bisogno di tenermi impegnata o potrei impazzire. Forse sarebbe giusto uscire di casa e fare quattro passi, avrei almeno la certezza di non doverla affrontare.

Ma è mentre pondero su quest’opzione che la mia amica compare sull’uscio della cucina, i capelli ancora avvolti in una salvietta. Ha indosso la sua tenuta da casa, una tuta sportiva e una maglietta leggera. Il suo viso è spettralmente pallido, profonde borse contornano i suoi occhi luminosi, ma io la trovo ugualmente bellissima.

Inconsapevolmente trattengo per una frazione di secondo il respiro, scrutandola. Mi sembra interminabile quell’attimo di silenzio in cui rimaniamo a guardarci con stupore vicendevolmente.

Niente panico Jess. Ricordati chi sei e fai finta di nulla.

Mi schiarisco la voce e interrompo il contatto visivo.

- Buongiorno… - dico, sorridendo cordialmente.

- ‘Giorno… - replica lei, assonnata, mentre si accomoda al tavolo.

- Caffè? –

- Direi che ne ho bisogno, si –

Riempio una seconda tazza e mi siedo di fronte a lei. Non è saggio starle troppo vicina.

Le allungo con un gesto la sua bevanda fumante, e mi sorride riconoscente; forse possiamo tornare alla normalità senza troppi patemi d’animo.

- Passata la sbornia? – le domando, tanto per intavolare una conversazione qualunque. Sarebbe deleterio stare zitte, l’imbarazzo è già palpabile.

Annuisce, portandosi una mano alla fronte.

- Dovevo ricordarmi che il day after è tremendo…. – mormora sofferente. Sorrido, pensando a quanto Lily sia tenera in quelle vesti.

- Un’aspirina e passa tutto – le dico, strizzandole l’occhio.

- …però è stata davvero una bella serata… -

- Già… -

- Tu….come stai? –

Scrollo le spalle. – Mi sto riprendendo – replico, sorridendole. Annuisce lentamente, per poi guardare in basso. E’ a disagio, sicuramente più di me.

- La prossima volta però lascerò perdere i drink…gli effetti sono nefandi per me! - scherzo, ma con l’immagine di quel bacio davanti agli occhi. Chissà se sono arrossita, chissà se lei se n’è accorta.

- Ricordi qualcosa di stanotte…? – mi domanda.

Ammutolisco di botto. È una domanda strana,compromettente. E il suo sguardo intimidito mi fa capire quanto peso lei abbia dato a quello che è successo tra noi.

Riesco solamente ad annuire.

- Capisco… - mormora, girando tra le dita la sua tazza ancora colma.

Non posso restare un solo minuto in più in quella stanza. Devo andarmene in fretta.

Finisco il mio caffè con pochi sorsi, e mi alzo in piedi.

- Beh, allora cerca di riprenderti, mi raccomando…. – le dico, prima di congedarmi. Attraverso il corridoio rapidamente e mi chiudo in camera, tirando un sospiro di sollievo. C’è davvero mancato poco.

Mi odio dal profondo; non è da me comportarmi in maniera così vigliacca, ma non ho il coraggio di affrontare la questione con lei, adesso. Mi serve del tempo per metabolizzare, per abituarmi alla sua presenza ed accettare il fatto di essermi presa una colossale cotta per lei.

Ho le mani che mi tremano, e il cuore impazzito; afferro una sigaretta meccanicamente, per rivolgere poi lo sguardo alla portafinestra spalancata.

Inspira, respira. Stai tranquilla.

Andrà tutto bene.

Non do peso al rumore ovattato alle mie spalle, mentre fumo avidamente la mia Marlboro. Ma quando un paio di braccia morbide avvolgono i miei fianchi e la mia schiena si incolla alle sue forme mi sento morire.

Lily poggia il mento sulla mia spalla e mi stringe a sé, mentre io dimentico il meccanismo di respirazione, sconvolta da quel suo gesto a cui non so dare un perché.

Sorride debolmente.

- Vuoi davvero fare finta di nulla, Jess? – mi domanda, dolcemente, accarezzandomi l’orecchio col suo fiato caldo.

- Lily, io… - mormoro, spiazzata. La mia mente gira a velocità incommensurabile, ma in fondo so già la risposta. Devo solo trovare il coraggio di dirlo ad alta voce.

Sospiro, sconfitta.

- In realtà…no – ammetto. Lei mi fa voltare verso di se, donandomi una delle sue espressioni più dolci che io conosca. Le iridi brillano, stavolta però si tratta di pura emozione.

- La verità è che tu mi piaci…mi sei sempre piaciuta, dal primo giorno che ti ho incontrata… - dice, spostandomi una ciocca di capelli dal volto. Il cuore sta per scoppiarmi nel petto. – solo che… -

- Che..? –

- Avevo perso le speranze, ormai… - confessa, un po’ affranta.

Mi viene solo voglia di cancellare quella sua tristezza dal volto, non sopporterei di vederla per altro tempo; così prendo il suo viso tra le mani e la bacio, dimenticandomi tutto il resto, accorgendomi di quanto sia fantastico aver ritrovato le sue labbra. Lei ricambia con la stessa intensità e mi stringe forte a sé, felice come me.

È il nostro secondo bacio, stavolta voluto, cosciente e liberatorio. È come una pioggia fresca che da sollievo in una giornata torbida, una sensazione che si è sognata a lungo e ricercata senza sosta per parecchio tempo. La pace, la gioia, l’alchimia indescrivibile tra due persone che si sono trovate.

Poggio la mia fronte sulla sua e la guardo, sorridendole per non piangere dalla commozione.

- Lo stesso vale per me, Lily… - sussurro, anche se è la cosa più scontata da dire. – E adesso non ho intenzione di lasciarti scappare via… -

- E io non me ne voglio andare…. –

Sorridiamo all’unisono, le nostre labbra si incontrano fugaci per l’ennesima volta. Mi domando se ne avremo mai abbastanza di cercarci.

A volte il mio intuito suggerisce le cose giuste. Va tutto bene.

E con Lily al mio fianco, andrà tutto bene, lo sento.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Starlight24