“H-Holmes, ma lei è ancora vivo?”

Il dottor John Watson rimase a fissare per un lungo istante, il grande detective Sherlock Holmes in carne e ossa, vestito in maniera alquanto discutibile.

La sua ultima invenzione, il travestimento da camaleonte, in quel caso aveva preso lo stesso orrendo motivo della sua poltrona preferita.

Per un breve istante, la mente di Watson ripercorse i fatti.

Sotto gli occhi del buon dottore, il detective si era letteralmente gettato di sotto nelle cascate, con il suo acerrimo nemico il professor Moriarty, sacrificando la sua stessa vita, dopo una lunga colluttazione.

Come se non bastasse Watson aveva anche assistito alla commemorazione dei due uomini, di cui i corpi non erano stati ritrovati.

E, ora quel maledetto disgraziato, si presentava sbucato dal nulla, presentandosi con una stupida frase: “Salve Watson, come butta?”.

Ritornato direttamente dal mondo dei morti, come se niente fosse?

Il povero dottore, che già in passato e presente, ne aveva passate di tutti i colori questa proprio non la resse. Svenne.

“John...va tutto bene? Watson?”
Mary sentendo il trambusto, corse immediatamente a vedere.

Con suo grande stupore, la donna si trovò Holmes chino sul povero Watson.

“Holmes!” esclamò la donna.

Mary lo guardò con gli occhi sbarrati, come se avesse visto un fantasma, impallidì ma non svenne. Una vera roccia.

“Salve signora Watson” disse Holmes, quasi contento di vederla.

Il detective ebbe un piccolo ricordo maligno di come aveva gettato Mary dal treno nel fiume, per salvarla ovvio e naturalmente, Watson gliele aveva suonate come una campana.

“Holmes...ma lei è vivo?” mormorò Mary.
“E vegeto” concluse Holmes.

Mary guardò suo marito, il quale cominciava a riprendersi.

“Bisognerebbe aiutarl...oh, si sta già bene...”

Watson sbatté le palpebre, cercando di mettere di mettere a fuoco i visi della moglie e del tizio appena tornato dall'Ade.

“John...va tutto bene...stai tranquillo”

Watson fece una smorfia.

“Mary, lì c'è Holmes vero?” biascicò Watson.

“Sì, non mi svenga di nuovo” fece l'altro, stringendogli un braccio, con fare solidale.

Il buon dottore, con gli occhi iniettati di sangue, desiderò seriamente bere qualcosa di forte.

E infatti, cinque minuti, dopo si bevve un'abbondante bicchiere di liquore, seduto di fronte al redivivo.

“Le spiegazioni? Me le deve almeno”

Holmes raccontò brevemente quello che gli era successo.

Mary e Watson si guardarono, pensando di aver a che fare con un completo pazzoide o qualcosa di simil genere.

“Moriarty potrebbe tornare, come sono tornato io” disse Holmes, guardando fuori dalla finestra.

“Almeno, se dice certe cose di vada a cambiare...” gli fece notare il dottore.

Piuttosto imbarazzante il risultato di trovarsi un famoso detective abbigliato solamente con quella specie di tuta-travestimento orrenda.

“Comunque sono felice di vedervi che voi due stiate bene” disse prima di sparire, a cambiarsi d'abito.

Pronto a cacciarsi nei guai, far disperare John, fare dei piccoli dispetti a Mary.

“Vi sono mancati vero?” disse Holmes con un gran sorriso.
“Holmes stia zitto, la prego. Lasci che le dica solo una cosa, ma si può sapere dove diavolo è finito tutto questo tempo? Ho pure assistito al suo funerale!” esclamò Watson.

“Be'...le sono mancato? Almeno mi dovrà sorvegliare a vista!” ridacchiò il detective.

Watson non disse niente. I suoi occhi si rispecchiarono in quelli di Holmes. Le emozioni che si lessero erano sollievo, irritazione e felicità.

Fine...?

Nota autore: questa è una specie di finalino spastico che ho scritto, alternativo a quello del film. Anzi non recensitela, per favore. Vabbè va...